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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

“Dove gli dei si parlano” di e con Monika Bulaj al Miela

“Dove gli dei si parlano” di e con Monika Bulaj al Miela

Trieste - Dopo la prima internazionale in Polonia e la prima italiana al Festival di Fotografia a Bergamo, S\paesati eventi sul tema delle migrazioni, presentano al Teatro Miela  Monika Bulaj, fotogiornalista, scrittrice di viaggio, documentarista, in “Dove gli dei si parlano”, domani seragiovedì 10 novembre alle ore 21, con un performing reportage.


Vedremo le ultime oasi d’incontro tra fedi, zone franche assediate dai fanatismi armati, patrie perdute dei fuggiaschi di oggi. Luoghi dove gli dei parlano spesso la stessa lingua franca, e dove, dietro ai monoteismi, appaiono segni, presenze, gesti, danze, sguardi. In una parola: l’uomo, la sua bellezza, la sua sacralità inviolabile, ostinatamente cercata anche nei luoghi più infelici del Pianeta, seguendo il sole, la luna, le stagioni, i culti e i pellegrinaggi, in una “mappa celeste” che ignora gli steccati eretti dai predicatori dello scontro globale.

Un mondo parallelo e poco raccontato che va dall’Asia centrale all’America Latina, dalle Russi e al Medio Oriente, e ti riconsegna la bellezza nella contaminazione: i riti dionisiaci dei musulmani del Magreb, il pianto dei morti nei Balcani, i pellegrinaggi nel fango degli Urali, l’evocazione degli dei in esilio oltremare, sulla rotta degli “scafisti” di un tempo, a Haiti e Cuba, dove la forza spirituale della terra madre diventa rito vudù, santeria, rap mistico, samba, epitalamio e mistero. E ancora il cammino dei nomadi dell’Asia, che si portano dietro le loro divinità, come gabbiani dietro a una barca da pesca nel deserto.

“Sono molto cambiata nel corso del mio lavoro, all’inizio partivo cercando immagini per documentare qualcosa, poi, ad un certo punto, le mie immagini hanno cominciato a parlare da sole, a cercare me.

Ora quello che faccio è una cosa semplice, quasi infantile: raccolgo schegge di un grande specchio rotto, miliardi di schegge, frammenti incoerenti, pezzi, atomi, forse mattoni della torre di Babele… Forse questo può fare il fotografo, raccogliere tessere di un mosaico che non sarà mai completo, metterle nell’ordine che gli sembra giusto, o forse solo possibile, sognando, senza raggiungerla mai, quell’immagine intera del mondo che magari da qualche parte c’è, o forse c’era e s’è perduta, come la lingua di Adamo”.

Un libro dal titolo Sacred Borders in pubblicazione presso Contrasto www.contrastobook.com

In collaborazione con Bonawentura

Foto: "© MONIKA BULAJ”.

 

 

Un’affascinante riscrittura di “Play Strindberg” inaugura la stagione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Un’affascinante riscrittura di “Play Strindberg” inaugura la stagione del Teatro Stabile del Friuli

Trieste- Al Politeama Rossetti il sipario si alzerà per la prima volta, sulla sorprendente scenografia di Play Strindberg, testo che Friedrich Dürrenmatt rielabora dallo strindberghiano Danza di morte per tratteggiare uno spettacolo cinico e molto divertente con cui si prosegue l’indagine sulla famiglia, avviata lo scorso anno con Scandalo di Arthur Schnitzler.

Play Strindberg inaugura la Stagione 2016-2017, domani martedì 25 ottobre alle ore 20.30 al Politeama Rossetti e replica in orario serale fino a sabato 29 ottobre, l’unica recita pomeridiana si terrà domenica 30 alle ore 16.

