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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Riparte "Teatro di figura" con Peter Pan per i "Pomeriggi d'inverno" a Gorizia

Riparte Teatro di figura con Peter Pan per i Peter Pan e Capitan Uncino come metafora della vita.

Quel vivere in cui c'è sempre un orologio che ti insegue, ma anche un cuore che batte … E' questo il leit motiv di A proposito di Piter Pan (proprio con la i...)  la produzione di Unoteatro/Stilema liberamente ispirata alle visioni di James Matthew Barrie,  di e con Silvano Antonelli - con la partecipazione di Laura Righi – realizzata su musiche originali Ettore Cimpincio e Carlo Massarelli.

Uno spettacolo teatrale che non segue la storia originale di Peter Pan, ma ne è una divagazione: del libro utilizza solo alcune suggestioni: il desiderio di volare, la paura di diventare grande. In cartellone sabato 18 gennaio alle 16.30 al Kulturni Center Bratuz di Gorizia per la Stagione di Teatro di Figura 2013 – 2014 del CTA – Pomeriggi d'inverno 15^ edizione.

A proposito di Piter Pan ruota intorno al mondo che ci chiede di diventare grandi rinunciando, spesso, ai nostri sogni.  A teatro si può fare finta, ci si può circondare di piccole magie, magari di una fata che ci aiuti a pensare che i sogni e la vita possano stare insieme. «Ci sono dei libri che quando li leggi, quando te li leggono, è come se tutte le parole, le figure, i colori e anche il profumo della carta, uscissero dal libro e ti entrassero nella testa, nella pancia, nel cuore...». Con queste parole comincia “A proposito di Piter Pan”: sul palco, un attore con una finestra che diventa il tramite sul mondo, quel mondo che chiede a tutti di diventare grandi rinunciando, spesso, ai propri sogni.

Il cartellone di Pomeriggi d'inverno 2013/2014, come sempre curato dal CTA Gorizia, è diretto da Roberto Piaggio e Antonella Caruzzi, ed è promosso con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, della Provincia e del Comune di Gorizia, della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, del Credito Cooperativo Cassa Rurale ed Artigiana di Lucinico Farra e Capriva.

La biglietteria aprirà alle 16. Biglietti presso CTA, t. +39 0481 537280 www.ctagorizia.it  ctagorizia/facebook.com  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Pomeriggi d'inverno 2013 – 2014 trova inoltre il sostegno di Atf - associazione teatri di Figura/Agis, e la collaborazione del Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Gorizia, del Kulturni Center Bratuž di Gorizia, dell'Ert - Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia e dell'Associazione Puppet Fvg, oltre alla collaborazione di Biolab Misurafamiglia, Biomio e Natura

(In apertura una scena dello spettacolo)

Da Monfalcone "Il tormento e l'estasi di Steve Jobs" in tour regionale

Da Monfalcone

Monfalcone - La stagione di prosa del Teatro Comunale di Monfalcone propone, martedì 14 e mercoledì 15 gennaio alle ore 20.45, Il tormento e l’estasi di Steve Jobs del drammaturgo americano Mike Daisey, lucido ritratto, fra luci ed ombre, di Steve Jobs, vera e propria icona del XXI secolo.

Prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, lo spettacolo è tratto dal testo di Daisey “The Agony and Ecstasy of Steve Jobs” (la traduzione e l’adattamento sono di Enrico Luttmann) ed è affidato alla regia di Giampiero Solari, regista attento al contemporaneo e alla commistione dei linguaggi (alterna un’intensa attività teatrale a quella di autore e regista televisivo), conquistato dal progetto dello Stabile regionale di portare in Italia la pièce che ha costretto sia la Apple che l’autore a confronti e precisazioni. A Fulvio Falzarano, bravissimo e carismatico protagonista, il compito di dare corpo alle riflessioni e alle denunce di Daisey.

Convinto “seguace del culto di Mac”, Daisey ripercorre i traguardi della Apple e di Jobs, l’uomo il cui ingegno ha cambiato il mondo. Nessuno, nella nostra civiltà, è rimasto escluso dall’estetica e dagli agi della sua tecnologia. E la sua utopia è stata determinante nell’immaginario collettivo; basta pensare al celebre discorso agli allievi della Stanford University – “Siate affamati. Siate folli” – all’esortazione a non omologarsi, ad osare, che dal 2005 continua a rimbalzare sul web.

Come sempre accade per figure tanto straordinarie, anche quella di Jobs – e ancor più della sua Apple – presenta però dei lati oscuri e Mike Daisey li evidenzia in un testo dinamico e acutamente critico. Nella sua indagine, all’ammirazione per Jobs e le sue creazioni – “Steve è stato bravissimo, ci ha costretto ad aver bisogno di cose che non sospettavamo nemmeno di volere” – si intreccia il lato oscuro di questa straordinaria parabola: la Cina di Shenzen, che stride violentemente con l’immagine di libertà e purezza che Jobs ha legato ai suoi oggetti tecnologici.

