Lo Cascio ritorna al Rossetti in “Il sole e gli sguardi”
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- Pubblicato Domenica, 20 Novembre 2016 18:39
- Scritto da serenella dorigo
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Trieste - Dopo le magnetiche prove in Otello, nel 2015, e nel kafkiano Nella tana, nel 2006, Luigi Lo Cascio ritorna al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con una proposta che intreccia teatro e poesia nel nome di Pier Paolo Pasolini: uno spettacolo dalle raffinate suggestioni che debutta alla Sala Bartoli martedì 22 novembre Il sole alle ore 19.30 alla Sala Bartoli, e replica mercoledì, giovedì e sabato alle 21, venerdì nuovamente alle 19.30 e domenica in orario pomeridiano alle 17, per la stagione altripercorsi.
Il sole e gli sguardi – questo il titolo dello spettacolo – impreziosisce il percorso di approfondimento che il Teatro Stabile ha dedicato alla figura di Pier Paolo Pasolini, facendo conoscere al pubblico questo protagonista della cultura del Novecento da un’angolazione ancora diversa, dopo le produzioni a lui dedicate, Una giovinezza enormemente giovane con Roberto Herlitzka e la regia di Calenda e Porcile diretto da Valerio Binasco.
Quando il 2 novembre 1975 Pier Paolo Pasolini morì, nelle violente circostanze di cui si continua ancora a discutere, si narra che il suo amico Alberto Moravia urlasse «Abbiamo perso prima di tutto un poeta».
Sembrerebbe difficile, davanti all’immensità della produzione pasoliniana, focalizzarsi su un unico aspetto: eppure la poesia, per Pasolini, rappresentava una dimensione d’elezione. Egli intrattenne con la poesia un rapporto costante, a partire da quando, a sette anni appena, compose i primi versi.
L’espressione lirica, potente e delicata assieme, sembra pervadere anche le altre dimensioni della sua arte: la riconosciamo in tante opere teatrali scritte in versi, e nel suo cinema che egli stesso definiva “di poesia”.
Proprio alla dimensione poetica, con l’intuizione e la sensibilità che gli sono proprie, si è volto Luigi Lo Cascio – artista di raro talento e finezza – per creare un particolare ritratto, anzi proprio un “autoritratto” di Pier Paolo Pasolini.
Nasce così Il sole e gli sguardi, che segna il primo incontro sulle tavole del palcoscenico, fra l’attore e regista e la scrittura pasoliniana: lo spettacolo è una produzione del CSS - Teatro Stabile d’innovazione del FVG e del Teatro Metastasio, ed è scritto, diretto e interpretato da Luigi Lo Cascio, accompagnato sulla scena da Nicola Console, un artista visivo che nel corso di ogni spettacolo realizza alcuni disegni, richiamando in qualche modo anche l’aspetto di Pasolini “creatore di immagini”, attraverso il cinema e la pittura.
Lo Cascio ha avuto modo in più occasioni di esprimere la propria soddisfazione per la genesi di questo ultimo lavoro: di certo è stato profondamente impegnativo per lui analizzare l’opera poetica pasoliniana per enuclearne tante tessere di mosaico, tanti tratti capaci, nel loro assieme, di restituirci il profilo dell’intellettuale.
Un’operazione che ha affrontato forte della sua cultura, ma anche con l’aiuto – nel momento creativo – dell’apporto musicale, un work in progress di Andrea Rocca, e delle fascinazioni sceniche di Alice Mangano.
Nei versi interpretati da Lo Cascio ritroveremo dunque il Pasolini presago nel suo pensiero sul mondo, la sua riflessione sull’arte e sulla poetica, ma anche parole – come le ha definite l’artista – “nude e abbaglianti” che ci restituiranno il ritratto più intimo e fragile del poeta di Casarsa, pur senza nulla togliere alla sua anomalia, alla sua libertà, alla sua feconda contraddizione.
Per abbonamenti e per i posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.
A Trieste lunedì sera si fa con Pupkin Kabarett
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- Pubblicato Domenica, 20 Novembre 2016 16:18
- Scritto da serenella dorigo
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Trieste – Dopo la disfatta del PD a Monfalcone, il posizionamento degli alberi di Natale, il furto del bastone di Saba, l'ordinanza sulla Ferriera e l'elezione di Donald Trump, in attesa del referendum del 4 dicembre, quelli del Pupkin si ripresentano spavaldi al Teatro Miela dopo due settimane di cronaca intensa e variegata, domani sera lunedì 21 novembre alle ore 21.01.
