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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Videocinema&Scuola: un concorso dalle scuole dell’infanzia all’università

Videocinema&Scuola: un concorso dalle scuole dell’infanzia all’università

Pordenone  – Dodici categorie di premio per giovani cineasti talentuosi, dalle scuole dell’infanzia e Primarie all’Università: per iniziativa del Centro Iniziative Culturali di Pordenone riparte Videocinema&Scuola, un concorso internazionale capace di mobilitare, da Pordenone, migliaia di studenti di tutta Italia e stranieri, nel segno del linguaggio video e delle sue molteplici chiavi di espressione, dal corto al documentario, dall’animazione alla multimedialità, dalla musica per immagini allo humour tradotto in riprese.

Con la novità di un premio – il dodicesimo, appunto - interamente dedicato alle videoproduzioni per telefonino, della durata massima di un minuto, e con l’ulteriore categoria speciale riservata ai video realizzati con il supporto di laboratori itineranti a cura del CICP.

Si ripropone con rinnovato entusiasmo agli studenti delle scuole di qualsiasi ordine e grado: potranno presentare lavori realizzati durante gli anni scolastici 2013-2014 e 2014-2015 utilizzando i diversi linguaggi multimediali della durata massima di 10 minuti.

Farà parte integrante nella valutazione finale, uno storyboard del progetto. Consegna lavori entro il 7 marzo 2015, info Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.videocinemaescuola.it - tel. +39.0434.553205. Esperti di didattica e linguaggi multimediali comporranno la Commissione giudicatrice: i video verranno valutati in base a progettazione, efficacia audiovisiva, capacità di sintesi, ma anche per la fotografia, la colonna sonora e lo humor.

I vincitori saranno premiati domenica 12 aprile 2015 all'Auditorium del Centro Culturale Casa Zanussi di Pordenone.

Raccontare e approfondire, attraverso cortometraggi, spot e videoclip, le questioni del nostro tempo, ma anche la propria città, personaggi, eventi ed esperienze significative della propria vita: questo l’obiettivo del Concorso.

In abbinata al Concorso il Centro Iniziative Culturali Pordenone dà la possibilità agli insegnanti delle scuole per l’infanzia e primaria, di realizzare in classe alcune facili esperienze multimediali, proponendo quattro tipi laboratori coordinati con successo dal giornalista e videomaker Giorgio Simonetti, esperto anche di attività nelle scuole e con i bambini. Le opere premiate saranno raccolte in dvd a disposizione delle scuole e faranno parte della mediateca del Centro Culturale Casa Zanussi, oltre ad essere visionabili nel sito www.centroculturapordenone.it/cicp

 

Officine d'Autore porta "Hanna Arendt" a San Daniele per la Giornata della Memoria

Officine d'Autore porta

San Daniele del Friuli (Ud) - Trattare il tema della Shoa è ogni anno sempre più complesso. Il giorno della Memoria viene spesso accolto da giovani e non con borbottii seccati, stufi della troppo spesso retorica dietro alle parole di disappunto per ciò che successe. Ma ci sono film che riescono ad andare oltre a tutto ciò, raccontando personaggi chiave che lottarono per raccontare la verità sui campi di sterminio.

Per questo l'associazione Officine d'Autore ha scelto "Hanna Arendt" (2012) in lingua originale e sottotitolato in italiano come pellicola-evento ieri sera, proiettata davanti a un nutrito pubblico accorso al Cinema Splendor. Diretto da Margarethe Von Trotta e incentrato sul periodo in cui la celebre filosofa e scrittrice seguì il processo al nazista Eichmann a Gerusalemme nel 1961, il film è stato introdotto sinteticamente dalla professoressa Chiara Fragiacomo dell'IFSML e dai ragazzi di Officine come ogni martedì.

La Arendt (Barbara Sukowa) fu sicuramente una delle figure più discusse del secolo scorso. Ebrea tedesca allieva del filosofo nazista Heidegger, fuggì negli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i tedeschi conquistarono la Francia, dove lei si era rifugiata. Al suo nome è legato uno dei saggi più importanti del '900, "Le origini del totalitarismo", ma soprattutto il libro-reportage che le attirò critiche dall'interno mondo ebraico: "La banalità del male".

Inviata del The New Yorker per seguire il processo, la Arendt pensava di trovare come imputato un mostro assetato di sangue, nato per uccidere, invece si rivelò nient'altro che un grigio burocrate. Questo la colpì molto e, insieme alla scoperta che diversi capi ebraici collaborarono con i nazisti nell'organizzare i treni verso i campi di concentramento, fu l'elemento centrale della tesi che riportò nei propri articoli e nel libro: quell'uomo non era un carnefice ma solo un servitore, fin troppo scrupoloso, dello Stato. Le reazioni del pubblico, della comunità sionista e accademica furono di completo sdegno e odio verso la scrittrice, che nel film riesce a trasmettere un fortissimo senso di impotenza nel gridare le proprie idee che si infrangono contro un muro sordo. 

I primi piani che la Von Trotta riserva sono una delle chiavi del film: se è vero che sono lo specchio dell'anima, quelli di Eichmann non possono che essere grigi, dietro un vecchio televisore in bianco e nero, segno della sua umanità rifiutata. Un opera di grande potenza emotiva, che descrive con chiarezza il sentimento di una donna incredibile che non si è fermata al solo piangersi addosso ma è andata oltre. Come dovremmo fare tutti noi, non solo il 27 gennaio.

Concluso il Trieste Film Festival. "L'isola del granturco" si aggiudica il premio lungometraggi

Concluso il Trieste Film Festival.

Trieste - Si è conclusa giovedì con la proclamazione dei vincitori la 26ª edizione del Trieste Film Festival, rassegna del cinema dell'Est europeo. Il lungometraggio "Simindis Kundzuli" (L'isola del granturco, 2014) del georgiano George Ovashvili si è aggiudicato il premio più ambito (5000 euro).  

La coproduzione internazionale (Georgia, germania, Francia, Repubblica Ceca, Kazakhstan e Ungheria) è stata la più votata dal pubblico della manifestazione. Il film era nella short list per l’Oscar e passava in anteprima italiana.

La storia si svolge su un’isola alluvionale del fiume Inguri, che riappare a primavera e viene sommersa dalla piena in autunno. Qui, tra Georgia e Abkhazia che si sono combattute nel 1992-93, un vecchio abkhazo prende possesso della terra di nessuno appena le acque si abbassano.

Si insedia a poco a poco compiendo un rituale di ringraziamento, costruisce una baracca, ripara le rive dalla corrente, poi ci porta anche la nipote adolescente. Insieme rendono abitabile il luogo, mentre barche di armati passano in pattuglia.
    
Nella categoria dei corti, il riconoscimento è andato a Davay ne syogodni (Facciamo la prossima volta / Not Today) di Christina Syvolap, Ucraina, 2014.

Il premio al miglior documentario è stato assegnato a Something better to come (Qualcosa di meglio verrà) di Hanna Polak, Danimarca - Polonia 2014.
       
Tra i vincitori anche il film italiano “Frastuono” di Davide Maldi che si è aggiudicato il Premio Corso Salani “per la ricerca visiva e sonora, per la geometria inesatta delle composizioni e per l’idea filmica di uno spazio interiore vulnerabile e dissonante”.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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