Daisey si reca, infatti, in Cina e scopre che l’assemblaggio dei nostri preziosi computer avviene in fabbriche dove non esistono tutele e diritti, dove piccole mani di dodicenni puliscono i vetri degli iPhone con una sostanza tossica che provoca un invalidante tremore... 430.000 operai non sono altro che un “ingranaggio umano” destinato a produrre profitto.
Il regista e l’attore hanno lavorato proprio sull’equilibrio, non scontato, fra la condivisibile ammirazione per Jobs e la necessità di conoscerne anche i lati più discutibili. “Il teatro non giudica – sottolinea Solari – ma offre sulla realtà un diverso, importante punto di vista”.

Dopo le repliche monfalconesi, lo spettacolo fa tappa in altri tre teatri del circuito dell’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia: il 16 gennaio a Maniago, il 17 a Cividale del Friuli e il 18 gennaio a Colugna di Tavagnacco, per poi riprendere la tournée nazionale che toccherà anche Roma e Milano.

I biglietti sono in vendita presso la Biglietteria del Teatro (da lunedì a sabato, ore 17-19), l'agenzia Ticketpoint di Trieste, la Libreria Antonini di Gorizia, l'ERT di Udine e on line sul sito www.pointticket.it. La Biglietteria del Teatro (tel. 0481 494 664) accetta prenotazioni telefoniche per chi non risiede in provincia di Gorizia.

(In apertura Fulvio Falzarano)

La pordenonese Elena Sartor: Broadway, dal sogno alla realtà

 
Pordenone - Lavorare nei teatri di Broadway, a New York, per molti rimane un sogno. Lei, è riuscita a coronarlo.
 
Si tratta di Elena Sartor, 26 anni, di Pordenone. Dopo aver studiato in Italia, Elena, nel 2011 ha deciso di trasferirsi negli Stati Uniti, la patria dei grandi musical, e con sacrifici, costanza e caparbietà, è riuscita ad affermarsi nel ruolo di stage manager. "Quello che mi piace trasmettere - racconta la 26enne - è lo stimolo per i giovani ad uscire dall'Italia e studiare/lavorare all'estero. Non per fuggire, ma per arricchirsi, imparare, crescere".
 
"Sono convinta - aggtiunge Elena - che le esperienze all'estero siano fondamentali e aiutino a sviluppare una forte coscienza e conoscenza personale. E probabilmente conoscendo meglio noi stessi e le culture che ci circondano, torneremo nella madrepatria con nuovi obiettivi e spirito rinnovato".
 
Elena ci racconta di aver deciso di trasferirsi negli Stati Uniti nel 2010, "quando ho seguito una MasterClass annuale in Musical Theatre organizzata dalla Stage Entertainment Srl a Milano e subito dopo ho deciso di seguire Mary Setrakian e partire per scoprire nuovi mondi, destinazione: New York".
 
Per lei ora si stanno aprendo grandi prospettive di successo data la richiesta di assunzione da parte di diverse compagnie e associazioni, fra cui Regina Opera Company e Red Monkey Theatre Group. Elena è simbolo di speranza per molti giovani che in Italia si sentono demotivati e demoralizzati.
 
"Naturalmente c’è un investimento iniziale da fare, emozionale oltre che economico - sottolinea  Elena -, ma una volta ’in ballo’ non ci si deve far abbattere da niente e nessuno, prendere gli ostacoli di petto, gli sbagli come lezioni di vita e, con umiltà e determinatezza, si possono raggiungere davvero i propri obiettivi! L’esperienza che mi ha dato New York è inspiegabile, mi ha circondato così tanto di energia da farmi sperare che questo sia solo l’inizio e che si apriranno nuove entusiasmanti prospettive. Mi auguro che persone come me, che hanno respirato arie straniere e vissuto esperienze all’estero, abbiano la volontà e il talento di riscoprire l’Italia e di farla rivalutare in tutto il mondo per la sua bellezza culturale, artistica, paesaggistica, culinaria".
 
Intanto, nel teatro "Off Broadway" a New York Elena Sartor, si è nuovamente affermata come Stage Manager del musical "The Pajama Game". Classico della storia musicale americana, The Pajama Game è stato messo in scena per la prima volta nel 1954 e racconta la storia di Babe e Sid, rispettivamente la rappresentante della commissione interna per le lamentele del personale e il sovrintendente.
 
Un'ultima cosa, Elena, a New York, qual è il tuo posto preferito? "Mi affascina molto sedermi sulla prima panchina della Brooklyn Heights Promenade, sulla riva dell’East River, dopo aver attraversato il ponte di Brooklyn e godermi lo spettacolo dello skyline di Manhattan. Mi piace, inoltre, mangiarmi un bell’hamburger di Shake Shack e bazzicare nel verde ed artistico Madison Square Park, a pochi blocchi da casa mia".
 

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