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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Nel segno del pacifismo un cineforum sulla Prima guerra mondiale

Nel segno del pacifismo un cineforum sulla Prima guerra mondiale

TRIESTE - Continuano le celebrazioni cinematografiche dell'anniversario della Prima guerra mondiale a cura del Cineforuma dell'Associazione culturale “Tina Modotti”.  

Il 22 Gennaio, alle ore 20.30, in Via Ponziana, 14 (1° piano) a Trieste, sarà proiettato il film di Francesco Rosi, “Uomini contro” (1970, 97’).

Storie di vita di trincea, il film – liberamente ispirato al libro di Emilio Lussu “Un anno sull’altipiano”- è uno spaccato della Prima guerra mondiale nel territorio dell’altopiano di Asiago. Diversi i punti di vista: quello del generale, del sottotenente, del maggiore e dei soldati che devono eseguire gli ordini, spesso estremamente duri e ingiusti. La decimazione, in particolare, si rivela una pratica spaventosa, applicata soprattutto nell’esercito italiano. Forte il linguaggio e aspra la critica contro tutte le guerre. Con Alain Cuny e Gian Maria Volonté
 
Il ciclo “La Prima guerra mondiale” proseguirà, in data da definirsi, con:

Lewis Milestone, “All’ovest niente di nuovo” (1930, 128’)
Mario Monicelli, “La grande guerra” (1959, 130’)
Joseph Losey, “Per il re e per la patria” (1964, 83’)

 
Per il terzo incontro con il ciclo "Le utopie tra '800 e '900", il  29 gennaio, alle ore 20.30 sarà proiettato “La Cecilia. Una comune anarchica in Brasile nel 1890” (1975, 123’) di Jean-Louis Comolli.
 
Alla fine del XIX secolo, degli anarchici italiani emigrano nel sud del Brasile per fondarvi una comunità senza capi né gerarchie. Mentre la 'comune' incontra subito alcuni ostacoli, uno dei fondatori, l’anarchico pisano Rossi, parte per l'Italia, dove il suo esperimento è stato criticato, per un giro di conferenze. Caduto l'Imperatore, il nuovo governo revoca la concessione di territorio di Cecilia, per cui alcuni membri della ‘comune’ sono costretti a lavorare nelle cave di pietra dello Stato. Rossi torna dall'Italia e subito nascono nuovi problemi, creati soprattutto dall'attaccamento dei contadini alla famiglia e alla proprietà: non volendo rinunciarvi, alcuni di loro, una mattina, abbandonano Cecilia. E’ un film raro e commovente, sulla forza generosa delle idee e sulla difficoltà delle realizzazioni. Con Maria Carta e Vittorio Mezzogiorno
 
Per informazioni: sms al n° 334 7037783 o e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

The special need: la nuova scommessa cinematografica di Tucker Film

The special need: la nuova scommessa cinematografica di Tucker Film Dopo Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto e TIR di Alberto Fasulo, la Tucker Film scommette sull’opera prima del regista udinese Carlo Zoratti: un insolito e divertente road movie, The Special Need, che esplora con allegria e leggerezza il binomio sesso-disabilità. Una leggerezza densa, a tratti poetica, dentro cui ognuno può riconoscere gli entusiasmi, i dubbi e le fragilità della vita quotidiana… Archiviati gli applausi al Festival di Locarno e la vittoria al Dok Leipzig («Era da tanto tempo che un documentario non raccontava la tragedia e la commedia della vita con tutta questa empatia» si legge nelle motivazioni della giuria), The Special Need verrà presentato in concorso (sezione Documentari) sabato 18 gennaio al 25° Trieste Film Festival. E sarà la Tucker Film, appunto, a distribuirlo nelle migliori sale italiane dal prossimo 2 aprile, in occasione della Giornata Mondiale dell’Autismo. Enea ha trent’anni, un lavoro e un problema. Anzi: più che un problema, una necessità. Una necessità speciale: fare (finalmente) l’amore. Enea ha anche due amici, Carlo e Alex, decisi ad aiutarlo. A prenderlo sottobraccio con sorridente dolcezza. Se non è facile realizzare i propri sogni, non è certo facile realizzare quelli degli altri. E il sogno di Enea, impigliato nella rete dell’autismo, richiede una manutenzione delicatissima. Basteranno un piccolo viaggio in furgone e una grande complicità tutta maschile per creare le giuste condizioni? «Io ed Enea – racconta Zoratti – ci conosciamo da quando abbiamo quindici anni. Abbiamo deciso di fare questo documentario quattro anni fa, in piedi davanti alla fermata dell’autobus 11 a Udine. Quel giorno gli ho chiesto se aveva la ragazza: io ne avevo conosciute molte, perché lui no? Nel 2012, quando sono iniziate le riprese, non sapevamo dove sarebbe arrivata la nostra storia, quale sarebbe stata la strada. Ogni giorno Enea cambiava traiettoria e io dovevo seguirlo, accettando che fosse lui a guidarmi…». «Per noi – aggiunge la produttrice Erica Barbiani – che abbiamo avuto la fortuna e, in qualche modo, l’incoscienza di viverlo dall’interno, The Special Need non è solo un documentario: è un progetto fuori dagli schemi dove le consuete dinamiche operative hanno lasciato spazio a una dimensione condivisa. Un perimetro dove i singoli ruoli “del set” sono sfumati l’uno dentro l’altro, disegnando una straordinaria mappa di legami affettivi: con Enea, ovviamente, e con tutti gli altri compagni di avventura». The Special Need, ricordiamo, è prodotto da Videomante e Detailfilm, in coproduzione con ZDF e con il sostegno del Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia e di Rai 3.

Cinemazero e La Cineteca del Friuli premiati dall’americana National Society of Film Critics

Cinemazero e La Cineteca del Friuli premiati dall’americana National Society

Pordenone - Il ritrovamento a Pordenone e il successivo restauro di Too Much Johnson, film muto di Orson Welles per oltre quarant’anni considerato perduto nell’incendio del 1970 della casa madrilena del regista, è uno degli eventi più importanti del 2013 per quel che concerne il recupero, la salvaguardia e la diffusione del patrimonio cinematografico del passato, in particolare di quello americano.

È questo il senso del riconoscimento attribuito nella 48a edizione degli annuali premi della National Society of Film Critics, che riunisce molti dei maggiori critici cinematografici americani, a Cinemazero, responsabile del ritrovamento, e alla Cineteca del Friuli - insieme alla George Eastman House e alla National Film Preservation Foundation - per il restauro del film.

Girato da Welles a 23 anni, nel 1938, come prologo all’omonima pièce teatrale che il regista stava per mettere in scena al Mercury Theatre di New York, e rimasto incompiuto, Too Much Johnson è stato proiettato in prima mondiale il 9 ottobre scorso a Pordenone, alle “Giornate del Cinema Muto”, quindi oltreoceano a Rochester e più recentemente a New York.

Come la notizia del ritrovamento, apparsa all’inizio di agosto sul New York Times, aveva immediatamente catalizzato l’attenzione dei media di tutto il mondo, alle proiezioni sono seguite numerose recensioni di critici illustri sulla stampa nazionale e internazionale. Fra le ultime uscite si segnala un lungo articolo sul numero di dicembre della rivista francese Positif, firmato dallo storico del cinema Jean-Pierre Berthomé, che dopo aver visto il film alle Giornate del Cinema Muto lo ha definito “un anello essenziale nella filmografia di Welles”.

 

 

 

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