Cultura
“Un pittore di nome Leonor” di Corrado Premuda: un libro da gustare
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Venerdì, 15 Maggio 2015 09:18
- Scritto da Cristina Degrassi
Trieste - E’ raccontata ed illustrata come una favola, la vita di Leonor Fini, nel libro di Corrado Premuda.
Lo scrittore triestino dopo aver dato alle stampe nel 2014 “Murmur” che conteneva molte favole della Fini da lui tradotte dal francese, si cimenta nuovamente con la vita della poliedrica artista.
Ed effettivamente la vita di Leonor Fini (1907-1996) ha tutte le caratteristiche per essere narrata come una favola colma di avventure.
“Un pittore di nome Leonor”, questo è il titolo del libro, inizia con l’arrivo della piccola Eleonora (in arte successivamente Leonor) a Trieste. Sono i nonni, i signori Braun, coniugi della buona borghesia triestina dei primi novecento, a darle il benvenuto nel porto di Trieste.
Leonor arriva, infatti, in nave, con la madre Malvina Braun, ed il padre Erminio Fini, e nelle prime pagine del libro si intuisce subito il colpo di fulmine per il gatto Cioci che vive nella casa della nonna, un amore per i felini che sarà determinante anche nella futura produzione artistica della pittrice triestina.
Il padre di Leonor è un focoso faccendiere, che rende infelice la moglie ed è inviso ai suoceri. Presto riparte per Buenos Aires, lasciando moglie e figlia a casa Braun per una lunga vacanza.
In realtà si tratta solo di una facciata il matrimonio di Malvina ed Erminio è già finito, Malvina Braun e Leonor rimarranno a Trieste.
Leonor inizia a vivere a casa dei nonni e dà presto i segni della sua prima vocazione artistica che è quella della pittura. Passa un anno ed il padre rientra a Trieste nel tentativo di riprendere con se la figlia, ma si trova davanti ad un diniego della famiglia e tenta addirittura di rapirla senza riuscirvi, obbligando Leonor e sua madre a riparare a Pola pur di evitare di essere separate.
Successivamente rientrano a Trieste, ci saranno ad attendere Leonor, i tempi di guerra ed anche la scuola.
Leonor non è precisamente una studentessa modello. E’ allergica alla disciplina ed alle regole, tanto che a diciassette anni viene rimandata in tutte le materie e viene spedita in Carnia in casa di una vecchia zia con tutti i suoi libri. La vacanza non dà i suoi frutti, Leonor conosce dei giovani ufficiali con cui fa amicizia senza studiare molto. Al suo rientro la colpisce un’irite traumatica per cui deve rimanere bendata per tre mesi e questo per sua fortuna la esonera dagli esami scolastici.
Mentre la famiglia la vorrebbe a studiare giurisprudenza per poi lavorare nello studio dello zio, Leonor è risoluta ed autorevole nel scegliere la sua strada che è quella della pittura. E nel percorrerla frequenta Gillo Dorfles, Bobi Bazlen, Linuccia, figlia del poeta Umberto Saba, Felicita Frai e molti altri artisti della Trieste mitteleuropea di quei tempi.
La strada artistica di Leonor la porterà prima a Milano e poi a Parigi dove si affermerà come pittrice dedicandosi anche all’incisione e alla scenografia nonché alla moda con la creazione di costumi per il cinema ed il teatro ed infine alla scrittura.
Leonor Fini ha saputo costruirsi una lunga e fortunata carriera, è stata una donna che ha saputo e voluto vivere una vita fuori dalle convenzioni del suo tempo aiutata da un inconsapevole coraggio e dal suo fascino da diva.
Premuda in questo libro ne tratteggia il carattere in modo delicato e disimpegnato molto piacevole da leggere, raccontando molti aneddoti riguardanti la vita privata di un artista che permettono di conoscere ed assaporare l’humus emotivo da cui prese corpo la vita artistica della famosa artista triestina.
Giulia Mastrantoni vince il premio letterario nazionale Napoli Cultural Classic
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Giovedì, 14 Maggio 2015 14:25
- Scritto da Fabiana Dallavalle
Il premio letterario nazionale Napoli Cultural Classic, alla sua quindicesima edizione, ha premiato come prima classificata per la sezione Narrativa Giovani la ventiduenne Giulia Mastrantoni, nata a Frosinone e “ospite” in Friuli per motivi di studio da ormai quattro anni. Il suo racconto, “I denti di Dracula”, è stato valutato sia da una giuria altamente qualificata, che votato dal pubblico tramite Facebook. Giulia scrive da quattro anni sulle pagine del Messaggero Veneto per l’inserto Scuola, collabora con la rivista dell’Università di Trieste “Sconfinare” e pubblica regolarmente racconti, interviste e recensioni sul mash up online SugarPulp.
Si è recentemente conclusa con enorme successo la sua prima avventura radiofonica, durante la quale ha co-condotto per alcuni mesi un programma per band emergenti friulane, rockYOU. Il suo racconto è stato così giudicato da Claudio Perillo: “L’autrice ci parla di una nonna che racconta ai suoi nipoti la storia del vampiro Dracula, inseguito da una maledizione ma poi guarito da una maga.
