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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

Pordenone celebra Italo Zannier con una mostra

Pordenone celebra Italo Zannier con una mostra

Pordenone celebra Italo Zannier, il grande storico e critico della fotografia, a sua volta fotografo, di origini spilimberghesi, che festeggia il suo ottantesimo compleanno. In questa occasione viene proposta una mostra, promossa e organizzata dall’'Assessorato alla Cultura del Comune di Pordenone, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e della Provincia di Pordenone, unitamente al sostegno della Banca di Credito Cooperativo Pordenonese. –

L'esposizione si inaugura sabato 26 maggio alle 18, presenti i curatori Italo Zannier e Denis Curti, negli Spazi Espositivi di via Bertossi, polo di PArCo dedicato alla fotografia al design e al fumetto. L’'esposizione “"Italo Zannier. La sfida della Fotografia. Un inedito racconto per immagini"” è strutturata come un percorso didattico per comprendere gli sviluppi e l'evoluzione della fotografia.

Italo Zannier


In mostra ci saranno oltre trecento preziose fotografie e una cinquantina d’importanti volumi provenienti dalla nuova collezione di Italo Zannier, punto di riferimento sia a livello nazionale che internazionale, che attraversano l’evoluzione tecnologica, espressiva e culturale della fotografia dalle sue origini (1839) ai giorni nostri.

I 90 anni della Scuola mosaicisti del Friuli in mostra a Villa Manin

I 90 anni della Scuola mosaicisti del Friuli in mostra a Villa Manin

Novant’anni di vita di una scuola che, nel tempo, ha formato non solo artigiani mosaicisti ma anche veri e propri artisti. L’intero percorso compiuto dall’Istituto dal 1922 ai giorni nostri viene presentato a Villa Manin negli spazi dell’Esedra di Levante, dove fino al 22 luglio sarà possibile visitare una mostra unica nel suo genere. La particolarità è data dal fatto che ai visitatori vengono date diverse chiavi di lettura dell’attività svolta in quasi un secolo di vita, ma soprattutto verranno esposti in alcuni casi degli oggetti mai messi in mostra sino ad oggi.

Il taglio del nastro della mostra dal titolo “Scuola mosaicisti del Friuli, 1922-2012” è avvenuto venerdì 18 maggio a Passariano alla presenza del Commissario straordinario del centro culturale Enzo Cainero, dell’assessore regionale alla Cultura Elio De Anna e del presidente dell’Istituto spilimberghese Alido Gerussi ed il sindaco della Città del Mosaico Renzo Francesconi.

L’iniziativa vuole essere un omaggio al lungo percorso e all’attuale sviluppo che, oltre ad aver formato migliaia di mosaicisti, si è fatto conoscere in tutto il mondo per la qualità delle sue opere eseguite. Una storia, quella della Scuola Mosaicisti del Friuli, che appartiene all’intera collettività regionale che viene quindi celebrata con questa mostra.

Due i filoni in cui si articola la mostra. Il primo (visibile già dal 18 maggio) è quello storico-documentale sulla nascita e l’evoluzione dell’istituto dal 1922 ad oggi attraverso le opere realizzate in quasi un secolo di vita.

Nata nel primo dopoguerra per valorizzare la tradizione del mosaico della Pedemontana Friulana e per rinforzare il labile tessuto socioculturale del momento, la Scuola Mosaicisti del Friuli ha impostato fin dalle origini un programma che affinasse la tecnica musiva e prevedesse aperture artistiche e culturali. Foto storiche, documenti e cartoni d’archivio, inediti e originali campioni musivi di varie epoche - per la prima volta presentati in un’esposizione -  rappresentano alcuni dei momenti più significativi della vita della Scuola di Spilimbergo.

Attraverso una nutrita sequenza di immagini e di campioni originari delle grandi opere, la mostra documenta i progetti e i mosaici realizzati in tutto il mondo: si va dalla pavimentazione del Foro Italico di Roma, ai grandi cicli musivi religiosi come quello del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Ma ci sono anche opere di arredo, come i pavimentali del Kawakiu Hotel in Giappone oppure la Saetta Iridescente posizionata all’interno della metropolitana, alla fermata di Ground Zero a New York. A questi si associa il recente ciclo musivo “Laguna e cielo” realizzato per la Volksbank di Graz.

