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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Vasco Rossi a Lignano Sabbiadoro il 18 giugno per la "data zero" del Tour "Live Kom 2016"

Vasco Rossi a Lignano Sabbiadoro il 18 giugno per la

Udine - Il Tour "Live Kom 2016" di Vasco Rossi si apre il 18 giugno a Lignano Sabbiadoro. Per preparare l'evento l'artista arriverà nella località balneare oltre una settimana prima, mentre l'intera troupe giungerà in Friuli Venezia Giulia ancor prima, per curare il complesso allestimento dello spettacolo che sarà poi di scena nei quattro concerti in programma a Roma.

L'evento è stato presentato a Udine il 29 marzo dal vicepresidente della Regione e assessore al Turismo Sergio Bolzonello.

"Live Kom 2016" è un ciclo di concerti-spettacolo dal vivo del rocker, che sarà nella capitale il 22, 23, 26 e 27 giugno e che vedrà la sua anteprima a Lignano, località da cui mancava da 27 anni.

Dopo il lungo e trionfale "Tour dei records e dei Topless ‘015" che ha toccato Bari, Milano, Bologna, Padova, Messina, Firenze, Torino e Napoli, dove è stato girato il dvd che esce a marzo, il Live Kom 2016 arriva a Roma allo stadio Olimpico, per Vasco ormai "casa", specie dopo l'ultima tripletta del 2014. Con un primato: lo stadio Olimpico sold out per 14 volte, dal 1996 ad oggi.

La prevendita dei biglietti per la data di Lignano Sabbiadoro è già attiva on line sul sito TicketOne.it e tramite Call Center. Alle ore 10 di giovedì 31 marzo la prevendita dei biglietti è possibile anche presso i punti vendita TicketOne.

"In occasione della prova generale - ha detto l'assessore Bolzonello - lo Stadio di Lignano aprirà le porte agli appassionati del Friuli e agli ospiti della nostra stagione turistica per uno spettacolo rock che si annuncia di straordinario interesse e di grande attesa - ha continuato l'assessore - Vasco Rossi è un grande interprete, che ha saputo sempre cogliere in anticipo le pulsioni e le inquietudini della nostra società, componendo per sé e per altri canzoni che costituiscono una colonna sonora indelebile dagli anni Ottanta a oggi".

Sarà la Regione a sostenere l'evento, mentre il Comune di Lignano Sabbiadoro, ha sottolineato il vicesindaco Vico Meroi, metterà a disposizione dell'artista lo stadio comunale Teghil, che sarà ampliato a una capienza di circa 20 mila persone.

Enoarmonie a Corno di Rosazzo, penultimo appuntamento della rassegna

Enoarmonie a Corno di rosazzo, penultimo appuntamento della rassegna

Penultimo appuntamento, domenica 13 marzo con la decima edizione di Enoarmonie, rassegna ideata nel 2006 dall’associazione Sergio Gaggia, per un evento tutto declinato al femminile, sulla scia dell’appena trascorsa Giornata della Donna.

Per l’unica matinée della rassegna (il concerto, infatti, si terrà eccezionalmente alle 11), tutti gli elementi del format friulano saranno al massimo livello, a partire dalla sede ospitante, la splendida Abbazia di Rosazzo, per continuare con gli ospiti, ossia la pianista georgiana di fama internazionale Nino Gvetadze (che proporrà le musiche – walzer, scherzi e l'integrale dei Preludi - di Fréderic Chopin) e la brillante enorelatrice Valentina Lo Surdo (Radio 3 Rai) cui spetterà il compito di guidare il pubblico in un’esperienza creativa tra la musica e i sapori di un’eccellenza made in Friuli come i vini dell’Azienda Livio Felluga, rappresentata per l’occasione da un’altra notevole donna, la figlia Elda. Per info: www.sergiogaggia.com

 

 

Luisa Miller al Verdi di Trieste. Pubblico tiepido per un successo a metà

Luisa Miller al Verdi di Trieste. Un successo a metà

Trieste – Pubblico tiepidino per la prima di Luisa Miller, quinto appuntamento della stagione lirica triestina. Un po’ perché quest’opera gode più del favore della critica che di quello delle platee. Un po’ perché il cast non ha saputo mettere in moto la macchina del pathos, rimanendo distante dal fermento passionale,  e distaccato dallo scavo psicologico che Giuseppe Verdi intese delineare con grande sensibilità in questa sua "conversione" dal grandioso all'intimista.

Il tutto e accaduto nonostante il direttore Myron  Michailidis, da Creta, si sia adoperato per scaldare l’atmosfera con professionalità e passione, e abbia saputo dare unità e coesione a una partitura in certi momenti frammentaria, imprimendo la giusta propulsione all’esplosione tragica del finale. (Che Michailidis sappia destreggiarsi tra eros e thanatos è provato dalla sua ottima direzione di Carmen a Taormina).

