Si conclude Circuito Cinema con Hungry Hearts, ma l'emozione del cinema sandanielese continua
- Dettagli
- Categoria: Cinema
- Pubblicato Mercoledì, 04 Marzo 2015 12:05
- Scritto da Timothy Dissegna
- Visite: 631
San Daniele del Friuli (Ud) - Si è conclusa ieri sera la programmazione di Circuito Cinema, il calendario dei film proiettati ogni martedì al cinema Splendor della cittadina collinare e in altre monosale della regione, da Gemona fino a Cormons ma non solo. Scelti dall'associazione Officine d'Autore, ieri è andato in scena il suggestivo "Hungry Hearts" di Saverio Costanzo, ispirato al libro "Il bambino indaco" di Marco Franzoso.
In una New York dei giorni nostri, Mina (Alba Rockwacher) e Jude (Adam Driver) si imbattono l'uno nell'altro in una a dir poco imbarazzante situazione: chiusi in un minuscolo bagno di un ristorante perché la porta si è bloccata, con lui in preda a fortissimi dolori di stomaco, mentre un'atmosfera imbarazzata ma comica al tempo li avvolge. In quel minuscolo ritaglio di mondo, tra quattro pareti strettissime, si conoscono e nasce qualcosa tra loro.
I due si mettono insieme, fino a quando arriva l'imprevisto: lei rimane incinta. I due assomigliano poco a una coppia pronta a una simile responsabilità, ma arrivano comunque al grande passo: si sposano, ma il termine "felici" non gli appartiene molto, soprattutto a Mina. La donna è tormentata infatti da un incubo ricorrente: un cacciatore che spara a un cervo nel buio della notte e, una voltauccisa, la lascia lì per scomparire nel nulla.
Fin da subito queste angosce influiscono negativamente sulla gravidanza, con lei che rifiuta la medicina tradizionale, in una morbosa paranoia sul fatto che il mondo esterno possa far male al suo bambino. È convinta che sia speciale, un bambino indaco (in tutto il film non si dice mai il suo nome) proveniente dal futuro, e il marito non riesce a convincerla a uscire di casa. La loro vita procede tra momenti di quiete contrapposti a lunghi periodi di angoscia, fino a quando l'ultimo cambiamento non deciderà le sorti di questo piccolo "cosmo".
Il film di Costanzo alterna ritmi velocissimi ad altri lentissimi, spiazzando lo spettatore per tutto il tempo. È un film fatto di "svolte inaspettate", come ha spiegato il ragazzo di Officine d'Autore che ha introdotto la pellicola, in un continuo scorrere di disperazione che piomba nella follia più cupa. Un titolo da sentire sulla pelle, in tutta la sua amarezza. E la magia del cinema di San Daniele non finisce qui.