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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Carlos Santana a Cividale del Friuli a luglio. Biglietti in vendita dal 26 febbraio

Carlos Santana a Cividale del Friuli a luglio. Biglietti in vendita dal 26 febbraio

Udine - Carlos Santana torna in Italia nel 2016: sono stati annunciati lunedì 22 febbraio i nuovi concerti dell’artista nel nostro Paese previsti nel periodo estivo.

Il Luminosity Tour 2016 farà tappa in Italia per quattro appuntamenti in quattro location del nord e del centro della penisola.

Il 13 luglio, Carlos Santana sarà a Cividale del Friuli, il 19 luglio alla Cavea dell’Auditorium di Roma, il 20 all’Arena della Regina di Cattolica e il 21 all’Assago Summer Arena nel contesto della nuova rassegna Street Music Art.

I biglietti sono in vendita dal 26 febbraio. Per ogni biglietto venduto 1 euro verrà devoluto alla Fondazione Milagro, l'organizzazione benefica fondata da Carlos Santana e la sua famiglia nel 1998, per sostenere i bambini orfani.

Vincitore di dieci Grammy Awards, Santana è riconosciuto tra i chitarristi migliori di tutti i tempi ed è attualmente in fase di conclusione il suo nuovo progetto discografico atteso nei negozi il prossimo 15 aprile: Santana IV, il nuovo album che riunisce l'acclamata line-up dei primi anni Settanta, Carlos Santana (chitarra e voce), Gregg Rolie (tastiere e voce principale), Neal Schon (chitarra e voce), Michael Carabello (percussioni) e Michael Shrieve (batteria).

Santana IV comprenderà 16 brani nuovi scritti e prodotti dalla band, con la stessa ineguagliabile energia e lo stesso straordinario talento che hanno resto Santana una forza innovativa nel mondo della musica e uno dei nomi più noti in tutto il mondo.

Il tour di Ezio Bosso fa tappa a Trieste

Il tour di Ezio Bosso fa tappa a Trieste

Trieste - Dopo aver commosso e incantato il pubblico italiano e internazionale con la sua partecipazione che lo ha incoronato di fatto come vincitore morale dell’ultima edizione del Festival di Sanremo, il pianista e compositore Ezio Bosso annuncia a grandissima richiesta nuovi concerti nei più importanti teatri d’Italia parte del “The 12th Room Tour”.

Prolifico, innovativo e raffinato, l’artista salirà sul palco del Politeama Rossetti di Trieste domenica 24 aprile per un imperdibile ed emozionante concerto. I biglietti per l’evento, co-organizzato da Zenit srl e Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il Comune di Trieste e la Regione FVG, inserito nel pacchetto Music&Live dell’Agenzia TurismoFVG, saranno in vendita a partire dalle ore 16 di domani, martedì 16 febbraio, sui circuiti Ticketone e VivaTicket, nei punti vendita autorizzati e alle biglietterie del teatro, a partire dalle 10.00 di martedì 16.00. Tutte le informazioni e i punti vendita su www.azalea.it .

Ezio Bosso presenterà sul palco il suo primo disco solista al pianoforte: "The 12th Room", uscito nell’autunno 2015 e attualmente primo in classifica su iTunes, un doppio album in cui due storie si fondono in una. I brani, dalla forte carica empatica, rappresentano un percorso meta-narrativo dello stesso Bosso. Sono storie di stanze, che rivelano da dove egli proviene, dove si trovano le radici della musica che scrive.

Rivelano i due musicisti che convivono in lui: Il compositore e l'interprete. “Questi brani, come sempre nelle mie scelte, rappresentano un piccolo percorso meta-narrativo – racconta Ezio Bosso - C’è una teoria antica che dice che la vita sia composta da dodici stanze, nessuno può ricordare la prima stanza perché quando nasciamo non vediamo, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo. E quindi si può tornare alla prima. E ricominciare”.

 

 

Norma in stile Luigi XVI con Marina Rebeka a Trieste. Ed è successo

Norma in stile Luigi XVI con Marina Rebeka a Trieste. Ed è successo

Trieste - Caloroso apprezzamento per la prima di Norma di Vincenzo Bellini ieri sera al Verdi di Trieste, riproposta dopo sei anni di assenza.

Spettacolo pienamente riuscito - per l’opera simbolo del bel canto italiano, molto stimata da Verdi e da Wagner - in cui il vero collante sono stati la sapiente direzione di Fabrizio Maria Carminati e la regia di Federico Tiezzi (ripresa da Oscar Cecchi) per le scene di Pier Paolo Bisleri che si è ispirato al pittore Mario Schifano.

Carminati, vicino alla tradizione ottocentesca, allarga leggermente i tempi concedendo respiro drammatico alla melodia e conferendo evidenza plastica all’orchestra e alle tinte elegiache quanto a quelle eroiche, senza togliere incisività alla strumentazione e con la giusta corrispondenza con le voci in palcoscenico.