Lo spettacolo è firmato da Franco Però che dirige un terzetto d’attori di assoluto livello – Maria Paiato, Franco Castellano, Maurizio Donadoni – capaci d’interpretare ogni sfumatura dei loro personaggi, di dare evidenza ad ogni potenzialità offerta dall’asciutta e intrigante scrittura. Lo spettacolo rappresenta un impegno produttivo rilevante, nonché un’interessante novità nel panorama nazionale dove circuiterà. Play Strindberg infatti dopo una sola replica data in anteprima al Mittelfest 2016 debutta a Trieste dove è in scena  nelle date sopra indicate e prosegue poi in tournée toccando Pordenone, Bassano, San Vito nei prossimi mesi e nella seconda parte di stagione Chiasso, Genova Udine, Parma e Roma.

Play Strindbergnasce al Teatro di Basilea nel 1969, scritta dall’autore svizzero tedesco proprio per la messinscena (molto applaudita) e tratta dal capolavoro strindberghiano Danza macabra. La pièceviene creata perché Dürrenmatt, che era parte della direzione del teatro, era affascinato dalle possibilità interpretative che Strindberg aveva ideato per gli attori nel dramma originale, ma profondamente insoddisfatto delle traduzioni e degli adattamenti esistenti. Così affronta egli stesso quella materia: ed il risultato si rivela molto più di un adattamento.

«Il risultato – commenta infatti il traduttore Luciano Codignola – è un’opera drammatica unitaria, serrata, densa, coerente sul piano stilistico, perfettamente sviluppata come costruzione e di una modernità stupefacente. Al regista e agli interpreti Dürrenmatt ha fornito un pezzo di bravura, una struttura aperta dove possa esercitarsi il virtuosismo degli interpreti (…) Da questo testo, apparentemente così scarno, si può trarre uno spettacolo da togliere il fiato, qualcosa che in questi ultimi tempi s’era avuta solo con Chi ha paura di Virginia Woolf» .

«Dürrenmatt si prende gioco di noi della nostra vita famigliare, con tutte le armi che gli sono proprie, il sarcasmo, l’ironia che trascolora nel grottesco, il gusto del comico, ma anche la violenza del linguaggio e lo fa prendendo uno dei più formidabili testi di Strindberg, Danza macabra e riscrivendolo dal quel grande costruttore di storie teatrali qual’è » afferma Franco Però, che affronta la regia di Play Strindberg proseguendo in qualche modo l’itinerario di ricerca nel nucleo della famiglia (avviato lo scorso anno con l’allestimento di Scandalo di Schnitzler) e interrogandosi su questo tema attraverso lo sguardo sottile e disincantato di un altro autore di cultura tedesca, più vicino a noi, nel tempo e nella sensibilità. Ne gusta la scrittura cinica ed efficacissima, le potenzialità dell’architettura drammaturgica ritmata e sapiente che affida a tre protagonisti di livello assai elevato, sensazionali in un gioco teatrale assieme raffinato e divertente: Maria Paiato, Franco Castellano, Maurizio Donadoni.

«L’autore prende i tre protagonisti – il capitano, la moglie e il cugino/amante che ritorna – e li posiziona sotto le luci glaciali di un ring» continua Però: «seziona il testo strindberghiano e ne tira fuori undici round, intervallati dai gong – proprio come un incontro di boxe o di lotta – con la sola differenza che i combattenti sono tre. Tutta l’essenza del testo originale rimane, ma Dürrenmatt ne esalta l’attualità, asciugando fin dove è possibile il linguaggio – già di per sé scarno – come in un continuo corpo a corpo, che solo il gong ferma per qualche istante, dando ai contendenti il tempo di un riposo per riprendere fiato e agli spettatori l’attimo di riflessione su quanto, nel round precedente, hanno visto. Sono immagini veloci come flash di una lotta famigliare in cui arriva all’improvviso il desiderato – da entrambi i coniugi – “straniero”, che veste i panni del cugino e rimette in gioco rapporti e conflittualità.

Il riso e il pugno allo stomaco, il sorriso e l’amarezza si alternano continuamente su questo palcoscenico-ring, riportando davanti agli occhi dello spettatore gli angoli più nascosti di quel nucleo, amato od odiato, fondamentale – almeno fino ad oggi… – delle nostre società: la famiglia».