Sperano molto nel nuovo presidente degli Stati Uniti, ma soprattutto nella first lady Melania, che essendo slovena, possa convincere il marito a fare qualcosa anche per Trieste.
Accolta con successo la prima serata della nuova stagione, gli evergreen del Pupkin Kabarett stanno facendo di tutto per rovinare la seconda, che sempre all'insegna del buon gusto e dell'eleganza, vuole essere una serata di divertimento e riflessione con grande ritmo, ma anche tempi morti, esercizi di training autogeno collettivo e burlesque.
La Niente Band completerà e renderà ancora più scoppiettante lo show del lunedì sera concori russi , la musica finto rock, la new wave italiana, il free jazz punk inglese. E anche la nera africana.
Paolo Rossi disse che nel loro cabaret c’è una follia mitteleuropea, altri dicono cose molto meno eleganti, altri ancora si chiedono se è uno spettacolo che spaventa i mercati.
Ingresso € 10,00, ridotto under 26 € 8,00. Ingresso 4 spettacoli € 35,00. Prevendita c/o biglietteria del teatro tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00. Prevendita www.vivaticket.it
Organizzazione: Bonawentura.
Madame Bovary con una sorprendente Lucia Lavia al Verdi di Pordenone
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- Pubblicato Venerdì, 18 Novembre 2016 10:07
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - Andrà in scena stasera, venerdì 18, sabato 19 alle 20.45 e domenica 20 novembre alle 16 al Verdi di Pordenone, Madame Bovary nella riscrittura di Letizia Russo del celebre romanzo di Flaubert, che nel 1856, quando fu pubblicato, scosse profondamente l’alto senso di rispettabilità dei guardiani della pubblica morale, e Flaubert fu processato come autore di un’opera indecente, addirittura scandalosa.
Emma, la protagonista, si tinge di una sessualità esplicita. Questo erotismo prorompente coincide con un’ altra sfumatura significativa già presente nella Bovary originale, anzi motore di innesco: quell’eterna fame di vita che diventa bisogno implacabile di esistere in una forma libera da qualsiasi costrizione storica, sociale o economica. E Lucia Lavia, protagonista sul palco dell’allestimento prodotto da Alessandro Preziosi, Tommaso Mattei, Aldo Allegrini per Khora.teatro, si dimostra sorprendente interprete, confermando di aver ereditato un grande talento dai suoi genitori è figlia di Gabriele Lavia e Monica Guerritore.
Lo spettacolo arriva a Pordenone in esclusiva per il Nordest e al Verdi di Pordenone tutta la compagnia è impegnata già da lunedì nel riallestimento. Le fasi del lavoro sono state seguite ieri da una ventina di studenti del Liceo Grigoletti che partecipano al progetto dell’associazione Thesis “Adotta uno spettacolo”, seguendo un percorso speciale di “alternanza scuola lavoro” e che assisteranno anche alle prove. Il progetto prevede il coinvolgimento in tutte le fasi di uno spettacolo teatrale, dalla drammaturgia alla messa in scena, un percorso che ieri ha coinvolto anche il personale tecnico del Comunale.
Dunque Emma Bovary, il più grande personaggio femminile della letteratura moderna, alla quale non basta una vita noiosa, un marito poco brillante e che è mossa da fuoco interiore che la consuma e brucia tutto quello che ha intorno a sé. “Domani ci sarà la fine del mondo e io voglio qualcosa per cui chiedere scusa”. Il peccato di Emma è la condanna della società borghese e delle sue regole scritte da maschi. Emma sacrifica il proprio corpo sull’altare di un a passione talmente incandescente da farle dimenticare di essere una madre e una moglie.
Emma Bovary, come Don Chisciotte, come Amleto, è una sapiente fabbricatrice di illusioni, e pare mossa, sempre, da una folle, a tratti esasperante, volontà di renderle concrete queste illusioni, di cucirsele addosso, indossarle senza curarsi delle evidenti sproporzioni che portano in dote, di farne splendidi fondali a uso e consumo della propria sbiadita esistenza. L’adattamento teatrale di Andrea Baracco esplora la possibilità che la parola scritta non riesca a cogliere che una minima parte della vita umana e, come avviene per la scrittura di Flaubert, utilizza una varietà di tecniche per mostrare come il linguaggio sia spesso un mezzo inadeguato per esprimere emozioni e idee.
Le semplici parole non possono esaurire perfettamente il loro significato, e quello che nel romanzo è affidato alla voce fuori campo viene in teatro sostituito dalle azioni fisiche all’interno di quadri e sequenze specifiche.
Info e biglietti: www.comunalegiuseppeverdi.it, 0434 247624, Fb
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