Il secondo spazio, invece, sarà visitabile dal 16 giugno al 22 luglio. Nell’Esedra di Levante la Scuola Mosaicisti del Friuli si presenta al pubblico in modo nuovo, documentando l’esperienza artistica maturata dagli allievi dopo la scuola. Gli artisti, giovani e meno giovani, sono stati invitati a presentare le loro opere originali, le loro ideazioni e realizzazioni personali, documentando il fermento e le potenzialità del mosaico contemporaneo.  Sono gli artisti del mosaico attuale, alcuni già con esperienze espositive in mostre o in gallerie dedicate all’arte contemporanea.

I loro lavori vengono raccolti e presentati in un catalogo ad hoc, orgogliosamente dedicato a loro dalla Scuola Mosaicisti del Friuli che li ha formati, li ha accompagnati e li accompagna nella realizzazione di sogni e aspirazioni. Un secondo catalogo inoltre è stato realizzato per documentare i novant’anni di storia dell’istituto spilimberghese.

Villa Manin, Barchessa di Levante, 18 maggio - 22 luglio 2012
Orari di apertura:
da martedì a venerdì: ore 13.00 - 18.00
sabato e domenica: ore 10.00 - 18.00
lunedì: chiuso

A Villa Manin mostra speciale per il 90° della Scuola Mosaicisti di Spilimbergo

A Villa Manin mostra speciale per il 90° della Scuola Mosaicisti di Spilimbergo

Giovedì 17 maggio alle 18 a Villa Manin si tiene la cerimonia di inaugurazione della mostra dedicata ai 90 anni della Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo. L’esposizione, che resterà aperta fino al 22 luglio, è stata allestita nella Barchessa di Levante e si snoda attraverso due percorsi: il primo è quello storico-documentale sulla nascita e l’evoluzione dell’istituto dal 1922 ad oggi attraverso le opere realizzate in quasi un secolo. Il secondo, invece, ripercorre l’esperienza della scuola sia nelle opere degli studenti durante i tre anni di frequenza delle lezioni sia nell’attività degli ex allievi ora diventati artisti.

Il taglio del nastro della mostra avviene alla presenza dell’assessore regionale alla Cultura Elio De Anna, del commissario straordinario di Villa Manin Enzo Cainero nonché del presidente della Scuola Mosaicisti del Friuli Alido Gerussi.

Nata nel 1922, la Scuola Mosaicisti si pone come obiettivo l’impegno didattico, il sodalizio tra tradizione e rinnovamento, tra realtà produttiva e realtà culturale. Nella luminosità dei laboratori di mosaico e di terrazzo, martelline, ceppi e taglioli ancora oggi scandiscono il tempo di un lavoro di lontana memoria (quello del mosaicista e quello del terrazziere).

I pionieri del mosaico moderno, i mosaicisti di Sequals del secolo scorso, sono stati capaci di allacciare relazioni con pittori e architetti per lavori di grandi dimensioni: dalla decorazione della Library of Congress di Washington a quella dell’Opéra di Parigi.

Con queste premesse, nella sua tipologia didattica e produttiva, la Scuola realizza importanti e grandiosi interventi musivi di richiamo internazionale, passando attraverso lo studio e l’applicazione del mosaico romano, bizantino e moderno.

Tra le moltissime opere ricordiamo la decorazione parietale e pavimentale di diecimila metri quadrati di mosaici al Foro Italico di Roma su bozzetti di Giulio Rosso, Angelo Canevari, Achille Capizzano e Gino Severini. Nel secondo dopoguerra, esecuzioni di così grande respiro vengono realizzate dalla Scuola nei mosaici del Santo Sepolcro a Gerusalemme: l’intervento, su cartoni dell’agiografo greco Blasios Tsotsonis, è pensato nel rispetto dei canoni bizantini.

Consolidatosi, nel corso degli anni, un buon rapporto con la committenza, la Scuola oggi cerca soprattutto di non dimenticare la sua stessa ragione di essere e valorizza il mosaico come fatto culturale oltre che tecnico: lo studio, la ricerca, la sperimentazione, l’utilizzo delle più innovative tecnologie sono segni di apertura e di crescita. La Scuola, oggi, si confronta con artisti di grande spessore: Basaglia, Celiberti, Ciussi, Dorazio, Finzi, Licata, Pizzinato, Zigaina, solo per citarne alcuni.

La scuola è già stata in mostra a Villa Manin di Passariano nell’estate 2000.

 

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