Musica nelle dimore storiche con il Piccolo Festival FVG: tutto pronto per l’edizione 2016
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- Pubblicato Giovedì, 21 Aprile 2016 13:34
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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FVG - L’opera lirica diventa traino per la promozione turistica del Friuli Venezia Giulia: non è un obiettivo per il futuro, ma la realtà del Piccolo Festival, la rassegna di opera lirica e musica vocale che ha all’attivo già oltre 400 prenotazioni da tour operators che hanno acquistato pacchetti con i biglietti per gli spettacoli ed i soggiorni in hotels della regione.
Un numero davvero significativo che poche rassegne culturali possono vantare dal momento che, per essere inseriti nei cataloghi dei tour operators, bisogna annunciare la programmazione con oltre un anno di anticipo.
Il programma della nona edizione di Piccolo Festival è coerente con l’immagine della rassegna che da sempre intende unire la grande musica e l’opera lirica ai luoghi più affascinanti e ricchi di storia della Regione.
Si parte il 1 luglio al Castello di Susans (Majano – UD) con un concerto di gala per tre tenori e si finisce il 9 luglio al Castello di Gorizia. L’organizzazione è nelle mani del direttore artistico del Festival Gabriele Ribis, baritono friulano, consulente della Jerusalem Opera e consulente per la musica classica e lirica dell’associazione Ergonauti di Udine.
Merito anche della stretta sinergia e della collaborazione con Promoturismo FVG che ha subito intuito il valore turistico del festival e lavorato a fianco della direzione per valorizzarne al meglio la promozione in Italia e all’estero.
“Alla fiera del turismo di Vienna svoltasi gennaio – racconta Ribis – eravamo ospiti dello stand di PromoTurismo FVG con il programma dell’edizione 2016 già definito e con uno speciale flashmob “lirico” dedicata al Barbiere di Siviglia. Un grande successo tanto che molti visitatori della fiera avrebbero voluto acquistare direttamente in fiera i pacchetti opera lirica + hotel.”
Dopo il successo di Don Giovanni di Mozart dell’edizione 2015, la produzione protagonista di quest’anno sarà proprio “Il Barbiere di Siviglia” che andrà in scena il 2 luglio a Villa Manin e il 7 luglio al Castello di San Giusto a Trieste.
Continua quindi anche la stretta collaborazione tra Piccolo Festival e l’Azienda Speciale Villa Manin che nella passata edizione, dopo 11 anni, è stata palcoscenico di un’opera lirica e che quest’anno ospiterà in residenza la produzione ed i solisti anche per le prove dello spettacolo.
Importanti aziende hanno intuito il valore dell’iniziativa e sosterranno in varie forme la manifestazione come Coop Alleanza 3.0 (che unisce Coop Adriatica, Coop Estense, Coop Consumatori Nordest), Goccia di Carnia, Gervasoni, Principe di San Daniele, fino ad altri importanti attori del turismo regionale come GIT Grado, Lignano Holiday, Tourismnet FVG e APT Gorizia che fungerà da partner logistico mettendo a disposizione transfer via gomma e mare per portare i turisti da Grado nelle location del Festival.
Per saperne di più:
Trieste, con Enrico Dindo si inaugura la XII edizione del Salotto cameristico dell'Associazione Chamber Music
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- Pubblicato Lunedì, 11 Aprile 2016 17:07
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Sarà una straordinaria primavera Cameristica, quella di Chamber Music a Trieste, con artisti e Ensemble chiamati a grandi performance per la 12ª edizione del Salotto Cameristico in programma da lunedì 18 aprile a lunedì 23 maggio, al Ridotto del Teatro Verdi di Trieste.
E sarà affidato al grande violoncellista Enrico Dindo, alla guida dei Solisti di Pavia, l’emozionante incipit inaugurale – lunedì 18 aprile, alle 20.30 - su musiche di Jean Sibelius, Richard Strauss, Gioacchino Rossini, Antonio Vivaldi e Joseph Haydn.
