David Robinson passa il testimone della direzione delle Giornate del Cinema Muto a Jay Weissberg
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- Pubblicato Giovedì, 01 Ottobre 2015 23:06
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - A David Robinson, in carica dal 1997 e d’ora in poi direttore emerito, succede Jay Weissberg, newyorkese, corrispondente di Variety da Roma, dove vive dal 2003. Critico del cinema di prestigiose testate internazionali, costante frequentatore dei maggiori festival di tutto il mondo dove ha svolto spesso anche il ruolo di giurato o di curatore del programma, Weissberg ha dimostrato fedeltà assoluta alle Giornate dal 2001 partecipando a tutte le edizioni successive e curando negli anni alcune retrospettive fra cui “Sherlock e gli altri: il detective inglese nel cinema muto”, nel 2009, e lo scorso anno – insieme ad altri - la retrospettiva Barrymore.
La collaborazione - che continuerà - con David Robinson, cui si deve l’ideazione e la realizzazione del programma 2015, tra le più interessanti e ricche della storia del festival di Pordenone, si basa sulla stima e amicizia reciproca ed è il migliore auspicio per la continuità e la vitalità delle Giornate per il futuro.
Doverosamente anche in questa occasione è d’obbligo riconoscere che il grande prestigio della manifestazione è merito in gran parte del lavoro e della passione di Robinson, già direttore del Festival di Edimburgo, critico cinematografico del Times, autorevole storico del cinema e biografo ufficiale di Chaplin, che sin dal primo giorno della sua direzione e per tutto questo tempo ha messo in campo le sue competenze, il suo prestigio e soprattutto la sua grande e sempre giovane passione per far diventare le Giornate del Cinema Muto la realtà che tutti conoscono.
L'alta tensione e il dramma del Male in "Sicario" di Denis Villeneuve
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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Lunedì, 28 Settembre 2015 20:37
- Scritto da Timothy Dissegna
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Udine - Dal confine USA-Messico a quello italo-sloveno: chissà se il regista Denis Villeneuve sarebbe interessato spostarsi da queste parti, dopo il suo ultimo film "Sicario", ambientato proprio laggiù. Sicuramente quì la vita è più tranquilla.
Dopo il ritrovamento di un numero spropositato di cadaveri in Arizona, l'agente del FBI Kate Macy (interpretata da Emily Blunt, foto) si aggrega a una squadra speciale per andare a colpire i responsabili di quell'orrore: un importante boss dei cartelli messicani della droga.
Solo che gli agenti che la donna troverà non sono per nulla ligi alla legge, tra cui il tenebroso Alejandro (Benicio Del Toro), bensì mine vanganti che ragionano e si comportano come i narcotrafficanti. Solo che loro stanno dalla parte dei "buoni", o almeno così dovrebbe essere.
Quando però la squadra americana fa la sua comparsa in Messico, Kate scopre di essere dentro un'altra missione: violenza punita con la violenza, senza distinzione tra civili e criminali. Le sue reazioni la fanno sembrare un boyscout in mezzo alla guerra, e di questa si tratta. Senza badare troppo ai protocolli.
Uscito nelle sale italiane, tra cui il cinema Centrale di Udine, da qualche giorno, questo film presentato all'ultimo Festival di Cannes è in linea con la filmografia del suo regista: fortemente politico, estremamente psicologico, secco di messaggi salvifici. E soprattutto privo di buonismo.
Dopo una storia che si perde nei meandri del tormento psicologico, infatti, non c'è personaggio che riesce a salvarsi: né fisicamente né moralmente, tutti destinati a perdere qualcosa nel torbido conflitto tra Bene e Male.
Alimentato, paradossalmente, dagli stessi che dovrebbero garantire la giustizia, preferendo però una relativa "tranquillità" chiamata comunque crimine. E il film di Villeneuve lo denuncia con audace realismo, ma non conclude un qualcosa di apparentemente grande ma cavo in sostanza.
Emily Blunt, da dura del FBI, diventa una ragazzina terrorizzata: lo specchio di uno scenario che getta una luce diversa sullo Stato giusto e controllore. Ma alla fine sparisce dal film, il suo personaggio viene sempre più risucchiato dagli eventi troppo grandi per chi non condivide la legge del pugno di ferro.
