Pioggia, neve e scirocco: disagi e pericolo valanghe sulle Alpi. A23 chiusa da Pontebba per i Tir
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- Pubblicato Lunedì, 17 Febbraio 2014 13:11
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Palmanova - Le piogge di lunedì 17 febbraio sulle aree alpine e prealpine del Friuli Venezia Giulia, con forti temporali e nevicate, hanno creato disagi specie in provincia di Gorizia: poco dopo le 11 i Vigili del Fuoco sono intervenuti a Mariano del Friuli (Gorizia), per mettere in sicurezza le strutture dell'ex stabilimento "Italsvenska" oggi dismesso.
Dalla copertura dell'edificio, probabilmente a causa di una violenta folata di vento, si sono staccati pannelli di eternit, finiti anche a ridosso della carreggiata. Tra Mariano e la frazione di Fratta interventi anche per rimuovere dalla strada alcuni alberi abbattuti dal vento.
Inoltre, il tratto dell'autostrada A23 tra Pontebba (Udine) e il confine con l'Austria è stato chiuso ai mezzi pesanti, a causa delle intense nevicate che sono riprese da stamani.
Per agevolare l'attività dei mezzi antineve, i mezzi con massa superiore a 7,5 tonnellate vengono convogliati sulla corsia destra della carreggiata nel tratto tra Udine sud e Udine nord, e regolati in quello tra Udine nord e Pontebba. La concessionaria raccomanda di viaggiare muniti di pneumatici invernali o catene a bordo.
Una nuova frana è caduta sulla strada provinciale della Val Aupa a Dordolla di Moggio Udinese, e una slavina ha bloccato la provinciale del Lumiei, nel tratto sul quale è già in vigore l'interruzione al transito notturno. Lo rende noto la Provincia di Udine che ha già provveduto alla pulizia delle carreggiate. In entrambi i casi il traffico è regolato e controllato dal personale addetto.
Ci sarà ancora nuvolosità diffusa martedì 18 febbraio, con intensificazione dei fenomeni per mercoledì 19, in cui in alcune zone della Regione sono previste precipitazioni superiori ai 30mm.
Resta alto anche il pericolo di valanghe, con grado 4 (forte) nell'area montana del Friuli Venezia Giulia. I nuovi accumuli nevosi previsti per lunedì 17, secondo quanto riferisce la Protezione civile, "determineranno condizioni di pericolo da marcato a forte di valanghe su tutta l'area montana, con possibilità di interruzione della viabilità e di interessamento degli insediamenti soggetti a tale rischio".
L'arrivo di venti di scirocco previsto per martedì 18 creerà ulteriore instabilità degli accumuli nevosi. Mercoledì 19 è previsto l'arrivo di una nuova perturbazione.
Italia e altri 11 Paesi UE contro mais 1507. Bolzonello: "FVG unica regione senza OGM"
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- Pubblicato Giovedì, 13 Febbraio 2014 16:17
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Bruxelles - Il 13 febbraio l'Italia ed altri 11 Paesi dell'UE hanno chiesto formalmente alla Commissione Ue di ritirare la proposta che autorizza la coltivazione del nuovo mais transgenico 1507.
In una lettera firmata, tra gli altri, dal ministro per gli affari europei Enzo Moavero, inviata al commissario alla Salute Tonio Borg, i 12 chiedono a Bruxelles un passo indietro.
I 12 Paesi (Austria, Bulgaria, Cipro, Francia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Slovenia, Malta) ricordano che "una grande maggioranza degli attori coinvolti, il Parlamento Ue e gli Stati membri si sono ripetutamente opposti alla proposta" e "solo 5 Stati l'hanno sostenuta mentre 19 erano contro".
"Siamo convinti - concludono - che la Commissione non può ignorare le preoccupazioni legali, politiche e scientifiche di così tanti Stati e del panorama politico". E si dicono "fiduciosi che la Commissione ritirerà la proposta".
"Il Friuli Venezia Giulia - ha detto in proposito a Udine il vicepresidente e assessore regionale alle Attività Produttive, Sergio Bolzonello - entro la prossima primavera sarà probabilmente l'unica regione dove non si potrà andare a seminare Ogm".