Un’opera, quindi, non facile: chi dice che è un segmento di transizione verso la maturità verdiana tra Macbeth e la Trilogia popolare. Chi la degrada a repertorio di banali ovvietà articolate sull’unica  autentica ispirazione di “Quando le sere al placido”. Chi, invece, la considera uno tra i sei punti che disegnano la psicologia femminile che approda al dolore o alla morte attraverso la trasgressione sessuale.

Nemmeno i pettegolezzi sono stati risparmiati, da parte di chi ha visto in Luisa Miller l’eco della passione inquieta e contrastata che Verdi nutriva per la Strepponi. Ma non si può tralasciare l’ipotesi che Verdi, appassionato adoratore di Alessandro Manzoni e detrattore della drammaturgia italiana, sia stato trasportato verso il dramma schilleriano "Kabale und Liebe" dalla lettura dei Promessi Sposi. Né abbia resistito alla suggestione dei temi dell'opera manzoniana degli umili contro i potenti, dei giovani contro gli adulti, della giustizia contro l’ingiustizia, del matrimonio osteggiato, delle trame del signore del delitto, dell’intimità della giovane donna.

In questa cornice, il cast femminile è stato nettamente superiore alla controparte maschile.

Saioa Hernandez (già apprezzata nel ruolo di Norma e definita da Monserrat Caballé “la diva del nostro secolo”) è una Luisa convincente dal punto di vista vocale. La voce è corposa, il timbro pastoso dal colore mezzosopranile, l’emissione potente ed estesa anche se non freschissima e duttilissima. La recitazione non sempre è versatile come richiederebbe la ripida climax che attraversa i tre atti e proietta Luisa dall’innocenza ingenua, all’intensità, alla tragicità.

Olesya Petrova, mezzosoprano di San Pietroburgo, è una Federica ben caratterizzata, dalla voce calda e omogenea, dalla recitazione intelligente e controllata. Emissione corretta, musicalità e senso del palcoscenico ne fanno una prima donna di tutto rispetto. Anche Yumeji Matsufuji nel ruolo di Laura ha eseguito la parte più che decorosamente.

Tra gli uomini, la rivelazione è In-Sung Sim nella parte del perfido Wurm. Pur entro uno spazio vocale limitato, il basso sud coreano non tradisce le attese che vogliono i suoi connazionali particolarmente versati in questo registro. Voce morbida, calda e presente in tutti registri. Buona e disinvolta la recitazione, solida la tecnica e sciolta la dizione, tanto nel canto che nel declamato.

Per quanto riguarda il resto del cast, vale quanto detto prima: il basso Andrea Comelli è un Conte di Walter rigido e contratto sia nell’espressione corporea che vocale. Il baritono Filippo Polinelli (chiamato a sostituire Ilya Silchukov) tratteggia un Miller monolitico e senza sfumature, con un’emissione corretta ma non dotata nei registri estremi. Viene a mancare, quindi, l'approfondimento drammatico e la caratterizzazione psicologica relativa alle figure paterne.

Il tenore argentino Gustavo Porta è un Rodolfo - il figlio del Conte di Walter -  dalla voce generosa di lirico spinto, un po’ affaticata e opaca e con qualche difficoltà nel passaggio di registro e nel portamento degli acuti che risultano forzati, incolore e piccoli quanto più salgono, talora a detrimento dell'intonazione. L'impressione è quella di una voce consumata (in entrambe i sensi) e, forse, in declino. Tuttavia, l'esperienza gli ha consentito di produrre una gradevole interpretazione di “Quando le sere al placido”, forse l’unico momento in cui Porta ha espresso appieno il carattere fragile e malinconico di Rodolfo. Ma il pubblico non si è commosso. Decoroso il contadino di Motoharu Takei.

Denis Krief ha curato regia, scene, costumi e luci per l’edizione elegante allestita dal Regio di Parma in coproduzione con il Regio di Torino. Di grande effetto il riflettore rosso che tinge di sangue le mani di Wurm e del Conte di Walter.

Buona, sia dal punto di vista vocale che interpretativo, la prova del coro preparato dal M° Fulvio Fogliazza.

Teatro non esaurito. Evidentemente, non abbastanza apprezzata la virata verdiana verso l'indagine interiore iniziata nel Macbeth. Sono mancati gli applausi nei momenti topici sebbene, tra questi, non sia riuscito male il quartetto a cappella del secondo atto (Walter, Wurm, Luisa, Francesca). Luisa Miller mancava sul palcoscenico triestino dal 1990.

[Roberto Calogiuri]

(In apertura: foto di scena gentilmente concessa dalla Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste)

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