Del Toro sembrava un nome che posto in un ruolo oscillante tra giusto e sbagliato potesse riservare grandi sorprese, invece rimane incompiuto fino alla fine. La forte componente psicologica scade in un nulla di fatto, che lascia un buco non da poco. Grande quasi quanto il vuoto che separa il mondo "civile" da quella terra di nessuno tra Stati Uniti e Messico.
Con “Opera al cinema”: Kinemax catalizzatore culturale
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- Pubblicato Domenica, 27 Settembre 2015 16:38
- Scritto da serenella dorigo
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Monfalcone (Ts) - Kinemax conferma il proprio ruolo non solo di riferimento cinematografico, ma anche di catalizzatore culturale e di significativo punto di incontro e di confronto per il pubblico della città, della Provincia, ma anche della vicina Trieste e del territorio regionale tutto.
Nella sede di Monfalcone - quella che lo scorso anno ha agosto ha ottenuto l’importante riconoscimento alla 71^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia per essersi distinta tra tutte le sale italiane nella diffusione dell’opera lirica, lo staff di Kinemax presenta la nuova stagione 2015-16 di “Opera al cinema” alla presenza delle istituzioni e dei tanti amici che hanno reso possibile proseguire la rassegna operistica. L’unica in regione – e non soltanto – a vantare la struttura di una vera e propria stagione coerente e programmata, con la possibilità di due formule di abbonamento e di riduzioni sui singoli biglietti.
“Opera al cinema, Stagione 2015-16" propone dunque dieci titoli tra opere e balletti proiettati in diretta da uno dei templi europei della musica: la Royal Opera House di Londra. Dal 5 ottobre 2015 al 27 giugno 2016, nel multisala di Monfalcone (alcuni dei titoli sono in calendario anche a Gorizia) è possibile ammirare alcuni delle migliori interpretazioni mondiali di imprescindibili titoli del melodramma e della danza.
Per il nutrito calendario Kinemax si è avvalso come sempre della collaborazione dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Monfalcone e della Associazione "Per il Teatro di Monfalcone" e conferma, oltre alle consuete riduzioni, anche le convenzioni con il Teatro Comunale e con il Consorzio VivaCentro, i cui affiliati godono degli sconti sui biglietti.
Gli abbonamenti e i biglietti alla nuova stagione operistica 2015-16 si possono sottoscrivere alle casse del Kinemax di Monfalcone (via Grado 54, tel. 0481 712020, www.kinemax.it) a partire da giovedì 24 settembre, e sono possibili le prenotazioni (anche on line) dei posti per i singoli spettacoli.
Biglietti ed abbonamenti:: biglietto singolo intero: 12 euro; biglietto singolo ridotto: 10 euro; abbonamento a 6 opere: 54 euro; abbonamento a tutti gli spettacoli: 90 euro.
La stagione - interamente trasmessa in diretta dalla Royal Opera House di Londra (protagonisti l'orchestra e il coro lì residenti) inizia con il celeberrimo titolo mozartiano de Le nozze di Figaro, sugli schermi lunedì 5 ottobre alle 19.45. Dramma giocoso della immortale trilogia italiana, su libretto di Lorenzo Da Ponte, Nozze racconta della "folle giornata" già narrata da Beaumarchais. Gli intrighi di corte sono sviscerati con modernità straordinaria da musica e libretto e il popolare allestimento è quello di McVicar che torna nelle mani di Ivor Bolton, eccellenza tra i direttori inglesi. Di grande livello il cast, noto ai palcoscenici di tutto il mondo: Figaro è Erwin Schrott, Susanna è Anita Hartig e Cherubino la già ammirata Kate Lindsey.
La rassegna prosegue giovedì 12 novembre, alle 20.15, con un balletto che non può che incuriosire esperti e neofiti della danza: ben quattro i balletti concepiti per una stessa serata e restituiti dalla potenza interpretativa del Royal Ballet: Carmen di Carlos Acosta (coreografo e protagonista) si concentra sul dramma d'amore, gelosia e vendetta traendo linfa dalla famosa opera di Bizet; Liam Scarlett propone inViscera un'audace coreografia ispirata al Concerto per Piano n.1 del contemporaneo Lowell Liebermann. Molto sensuale è la gestualità ispirata dalla musica di Debussy in Pomeriggio di un Fauno coreografata da Jerome Robbins e il Passo a due di Čajkovskij di George Balanchine (un estratto dal Lago dei cigni) è sintesi di tecnica e bravura.
