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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Con “L’ultimo lupo” s’inaugura il CinOforum del Cinema Sociale di Gemona

Con “L’ultimo lupo” s’inaugura il CinOforum del Cinema Sociale di Gemona

Gemona (Ud) - In occasione dell’uscita nelle sale italiane dell’ultimo film di Jean-Jacques Annaud, L’ultimo lupo, la Cineteca del Friuli con il Centro Cinofilo “Lupo Nero” di Fagagna dà il via al primo CinOforum del Cinema Sociale di Gemona: una rassegna di film dedicati ai cani, la cui proiezione sarà introdotta e conclusa da un intervento di Daniela Castellani, titolare del “Lupo Nero”. Oltre ad offrire una visione “guidata” dei film, la Castellani, istruttrice cinofila riconosciuta E.N.C.I., specialista in problemi comportamentali dei cani e addestratrice di cani per pet-therapy, approfondirà alcune tematiche volte ad aprire una finestra sul mondo di questi amati compagni di vita.

L'appuntamento inaugurale del CinOforum è per sabato 4 aprile alle ore 21 con la prima proiezione del film di Jean-Jacques Annaud. Ambientato nel periodo della rivoluzione culturale cinese, L’ultimo lupo racconta di Chen Zhen, un giovane studente di Pechino che viene inviato nelle zone interne della Mongolia per insegnare a una tribù nomade di pastori. A contatto con una realtà diversa dalla sua, Chen scopre di avere molto da imparare sulla comunità, sulla libertà e soprattutto sul lupo, la creatura più riverita della steppa. Sedotto dal rapporto che i pastori hanno con questo animale e affascinato dalla sua astuzia e dalla sua forza, Chen un giorno trova un cucciolo e decide di addomesticarlo. Il legame che si crea tra i due sarà minacciato dalla decisione di un ufficiale del governo di eliminare, a qualunque costo, tutti i lupi della regione. Il film è tratto dal romanzo semi-autobiografico di Jiang Rong, Il totem del lupo, che con oltre venti milioni di copie vendute è considerato il secondo libro più letto in Cina dopo il Libretto rosso di Mao.

Un secondo incontro con l’istruttrice Castellani si terrà, sempre in occasione della proiezione del film L'ultimo lupo, domenica 12 aprile alle 17.

InfoCinema: www.cinemateatrosociale.it, tel. 0432 970520 (in orario spettacoli).

Centro Cinofilo “Lupo Nero” di Fagagna, www.centrocinofiloluponero.com, tel. 0432 810705, cell. 334 8614190.

La famiglia Bélier - un film per riflettere con ironia su figli, genitori, adolescenza, handicap, amore e crescita

La famiglia Bélier - Una storia di crescita e distacco, ma con ironia...

TRIESTE - Una modesta fattoria in un paesino della Normandia. Una famiglia in cui la figlia maggiore, Paula, è l'unica ad avere il dono dell'udito e della parola. Una sfida a crescere, ad imparare a comunicare, ad affrontare i propri genitori, a perseguire i propri sogni. Così si presenta il film francese ''La Famiglia Bélier'' del regista Eric Lartigau, in cui si mescolano in un perfetto connubio ironia e serietà, comicità e tenerezza.
 
Questo il registro con cui vengono trattati temi di estrema attualità, quali il rapporto figli-genitori, l'adolescenza, l'handicap, l'amore, l'amicizia, il distacco e la crescita, in cui qualsiasi famiglia può riconoscersi.
 
Un film che non nasconde le difficoltà che deve affrontare la sedicenne Paula (Louane Emera, astro nascente del canto anche nella vita reale, scoperta dal regista nel ''The Voice'' francese ) che rappresenta l'unico tramite tra la famiglia e il resto del mondo e sulla quale gravano diverse responsabilità. Paula si ritrova, oltre a dover frequentare il liceo, ad aiutare la famiglia a gestire la fattoria e a scoprire, così per caso, la sua inclinazione naturale per il canto, che diventa la sua passione. Questo suo dono sarà, al tempo stesso, anche il motivo della rottura con la famiglia. D'altra parte, la famiglia, sicuramente fuori dal comune, fa affidamento sull'aiuto in casa della figlia e dimostra una grande avversione per la sua volontà di abbandonare la fattoria per frequentare una scuola di canto a Parigi.
 
Attraverso la comicità tipica che solo i francesi sono in grado di conferire ad argomenti di una certa rilevanza, si scopre una famiglia che ha fatto del suo handicap la sua forza, attorno ad esso si è impratichita e ha imparato a gestirlo, tanto che ritengono le persone non sordomute antipatiche e fastidiose. Una famiglia che vede la realtà da un punto di vista differente, ma che presenta le stesse ansie e preoccupazioni di qualsiasi altro nucleo familiare. Una famiglia in cui i genitori sono egoisti, ansiosi e anche un po' possessivi nei contronti della figlia maggiore. Questa, invece, si ritrova a dover far fronte ai drammi comuni delgli adolescenti: l'amore liceale, il passaggio all'età adulta, il confronto con l'ostilità dei genitori, la scelta del proprio futuro.
 
