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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Con noi Marcela Serli per raccontarci “Variabili umane” vincitore del Premio Dante Cappelletti in scena al Teatro Miela

Con noi Marcela Serli per raccontarci “Variabili umane” vincitore del  Premio Dante Cappelletti in

Trieste – S/paesati, eventi sul tema delle migrazioni, fa touché di nuovo e porta in scena, domasabato 26 novembre alle ore 21.00 lo spettacolo “Variabili umane” con la Compagnia Teatrale Atopos, idea di Irene Serini, progetto e regia di Marcela Serli.

In scena Gabriele Dario Belli, Cesare Benedetti, Noemi Bresciani, Alessio Calciolari, Nicole de Leo, Arianna Forzani, Antonia Monopoli, Stefania Pecchini, Marta Pizzigallo, Gaia Saitta, Marcela Serli, Christian Zecca. Video art di Maddalena Fragnito, ricerca musicale di Francesca Dal Cero, consulenza ai costumi di Giada Masi, progetto grafico di Christian Tubito.

Vincitore del premio Dante Cappelletti “Variabili Umane”  porta in scena uomini che non sono (sempre) uomini, donne che non sono (sempre) donne, un insieme di variabili umane che vagano in una terra di confine senza riconoscibilità. Spesso erroneamnete considerati gli esclusi.

Questa è la storia di un popolo offeso e della sua rivincita. Come una tragedia greca, canteranno la  loro storia e la loro  visione di felicità. Questa è anche la storia di una scoperta rivoluzionaria: siamo esseri intersessuali, siamo fatti di madre e padre.

Ci saranno in scena, quindici persone con diverse identità di genere e diversi orientamenti. Donne, uomini e persone transgender che hanno affrontato o stanno affrontando una transizione verso il maschile, il femminile o un genere non definite. Parlano, danzano, cantano la propria diversità, il proprio sguardo sulla società, sugli altri, su di sé. Insomma, solo storie vere.

Abbiamo dialogato con la regista Marcela Serli indagando la genesi e le motivazioni che l’hanno spinta a realizzare “Variabili Umane”.

Hai partorito uno spettacolo dalla carica emotiva potente, comè nasce ?

In questo spettacolo ho coinvolto gli attori che fanno parte della nostra Compagnia Teatrale Atopos coinvolgendo quelli che creavano più feeling con me e  fra di loro. Inoltre ho coinvolto Francesca Dal Cero, regista radiofonica di Rai 2 , un’esperta di musica e la video art  Maddalena Fragnito, che lavora soprattutto sulla ricerca dei termini lessicali, una  sorta di spioncino dalla quale guardare il mondo. C’è anche Mario Mieli, un filosofo transgender al quale noi come compagnia ci ispiriamo. Ci tengo a dire che questo spettacolo “Variabili umane”  si rivolge e parla a tutti.

Ogni volta che realizzi un progetto ti ci ficchi dentro anima, corpo e cervello. Il gioco di squadra però è molto pregnante in questo più di altri? Ci racconti.

Questo spettacolo è il primo di altri sei. Ognuno di questi spettacoli ironici e comici raccontano sfumature e sfacettature diverse dell’essere umano, che personalmente indago costantemente. Solo facendo squadra ci si può esprimere al meglio in un messaggio che abbia una ricaduta universale.

S’impara sempre da tutti da tutto. Qui cosa vuoi che ci resti addosso?

Più che lasciare qualcosa adosso  vorrei svuotasse, svuotasse tutti di tutti quei pregiudizi che ci si porta dentro e dietro. Ha svuotato anche me, è uno spettacolo catartico. Manifesta la sua apoteosi liberatoria  e redentiva nella scena finale, ma non diciamo altro, altrimenti sveliamo troppo.

Parole chiave che vorresti risuonassero come un imprimatur per chi lo vede?

Ci sono due domande che vorrei restassero impresse nella memoria epidermica: la prima “Cosa devo fare per farmi amare?”  Tra l’altro domanda sotto testo che corre in tutto lo spettacolo, cioè esattamente Cosa devo fare per farmi amare?  E l’altra: “A chi serve la propria identità realmente?  Domande di senso ricorrenti in tutti noi.

Con questo spettacolo avete vinto un premio… cosa ci dici?

Abbiamo vinto il premio Dante Cappelletti ed è per noi motivo d’orgoglio perchè è stato un riconoscimento, un valore a queste persone che spesso vengono denigrade. Offrire uno spazio di bellezza e di comprensione per tutti e a tutti, anche a chi lo vede.

