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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Per le Giornate del Cinema Muto: la Grande Guerra e la Parigi dei Miserabili e non solo

Per le Giornate del Cinema Muto: la Grande Guerra e la Parigi dei Miserabili e non solo

Pordenone - Anche le Giornate del Cinema Muto che si svolgeranno al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone dal 3 al 10 ottobre prossimi, con replica dell'evento orchestrale finale domenica 11 ottobre, si inseriscono nel quadro delle celebrazioni del centenario della Grande Guerra con la proposta nella giornata di apertura di Maciste alpino (1916) di Luigi Maggi, Romano Luigi Borgnetto e la supervisione di Giovanni Pastrone, recentemente restaurato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino con la Biennale di Venezia.

Interpretato da Bartolomeo Pagano, che aveva già lanciato due anni prima in Cabiria il personaggio di Maciste, il film riafferma una figura molto popolare che avrà grande fortuna nel cinema italiano e internazionale nei decenni successivi, quella degli uomini forti.  Le Giornate dedicano una piccola retrospettiva a due tra i più celebri forzuti dopo Pagano, Luciano Albertini e Carlo Aldini, veri e propri antenati degli odierni supereroi. Maciste alpino non è solo una commedia avventurosa ma, ad una più attenta lettura, un vero e proprio film di propaganda bellica realizzato con l'intenzione di sostenere l'ingresso in guerra dell'Italia contro gli ex alleati austriaci e tedeschi.

L’evento di chiusura delle Giornate, sabato 10 ottobre e in replica il pomeriggio di domenica 11 ottobre, è Il fantasma dell'Opera (1925) firmato da Rupert Julian. È un'opera ancora oggi affascinante e potente che dà vita ad un mondo oscuro e misterioso. Le atmosfere gotiche, il mix di orrore e romanticismo costituiscono un imprescindibile riferimento per tutti i grandi horror dei decenni successivi. Non è il primo adattamento cinematografico del romanzo di Gaston Leroux - una versione andata perduta era stata realizzata in Germania da Ernst Matray nel 1916 - ma quello che - grazie soprattutto all'impianto scenografico della Universal, cui contribuì Ben Carré, e al Fantasma creato da Lon Chaney - ha fissato per sempre il mito nell'immaginario collettivo. La copia restaurata da Photoplay, comprensiva delle scene originali a colori, è accompagnata dalla musica di Carl Davis eseguita dall'Orchestra San Marco di Pordenone diretta dal Maestro Mark Fitz-Gerald.

Restiamo sempre a Parigi con quello che possiamo definire senz'altro l'evento delle Giornate 2015, la proiezione, mercoledì 7 ottobre, del capolavoro di Henri Fescourt I miserabili (1925), universalmente riconosciuto come il migliore e il più fedele dei numerosi adattamenti dell'opera di Victor Hugo, ora impeccabilmente restaurato da CNC, Cinémathèque de Toulouse, Pathé e Fondation Jérome Seydoux Pathé. All'epoca la distribuzione, prima in Francia e poi nel resto del mondo, considerata la lunghezza del film, scelse di dividerlo in due o più parti. A Pordenone si potrà vivere l'esperienza di sei ore e mezza di proiezione con l'accompagnamento musicale al pianoforte dal vivo di Neil Brand, artista fedelissimo alle Giornate e apprezzato a livello internazionale.

Basterebbero questi primi titoli per ritrovare intatto il fascino del cinema muto nell'era del digitale e del 3D. E questa è stata fin dalle origini la sfida che ha portato le Giornate del Cinema Muto ad essere, secondo l’autorevole rivista Variety, uno dei 50 festival imperdibili al mondo, che ogni anno riportano sul grande schermo personalità e capolavori del passato, film ritrovati che si credevano perduti e nuovi restauri provenienti dagli archivi internazionali. Gli accompagnamenti musicali live – dal piano solo alla grande orchestra - danno vita a uno spettacolo che unisce in una magica combinazione le immagini di un secolo fa con la performance dal vivo.

Ma il programma di questa 34a edizione messo a punto dal direttore David Robinson, storico del cinema e biografo ufficiale di Chaplin, offre un'infinità di suggestioni: dai film muti di Victor Fleming, il regista di Via col vento, alle commedie sovietiche tra gli anni Venti e Trenta, dai classici rivisitati ai contributi cinematografici del grande trasformista italiano Leopoldo Fregoli, a ritrovamenti importanti come le sequenze inedite di Stan Laurel e Oliver Hardy e uno dei primi Sherlock Holmes con la star del teatro americano William Gillette - a lui si devono il famoso “deerstalker”, il cappello da cacciatore, e la tipica pipa ricurva, diventati emblemi del personaggio - nei panni di Holmes. Non manca un omaggio al monumento del cinema portoghese Manoel De Oliveira, recentemente scomparso all'età di 106 anni, con Douro, il film sulla sua Porto che nel 1930 ne segnò il debutto.

Infine, a rappresentare i muti del XXI secolo, un film di animazione indipendente iraniano che prende spunto da una breve poesia di Tim Burton, Junk Girl (La bambina spazzatura) di Mohammad Zare.

Le Giornate del Cinema Muto 2015 sono sostenute dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, dal Comune e dalla Provincia di Pordenone, dalla Camera di Commercio di Pordenone, dalla Fondazione CRUP e dalla Banca FriulAdria-Crédit Agricole.