L'espediente più forte e toccante dell'intero film è il graduale silenzio che si insinua durante la scena del saggio finale, fino a che non viene percepito nemmeno il minimo rumore, così che lo spettatore possa sperimentare - improvvisamente - cosa significhi non poter sentire e parlare, ed eppure essere in grado di vedere e sperimentare sensazioni, emozioni ed esperienze in un modo tutto nuovo e sensibile.
 
Invece, l'aspetto più curioso del film è il canto, in quanto la passione di Paula è proprio quella che la sua famiglia non può comprendere nè sperimentare o apprezzare, e che spaventa e affascina entrambe le parti. Per far fronte a questo ostacolo, la protagonista riesce, nella scena finale, ad accogliere tra le braccia di questa sua passione tutti i membri della sua famiglia, mimando le parole della canzone ''Je Vole '' attraverso il linguaggio dei segni.
 
Il messaggio che vuole mandare il film è forte e tocca sia adulti che giovani, sia genitori che figli: per quanto possa spaventare l'idea che la propria prole un giorno voli via dal nido, è necessario che i genitori non siano egoisti e possessivi, per non tarpare  le ali ai figli, mentre i figli devono comprendere che non c'è bisogno di sentirsi in colpa ad andare contro il volere dei genitori se è per un loro buon proposito o sogno.
 
Forse un po' troppo sdolcinato il finale, ma un film sicuramente ricco di temi forti ed emozioni, dedicato ad un pubblico vasto, composto sia da adolescenti che adulti, in grado di commuovere e far riflettere, dando vita a nuove idee e prospettive.
 
(Tullia Calogiuri)

“Mondovisioni”: tornano a Udine i documentari di Internazionale

“Mondovisioni”: tornano a Udine i documentari di Internazionale

Udine – Come ogni anno, dopo l’anteprima al festival di Internazionale a Ferrara, fa tappa anche a Udine il tour italiano di “Mondovisioni”, la rassegna di 8 documentari  selezionati da Cineagenzia per Internazionale dai migliori festival di tutto il mondo.

Otto storie diverse, per entrare nel vivo di questioni fortemente legate all'attualità, alla politica, ai diritti umani e al mondo dei media. Il ciclo di proiezioni viene presentato dal CEC quest’anno insieme a vicino/lontano, da mercoledì primo aprile fino a mercoledì 6 maggio, al Cinema Visionario, quasi  a scandire il conto alla rovescia verso l’11^ edizione del festival vicino/lontano, in programma dal 7 al 10 maggio a Udine con la consegna del premio Terzani 2015.

L’attenzione alle storie piccole e grandi del mondo, alle questioni del nostro tempo nelle quali si riverbera la storia con la esse maiuscola è del resto parte integrante del Dna di vicino/lontano che farà dell’ultima proiezione del ciclo uno degli eventi di apertura del programma 2015.

“Mondovisioni” partirà mercoledì 1° aprile, al Visionario (ore 20) con “Point and shoot” di  Marshall Curry (Stati Uniti, 2014), la storia di un inarrestabile filmmaker,Matt VanDyke, partito per l'Africa settentrionale in cerca di se stesso e rimasto intrappolato, fucile e telecamera in mano, nelle maglie della rivoluzione libica. Un documentario di viaggio, un reportage politico ma anche la cronaca di un rito di passaggio.

Mercoledì 8 il pubblico potrà conoscere la vicenda, raccontata in “Documented”, del giornalista premio Pulitzer Jose Antonio Vargas, che nel 2011 si è autodenunciato come immigrato illegale e, in “Days of hope” della danese  Ditte Haarløv Johnsen, seguirà tre dei tanti viaggi della speranza che si celano dietro le statistiche sull’immigrazione e i titoli sulle tragedie nei mari d’Europa.

“Concerning violence”di Göran Hugo Olsson e “Hope on the line”di Alexandre Papanicolaou e Emilie Yannoukou, in calendario mercoledì 15 aprile, porteranno il pubblico fra le rivolte che hanno portato alla decolonizzazione del continente africano e alla scoperta di Syriza e di Alexis Tsipras, oggi primo ministro del governo greco.

 Mercoledì 22 aprile riflettori su “#Chicagogirl – The social network takes on a dictator”di Joe Piscatella, la straordinaria storia di una teenager americana figlia di esuli siriani, che dalla sua stanzetta alla periferia di Chicago coordina attraverso la rete la rivolta in Siria e denuncia al mondo atrocità e violazioni dei diritti umani commesse in nome di Bashar al-Assad. “Marmato” di Mark Grieco aprirà invece una finestra sulla Colombia al centro della rinnovata corsa globale all’oro.

Mercoledì 6 maggio, chiuderà la rassegna, aprendo la sezione VL/Digital del festival vicino/lontano, “The Internet’s own boy: the story of Aaron Swartz”di Brian Knappenberger, la storia di un ragazzo prodigio che ha contribuito a creare alcuni dei tasselli fondamentali di Internet così come lo conosciamo. Rifiutando una carriera dorata nella Silicon Valley per difendere il libero accesso alla conoscenza, è rimasto imbrigliato in un incubo legale durato 2 anni e conclusosi con il suicidio a soli 26 anni. Una vicenda che è un monito a non sottovalutare il rapporto tra tecnologia e diritti civili.

info www.visionario.info/     www.vicinolontano.it

 

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