Fra le ulteriori “chicche musicali” del cartellone 2016 spicca, in anteprima assoluta il concerto dei Virtuosi Italiani che sarà arricchito dalla presenza solistica dei quattro musicisti dello Josef Suk Piano Quartet, lunedì 9 maggio, nel segno dei due concerti di Haydn e della concertante di Mozart.
Sarà un’occasione imperdibile per gustare l’esibizione dell’Ensemble cameristico rivelato dal Premio Trio di Trieste 2013, accanto a all’Orchestra diretta da Corrado Rovaris, impegnata abitualmente nei maggiori teatri ed enti musicali italiani e internazionali, dal Teatro alla Scala al Teatro La Fenice, dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia al Teatro alla Pergola di Firenze, Società del Quartetto di Milano e molti altri.
Proprio il concerto triestino sarà colonna sonora, a Verona nella Sala Maffeiana, della presentazione della Stagione concertistica 2016/2017 dei Virtuosi Italiani.
Sono cinque concerti d’autore, quelli di scena al Salotto Cameristico 2016 di Chamber Music: e infatti la seconda serata, lunedì 2 maggio, propone il concerto del Duo Banciu – Goicea, pianoforte e violino, su musiche di Beethoven, Prokof'ev e Strauss: si tratta del Duo che si è aggiudicato il Secondo Premio al Concorso “Premio Trio di Trieste” e lo Young Award, assegnato dagli studenti del Conservatorio di Trieste. Da poco si sono inoltre esibiti a Londra - St Martin-in-the-Fields e al Romanian Atheneum di Bucarest.
Nel segno della grande Scuola e del prestigiosissimo Premio dedicato al Trio di Trieste anche il quarto concerto, lunedì 16 maggio: di scena saranno gli ultimi vincitori del Premio, il Duo ucraino Lavrynenko – Guliei, nato nel 2014 nelle aule della Hochschule für Musik di Amburgo dalla passione per il repertorio cameristico dei due giovani musicisti. Sin dal primo momento la violoncellista Olena Guliei e il pianista Volodymyr Lavrynenko si sono trovati in perfetto accordo sul modo di esprimersi e di interpretare il repertorio, che spazia dal classico alle opere contemporanee.
A Trieste si esibiranno su musiche di Beethoven, Schubert e Franck. A suggellare il 12° Salotto Cameristico di Trieste lunedì 23 maggio con una grande “prima” sara’ la brillante compagine che si è formata all’apice del “Progetto Uto Ughi”, la Filarmonica del Festival Pianistico internazionale di Brescia e Bergamo in formazione giovanile, diretta da Pier Carlo Orizio, con i solisti SoniaFormenti al flauto e Tatiana Alquati al’arpa. Nata all’apice dell’esperienza triennale del Progetto Giovani di Uto Ughi, l’Orchestra è composta da di giovani musicisti di grande talento con importanti esperienze professionali e a Trieste presenterà un concerto su musiche di Mozart e Čajkovskij.
Promosso come sempre da Chamber Music Trieste per la direzione artistica di Fedra Florit, il Salotto Cameristico 2016 della Chamber è realizzato in collaborazione con l’Assessorato Regionale alla Cultura, e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste, con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività culturali e di Banca Mediolanum, Fondazione Casali, Suono Vivo-Padova, Zoogami, mediapartner Il Piccolo e la Rai che riprenderà tutti i concerti in cartellone.
INFO: Associazione Chamber Music, tel. 040.3480598, sito Internet www.acmtrioditrieste.it Abbonamenti e biglietti presso Ticket Point – Trieste, Corso Italia 6/c – tel. 040 3498276.
Una Cenerentola alla greca. Rossini e la crisi all'opera
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- Pubblicato Sabato, 09 Aprile 2016 18:27
- Scritto da Roberto Calogiuri
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Trieste – Tra fiaba e melodramma, il sesto appuntamento della stagione lirica triestina vede la ripresa di Cenerentola di Gioachino Rossini dopo dieci anni di assenza dalle scene del Teatro Lirico Giuseppe Verdi.
