Da Monfalcone "Il tormento e l'estasi di Steve Jobs" in tour regionale
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- Categoria: Teatro
- Pubblicato Lunedì, 13 Gennaio 2014 18:26
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Monfalcone - La stagione di prosa del Teatro Comunale di Monfalcone propone, martedì 14 e mercoledì 15 gennaio alle ore 20.45, Il tormento e l’estasi di Steve Jobs del drammaturgo americano Mike Daisey, lucido ritratto, fra luci ed ombre, di Steve Jobs, vera e propria icona del XXI secolo.
Prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, lo spettacolo è tratto dal testo di Daisey “The Agony and Ecstasy of Steve Jobs” (la traduzione e l’adattamento sono di Enrico Luttmann) ed è affidato alla regia di Giampiero Solari, regista attento al contemporaneo e alla commistione dei linguaggi (alterna un’intensa attività teatrale a quella di autore e regista televisivo), conquistato dal progetto dello Stabile regionale di portare in Italia la pièce che ha costretto sia la Apple che l’autore a confronti e precisazioni. A Fulvio Falzarano, bravissimo e carismatico protagonista, il compito di dare corpo alle riflessioni e alle denunce di Daisey.
Convinto “seguace del culto di Mac”, Daisey ripercorre i traguardi della Apple e di Jobs, l’uomo il cui ingegno ha cambiato il mondo. Nessuno, nella nostra civiltà, è rimasto escluso dall’estetica e dagli agi della sua tecnologia. E la sua utopia è stata determinante nell’immaginario collettivo; basta pensare al celebre discorso agli allievi della Stanford University – “Siate affamati. Siate folli” – all’esortazione a non omologarsi, ad osare, che dal 2005 continua a rimbalzare sul web.
Come sempre accade per figure tanto straordinarie, anche quella di Jobs – e ancor più della sua Apple – presenta però dei lati oscuri e Mike Daisey li evidenzia in un testo dinamico e acutamente critico. Nella sua indagine, all’ammirazione per Jobs e le sue creazioni – “Steve è stato bravissimo, ci ha costretto ad aver bisogno di cose che non sospettavamo nemmeno di volere” – si intreccia il lato oscuro di questa straordinaria parabola: la Cina di Shenzen, che stride violentemente con l’immagine di libertà e purezza che Jobs ha legato ai suoi oggetti tecnologici.
Daisey si reca, infatti, in Cina e scopre che l’assemblaggio dei nostri preziosi computer avviene in fabbriche dove non esistono tutele e diritti, dove piccole mani di dodicenni puliscono i vetri degli iPhone con una sostanza tossica che provoca un invalidante tremore... 430.000 operai non sono altro che un “ingranaggio umano” destinato a produrre profitto.
Il regista e l’attore hanno lavorato proprio sull’equilibrio, non scontato, fra la condivisibile ammirazione per Jobs e la necessità di conoscerne anche i lati più discutibili. “Il teatro non giudica – sottolinea Solari – ma offre sulla realtà un diverso, importante punto di vista”.
Dopo le repliche monfalconesi, lo spettacolo fa tappa in altri tre teatri del circuito dell’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia: il 16 gennaio a Maniago, il 17 a Cividale del Friuli e il 18 gennaio a Colugna di Tavagnacco, per poi riprendere la tournée nazionale che toccherà anche Roma e Milano.
I biglietti sono in vendita presso la Biglietteria del Teatro (da lunedì a sabato, ore 17-19), l'agenzia Ticketpoint di Trieste, la Libreria Antonini di Gorizia, l'ERT di Udine e on line sul sito www.pointticket.it. La Biglietteria del Teatro (tel. 0481 494 664) accetta prenotazioni telefoniche per chi non risiede in provincia di Gorizia.
(In apertura Fulvio Falzarano)