Giovedì 10 dicembre (sempre alle 20.15) è la volta di due atti unici tra i più famosi ed eseguiti del verismo italiano: Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni e Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. Due capolavori del verismo italiano che si accompagnano in un nuovo allestimento del pluripremiato regista Damiano Michieletto, che li ambienta nel Sud Italia degli anni Ottanta del Novecento, attanagliato dall’ingerenza della mafia. Antonio Pappano, il Direttore Musicale della Royal Opera House, dirige un cast davvero stellare in entrambi i titoli: da Eva Maria Westbroek a Aleksander Antonenko fino a Lucia Elena Zilio e Carmen Giannattasio.
Martedì 15 dicembre, alle 20.15 il puntuale dono natalizio arriva con Lo schiaccianoci, produzione del Royal Ballet che restituisce la magia della novella di Hoffmann con un linguaggio incantato e sublime. Il balletto è un alternarsi di sogni, incantesimi, guerre fatate guidati dalla musica trascinante di Čajkovskij (squisiti anche i frammenti della coreografia originale di Lev Ivanov da un canovaccio originale di Petipa).
Giovedì 4 febbraio 2016, alle 19.45, l'attesissima pagina verdiana de La Traviata arriva sugli schermi: uno dei più noti e celebrati capolavori di Verdi, la cui commovente storia continua a riempire i teatri del mondo. L’allestimento tradizionale di Richard Eyre è una delle produzioni più popolari della Royal Opera House. Qui Violetta ha la voce della soprano russa Venera Grimadieva, che debutta alla Royal dopo la fortunata apparizione, sempre nei panni di Violetta, al Glyndebourne Festival.
Lunedì 21 marzo, alle 20.15 i fari sono puntati sul capolavoro russo in tre atti di Modest Musorgskij
- su libretto dell'autore, dal romanzo omonimo di Puškin: il Boris Godunov. Richard Jones (regia) e Antonio Pappano (direttore) propongono l'opera nella sua prima versione (1869) in sette scene. L’originale della pagina sullo zar russo è meno nota e - secondo la critica - meno convenzionale di quella più diffusa, che debuttò nel 1874. Attesissima l’interpretazione del celeberrimo baritono Bryn Terfel nel ruolo del titolo.
Ancora uno dei più famosi balletti della storia della musica segue sugli schermi il 6 aprile alle 20.15: Giselle balletto romantico per eccellenza (dalla coreografia di Marius Petipa), è una delle più grandi sfide per le danzatrici.
Il ruolo della protagonista, ricco di sfaccettature emotive tra innocenza, inganno, misericordia, richiede grande sensibilità per fare proprio lo stile ingenuo del primo atto e quello etereo del secondo. Nella bellissima produzione di Peter Wright, la duplice natura emerge dai ricchi dettagli naturalistici del primo atto e dalla spettrale bellezza del secondo.
Lunedì 25 aprile, alle 20.15 va in scena Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti: una storia passionale, che nella Scozia del Seicento narra della lotta tra famiglie possidenti e delle sventure di due amanti. Capolavoro assoluto, reso celebre in particolare dall'Aria della pazzia, Lucia torna alla Royal Opera House dopo oltre 10 anni, per l'appassionata direzione di Daniel Oren. A Diana Damrau e Charles Castronovo - punte di diamante tra i cantanti europei - sono affidati i ruoli principali.
Al titolo di Frankenstein risponde il balletto in diretta mercoledì 18 maggio, alle 20.15: Liam Scarlett propone uno dei classici del romanzo gotico per il suo primo balletto di lunga narrazione per il Covent Garden. Una storia di tradimento, curiosità, vita, morte e soprattutto amore che esplora gli abissi della natura umana. Per l'appassionante balletto Scarlett ha commissionato la parte musicale al compositore (americano, classe 1961) Lowell Liebermann.
La chiusura della stagione è affidata, lunedì 27 giugno alle 20, a uno dei capolavori del romanticismo: il Werther di Jules Massenet. Ispirata all'immortale novella di Goethe, l’opera racconta la storia dell’amore senza speranza del poeta Werther per Charlotte, promessa a un altro uomo. La musica è di fine bellezza lirica e trasmette fervore ed afflati di passione tanto intensi da restituire appieno l'atmosfera romantica del racconto. Pappano si affianca questa volta a Benoit Jacquot, regista di film, teatro e opera e, nel cast, a Vittorio Grigolo nel ruolo del titolo e a Joyce DiDonato in Charlotte.
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