Cultura
"I libri delle meraviglie", l'ultima sera Paolo Patui legge John Fante a Ciconicco
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Lunedì, 15 Giugno 2015 16:19
- Scritto da Timothy Dissegna
Ciconicco di Fagagna (Ud) - Si concluderà lunedì 22 giugno, alle ore 20.45, l'ultima serata della rassegna “I libri delle meraviglie. Tre tentativi per dimostrare che i libri non sono soprammobili”, promossa dall'associazione culturale “Un grup di amis” in collaborazione con LeggerMente: titolo della serata sarà “Eravamo tutti sognatori”.
Nella piazza della Chiesa, Paolo Patui leggerà la “storia di un ragazzo e del suo braccio sinistro”, tratta dalle pagine del romanzo “1933. Un Anno Terribile” di John Fante, pubblicato nel 1985. Ad accompagnarlo nel corso della narrazione ci sarà, inoltre, la Pordenone Big Band, diretta da Juri Dal Din. In caso di maltempo, l'evento si svolgerà nella nuova sala annessa a Cjase Cocel, in via Lisignana a Fagagna. Ingresso libero.
Dopo gli appuntamenti del 25 maggio e 8 giugno, termina questa breve rassegna dedicata alla lettura scenica, con il merito di aver portato “in scena” autori spesso non conosciuti o approfonditi dal grande pubblico, oltre ad aver coinvolto questo con i sensi. Perché leggere è un'esperienza che non si riduce al semplice sfogliare un libro, ma nel viverlo appieno sulla propria pelle. E con le proprie parole.
"Racconti di Idria" di Francesco Macedonio curato da Walter Chiereghin alla Libreria Minerva
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- Pubblicato Lunedì, 15 Giugno 2015 10:03
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
Trieste – Domani, martedì 16 giugno alle 18, alla Libreria Minerva di via san Nicolò 20 (Trieste), verrà presentato "Racconti di Idria" di Francesco Macedonio curato da Walter Chiereghin e pubblicato dall'Istituto giuliano di storia cultura e documentazione. Il curatore ne parlerà con Claudio Grisancich e Giuseppe O. Longo. Introdurrà Alba Noella Picotti. Alcuni racconti saranno letti da Ariella Reggio, che ha condiviso con Macedonio molti anni di carriera teatrale.
Il libro L’ultima opera cui ha atteso Francesco Macedonio prima della scomparsa non è una messa in scena teatrale, ma un’opera letteraria, una serie di racconti da lui rielaborati nelle ultime settimane di vita su testi che aveva predisposto in età giovanile, rivelando un’inaspettata perizia letteraria. I racconti rievocano gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza del regista, che a Idria era nato e che nella cittadina slovena aveva trascorso tutti i periodi di vacanza nei suoi anni di formazione.
Libreria minerva via san nicolò 20 34121 Trieste telefono 040-369340
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"Questa libertà" di Pierluigi Cappello, autobiografia lirica che grafia l'anima
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Sabato, 13 Giugno 2015 10:51
- Scritto da Timothy Dissegna
Udine – Esiste una forma per la parola “libertà”? Può una struttura fisica e materiale delineare i contorni del vocabolo più urlato e vitale al mondo? Questa “è una parola senza corpo”, scrive Pierluigi Cappello, il poeta friulano natio di Gemona del Friuli, nel suo ultimo romanzo “Questa libertà”, edito da Rizzoli (2013): quindi no, nessuna forma se non il corpo di chi la pronuncia.
Ma non è un concetto fine a sé stesso, quello raccontato dall'autore, che non si perde in voli pindalici poetici tra belle parole vuote e macchie liriche su un testo narrativo. Anzi, ciò che emerge dalle pagine di questo breve libro è il cuore di un esistenza, divisa tra l'amore senza ostacoli per la scrittura, nata dentro di sé, e gli ostacoli oggettivi di una paralisi brutale, capace di cambiare all'improvviso la vita di un sedicenne spensierato.
“Questa libertà” è l'autobiografia poetica di Cappello, un vero e proprio “poema”, come l'ha definito lui stesso, che ripercorre le tappe di una vita iniziata nel Canale del Ferro, in quella Chiusaforte che un tempo era l'ultimo baluardo della Serenisima a nord, prima dell'Impero Asburgico, nel 1967. Lo sfondo di questi primi anni è la casa tirata su dal bisnonno e prozio materni tra le due guerre mondiali, lontana dal paese ma non abbastanza per vedere anch'essa i barlumi del boom economico, sottoforma di lavatrice.
A tranciare la pace quotidiana fu quel terremoto che, come per miliaia di altre persone nei luoghi colpiti, nel 1976 lo sradicò dalla casa crollata per gettarlo in un villaggio di precari prefabbricati, in attesa che la normalità tornasse a fare il proprio corso. Qui la sua anima di bambino conobbe Silvio, figura di ordinaria poesia che dava forma alla materia, per trasforma in oggetti utili al prossimo. E davanti ai suoi gesti il piccolo Cappello rimaneva attonito, rapito da un magia in divenire che in futuro avrebbe avvolto anche la sua penna.
Ma è un viaggio anche straziante nell'animo di un ragazzo dalla vita segnata, per colpa di un viaggio in moto troppo veloce: lo schianto, il ricovero in ospedale, il dolore atroce dei genitori difronte a una sentenza definitiva, senza speranze di ricorsi: lesioni vertebrali. Ciò significa sedia a rotelle, niente più gare di atletica, abitare un corpo che dall'intestino in giù non ti risponde più... E, nell'attesa, lunghi mesi trascorsi in un letto d'ospedale e passati immersi nella lettura, punto di partenza per tutto ciò che sarà dopo.
Unendo linguaggio lirico e racconto narrativo, ampliando il discorso con numerose divagazioni, Cappello ha dato vita a un libro profondo, che tocca l'anima nel suo intimo. Un viaggio che sa di libertà, graffiata e umiliata nel corpo ma celebrata nelle parole e nei concetti: talmente libera che nemmeno il poeta può più racchiuderla esclusivamente nei propri versi.
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