"Sugli Ogm - ha proseguito Bolzonello - noi andiamo avanti con il nostro regolamento e con il documento che sarà approvato e spedito nelle prossime settimane all'Europa. Nel frattempo andremo ad attuare una moratoria finché l'Europa non ci risponderà".
Palmanova, 7 tonnellate d'acqua per ettaro nel 2014: crollano 20 metri di mura seicentesche
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- Pubblicato Martedì, 11 Febbraio 2014 18:54
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Palmanova (Ud) - Le forti piogge di queste settimane hanno causato il cedimento di una parte del muro del rivellino seicentesco della cinta veneziana, che compone il secondo ordine di fortificazioni di Palmanova.
Il cedimento ha riguardato circa 20 metri dell'antica muratura in pietra della parte sud-est, probabilmente caduta sotto la spinta del terrapieno intriso d'acqua.
Il sindaco Francesco Martines, promotore in questi ultimi tre anni di un piano di manutenzioni della cinta fortificata in collaborazione con la Protezione Civile e il Corpo forestale regionale che ha interessato ampie aree del vasto parco storico, ma non quella coinvolta nel crollo, lancia un appello a tutela del bene culturale candidato a patrimonio Unesco: "È un evento grave che dimostra la necessità di un impegno alla salvaguardia di Palmanova da parte di enti superiori. Le manutenzioni condotte finora non sono sufficienti, è necessario un piano di salvaguardia regionale e nazionale".
"Non è un caso se lo smottamento - prosegue il sindaco - ha riguardato uno dei rivellini che non sono rientrati nel piano di pulizia della vegetazione infestante. Gli alberi e i fichi selvatici con le proprie radici hanno modificato i percorsi di canalizzazione fatti dai veneziani per far defluire le acque piovane e così quando piove i terrapieni si caricano d'acqua che non trova sfogo".
"Dove la vegetazione è stata rimossa e sono state collocate le reti di contenimento da parte del Corpo dei forestali, i danni sono stati evitati. Ma l'allarme è alto - avverte Martines - sono passati decenni senza che ci fosse alcuna manutenzione, anche ordinaria: il tempo trascorso, i cambiamenti climatici con piogge sempre più violente stanno mettendo a dura prova un patrimonio unico al mondo".
Nel frattempo, il Comune si appresta a condurre un'altra manutenzione straordinaria sulle aree di propria competenza che si svolgerà a fine marzo con la Protezione Civile (nella foto, tratta dal sito della Protezione Civile, gli interventi straordinari del 2011).
Le piogge cadute in queste ultime settimane sono eccezionali: il pluviometro di Palmanova, che rileva i dati per la Protezione Civile, ha registrato tra gennaio e febbraio il record di precipitazioni, che nella decade 2003 - 2013 aveva avuto il suo picco nel mese di settembre 2010 con 346 millimetri, contro una media del periodo di 102,3 millimetri.
Nel 2014 sono già precipitati 610 millimetri di pioggia, corrispondenti a 7 tonnellate d'acqua per ettaro di superficie. Sono infatti 414 i millimetri di pioggia caduti nel mese di gennaio e ben 196 i millimetri caduti nei soli primi dieci giorni di febbraio, contro i 57 del mese di dicembre.
"L'eccezionalità del maltempo - spiega Martines - non deve far pensare a un episodio altrettanto eccezionale o isolato. La tenuta della cinta fortificata, soprattutto nella sua parte più debole che sono i rivellini secenteschi, non è affatto scontata".
"È necessario un piano di salvaguardia che impegni anche lo Stato, proprio in vista del percorso di candidatura Unesco, un riconoscimento per il quale ci stiamo spendendo molto tutti e che richiederà, come prevede la commissione di Parigi, la definizione di un piano di gestione per la conservazione del bene. Non vorrei - ha concluso il sindaco - che Palmanova diventasse un'altra Pompei, famosa sempre più per i crolli che per la sua unicità e bellezza".
(Credits: Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia)
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