L’aspetto più appariscente di questo allestimento, prodotto dalla Greek National Opera di Atene, è senza dubbio la regia di Rodula Gaitanou. L’idea di fondo è quella di immaginare - in un'atmosfera alla West Side Story - un contesto economico in crisi, un ambiente sociale degradato e in cerca di riscatto, una famiglia scomposta e in preda a egoismi e invidie e, infine, il trionfo della giustizia e della bontà. Perciò Gaitanou decide di ambientare Cenerentola durante la penosa crisi del 1929 e trasportala in un teatro di varietà. Forse perché, come dice anche Alidoro, “Vasto teatro è il mondo”.
Queste le intenzioni, peraltro lodevoli. Specie se ricondotte a quanto la Grecia ha sopportato negli ultimi anni. Quello che è difficile mettere a fuoco è il risultato di una simile scelta. Quanto emerge sul palco è un costante ed esorbitante incalzare di scene, scenette, danze e controscene comiche nelle intenzioni – più o meno spiritose, più o meno salaci – che rimangono estranee al melodramma, non risparmiano nessuno tra gli attori e distraggono l’attenzione per due motivi almeno: prima per l’insensatezza e quindi per il tentativo di dare coerenza a quanto si vede.
I pochi momenti in cui riemerge un Rossini puro e autentico sono quelli in cui l’azione si ferma e la regia tace, come il duetto tra i due bassi buffi. Nel complesso la bilancia del gusto registico piega verso una comicità inopportuna e importuna, laddove, invece, il capolavoro del compositore consiste proprio nell’aver creato un miracoloso equilibrio dinamico tra elemento patetico-sentimentale e buffo-caricaturale.
Il pericolo che corrono in genere le opere comiche di Rossini è quello di incappare in qualunque ridicola bizzarria si possa sognare perché, in fin dei conti, Rossini era un burlone. Eppure di opera “semiseria” si tratta, e concepita in un momento storico anch’esso “semiserio”, in cui l’Europa e l’Italia si trovano in un momento di straordinario rinnovamento politico e civile e stanno per affrontare la Restaurazione. E tuttavia, durante la scena del temporale, si materializza un balletto con le ramazze...
Per il resto, molto gradevoli e ricchi di estro coloristico e narrativo sono le scene e le luci di Simon Corder e i costumi di Alexia Theodoraki. Tutti al loro debutto a Trieste, compreso il maestro George Petrou che, oltre ad accompagnare al fortepiano i cantanti durante i recitativi secchi, guida l’orchestra con il giusto ritmo e senso della misura.
Strana la decisione di tagliare l’aria di Don Magnifico del secondo atto, se si considera che l’interprete, il basso Vincenzo Nizzardo, ha dimostrato buone qualità attorali e vocali, robusto e flessibile più nel registro medio alto che in quello basso.
Il registro basso, in effetti, è stato la bestia nera di quasi tutta la compagnia. Josè Maria Lo Monaco (Angelina) ha iniziato timidamente ma, con registro di mezzosoprano acuto, ha difettato nelle note basse e nella scolpitura degli abbellimenti – soprattutto – nel rondò finale, momento topico dell’opera in cui si aspetta, invano, un torrente di virtuosismi. Lina Johnson (Clorinda) e Irini Karaianni (Tisbe) sono molto belle e simpatiche. Nel complesso il settore femminile non rende giustizia alla vocalità complessa, rigogliosa e acrobatica delle rispettive parti.
Il tenore Leonardo Ferrando (don Ramiro) possiede agilità e acuti, ma questi sono opachi e senza smalto. In basso, si è detto. E poi è colui che, più di tutti, si trova a disagio nella giostra di leziosaggini e spiritosaggini imposta dalla regia.
Altra musica per Alidoro interpretato dal basso Filippo Polinelli, dalla bella voce potente e rotonda, intelligente ed equilibrato nella recitazione “filosofica”. Infine, ma non per importanza, il baritono brillante Fabio Previati è un Dandini vocalmente sempre all’altezza, molto spiritoso, duttile e istrione quanto basta a reggere lo scambio di persona e le moine con le sorellastre con umorismo macchiettistico.
Da non dimenticare il coro maschile istruito dal maestro Fulvio Fogliazza, tra le esibizioni migliori della serata.
[Roberto Calogiuri]
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