La regista ci racconta inoltre “Ho proposto uno spazio vuoto, tutti in piedi, con l’instabilità che da un non luogo. Di volta in volta ho creato situazioni dove le variabili potessero muoversi e ritrovarsi e perdersi. Una struttura che segnala una esposizione diretta senza orpelli, un lavoro su di sé e su un altro da sé. Perché non si può definire qualcosa se non si definisce anche il suo "contrario. Ho deciso di lavorare sui mostri, sugli zombie: questo desiderio ha maturato in me un'idea precisa di regia. Lavorando sulla deformazione in tante forme sono arrivata ad usare questo concetto nella messa in scena stessa. La deformazione della realtà. Senza aver paura di deformarsi per arrivare al caos.

Ognuna delle persone coinvolte in questo progetto ne è parte fondante, lavora con me a scoprirsi, a nascondersi, a rivedersi. Molti di loro non sono attori né danzatori professionisti, ma sono professionisti nel loro lavoro, consulenti aziendali, medici, ispettori di polizia, sposati, genitori, una ex prostituta oggi consulente per una onlus, e gli altri, artisti vari. Tutti insieme lavoriamo sulle nostre paure, chiedendoci da dove veniamo e dove vogliamo andare, sui nostri desideri. Tutti insieme facciamo un percorso costantemente in via di definizione, come le persone in transizione. Uno spettacolo professionale, con professionisti della vita, della lotta per la vita.”


Oganizzazione: Associazione "Spaesati" in collaborazione con Bonawentura e Arcigay Arcobaleno Trieste e Gorizia

Ingresso € 10,00. Prevendita c/o biglietteria del teatro tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00.  HYPERLINK "http://www.vivaticket.it" \t "_blank" www.vivaticket.it

 

 

 

 

 

 

Galiena e Decaro in ”Diamoci del tu” al Bobbio

Galiena e Decaro in  ”Diamoci del tu” al Bobbio

Trieste - Appuntamento con “Diamoci del tu” alla Contrada, dal 25 al 28 novembre, insieme a Anna Galiena e Enzo Decaro, noti attori che si dividono tra cinema e tv, senza dimenticare il loro primo amore: il teatro. 

In scena alle 20.30 la trama del canadese Foster: una convivenza inconsueta e due solitudini. Un uomo e una donna insieme da anni sotto lo stesso tetto, senza dividere affetti e intimità.

Diamoci del tu è una commedia del 2012 del pluripremiato drammaturgo canadese Norm Foster e racconta un'inusuale convivenza di un uomo e una donna che, pur vivendo sotto lo stesso tetto, non condividono né affetti né intimità. Anna Galiena è la domestica Lucy Hopperstaad mentre Enzo De Caro è lo scrittore David Kilbride.

I personaggi in questione non sono una coppia ma una domestica e il suo datore di lavoro, un romanziere famoso completamente preso da se stesso. Sorprendentemente all'improvviso l'uomo comincia ad interessarsi alla vita di lei, come se volesse recuperare il tempo perduto o avesse semplicemente tempo da perdere, di lei invece a sorprendere è il linguaggio ironico, colto e beffardo. Dopo decenni di sterili "buongiorno" e "buonasera", di incombenze e comandi quotidiani, a scatenarsi sarà un serratissimo dialogo che incuriosirà il pubblico in sala. La casa del protagonista, elegante, fredda e formale sarà la scena in cui il detto e il non detto tesseranno un'avvincente trama.

In Diamoci del tu Anna Galiena e Enzo Decaro si mettono in gioco con sensibilità e intelligenza, guidati da una regia che si concentra nel costruire un rapporto in cui progressivamente l'uno dei due protagonisti vivrà sempre più nel respiro dell'altro e viceversa. Lui, in crisi di identità e creatività, improvvisamente, dopo trent’anni anni di soli “buongiorno” e “buonasera”, si interessa a lei, una donna apparentemente estranea al suo mondo.

Una comunicazione verbale che appare in una situazione dove prima non c’era. Un serrato dialogo  dal ritmo incalzante, in cui lei sta al gioco, tiene testa allo scrittore e si svela, attraverso un linguaggio ironico, colto e beffardo, una donna intelligente.

Ma nel testo c’è anche la scoperta dell’ascolto: tematica più che mai attuale. Tutto è giocato utilizzando la chiave della leggerezza e dei sentimenti in un copione che fa ridere, piangere, emozionare e arriva dritto al pubblico grazie allo humour, alla sua godibilità e uno sguardo penetrante sulle avversità della vita.

