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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

Il manoscritto “Un Voyage à Résia”: una nuova pietra miliare dell’etnomusicologia

Il manoscritto “Un Voyage à Résia”: una nuova pietra miliare dell’etnomusicologia

Udine – Il volume “Un Voyage à Résia” Il manoscritto di Ella Adaïewsky del 1883 e la nascita dell’etnomusicologia in Europa, appena pubblicato dalla prestigiosa casa editrice lucchese L.I.M. verrà presentato giovedì 20 dicembre alle ore 17 nel Salone di Palazzo Belgrado a Udine all’interno di Highlights 2002/2012, la manifestazione che celebra il decennale dell’Associazione Musicale Sergio Gaggia di Cividale del Friuli presieduta dal maestro Andrea Rucli.

La pubblicazione del manoscritto Adaïewsky, con il testo originale francese e la traduzione italiana, era un evento molto atteso dopo che Elsa Geiger, figlia di Benno Geiger, nipote prediletto di Ella, aveva ritrovato e regalato nel settembre 2009 al prof. Principe – già attento depositario del percorso esistenziale e letterario di Benno, indissolubilmente legato a quello della zia –, il corposo volume manoscritto in cui la compositrice, pianista e musicologa russa aveva annotato in modo scientifico testi e musiche di canti e danze della minoranza etnica della Val Resia. Risultato della sua passione e dei suoi studi sulla musica popolare, il manoscritto Un voyage à Résia era verosimilmente la bozza per una pubblicazione (mai avvenuta) specifica sui suoi viaggi in Val Resia. In esso si trovano le sue trascrizioni dei canti e dei pezzi strumentali, tutta la sua ardita teoria armonica e ritmica, le sue ipotesi sulle possibili derivazioni della tradizione resiana, non ultima una filiazione carsica e dal canto greco antico. Il tutto con numerose descrizioni liriche ”in diretta” del magico mondo della valle di 130 anni fa.

La Val Resia è stata da sempre considerata in Friuli un’isola linguistica di estremo interesse e con tradizioni musico-coreutiche assolutamente peculiari, una perla da conservare e tramandare con tutto l'impegno possibile. La conoscenza dei canti, delledanze, dei costumi e delle tradizioni resine del XIX secolo risulta pertantofondamentale per lo studio e la comparazione con l’attuale folclore musicale resiano.Non a caso il recupero dell’opera congiunge, nei saluti del libro, Regione, Provincia, Comunità Montana, Comune di Resia e Associazioni culturali resiane.

Il volume si annuncia però soprattutto come una autentica nuova pietra miliare nel campo dell’etnomusicologia. Come sottolinea Guido Zaccagnini nel suo saggio introduttivo, è importante apprezzarne “lo stupefacente dato pionieristico” (la nascita dell’etnomusicologia è convenzionalmente fissata al 1884, un anno dopo le prime esplorazioni della Adaïewski), ma sono specialmente “l’attendibilità, la quantità e la valenza dei materiali documentari contenuti nelle pagine di questo libro” a valere alla studiosa “quel definitivo riconoscimento di cui le storie della musica e dell’etnomusicologia le sono ancora debitrici”.

Alcune note: Adaïewski nasce a San Pietroburgo nel 1846, Ella von Shultz Adaïewsky visse a Venezia per 25 anni, a cavallo tra XIX e XX secolo, e trascorse a Tarcento circa venti estati. In Friuli ebbe modo di incontrare il gotha dell’intellighenzia locale – personalità quali Carlo Podrecca, Giuseppina Antonini Perusini, Olga Craigher in Gabrici, Giovanni Marinelli, il professor Chiarini – insieme ad altre personalità della cultura italiana ed europea, fra cui il linguista polacco Jan Baudouin de Courtenay, che vi soggiornavano. Come i recenti studi dell’Associazione Gaggia hanno ampiamente messo in luce, Adaïewsky fu una donna davvero straordinaria. Principe la presenta “musicista di altissima classe, pianista capace di percorrere con sicurezza da dominatrice il lascito strumentale più arduo, compositrice di rara cultura e di signorile versatilità, e infine musicologa ed etnomusicologa probabilmente unica nel suo genere in tutta la storia d’Europa.”Agamennone ne sottolinea la “personalità singolare e precorritrice, nell’Europa della belle époque”, definendola addirittura una “europeista” ante litteram, “consapevole che l’Europa stessa non finisce sul limes danubiano, né, tanto meno, su quello renano, ma si estende ad abbracciare popolazioni, lingue e culture, che ancora oggi appaiono relegate ai margini di un lento, deludente e faticosissimo processo comunitario…”.

Con questo sforzo editoriale l'Associazione Gaggia corona un settennale impegno di ricerca, approfondimento e riproposta di musiche e scritti di Ella Adaïewsky: un lavoro paziente e capillare, apprezzato e offerto più volte nei suoi stadi di avanzamento da Radio 3 Suite, sulla terza rete radiofonica Rai, e dai massimi organi della stampa specializzata.

Saranno presenti il presidente della Provincia Pietro Fontanini, l’assessore Elena Lizzi e il sindaco di Resia Sergio Chinese. Interverranno Febo Guizzi, ordinario di Etnomusicologia all’Università di Torino, il prof. Giuseppe Frappa e Umberto Berti, che hanno collaborato alla realizzazione del libro. Fra gli altri massimi specialisti del settore che hanno contribuito con saggi introduttivi o critici vi sono Quirino Principe, Maurizio Agamennone, Liliana Spinozzi Monai.

