Cultura
Hit Business Center Nova Gorica, la mostra di Ljubo Radovac
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Giovedì, 05 Luglio 2012 13:09
- Scritto da Maurizio Pertegato
NOVA GORICA - Giovedì 5 luglio presso la galleria d’arte Paviljon dell’Hit Business Center di Nova Gorica, verrà
inaugurata la mostra “Viaggi nella terza dimensione” di Ljubo Radovac. La personale dell’artista
sloveno è un vero è proprio tuffo nel mondo della tridimensionalità, visibile gratuitamente fino al
30 settembre dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00 e il sabato dalle 10.00 alle 14.00.
Anche nel 2012 la galleria d’arte Paviljon dell’Hit Business Center di Nova Gorica continua a
promuovere l’arte slovena, istriana e giuliana, organizzando mostre che permettono a tutti i visitatori di
scoprire il patrimonio artistico degli artisti locali.
Da giovedì 5 luglio la galleria ospiterà “Viaggi nella terza dimensione”, la personale di Ljubo
Radovac, artista sloveno nato a Celje che dopo aver frequentato la School of Modern photography in
Canada ed essersi in seguito laureato all’Accademia delle Belle Arti a Venezia, torna nella sua terra, più
precisamente a Capodistria, dove oggi vive e lavora.
La mostra, sarà presentata a partire dalle ore 20.00 dal critico d’arte Nives Marvin, la quale commenta: “I
suoi stereogrammi rappresentano la simbiosi tra tradizione e moderno creando risultati estremamente
innovativi”. Le opere di Radovec sono delle vere e proprie immagini piane bidimensionali che provocano
l’illusione di profondità; l’artista stesso le definisce come “illusioni ottiche degli spazi la cui visione, oltre ad
essere un ottimo esercizio per gli occhi e per la concentrazione, ha un effetto meditativo e di ricerca
personale”. I principali soggetti dei suoi lavori sono i paesaggi tra cui spiccano le rappresentazioni di
saline, ambienti tipici dell’Istria slovena legati alle origini dell’artista. La mostra è visitabile, con ingresso
gratuito, dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00 e il sabato dalle 10.00 alle 14.00 - fino al 30
settembre 2012.
La magia del raku è in mostra ad Udine da sabato 23 giugno
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- Pubblicato Mercoledì, 20 Giugno 2012 12:22
- Scritto da Fabiana Dallavalle
Ritorna l’esposizione delle ceramiche raku, sabato 23 e domenica 24 giugno, presso il Ristorante "Al Melograno" in via Cividale a Udine. Dopo la presentazione del laboratorio sperimentale alle ore 11.30, il taglio del nastro alla presenza di Vittorio Zanon, direttore della rivista “La Panarie”
La mostra di ceramica raku espone le opere degli artigiani Luciano Beltramini, Naka Nicola Tumiz, Carla Moro, Annamaria Perco, Carla Supino, Lorena Colombaro, Romina Sassara, Laura Masetti, Eleonora Piazza, Margery Kronegold.
Un progetto che coinvolge maestri artigiani capaci di creare oggetti bellissimi frutto della conoscenza della tecnica millenaria del raku. Tra i gli oggetti esposti opere ispirate all’autunno ed i suoi colori ed al mare con le sue ineguagliabili suggestioni.
Nata per mano di Chojiro, ceramista giapponese vissuto nel 1500, la ceramika raku, è da sempre legata alla produzione di ciotole per la cerimonia del tè. E' infatti per Sen Rickyu, maestro dello cha-no-yu, che Chojiro iniziò ad utilizzare la tecnica che poi verrà chiamata "Raku". Da allora in poi Raku è diventato anche il cognome della famiglia di ceramisti discendenti di Chojiro che da 15 generazioni porta avanti la tradizione del Raku in Giappone. Nel Raku Giapponese il biscotto viene sottoposto ad una seconda cottura che serve a vetrificare il rivestimento. Il pezzo, una volta raggiunta la temperatura di fusione dello smalto, viene estratto dal forno e lasciato raffreddare rapidamente all'aria aperta. Nella tecnica tradizionale nulla è lasciato al caso, l'artista segue una precisa sequenza di operazioni che acquistano un carattere quasi rituale. la ciotola è sempre eseguita a mano, senza l'ausilio di particolari strumenti: in questo modo le mani possono esprimersi liberamente trasmettendo all'argilla la sensibilità dell'artista.
Con la diffusione del metodo Raku nel mondo occidentale il vincolo con la cerimonia del tè si è perso e la tecnica ha subito profonde trasformazioni. L'introduzione di varianti personalizzate, la sperimentazione libera e continua, hanno fatto di questa tecnica ceramica un'importante mezzo di espressione artistica, anche se per le stesse ragioni lo stesso termine "Raku" ha perso a poco a poco il contatto con la sua origine.
“L'innovazione più importante, spiega Luciano Beltramini, rispetto alla tecnica tradizionale è quella che prevede una post cottura riducente anzi che ossidante: il pezzo cioè, una volta estratto dal forno viene inserito in un recipiente contenente foglie, paglia, segatura o altro materiale infiammabile. Tale operazione innesca una combustione che viene subito soffocata dal ceramista artigiano, generando un'atmosfera riducente che avvolge il pezzo.
Questo processo determina, in combinazione con gli ossidi dello smalto particolari effetti e sfumature, spesso unici e casuali ed ogni esperto ceramista saprà ripetere di volta in volta la sequenza ed i tempi necessari ad ottenere un determinato effetto”.
La mostra, è visitabile gratuitamente con orario continuato dalle ore 10.00 alle 21.30.
Giovani mosaicisti in mostra a Villa Manin di Passariano
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- Pubblicato Giovedì, 14 Giugno 2012 17:24
- Scritto da Tiziana Melloni
Dopo aver aperto al pubblico in maggio una mostra celebrativa dei 90 anni di storia dell’istituto di Spilimbergo, un secondo appuntamento espositivo – che trova spazio nell’esedra di Levante a Villa Manin di Passariano - presenta la Scuola Mosaicisti del Friuli in modo nuovo, documentando l’esperienza artistica maturata dagli allievi dopo il loro percorso formativo.
Essi dimostrano autonomia e creatività, capacità di scelte e proposte musive che manifestano tutta l’energia e l’attualità che esiste oggi nell’arte del mosaico.
La mostra, che raccoglie le più significative opere di 44 artisti, viene inaugurata sabato 16 giugno alle 18 alla presenza del commissario straordinario di Villa Manin Enzo Cainero, dell’assessore regionale alla Cultura Elio De Anna e del presidente della scuola Mosaicisti del Friuli Alido Gerussi. L’esposizione è aperta al pubblico da domenica 17 giugno fino a domenica 22 luglio.
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