Con “Horror Vacui” Liberarti stigmatizza la paura del vuoto.
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- Pubblicato Lunedì, 21 Luglio 2014 15:26
- Scritto da serenella dorigo
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Trieste – Torna in pista la galleria d’arte Liberarti di Trieste, con un’esposizione “Horror Vacui”, di nuovi artisti come Elena Nieves di Buenos Aires con un disegno, Turi Avola di Roma sezione fotografia e María Sánchez Puyade di Mar del Plata, con writing, sabato 26 luglio dalle ore 20.
La mostra resterà aperta fino al 1 ottobre.
A due anni dall'apertura dell'emporio Liberarti, quando diventa sempre più difficile portare avanti un progetto artistico culturale, e quindi, avendo capito tutto il senso e l'attualità del verbo “resistere” e dell'importanza della resistenza in questo Paese, oggi più che mai appare importante pensare al vuoto, alla paura del vuoto e al ruolo dell'arte per pensare l'assenza: l'horror vacui.
Due saranno gli artisti che rappresenteranno il vuoto: Elena Nieves, con i sui suggestivi disegni ad inchiostro nero su fondo bianco, un paesaggio invece che essere piatto si riempie di profondità grazie all'utilizzo di strati, interstizi e spazi vuoti che delineano un paesaggio, dando rilevanza al “terreno” come uno dei luoghi dell'anima. Con tanto di luce e di ombre che ci fanno viaggiare nella tradizione delle stampe orientali, Turi Avola, con le sue sei fotografie che indagano sul corpo femminile, una presenza su un fondo oscuro che sembra farsi luce tra le tenebre.
Infine i Writing di María Sánchez Puyade con le sue parole ci guidano nel percorso del vuoto che illumina e da senso “Ho paura che un giorno tutta questa bellezza un giorno scompaia. Ho cercato di arrestare questa paura. Il vuoto è mancanza di senso, o forse, il senso letterale e finale. Comunque, ho cercato di riempirlo. […] .Devo lasciare un segno e quindi scrivo. Mi viene naturale. Scrivere e levigare. Vorrei scrivere un libro con una penna rotta, in sotto rilievo. Una scrittura invisibile. La scrittura ha anche un valore estetico. Vorrei tornare bambina e che qualcuno mi legga come se stesse soffiando una margherita. Il vuoto è a volte anche mancanza di bellezza. Più che il vuoto, si tratta della mancanza di presenza. Il deserto di persone. La mancanza di spettatori. Ecco. Se c'è qualcuno a guardare, scompare la paura del vuoto. Se c'è qualcuno che legge, la pagina se riempie.
Assieme a tutti gli altri artisti, Elena e Turi ci aiutano a pensare il vuoto attraverso due delle estetiche che più ne rendono conto: quella minimalista, che nell'equilibrio del nulla trova la ricchezza dei significati, e quella barocca che, al contrario, riempie esuberante lo spazio per colmare ogni lacuna altrimenti percepita come mancanza di senso.
Due modi di vivere, e di considerare il vuoto, che ci spingono a vincerne un po' la paura.
Artisti permanenti a Liberarti:Daniel Herce, Bea Fresno, Frederik Jan Van den Berg, Ana Cevallos, Bojana Atljia, Ivana Ivković, Bojana Nikodijević, Irina Werning, Daria Endresen, Pablo Gazal, Sarah Saudek, Marco Rea, Marco Bevilacqua, Giulio Rigoni, Hadeel Azeez.
Per scoprire di più visita il sito www.emporioliberarti.it
Sede: Piazza Barbacan 1/a Trieste.
A Campone la mostra "Forma e colore" curata da Franca Benvenuti
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- Pubblicato Venerdì, 18 Luglio 2014 15:39
- Scritto da redazione@ilfriuliveneziagiulia.it
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“Prints & Lightboxes” personale di Adriano Gon alla galleria La Fortezza di Gradisca
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- Pubblicato Giovedì, 17 Luglio 2014 10:53
- Scritto da Cristina Degrassi
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Gorizia - Il 5 luglio 2014 alla Galleria “La Fortezza” di Gradisca si è inaugurata la personale di Adriano Gon, artista multimediale di respiro internazionale.
Il titolo della mostra, “(PRINTS)* & LIGHTBOXES”, rimanda alle due principali tipologie di opere esposte da Gon.
La serie di grandi serigrafie dedicate alle macchine presentano qualcosa che solitamente è dato per scontato, le macchine appunto, in una veste nuova, artistica, da contemplare nella loro bellezza “Come si faceva una volta con i disegni dei progettisti ai cantieri di Monfalcone” ci dice proprio l'artista che ci riceve alla galleria.
Un'altra installazione che l'artista ha denominato Lightboxes presenta sette scatole luminose raggruppate sotto il titolo di “You are here” la didascalia che solitamente troviamo nelle metropolitane sulle cartine esplicative, e che infatti ci spiegano dove siamo.
In questo caso l'artista lavorando con china e cera graffiata ed infilando il tutto in una cornice di vetro con led sottostante, si fa, e ci fa, la stessa domanda moltiplicata per il pubblico che osserva i tratti delle sue opere, opere che si ammirano diversamente con/senza l'ausilio del led sottostante, e cioè: "Tu sei qui...ma chi sei tu? Cos'hai dentro?"
Nella terza parte della mostra una decina di pannelli lignei, denominata “I diari dell'Artista”, quasi una sorta di ritorno all'origine, con giochi di contrasti tra macchie e silhouette appena abbozzate, sempre di parti meccaniche, ci ripropongono Gon in qualità di “wall-writer”, che ferma con mano intensa l'ineffabile sensazione dell'attimo in cui ogni momento che ci è capitato di vivere diventa fisso ed irripetibile.
Un viaggio nell'intimo quello di Gon che attraverso la “macchina” in quanto oggetto inanimato, per contrasto e paradosso, ricerca l'anima e la inserisce lì dove ci si aspetta che non ci sia.
Visitabile sino al 27 luglio in Via Ciotti, 25 presso la galleria “La Fortezza” di Gradisca D’Isonzo con i seguenti orari: Giovedì –Venerdì – Sabato dalle 19 alle 21- Domenica dalle 10 alle 23.
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