Info: www.giornatedelcinemamuto.it / Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Aquileia Film Festival, al via la sesta edizione con documentari da tutto il mondo

Aquileia Film Festival, al via la sesta edizione con documentari da tutto il mondo

Aquileia (Ud) – Il cinema nacque nel XIX secolo, ma non per questo non si mai è interessato al mondo “prima” della sua nascita. Anzi, il fascino esercitato dalla storia ha portato centinaia, se non migliaia, di registi a riscoprire civiltà e gesta antiche, riuscendo a realizzare pellicole che vanno oltre i semplici documentari.

E dove ammirare questi lavori, se non in un luogo storico per eccellenza, come la romana Aquileia? È proprio questo l'obiettivo dell'Aquileia Film Festival, la rassegna internazionale del cinema archeologico giunto quest'anno alla sesta edizione e che durerà da mercoledì 29 luglio a venerdì 31, presso piazza Capitolo. Il tutto al'interno dell'Aquileia Archeofest.

Organizzato dalla Fondazione Aquileia, Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico “Museo Civico Rovereto” e Archeologia Viva, l'evento porterà nell'antica città portuale cinque documentari scelti tra i migliori realizzati a livello internazionale, ma solo uno sarà premiato dal pubblico con il Premio Aquileia, appositamente realizzato dalla Scuola Mosaicisti di Spilimbergo.

Per anticipare il festival venerdì 29 maggio alle 20, al Cinema Visionario di Udine, è stato riproposto il vincitore della scorsa edizione, “I predatori del tempo” di Adolfo Conti, con l'incontro-intervista con l'archeologo e docente all'Università Roma Tre, Daniele Manacorda, tenuto dal direttore di Archeologia Viva, Piero Prunetti.

Il “sipario” si alzerà a due mesi esatti, con “Pavlopetri. Un tuffo nel passato” (2011) dell'inglese Paul Olding, sulla città greca sommersa di Pavlopetri, riscoperta nel 1967. Duemila anni fa venne misteriosamente sommersa ma i suoi tesori si sono conservati fino ad'oggi sotto le acque del Mediterraneo. A seguire “I dominatori delle gelide steppe” (2013), produzione francese diretta da Cédric Robion sul ritrovamento di tombe nelle steppe degli Altai, date 2300 anni fa.

Giovedì 30 verrà proiettato “Il Perù millenario: una storia inesplorata” (2012) di Josè Manuel Novoa, che indagherà sulle Ande e la costa settentrionale del Sud America nei quattro mila anni prima degli Incas, durante il quale nacquero templi e centri culturali di meteorologa e agricoltura. Ecco poi “Lo scriba che dipinge” (2013) di Bernard George, che svelerà come furono realizzate le opere d'arte più belle dell'Antico Egitto.

Infine, venerdì 31, l'unico titolo italiano in concorso: “Punta Linke – La memoria” di Paolo Chiodarelli, che guarderà le tracce lasciate dalla Grande Guerra sulle Alpi e visibili adesso dopo il drastico ritiro dei ghiaccia negli ultimi anni, sul versante trentino del Parco dello Stelvio.

Ad aumentare il fascino del Festival ci penseranno gli incontri con studiosi e scrittori, intervistati da Prunetti davanti al battistero, tra un documentario e l'altro. Dopo il successo delle ultime edizioni, quest'anno ci saranno: mercoledì la direttrice del Museo Civico Archeologico di Velutonia, Simona Rafanelli, e il jazzista Stefano “Cocco” Cantini; giovedì lo storico e filologo italiano Luciano Canfora; venerdì il conduttore televisivo e paleontologo Alberto Angela.  

“Anime Nere” conquista il Premio internazionale Amidei 2015

“Anime Nere” conquista il Premio internazionale Amidei 2015

Gorizia - Il Premio Internazionale Sergio Amidei alla miglior sceneggiatura 2015 viene attribuito a Francesco Munzi, Maurizio Braucci, Fabrizio Ruggirello, Gioacchino Criaco per “Anime nere”, diretto da Francesco Munzi, con la seguente motivazione: 

“Anime nere racconta attraverso un ritmo sincopato una triste realtà del nostro paese, un dramma familiare e sociale. Con i toni del nero, il film si svela poco a poco; alle inquadrature claustrofobiche si accosta una scrittura tenace e ruvida. I personaggi sono tracciati attraverso pochi, solidi elementi che penetrano in profondità nel cuore dello spettatore, riuscendo a scavalcare ogni struttura prestabilita. Braucci, Criaco, Munzi e Ruggirello effettuano, con le parole non dette e con una ricercata naturalezza espressiva, non solo una denuncia sociale ma, soprattutto, un ragionamento esistenziale profondo e sincero.”

Hanno concorso per il Premio alla Migliore Sceneggiatura anche i seguenti titoli 2 giorni e una 1 notte, Banana, La famiglia Belier, N - capace, Pride, Short Skin selezionati tra i titoli europei usciti nelle sale durante la stagione cinematografica 2014-15 dalla giuria composta dai registi Ettore Scola eMarco Risi, lo sceneggiatore e regista Francesco Bruni, gli sceneggiatori Doriana Leondeff e Massimo Gaudioso, l’attrice Giovanna Ralli e la produttrice Silvia D’Amico.

 

 

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