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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Il libro “Il viaggio di Marco Cavallo” diventa un film

Il libro “Il viaggio di Marco Cavallo” diventa un film

Trieste - Esattamente a un anno di distanza, la battaglia di Marco Cavallo partito da Trieste, grazie al sostegno di numerose istituzioni e con una medaglia del Presidente della Repubblica, e che ha attraversato l’Italia in un viaggio di oltre 4.000 km in 16 città italiane (tra le quali le 6 sedi di OPG) per chiedere la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, dire no ai mini OPG o manicomi regionali e chiedere l'apertura di Centri di Salute Mentale h24, è diventata un film “Il viaggio di Marco Cavallo”.

La pellicola, della durata di 50 minuti, è stata selezionata al Torino Film Festival per la sezione “Diritti e Rovesci” dove sarà presentata, fuori concorso, in anteprima nazionale lunedì 24 novembre ore 17.30 (Cinema Massimo 2). La proiezione sarà introdotta da Paolo Virzì e da Emanuela Martini, direttore da quest’anno del Festival. Al termine della proiezione il dibattito con il pubblico. La proiezione andrà in replica martedì 25 novembre alle ore 12.30 al Cinema Reposi 5 di Torino. 

“Il fatto che il film vada a Torino è fonte di grande soddisfazione e di entusiasmo per noi – dichiara Aldo Mazza, direttore delle Edizioni alphabeta Verlag. Con le immagini che abbiamo raccolto durante il viaggio, vorremmo raccontare questa straordinaria impresa. Durante il viaggio siamo stati accolti da centinaia di persone, abbiamo incontrato  internati, numerosissimi studenti, operatori, volontari e  cittadini che hanno manifestato con StopOPG il loro dissenso chiedendo la chiusura di queste strutture. In un Paese troppo a lungo disattento a queste questioni, il nostro intento è quello di dare voce e visibilità a tutte queste persone ed alle loro storie. La scelta di produrre questo film sta a segnalare il nostro impegno civile di editori e si inserisce pertanto in un percorso avviato dal 2010 dalla nostra casa editrice con la Collana 180, che muove i suoi primi passi proprio da Trieste per percorrere la vasta rete delle buone pratiche, incontrare la storia del cambiamento delle singole persone e raccontare le straordinarie imprese sociali che si sviluppano intorno alla questione psichiatrica”. 

La pellicola, prodotta dalle Edizioni alphabeta Verlag di Merano - già editore della ormai nota Collana 180 -  Archivio critico della salute mentale  vede alla regia due professionisti: la triestina Erika Rossi, autrice e regista di documentari a carattere sociale tra i quali “Trieste racconta Basaglia” (2012) vincitore del Trieste Film Festival e selezionato in diversi festival internazionali quali Roma, Napoli, Glasgow, Split e Buenos Aires e Giuseppe Tedeschi. La fotografia, invece, porta la firma di Daniel Mazza che documenta, tra i più recenti, “Piccola Patria” (2013) di Alessandro Rossetto, presentato alla 70a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e all’International Film Festival Rotterdam 2014. Al montaggio Beppe Leonetti, che ha firmato anche alcune opere di Nanni Moretti come “Il diario del Caimano”, “Diario di uno spettatore”, “L’ultimo campionato”, “Palombella rossa: intorno al film”. 

Il film narra la forza indomita di chi non si vuole arrendere davanti all’ingiustizia, con la potenza di un simbolo nato proprio a Trieste quarant’anni fa, Marco Cavallo che continua a mettere a confronto un’anacronistica psichiatria e una vecchia giurisprudenza con l’esigenza di sguardi nuovi e di nuove norme, persone senza voce con persone che non sanno più ascoltare, vecchi e giovani psichiatri, salute e malattia, dentro e fuori. In mezzo a queste dualità ci sono gli internati degli OPG, ormai sotto il migliaio in Italia, relegati dietro quei grandi cancelli, dove sono puniti e curati con la più aberrante delle condanne, ovvero privati della libertà come tutti i comuni carcerati, ma diversamente da loro privati anche della speranza di un futuro. 