 

L'editore Giovanni Santarossa della Biblioteca dell'Immagine presenta il progetto "Il Friuli, la nostra casa"

L'editore Giovanni Santarossa della Biblioteca dell'Immagine presenta il progetto

Udine - Un’opera monumentale, il disvelamento dell’antica geografia della Piccola Patria cosí come la delinearono e definirono per la prima volta i topografi francesi al servizio di Napoleone Bonaparte. Le tracce della storia in 530 mappe, paese per paese, borgo per borgo.

È il contenuto de “Il Friuli, la nostra casa”, un’antologia illustrata che l’editore Giovanni Santarossa ha dato alle stampe e che presenta mercoledí 19 dicembre, alle 17, nel palazzo della Provincia di Udine, ente che ha contribuito al progetto insieme con la Filologica friulana, la Fondazione Crup, Il comitato regionale dell’Unione delle Pro loco, Livenza viaggi e Gls.

Il volume è firmato da Roberta Corbellini e Giuseppe Bariviera. Ecco come Giovanni Santarossa descrive l’immane lavoro affidato agli storici: "L’archivio di Stato di Udine conserva, con cura, parte importante dei documenti della Storia del Friuli. Conserva anche un lavoro impressionante e incredibile compiuto da pochi uomini agli inizi dell’Ottocento. Uomini che a piedi e a cavallo, sotto la pioggia e il sole, cucinati dal caldo o congelati dal freddo hanno percorso metro per metro la nostra terra. Su ordine di Napoleone hanno mappato e poi disegnato campi e case,chiese e strade,ruscelli e fiumi, orti e giardini, viottoli e boschi".

"Usando colori dai rossi ai verdi,dai celesti ai gialli hanno "fotografato" dall’alto piccoli borghi e grandi città. In pochi anni, dal 1810 al 1821, questi uomini hanno compiuto un vero e proprio miracolo. Lavoro utile a Napoleone per conoscere il territorio e dispiegare l’esercito, utile per conoscere le proprietà e tassarle e utile per i grandi lavori da farsi quali strade, argini e altro ancora".

"Da questo lavoro ripreso dagli Austriaci nasce il moderno catasto. Ma a noi interessa entrare con tutti i sensi dentro le mappe. Gli occhi corrono subito a vedere quella mappa che racconta ogni nostra singola storia. Dentro la mappa la storia piccola o grande della propria famiglia. Ecco la casa lasciata in eredità,ecco il campo, ecco la Chiesa dove ci siamo sposati. Ecco quella piccola strada che porta fuori dal borgo e ci porta in campagna e allora pare uscire dalla mappa l'odore della terra e quel ricordo di lucciole cosí care a Pasolini".

"Ma non basta, perché il volume ci consente di capire che cosa abbiamo fatto e come abbiamo trasformato la nostra terra e quanti peccati sono stati perpetrati. Dove abbiamo violato la terra e dove invece, per nostra fortuna, l’abbiamo rispettata".

"Pagina dopo pagina troviamo borghi e paesi mantenuti nel loro antico splendore ma anche borghi e paesi dove abbiamo agito in maniera insensata. Possiamo vedere se i fiumi li abbiamo modificati e come siamo intervenuti nei centri storici".

"Da Adegliacco a Zugliano sono presenti i 254 Comuni censuari del periodo napoleonico. Tra questi piccoli insediamenti dimenticati oramai da tutti che riprendono a vivere la loro piccola storia nella grande storia".

"Continuare a scrivere può togliere il gusto di andare in libreria a sfogliarlo, a noi pare una bella impresa averlo fatto e consigliarvelo e consigliarlo anche ai nuovi o vecchi amministratori che presi dalla voglia di fare e strafare considerano i centri storici modelli sui quali giocare. Provate a vedere tutte le mappe di Udine per rendervi conto di quanta raffinata intelligenza esisteva. Ritornare alla cura della nostra terra può, forse, costituire la vera modernità".

“La fiaba nera del Carso” alla Minerva

“La fiaba nera del Carso” alla Minerva

Trieste – Un nuovo libro edito da Mgs press, “La fiaba nera del Carso” di Lucio Fabi, verrà presentato giovedì 13 dicembre con inizio alle ore 18, alla Libreria Minerva dal regista e scrittore Lino Marrazzo

Il libro: Estate 1616. Nell’attacco all’austriaco Forte Stella – vicino a San Martino del Carso – un giovane ufficiale veneziano viene decapitato dai difensori del forte e la sua testa mozzata viene issata su una picca ed esposta per dileggio. Da questo episodio, ricordato nelle memorie storiche, si dipana la storia nera di un teschio maledetto ricercato nei paraggi del carsico monte San Michele da più generazioni di un’unica complicata famiglia: dalle battaglie tra Veneziani e Arciducali agli assalti italiani alle trincee austriache del 1916 in cui si incontra la figura di un poeta speciale in cui è facile riconoscere Giuseppe Ungaretti, passando per la bonifica dei tanti cimiteri di guerra carsici degli anni Venti e Trenta fino all’edificazione – nel 1938 – del grande Sacrario di Redipuglia, per arrivare ai giorni nostri – anzi nel prossimo 2016 – con l’ultimo “ricercatore” che, suo malgrado, si troverà a gestire l’inatteso epilogo, con contorno di sottrazioni, sotterfugi e splatter finale.

L'autore è Lucio Fabi, storico e consulente museale. Ha pubblicato numerosi volumi sulla Grande guerra, tra cui La prima guerra mondiale. Storia fotografica (Editori Riuniti), Gente di Trincea e Il bravo soldato mulo (Mursia). Ha realizzato vari musei storici in Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia, svolge attività espositiva in Italia e all’estero. Si occupa della valorizzazione storica del territorio ed è autore di diverse guide storiche sui fronti della Grande Guerra. Dopo la storia di famiglia Viva il fascio e l’acqua calda (StampaeStoria), è al suo primo romanzo.

 

 

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