Per la Giornata Mondiale dell’Autismo: “The Special Need” dell’udinese Zoratti nelle sale di tutta Italia.
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- Pubblicato Domenica, 09 Febbraio 2014 13:28
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Udine – Un piccolo documentario The Special Need, dell’esordiente regista friulano Zoratti, che ha già vinto due festival a Trieste e Lipsia, approderà nei migliori cinema il 2 aprile, dopo l’anteprima del1 aprile trasmessa in diretta satellitare che unisce le firme operative di Visionaria e della friulana Tucker.
Dall’Anteo spazio Cinema di Milano, grazie alla collaborazione con Open Sky Cinema, verrà infatti trasmesso alle 20.30 in 70 sale in tutta Italia un incontro con il protagonista, il regista, un giornalista e un esperto nell’ambito dell’autismo.
Il 2 aprile si celebra la Giornata Mondiale dell’Autismo e il documentario di Zoratti, attraverso l’autismo di Enea, esplora un territorio che molti considerano tabù: il binomio sesso-disabilità.
Enea ha trent’anni, un lavoro e un problema. Anzi: più che un problema, una necessità. Una necessità speciale: fare, finalmente, l’amore. Enea ha anche due amici, Carlo e Alex, decisi ad aiutarlo. A prenderlo sottobraccio con allegra dolcezza. Se non è facile realizzare i propri desideri, non è certamente facile realizzare quelli degli altri. E il desiderio di Enea, intrappolato nella rete di una patologia che non fa sconti, richiede una manutenzione delicatissima. Basteranno un piccolo viaggio e una grande complicità, tutta maschile, per creare le giuste condizioni? Documentario on the road, ma prima ancora potente indagine sentimentale, The Special Need racconta la normalità della diversità senza mai salire in cattedra e senza mai perdere di vista la leggerezza della narrazione. Una leggerezza densa, a tratti poetica, dentro cui ognuno può riconoscere gli entusiasmi, i dubbi e le fragilità della vita quotidiana.
Specchiarsi dentro l’umanità di Enea, tuttavia, non significa ovviamente “capire” Enea. E non significa neppure poter immaginare la sua storia, il suo percorso buio e complicato. Carlo Zoratti ha deciso di non trasformare The Special Needin un’opera didattica e didascalica, ha scelto di puntare lo zoom sull’Enea adulto, tagliando fuori il resto: biografia, episodi-chiave, traiettorie mediche. Ecco perché, al netto del tema tabù, il film è inevitabilmente destinato a suscitare discussioni, più o meno pacate, più o meno ragionevoli. Ecco perché l’immagine di Enea, sebbene dolorosamente autentica, rischia di confondere gli sguardi “esterni”: per 84 minuti ci si confronta con un giovane uomo spiritoso e vivace, senz’altro lontano dall’iconografia cui ci hanno abituato il cinema e la letteratura.
«L’Enea del film – spiega Carla, la terapista che si occupa di lui da quando era un cucciolo di 16 mesi – è l’Enea pazientemente forgiato dal mio lavoro e da quello dei suoi splendidi genitori. Un processo lunghissimo, un processo che non avrà mai fine, anche se i risultati non smettono mai di sorprenderci. 84 minuti non bastano per condensare la sua storia, la sua favola, e giustamente non vogliono neanche farlo: The Special Need è altro, è un verissimo diario sentimentale dove trova spazio il meglio di Enea. I suoi momenti più performanti, le sue reazioni emotive e logiche più brillanti. Se solo il pubblico potesse sapere quant’è difficile insegnargli a soffiarsi il naso o quanto è stato difficile, da bambino, aiutarlo ad aprirsi…».
Una dolce favola moderna, dunque. Magari senza principi e principesse, ma sicuramente con due regine: Carla, appunto, e Bruna, la mamma di Enea. Una donna friulana rocciosa e pragmatica, disinteressata agli applausi e ai complimenti. Una madre che rivendica il proprio ruolo di madre “normale” alle prese con un figlio “speciale”, una madre che si sofferma sulle ordinarie incazzature domestiche e affida a una singola frase il senso di una vita che di ordinario ha davvero poco: «Io, Enea, l’ho fatto, sì, ma Carla me l’ha rifatto!». Una dozzina di parole può restituire tre decenni di lotte, di paure, di speranze, di cadute e di risalite? Può. Può eccome. Perché quelle parole racchiudono, in una sintesi poderosa e definitiva, l’intera parabola di Enea: il signor Enea Gabino di The Special Need e l’Enea adolescente che si è misurato con i primi soprassalti ormonali («Pulsioni fobico-ossessive, lontane dall’accettabilità sociale»), il signor Enea Gabino che ogni giorno va al lavoro e l’Enea disarmato, ingenuo, che subisce raggiri da persone prive di anima.
Questo documentario come abbiamo detto susciterà discussioni, ma l’ottica giusta per guardarlo è un rispettoso silenzio.
Charlot compie cent’anni. La Cineteca del Friuli propone 4 comiche restaurate
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- Pubblicato Mercoledì, 05 Febbraio 2014 17:11
- Scritto da Serenella Dorigo
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Gemona(Ud) - Nel 2014 scoccano i cento anni dell’immortale personaggio di Charlot (“the Tramp” per gli anglofoni), icona cinematografica universale nata dalla fantasia di Charlie Chaplin, che gli ha dato volto e corpo in infinite storie, tanto da essere quasi identificato con lui.