Sotto le livide luci di un ring che – sul palcoscenico del Politeama Rossetti – contiene gli elementi essenziali di un interno borghese (la scena è di Antonio Fiorentino), Maria Paiato (Alice), Franco Castellano (Edgar) e Maurizio Donadoni (Kurt), si confrontano in un eterno triangolo: si attaccano, si corteggiano, si colpiscono e si affrontano, si mettono “alle corde” come in un vero incontro di boxe. I costumi sono creazioni di Andrea Viotti, le suggestive luci sono firmate da Luca Bronzo e le musiche da Antonio Di Pofi.

Lo spettacolo è coprodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con Artisti Riuniti e con Mittelfest 2016. Per abbonamenti e per i posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

Partiti gli spettacoli per i più piccoli al teatro la Contrada

Partiti gli spettacoli per i più piccoli al teatro la Contrada

Trieste - Ritornano a grande richiesta gli appuntamenti per i più piccoli organizzati dal Teatro La Contrada di Trieste. Primo appuntamento, si è svolto domenica 23 ottobre con “Il Soldatino di Stagno” nell’ambito della rassegna “Ti racconto una Fiaba”, storico ciclo di spettacoli di Teatro per l’Infanzia e per la Gioventù giunto alla sua 26esimaedizione, realizzato da quest’anno in collaborazione e con il sostegno di Bluenergy Group.

Per la rassegna domenicale di "Ti racconto Una Fiaba", ingresso unico 7€, card per 5 ingressi 25€, card per 8 ingressi 36€. Per il ciclo delle scolastiche di A Teatro In Compagnia, ingresso unico 5€, gratuito per gli insegnanti e gli operatori che accompagnano i ragazzi.

Il 25 e 26 ottobre grande attesa per la nuova rassegna di matinée I FUORICLASSE dedicata alle scuole medie e superiori: si parte con l’Avventuroso viaggio a Olimpia, una produzione Teatri D’imbarco di Firenze, che vede in scena il grande campione di pallavolo Andrea Zorzi e l’attrice Beatrice Visibelli insieme ai danzatori dell’Accademia Kataklò. In scena la storia dello sport attraverso le Olimpiadi, un viaggio nell’antica Grecia accompagnato da atletici danzatori e coreografie dalla suggestiva bellezza. Lo spettacolo effettua una doppia recita il 25 ottobre, alle 10.00e alle 20.30, e replica il 26 ottobre alle 10. Una partitura unica che intreccia l’epicità della narrazione con la spettacolarità della danza. Per raccontare lo sport attraverso una delle sue millenarie meraviglie: le Olimpiadi antiche.

Un viaggio nel luogo dove tutto nacque, quella Olimpia dove per dodici secoli si sono celebrate le gare più incredibili del mondo. Una nave del tempo per portare i nostri eroi fin nell’antica Grecia. E con loro i nostri atletici danzatori, impegnati a disegnare immagini di suggestiva potenza, rielaborando con rinnovata carica espressiva la folgorante bellezza del corpo.

Un viaggio d’avventure dove il nostro campione come un novello Ulisse in cerca dell’oro perduto – proprio quello che la leggendaria squadra di Velasco perse per un soffio nel '96 - viene guidato dalla sua ironica compagna, a volte maga incantatrice, a volte guida comicamente oracolare.

Un viaggio per scoprire quanto profonda è la nostra eredità dai Greci. Perché le Olimpiadi sono uno straordinario patrimonio per riflettere in leggerezza sul successo, la gloria, il corpo, la salute. E lo sport diventa emozione e pensiero, allegria e passione.

Biglietti unici per i matinée 8 euro, replica serale Olimpia 12 euro, prezzo ridotto per soci CONI e CUS 10 euro. E un pensiero speciale solo per gli abbonati della Contrada: la replica serale del 25 ottobre sarà a 3 euro.

Tutte le iniziative del Teatro per l’Infanzia e la Gioventù della Contrada godono del patrocinio del Comune di Trieste e della collaborazione di Bluenergy Group. Informazioni: 040.390613; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.contrada.it.

 

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