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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Vacanze agli sgoccioli con fine settimana prolungato ma il meteo non aiuta gli escursionisti

Vacanze agli sgoccioli con fine settimana prolungato ma il meteo non aiuta gli escursionisti

FVG - Ultimo fine settimana lungo delle vacanze natalizie all'insegna di pioggia e scirocco. Condizioni che purtroppo non favoriscono i turisti e gli escursionisti.

Dalla serata di venerdì 3 gennaio, nuvolosità in aumento sulle regioni settentrionali, con piogge in intensificazione per l’arrivo di una perturbazione atlantica.

Sabato 4, il passaggio della perturbazione porterà una fase di maltempo con piogge diffuse al Nord e più irregolari al Centro. Le precipitazioni saranno particolarmente intense sui settori pedemontani del Veneto e del Friuli Venezia Giulia: su queste aree le cumulate di pioggia potrebbero essere abbondanti e raggiungere gli 80-100 millimetri in 24 ore.

Nevicate copiose sull’arco alpino oltre i 1400-1600 metri: a fine giornata, su tutti i settori, si potrebbero accumulare tra i 50 ed i 100 centimetri di neve fresca. Temperature massime previste per il Nord-Est: 8-12 gradi. Venti moderati, localmente forti, meridionali su tutti i mari.

Domenica 5 migliora lentamente al Nord dove fino al pomeriggio saranno possibili piogge deboli o moderate, con nevicate sulle Alpi a quote medie. Lunedì 6 generali condizioni di variabilità.

"Botti" di Capodanno vietati a Gorizia. Il Codacons: sono prodotti dannosi per la salute

Gorizia - Il sindaco di Gorizia, Ettore Romoli, ha emanato un'ordinanza che vieta il lancio di fuochi d'artificio e giocattoli pirici nel territorio comunale, dalle 18 del 31 dicembre. Escluso dal provvedimento lo spettacolo pirotecnico organizzato dallo stesso Comune in piazza Vittoria per salutare il nuovo anno.

"Esistono modi più sani e meno pericolosi di divertirsi", ha commentato Romoli, "è giusto rispettare le persone più anziane e le categorie più sensibili, e vogliamo tutelare gli animali".

Il sindaco di Gorizia si affianca così ai primi cittadini di Asti e Brescia, anche loro in prima linea contro i "botti" di fine d'anno. Quest'anno anche il Codacons si è schierato contro questi prodotti, argomentando che costituiscono un problema serio per la salute, in particolare per bambini, anziani ed animali.

"È bene precisare - afferma Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons - che sono pericolosi tutti i botti, non solo quelli illegali, ma anche quelli legali usati correttamente. Al di là degli incidenti provocati da un uso improprio dei fuochi d'artificio, infatti, anche quelli perfettamente esplosi provocano un pericoloso aumento delle polveri sottili. La conseguenza è che il primo dell'anno nelle città si supera il limite di legge di 50 microgrammi al metro cubo fissato per il PM10, con un valore, a seconda della città, da doppio a triplo rispetto alla media del periodo".

La moria di tartarughe marine nell'Adriatico oggetto di interrogazione all'Europarlamento

La moria di tartarughe marine nell'Adriatico oggetto di interrogazione all'Europarlamento

Trieste - L'eurodeputato del Pd Andrea Zanoni, vice presidente dell'Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo, ha depositato un'interrogazione al Parlamento europeo sulla moria di tartarughe marine nel mare Adriatico.

"Nei mesi di ottobre e novembre del 2013 - scrive Zanoni - si è verificata una vera e propria strage di tartarughe marine (Caretta caretta) nel mar Adriatico: più di 200 esemplari deceduti, rinvenuti soprattutto lungo le coste della regione italiana dell'Emilia-Romagna e in misura minore in quelle del Friuli-Venezia Giulia e delle Marche".

Le cause del fenomeno rimangono ignote e sono attualmente allo studio di un team di esperti presso l'Istituto di Veterinaria dell'Università di Padova (unità operativa del progetto Netcet, il network di monitoraggio di cetacei e tartarughe, che riunisce gli esperti delle regioni del Fvg, Veneto e Emilia Romagna e di Slovenia, Croazia, Montenegro e Albania).

Secondo Sauro Pari, presidente della Fondazione Cetacea Onlus di Riccione, parte dei decessi "può essere ricollegato alla pesca: le tartarughe rimangono impigliate nelle reti dei pescatori e, una volta liberate, sono incapaci di sopravvivere a causa delle lesioni subite". Secondo altre ipotesi, al vaglio dei biologi, potrebbe trattarsi di decessi legati a cause climatiche o all'inquinamento.

"Si tratta - sostiene Andrea Zanoni - di un fenomeno che preoccupa sia per l'elevato numero di esemplari deceduti sia per il ristretto lasso di tempo e la fascia circoscritta di territorio in cui si è verificato".

La Caretta caretta è la tartaruga marina più comune del Mar Mediterraneo. Specie protetta, è ormai al limite dell'estinzione nelle acque territoriali italiane.

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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