La Cineteca del Friuli, presenta al Cinema Sociale di Gemona una selezione di quattro comiche restaurate dalla Cineteca di Bologna nelle serate di venerdì 7 febbraio alle ore 17.30, sabato 8 alle ore 16 e domenica 9 alle ore 15.30, a cento anni esatti dalla prima apparizione sullo schermo del Vagabondo avvenuta il 7 febbraio 1914.
Il programma, della durata complessiva di 90 minuti, comprende proprio il titolo d’esordio del personaggio, Gara di auto per bambini a Venice, (Kid Auto Races at Venice) di Henry Lehrman. In questo film improvvisato, girato a Venice con la Keystone di Mack Sennett nel gennaio 1914 durante una gara annuale di autoper bambini, si possono osservare le prime reazioni del pubblico – gli spettatori della gara – alle invenzioni comiche di Charlot. Il Vagabondo entra continuamente in campo disturbando la troupe intenta a riprendere la manifestazione e proprio da qui scaturisce la comicità. In verità, sulle prime gli spettatori appaiono sconcertati da quell’omino invadente e buffo con bombetta e bastone, i pantaloni troppo larghi (in futuro lo diventeranno ancora di più), le scarpe enormi e la giacca stretta, ma la loro perplessità si trasforma presto in autentico divertimento. Kid Auto Races at Venice segue di cinque giorni il primo film in assoluto con Charlie Chaplin, Per guadagnarsi la vita (Making a Living), uscito il 2 febbraio 1914, dove però Chaplin non appare ancora nelle vesti di Charlot.
Le altre comiche che si vedranno al Cinema Sociale, Charlot pompiere (The Fireman), Charlotmacchinista(Behind the Screen) e L'emigrante (The Immigrant), tutte firmate da Chaplin, furono realizzate per la Mutual Film Corporation fra il 1916 e il 1917, quando Chaplin era già una star. Accanto a lui una delle sue partner storiche, Edna Purviance. Nei film Mutual, dodici in tutto, Chaplin raffina le gag, perfeziona la tecnica, esplora ulteriormente la propria destrezza fisica e la capacità di improvvisazione approdando a quella maturità artistica da cui scaturiranno i futuri capolavori. Si delinea inoltre sempre più marcatamente il ruolo dell’antagonista e del cattivo per eccellenza incarnato dall’imponente Eric Campbell, che maltratta il piccolo e fragile vagabondo ma finisce sempre per soccombere alla sua astuzia. Non manca una prima perlustrazione del genere drammatico, come in The Immigrant, che vede Charlot arrivare via nave negli Stati Uniti in cerca di fortuna.Ambientato in una vera caserma di vigili del fuoco, The Fireman, con un Charlot pompiere perfetto mix di inettitudine e di eroismo, ha acquisito anche un valore di testimonianza storica sui mezzi antincendio dell’epoca. Allo stesso modo, offre uno spaccato degli studi cinematografici di allora la deliziosa commedia slapstick Charlot macchinista, con Charlot/David nei panni di un indaffaratissimo quanto devastante assistente del gigantesco attrezzista Goliah.
Fra le celebrazioni che si susseguiranno in tutto il mondo è previsto a Pordenone, a ottobre, un ampio omaggio delle Giornate del Cinema Muto dirette da David Robinson, che di Chaplin è il biografo ufficiale.
“I segreti di Osage County”: film da non perdere.
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- Pubblicato Lunedì, 03 Febbraio 2014 17:51
- Scritto da Cristina Degrassi
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Trieste – Uscito da poco nelle sale cinematografiche italiane “I segreti di Osage County”, non sta passando inosservato.
Oklahoma è una di quelle piccole contee americane sperdute in paesaggi sconfinati e suggestivi. La famiglia Weston abita la classica casa americana in cui si svolge tutto il film. Per la regia di John Wells e tratto da un dramma teatrale di Tracy Letts peraltro premiato con il Pulitzer, “I segreti di Osage County” è un affresco familiare intenso, coinvolgente e drammatico.
La trama è centrata sui legami familiari tra Violet (Maryl Streep) il marito Beverly (Sam Sheppard) le loro tre figlie (Julia Roberts, Juliette Lewis, Julianne Nicholsoon) ed i rispettivi compagni.
Il loro ritrovarsi nella casa di famiglia viene determinato da un evento improvviso quanto inaspettato al quale partecipano anche la sorella di Violet con il marito ed il figlio.
Violet e la sua primogenita Barbara (Streep e Roberts) hanno un rapporto difficile, il legame è di quelli “intestini”, che pur contenendo in se l'affetto profondo, non sfocia mai nel raccontare il bene ma piuttosto nel tentativo di predominanza l'una sull'altra. La tensione è acuta anche con le altre due figlie e tra le figlie ed i loro compagni. Il clou del film è una cena familiare a cui tutti partecipano, che riesce a raccontare ognuno dei protagonisti. Violet è una donna malata di cancro che, anche, ma non solo per questo abusa di farmaci, una donna che ha vissuto un infanzia difficile e che ha un istinto acuto, quasi animalesco, ed a tratti feroce nell'analizzare didascalicamente la vita fallimentare di ognuna delle sue figlie. Tra Violet e Barbara nasce un alterco furioso che sfocia in una vera e propria lotta fisica.
E' chiara nel film l'origine teatrale che regala uno spessore ed un sapore diverso dal panorama odierno e comune di film in cui gli effetti speciali di ogni genere sono l’apice di ogni storia.
Diversi i momenti inaspettati e particolari di questo bellissimo film senz'altro da vedere. Candidate entrambe all'oscar Streep e Roberts regalano emozioni vere e forti che meritano un'uscita al cinema.
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