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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Carlo Zoratti, regista di The special need, premiato al Festival internazionale ZagrebDox

Carlo Zoratti, regista di The special need, premiato al Festival internazionale ZagrebDox Dopo le due vittorie di Lipsia e Trieste, un altro riconoscimento va ad arricchire il medagliere di The Special Need: il regista Carlo Zoratti è stato infatti premiato al Festival internazionale ZagrebDox come miglior regista under 35. Ottimi risultati, per un giovane beginner, ma ottimi risultati anche per un’opera destinata a innescare dibattiti (più o meno pacati, più o meno ragionevoli) e a restare lungamente impressa dentro la memoria degli spettatori… Se l’uscita ufficiale nei migliori cinema è programmata per il 2 aprile, sotto il segno distributivo della Tucker Film, il prossimo appuntamento con The Special Need è fissato ventiquattr’ore prima: dall’Anteo spazioCinema di Milano, il 1° aprile, il film e il successivo dibattito verranno trasmessi in diretta satellitare in 70 sale italiane. Un evento esclusivo che unisce le firme di Visionaria, Open Sky Cinema e della stessa Tucker. Il 2 aprile non è una data qualunque, così come il film non è un film qualunque: merito di Carlo Zoratti e della sua crew di sognatori, certo, ma senza Enea Gabino, il protagonista, The Special Need non sarebbe quello che è. Il 2 aprile si celebra la Giornata Mondiale dell’Autismo e il documentario di Zoratti, attraverso l’autismo di Enea, esplora un territorio che molti (troppi?) considerano tabù: il binomio sesso-disabilità. Enea ha trent’anni, un lavoro e un problema. Anzi: più che un problema, una necessità. Una necessità speciale: fare (finalmente) l’amore. Enea ha anche due amici, Carlo e Alex, decisi ad aiutarlo. A prenderlo sottobraccio con allegra dolcezza. Se non è facile realizzare i propri desideri, non è certamente facile realizzare quelli degli altri. E il desiderio di Enea, intrappolato nella rete di una patologia che non fa sconti, richiede una manutenzione delicatissima. Basteranno un piccolo viaggio e una grande complicità (tutta maschile) per creare le giuste condizioni? Divertente documentario on the road, ma prima ancora potente indagine sentimentale, The Special Need racconta la normalità della diversità senza mai salire in cattedra e senza mai perdere di vista la leggerezza della narrazione. Una leggerezza densa, a tratti poetica, dentro cui ognuno può riconoscere gli entusiasmi, i dubbi e le fragilità della vita quotidiana. «L’Enea del film – spiega Carla, la terapista che si occupa di lui da quando era un cucciolo di 16 mesi – è l’Enea pazientemente forgiato dal mio lavoro e da quello dei suoi splendidi genitori. Un processo lunghissimo, un processo che non avrà mai fine, anche se i risultati non smettono mai di sorprenderci. 84 minuti non bastano per condensare la sua storia, la sua favola, e giustamente non vogliono neanche farlo: The Special Need è altro, è un verissimo diario sentimentale dove trova spazio il meglio di Enea. I suoi momenti più performanti, le sue reazioni emotive e logiche più brillanti. Se solo il pubblico potesse sapere quant’è difficile insegnargli a soffiarsi il naso o quanto è stato difficile, da bambino, aiutarlo ad aprirsi…».

“Jeanne D’Arc in Duom” del regista pordenonese Pasqualino Suppa in onda su Rai Tre.

“Jeanne D’Arc in Duom” del regista pordenonese Pasqualino Suppa  in onda su Rai Tre.

Pordenone - Domenica 2 marzo alle 10.15  sulla terza rete a diffusione regionale, dopo il magazine Alpe Adria, andrà in onda  Jeanne D’Arc in Duomo, realizzato dal regista pordenonese Pasqualino Suppa.

Il filmato documenta la presentazione, il 10 ottobre 2012 nel Duomo San Marco di Pordenone per le Giornate del Cinema Muto, del capolavoro di Carl Theodor Dreyer La Passione di Giovanna D'Arco (1928) con la partitura composta per l’occasione dal maestro franco-malgascio Touve R. Ratovondrahety ed eseguita dall'Orchestra e Coro San Marco di Pordenone.

Scopo dichiarato del documentario è di restituire almeno in parte la magia di un evento irripetibile, che rappresenta un unicum nell’ultratrentennale storia delle Giornate del Cinema Muto e che ha coinvolto non solo l’abituale platea internazionale del festival ma anche tantissimo pubblico locale. Una magia creata innanzi tutto dalle immagini potenti di un capolavoro assoluto, a partire dagli intensi e dolorosi primi piani della protagonista, Renée Falconetti, la Giovanna d’Arco cinematografica per antonomasia. Ma composta anche dalla trascinante partitura orchestrale, dal suono dell’organo settecentesco del Duomo, dalle voci dei coristi e dalla sacralità del luogo.