Il film segue il percorso del viaggio attraverso l’osservazione diretta del reale: l’esperienza umana che si consuma attorno all’animale di cartapesta è il cuore del racconto. E’ Marco Cavallo a condurci: l’enorme scultura attraversa i cancelli dell’esclusione e con i suoi occhi lo spettatore potrà entrare nelle atmosfere di questi luoghi, dove lo spazio e il tempo si fermano, e la precarietà e l’insensatezza divengono vita reale. I suoni del carcere diventano elemento drammaturgico, colonna sonora della vita all’interno dei manicomi. Il cavallo è un messaggio di speranza: la sua imponente figura colora questi spazi di coraggio e nel film diviene metafora dell’incontro, ma anche delle contraddizioni tra il dentro e il fuori. All’esterno il cavallo è sempre in movimento, percorre chilometri in autostrada, vede piazze, vicoli, strade piene di gente curiosa. Dentro è fermo, solenne, in ascolto e in attesa di un segnale di cambiamento. Il montaggio, anche se cronologico, segue un andamento onirico, a volte irreale, dove lo spettatore è continuamente invitato a pensare, ricordare, capire. 

A tenere le redini del cavalloPeppe dell’Acqua, Direttore della Collana 180 e membro del Comitato nazionale stopOPG che ha promosso il viaggio: “L’obiettivo del film è di far conoscere questa Storia e i risultati concreti raggiunti con il viaggio al maggior numero di persone possibili, cercando di contrastare la disinformazione e i luoghi comuni su una questione tra le più difficili da veicolare. Inoltre, il film continua la campagna avviata lo scorso novembre, soprattutto per vigilare e denunciare le inadempienze che già numerose rischiano di tradire il portato della recente legge approvata a maggio di quest’anno”.

Il lungometraggio su Marco Cavallo conferma l’interesse, negli ultimi anni, del cinema e della televisione, nei confronti della vicenda di Franco Basaglia e dell’abolizione dei manicomi nel nostro Paese. Una Storia che ha attraversato il mondo e che pone Trieste, come punto di riferimento in queste questioni.

 

A dicembre a Trieste l'anteprima nazionale del film di Salvatores "il ragazzo invisibile"

A dicembre a Trieste l'anteprima nazionale del film di Salvatores

Trieste - "Il ragazzo invisibile", il film di Gabriele Salvatores ambientato a Trieste, sarà in anteprima nazionale il 9 dicembre proprio nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia.

L'annuncio è stato dato il 7 novembre a Trieste nel corso di un incontro organizzato dalla Friuli Venezia Giulia Film Commission, alla presenza della presidente della Regione, Debora Serracchiani. Il valore economico per il territorio della produzione di Indigo Film ha generato un indotto di 2,6 milioni di euro.

Il film, accompagnato da un romanzo e da un fumetto, debutterà nelle sale il 18 dicembre. Ha per protagonista Michele (Ludovico Girardello), un adolescente apparentemente come tanti che vive in una tranquilla città sul mare. Non si può dire che a scuola sia popolare, non brilla nello studio, non eccelle negli sport. Ma a lui in fondo non importa. A Michele basterebbe avere l’attenzione di Stella, la ragazza che in classe non riesce a smettere di guardare. Eppure ha la sensazione che lei proprio non si accorga di lui.

Ma ecco che un giorno il succedersi monotono delle giornate viene interrotto da una scoperta straordinaria: Michele si guarda allo specchio e si scopre invisibile.

"Abbiamo girato tutto il film a Trieste - ha raccontato Gabriele Salvatores in un'intervista pubblicata su "Coming Soon" - che è una città unica, una specie di Vienna sul mare, abituata agli stranieri, surreale, difficilmente identificabile e la base degli Speciali l'abbiamo ambientata nell'Ursus, questa strana chiatta con una torre che loro chiamano la Tour Eiffel di Trieste.
C'era la bora che soffiava a 150 km all'ora e una volta Ludovico nelle scene in bicicletta doveva andare lungo il molo e fermarsi prima del mare ma col vento a favore non riusciva a frenare, tutta la troupe si è messa davanti per fermarlo. Non lo dimenticherò mai!"

"Con questo film - afferma Salvatores - abbiamo messo il dito in una piaga del cinema italiano: perché non si fanno film fantasy e film per ragazzi? Non c'è questa tradizione e bisognava provarci. In Italia siamo cresciuti col concetto di realismo, i nostri due maggiori romanzieri sono Verga e Manzoni, questo ha molto influenzato la nostra cultura, ma i nostri tre sceneggiatori sono cresciuti con altri immaginari e quindi non si può stare fermi, ma bisogna aprire nuove porte".