La fluidità equilibrata della direzione e la sua attenta sottolineatura di atmosfere e passioni contrastanti si sono conciliate intelligentemente con la regia e le scene, con la distribuzione delle masse, i movimenti dei cantanti, i colori del rosso e del blu e la distribuzione delle luci.

Perfettamente armonizzati i bellissimi costumi dovuti alla fantasia di Giovanna Buzzi, artista di talento formatasi con Ronconi e Pizzi ma anche figlia d’arte (per la precisione di Gae Aulenti). L'uniforme di Pollione suggerisce la presenza dei romani come esercito di occupazione. Viceversa, le treccine afro conferiscono ai galli un tocco di civettuolo esotismo.

Da ricordare che questo fortunato allestimento ha una genesi e una storia particolare: debuttò al Petruzzelli di Bari nel ’91 e fu l’ultima opera prima dell’incendio del teatro che distrusse ogni cosa. Fu Bisleri - per l'edizione di Bologna del 2008 - a ricostruire le scene che possiamo vedere oggi, grazie ai bozzetti di Schifano (scomparso nel ’98) con il quale collaborò per merito dei buoni uffici del regista Federico Tiezzi. Quest’ultimo aggiunge alla lettura dell’opera, tra le suggestioni scespiriane e leopardiane, anche l’idea del conflitto tra Natura (Norma) e Storia (Pollione) che porta fatalmente alla dissoluzione finale.

Nella elegante geometria neoclassica delle scene, i cantanti godono di  una distribuzione quasi naturale nelle cornici e negli spazi scanditi da quadrilateri che forniscono un sostegno significativo alla recitazione. Originale, a esempio, la scena in cui Norma e Adalgisa all’inizio del II atto, invece di giustapporsi fieramente, discutono di cose di donne confidenzialmente, simmetricamente sedute a un tavolo Luigi XVI con i bimbi che giocano lì vicino. Oppure la piramide di guerrieri nel coro “Guerra, guerra” che ricorda alcuni noti gruppi statuari della classicità.

Protagonista della serata – e non solo perché nel ruolo del titolo - è stata la soprano lettone Marina Rebeka per la prima volta sulla scena triestina e per la prima volta nei panni di Norma. Dopo aver confessato in un’intervista di sentirsi intimidita dall’esordio nella parte che fu della Callas, si è misurata in “Casta diva” con grande concentrazione e raccoglimento, quasi con soggezione. Il che non le ha impedito, forte anche di una rilevante presenza scenica e di una naturale bellezza, di sfoderare volume e sicurezza acquisite nella specializzazione rossiniana: forza, messa di voce, colorature sgranate con disinvoltura e legati eseguiti con sicurezza. Molto apprezzata nella tensione attorale e drammatica del secondo faticosissimo atto in cui Norma deve passare tra lamentazione, tensione amorosa, collera, malinconia e rassegnato dolore.

Tuttavia, in taluni acuti,  la voce sfugge a un pieno controllo del sostegno e, di conseguenza, alcune note alte risultano talora gridate.

Nel ruolo di Pollione il tenore Sergio Escobar, cantante dalla voce intensa, grande e generosa, dal timbro pastoso e brunito che ben si intona col carattere del guerriero romano. Nonostante la rotondità timbrica, il registro acuto è qualche volta troppo spinto e ingolato, mentre la morbidezza e la mezza voce sono risolte con una sorta di declamato alla maniera verista, come se Escobar avesse difficoltà a imbrigliare tutto quel volume e a distribuire i fiati. La potenza a scapito dell’interpretazione.

Anna Goryachova, mezzosoprano da San Pietroburgo nel ruolo di Adalgisa, è nota in Italia – come Rebeka – grazie al Rossini Opera Festival e prossimamente sarà Adalgisa a Napoli. Unisce una voce morbida ed estesa a una buona presenza scenica e, anch’ella, a indiscutibile bellezza. La coloratura è rapida e fluida ma difetta di energia. Il timbro risulta nel complesso sfocato, poco chiaroscurato, complice una dizione non scandita.

A completare il cast la buona interpretazione di Oroveso del basso Andrea Comelli, già apprezzato del ruolo del Commendatore in “Don Giovanni”, che disegna un  anziano sacerdote vacillante e ieratico.Buona e più che decorosa anche la prova del tenore giapponese Motoharu Takei (Flavio) la cui esibizione dà avvio alla collaborazione tra il Teatro Verdi e la fondazione musicale Sawakami Opera di Tokyo a vantaggio dei giovani artisti nipponici.

Indisposta all’ultimo momentoHanna Yevtiekhova (Clotilde) che è stata sostituita con sufficiente presenza da Namiko Kishi.

Buona, tutto sommato, la prova del coro diretto dal M° Fulvio Fogliazza. Da abbuonare la sbavatura in un attacco per il bel colore vocale e l’efficacia drammatica negli insiemi.

Date dei prossimi spettacoli e interpreti a questo collegamento.

(In apertura una scena del secondo atto. Sotto: la soprano Marina Rebeka. Per gentile concessione della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste)

[Roberto Calogiuri]


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