Proprio il contrasto fra i contenuti del film, che certamente non lesina accuse ai rappresentanti della Chiesa, e il luogo che ha ospitato la proiezione, hanno reso l’evento straordinario e di questo va ringraziato monsignor Otello Quaia, parroco di San Marco, che ha coraggiosamente accolto la sfida.

Per svelare la passione ma anche il grande lavoro che stanno alla base di un progetto così complesso e di non facile realizzazione, Suppa ha raccolto le testimonianze di alcuni dei protagonisti: dal compositore Touve Ratovondrahety, che è riuscito brillantemente a mescolare stili e linguaggi, ad Alessandra Montini, presidente dell’Orchestra e Coro San Marco, impegnato per mesi a mettere a punto l’esecuzione, al direttore del festival David Robinson, che ha seguito passo dopo passo il progetto e ne è stato il primo sostenitore.  Il documentario Jeanne D’Arc in Duomo sarà replicato mercoledì 5 marzo alle 21.40 sul canale 103 del digitale  terrestre.

“Jeanne d’Arc in Duomo” è una produzione Eufrasia Filmedia con le Giornate del Cinema Muto, la Cineteca del Friuli, Cinemazero, l’Orchestra e Coro San Marco e il Rotary Club Pordenone.

Il 27 febbraio al Visionario di Udine arriva TIR, film di Alberto Fasulo

Il 27 febbraio al Visionario di Udine arriva TIR, film di Alberto Fasulo

Dopo il successo dell’anteprima pordenonese, arriva finalmente sugli schermi TIR, il film con cui il regista friulano Alberto Fasulo ha vinto il Marc’Aurelio d’Oro all’8° Festival Internazionale di Roma.

Da giovedì 27 febbraio, infatti, la storia di Branko e del suo camion sarà distribuito dalla Tucker Film nelle migliori sale italiane, dal Triveneto a Milano, da Ancona a Bari.

Gli spettatori potranno incontrare il regista al Visionario di Udine proprio il 27 febbraio alle ore 20.30. Tra gli ospiti dell’anteprima udinese anche la presidente della regione Friuli Venezia-Giulia, Debora Serracchiani.

I biglietti per la serata-evento sono già in prevendita presso le casse del cinema Visionario.

La storia di Branko, dicevamo. Un ex insegnante di Rijeka diventato da qualche mese camionista per un’azienda di trasporti italiana. Una scelta più che comprensibile dato che adesso guadagna tre volte tanto rispetto al suo stipendio d’insegnante. Eppure tutto ha un prezzo, anche se non sempre quantificabile in denaro.

Da piccoli ci dicevano: «Il lavoro nobilita l’uomo». Ma qui sembra diventato vero il contrario: è Branko, con la sua efficienza, la sua ostinazione, la sua buona volontà, a nobilitare un lavoro sempre più alienante, assurdo, schiavizzante… La sceneggiatura, che nel 2010 si è aggiudicata il Premio Solinas, unisce le firme di Fasulo, Carlo Arciero, Enrico Vecchi e Branko Zavrsan. Il film è prodotto dalla società friulana Nefertiti Film (Nadia Trevisan e Alberto Fasulo) e coprodotto dalla croata Focus Media (Irena Markovic), in collaborazione con Rai Cinema. Il ruolo di Branko è stato affidato all’attore sloveno Branko Zavrsan (Rosencrantz e Guildenstern sono morti, No Man’s Land) che “recita senza recitare”, indossando con magnifica e sorprendente naturalezza i panni del camionista: ha trascorso lunghi mesi in cabina dopo aver conseguito la patente prevista dal codice della strada! Classe 1976, Alberto Fasulo ha cominciato a lavorare nel cinema come assistente alla regia, tra film di fiction e documentari di creazione, imparando il mestiere sul set. Nel 2008, dopo i sette anni trascorsi a Roma, ha diretto e prodotto il suo primo lungometraggio, il documentario Rumore Bianco, selezionato in molti festival internazionali e distribuito – come TIR – dalla Tucker.

Il debutto lo ha fatto segnalare come «nuovo promettente autore» dalla critica italiana. In contemporanea con l’uscita di TIR, Cinemazero e Visionario ospitano la mostra “Dal camion” del fotografo e camionista Roberto Francomano, visitabile a Pordenone fino al 19 marzo e a Udine fino al 2 marzo. TIR è realizzato con il supporto di: Fondo per l'Audiovisivo del Friuli-Venezia Giulia, Piemonte Doc Film Fund – Fondo regionale per il documentario, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo-Direzione Generale per il Cinema, Friuli-Venezia Giulia Film Commission, Film Commission Vallée d'Aoste, BLS Business Location Südtirol Alto Adige, Croatian Audiovisual Centre e Premio Solinas (in collaborazione con Apollo 11).

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