"Il nostro film appartiene a quello che ormai è un genere come il giallo o il western, quello dei supereroi. L'Odissea per me è il primo romanzo fantasy della storia, nella mitologia ci sono un sacco di supereroi, gli americani sono bravi a prendere le cose e a renderle molto fruibili. Nel nostro caso abbiamo provato a raccontare una storia di supereroi però da italiani, dove l'invisibilità è quasi un potere dell'anima. Credo che tutti abbiamo desiderato o avuto paura di essere invisibili a un certo punto della nostra vita. È l'altro lato del potere".

(Foto di Claudio Iannone da www.ilragazzoinvisibile.it)

Premio Urania d’argento a Alejandro Jodorowsky

Premio Urania d’argento a Alejandro Jodorowsky

Trieste  - Science+Fiction - Festival della Fantascienza è lieto di annunciare che l’ospite d’onore della quattordicesima edizione sarà il regista cileno Alejandro Jodorowsky, in occasione dell’attesissimo ritorno alla regia, dopo 23 anni dal suo ultimo film, con l’autobiografia visionaria La danza della realtà (La Danza de la Realidad, Cile/Francia, 2013).

Ad Alejandro Jodorowsky, icona del cinema underground e della controcultura internazionale degli anni ‘70, autore di film cult come La montagna sacra, El Topoe Santa Sangre, il Festival della Fantascienza di Trieste consegnerà il Premio alla Carriera Urania d'Argento (in collaborazione con la rivista Mondadori Urania), riconoscimento già assegnato nel corso degli anni a personalità illustri che hanno fatto la storia del cinema di genere, come Dario Argento, Roger Corman, Joe Dante, Christopher Lee, Terry Gilliam, George Romero.

Il regista cileno sarà a Trieste il prossimo 31 ottobre e offrirà al pubblico del Trieste Science+Fiction la possibilità di assistere ad una sua conferenza/ spettacolo dal vivo nella tradizione del suo celebre Cabaret Mystique, esilarante e profondo intrattenimento, nuovo tassello per la comprensione e il senso della comédie humaine, che l’autore ha saputo perlustrare anche nei suoi risvolti drammatici. Lo spettacolo si articolerà attorno alla lettura del breve testo poetico “Idioma remoto”, da cui prende spunto l’intero film. Lo spettacolo precederà la proiezione de La danza della realtà, presentato in anteprima a Cannes nel 2013 alla Quinzaine des Réalisateurs e distribuito in Italia da GARABOMBO arte in movimento di Salvatore Pecoraro e Antonio Bertoli.La data triestina fa parte dell’Alejandro Jodorowsky 2014 Italian Tour che avrà inizio a il 26 ottobre a Bari e toccherà alcune tra le principali piazze italiane a Roma il 28, poi Bologna il 29, Firenze il 30 e Genova il 6 novembre infine a Napoli il 21 novembre e in cui Jodorowsky accompagnerà personalmente l’uscita del film.

La presenza di Alejandro Jodorowsky sarà un vero e proprio evento. Scrittore, fumettista, saggista, drammaturgo, regista teatrale, fondatore con Roland Topor e Fernando Arrabal del Movimento Panico, cineastae poeta, ha firmato solo sette film in quarantacinque anni, ottenendo una fama indiscussa. La danza della realtà sarà l’ennesima, sorprendente, esperienza: un’autobiografia immaginaria che rilegge gli anni della sua infanzia in una catena di ricordi e sogni grottesca e straniata. «Essendomi separato dal mio io illusorio, ho cercato disperatamente un sentiero e un senso per la vita». Questa dichiarazione del regista ben definisce il progetto biografico del film: restituire l’avventura e la ricerca che è stata la sua vita.

A completare l’omaggio all’autore, ci sarà l’anteprima nazionale del documentario Jodorowsky's Dune (USA, 2013) di Frank Pavich in collaborazione con Disney Media Distribution: il film racconta il fantastico, incredibile e delirante mondo di Alejandro Jodorowsky e del suo progetto per realizzare un adattamento cinematografico di Dune, il capolavoro di Frank Herbert, in cui Mick Jagger, Orson Welles, Salavador Dalì, Moebius, H.R. Giger, Pink Floyd, Mike Olfield sono solo alcuni dei mancati protagonisti della pellicola che avrebbe cambiato per sempre l’universo della fantascienza.

Per info:

La Cappella Underground +39 040 3220551

http://www.sciencefictionfestival.org

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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