Il luogo è la casa di lui. Un mondo di ricchezza elegante, fredda, formale, da casa di prestigio ma senza anima. L’anima, il calore ce li regalano le sottili tessiture di sguardi e svelamenti, di bisogni non dichiarati. Una partitura preziosa per due attori che si mettono in gioco con sensibilità e intelligenza, dove la regia si concentra nel costruire un rapporto in cui progressivamente l’uno vive nel respiro dell’altro. Enzo Decaro ed Anna Galiena, brillanti e vivacissimi, sono diretti con essenzialità, leggerezza ed estrema ironia da Emanuela Giordano.

Spettacolo blu in scena fino al 28 novembre, parcheggio gratuito alla  Coop Alleanza 3 in Via della Tesa. Biglietti al Teatro Orazio Bobbio dalle 8.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 19. TicketPoint in Corso Italia 6/c.

Informazioni: 040 948471 - 040.390613; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.contrada.it.

 

Pomeriggi d’inverno torna in scena con il Teatro di Figura a Gorizia

Pomeriggi d’inverno torna in scena con il Teatro di Figura a Gorizia

Gorizia –  Sempre interessante rileggere la storia e interpretare il nostro tempo con sguardo a misura di bambino: un suggestivo filo rosso congiunge gli spettacoli in cartellone per la 18^ edizione della Stagione di Teatro di Figura “Pomeriggi d’inverno” a Gorizia, di scena al Kulturni Center Lojze Bratuž da sabato 26 novembre a sabato 18 marzo 2017.

“Girotondo del mondo” sarà tema portante dei sette spettacoli in programma: un palcoscenico coloratissimo, ancora una volta affidato alle cure del CTA -  Centro di Teatro d’Animazione e Figure per la direzione artistica di Roberto Piaggio e Antonella Caruzzi.

S'inizia sabato 26 novembre, alle 16.30, con un evento d’eccezione, “Il ritorno di Irene”: una produzione dedicata alla Grande Guerra che riunisce tre personalità del Teatro di Figura: gli autori e registi Gyula Molnar e Gigio Brunello e l’interprete e burattinaio Alberto De Bastiani.  Lo spettacolo punta i riflettori sulle case abbandonate dagli sfollati in zone di guerra, sulle case rimaste vuote, come vuote sono le stalle e i nidi sugli alberi. E così stalle, case e nidi si mettono in cammino attraverso la notte per fuggire alla guerra e ritrovare i loro abitanti. La farmacia, l’osteria, la casa della piccola Irene, il cinema muto, la cuccia di Bobi, la stalla di Nerina, scenderanno fino ai binari, in attesa di un treno che riporti chi non c’è. 

Sabato 3 dicembre Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus presentano “Kolok, i terribili vicini di casa”, uno spettacolo di Philip Radice ambientato fra gli appartamenti di un piccolo condominio: per mettere a fuoco le dinamiche e le “non-relazioni” che si instaurano fra i coinquilini di uno stesso edificio. Poi all’improvviso tutto cambia, e nell’appartamento vicino, sempre sfitto, arriva uno straniero...

Con “Celeste, la fiaba dei colori” si apre, sabato 21 gennaio, il 2017 di Pomeriggi d’inverno: la produzione è firmata Franceschini performingarts che con semplicità tratta i temi della diversità, dell’inclusione e dell’integrazione. Sabato 4 febbraio a Gorizia arriva lo spettacolo firmato Teatri di Bari e Senza Piume Teatro, “Ahia!”, storia di una piccola anima che proprio non ne vuole sapere di venire al mondo.

“La gallinella rossa”, sabato 18 febbraio riporterà al Bratuz una storica realtà teatrale, Accademia Perduta/Romagna Teatri: per raccontare a grandi e piccini una storia di collaborazione, tenacia e anticonformismo, dimostrando che rinunciare all’egoismo e unire le forze permette di realizzare progetti importanti. Con “Zac! Colpito al cuore”, sabato 4 marzo, quattro note compagnie teatrali portano in scena la paura di amare e la storia di Zac, che ha chiuso sotto chiave il suo cuore ma non lo vuole ammettere.

Il gran finale di stagione arriverà sabato 18 marzo con la nuova produzione CTA, “Pecorelle”, su testo di Antonella Caruzzi: una pièce dedicata al sonno e all’infanzia, e ai tanti giochi dell’immaginazione che possono rendere più dolce e sereno il momento in cui ci si addormenta.

Sostengono la Stagione 2016/2017 di Pomeriggi d’inverno, unico cartellone interamente dedicato al Teatro di Figura in Friuli Venezia Giulia, la Regione FVG, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il Comune di Gorizia, Fondazione Carigo e Banca Popolare Etica. Abbonamenti fino al 25 novembre presso CTA, infoline 0481.537280 www.ctagorizia.it

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