L’ambientazione e l’immediatezza del linguaggio rendono il racconto spontaneo e delicato, scritto con disarmante naturalezza, a tratti anche divertente, capace, al termine della lettura, di suscitare una profonda tenerezza per una storia che sembra attingere proprio da una favola gradevole e lontana. Bello anche il finale, davvero originale”. Giulia, laureata in Lingue all’Università di Udine, sta per pubblicare ben due libri: il primo, in edizione cartacea per la Edizioni Montag, vedrà la luce a fine Maggio e si intitola “Misteri di una notte d’estate” ed è una raccolta di racconti di vario genere, il secondo, che uscirà in eBook per la Panesi Edizioni a Gennaio, è un romanzo erotico.
Intervista a Edoardo Triscoli: per l’uscita del suo nuovo libro “Pagine di Sabbia. Trieste, il deserto e le biblioteche rivelate”
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Mercoledì, 13 Maggio 2015 07:11
- Scritto da serenella dorigo
Trieste - Dopo il successo ottenuto da Bibliopolis, Edoardo Triscoli, ritorna con un nuovo libro “Pagine di Sabbia. Trieste, il deserto e le biblioteche rivelate” (ed. Mgspress), che verrà presentato da Luigi Urdih, domani giovedì 14 maggio con inizio alle ore 17.30 alla Libreria Lovat.
Senza svelare troppo mistero e togliere il sapore della lettura chiediamo direttamente all’autore Edoardo Triscoli alcune curiosità.
Il tuo nuovo libro "Pagine di Sabbia", è il sequel di un altro libro che ha avuto un grande successo Bibliopolis. Nell'altro c'era il thriller, qui l'avventura è la nota dominante ci sveli qualcosa?
L’Avventura cui faccio riferimento nel mio secondo lavoro è ovviamente quella che respiravo da bambino dell’altro millennio e che mi ha formato e deformato : Verne, Salgari, i film western e i fumetti di ogni tipo che leggevo spesso clandestinamente dato che non tutti erano approvati dal famigerato codice morale dell’epoca (te lo ricordi? Era una specie di piccolo logo in basso a destra della copertina, a garanzia morale delle nostre menti innocenti.
Anche perché Bibliopolis doveva essere un librone di mille pagine che l’editore, saggiamente, mi ha consigliato di frazionare in tre parti per motivi di costi e di praticità. Da qui l’idea di “vestire” ognuno dei tre libri con una sfumatura di genere: thriller per Bibliopolis, avventura per Pagine di sabbia, letteratura per Eresie terzo e ultimo capitolo ancora in pre-produzione.
Foto di Mauro Marass
C’è un personaggio che ti piace di più di quelli che racconti?
In Pagine di sabbia ci sono predoni e scorpioni, tuaregh e vecchi saggi oltre alle incredibili biblioteche del deserto, motore e senso della parte sahariana del libro. Come nell’altro, anche in questo romanzo mi diverto a giocare con il lettore sfidandolo a riconoscere nella storia le cose rigorosamente vere, quelle parzialmente vere e quelle inventate di sana pianta, la grave situazione in cui versano le biblioteche mauritane che descrivo purtroppo è tragicamente vera.
Come nella vita esibiamo un variabile mix di ciò che siamo e di ciò che vorremmo essere, anche i miei personaggi non sfuggono alla regola: mi sono diluito un po’ in tutti, spargendo a piene mani note autobiografiche e ambizioni realizzate e non. E da bravo papà non ho preferenze per i miei figli (non solo letterari), visto che mi rappresentano e discendono da me. Ogni scarrafone…
Per te scrivere rappresenta la porta verso?
Mi è sempre piaciuto parlare e in fondo la scrittura è un dialogo con un interlocutore indiretto presente ma non presente. Questo paradosso permette a chi scrive di essere molto sincero ma anche molto bugiardo, e su questa ambiguità credo si fondi il novanta per cento della letteratura. Oscar Wilde sosteneva che la parola è stata data all’uomo per nascondere la verità, ma senza addentrarci in discorsi troppo filosofici sul ruolo della letteratura, ti devo confessare che mi sono divertito un sacco a scrivere, mettendo dentro nei libri tutto quello che mi girava, da signore e padrone assoluto del mondo letterario che ho inventato, anche Dante si è levato qualche sassolino dalle scarpe nella sua Commedia.
Sei dentro al mondo dei libri dal lontano 1975 nel ruolo di libraio, casualità o scelta? Inoltre, come vedi il mondo dei libri nel futuro…?
Ho avuto la rara fortuna di intraprendere la professione che desideravo, e nonostante abbia diversi interessi anche importanti, continuo a fare il libraio volentieri, anche se il mondo dei libri sta radicalmente cambiando. E non parlo solo di e-book (che probabilmente finiranno per convivere con il cartaceo con proporzioni diverse da quelle attuali), ma di lettori. Lettori veri, quelli che leggono per capire e accrescere la loro cultura, parola ormai vista con sospetto dal gran numero dei lettori di superficie, quelli che non hanno tempo di leggere i libri che contano, i libri che ti possono cambiare la vita o rendertela migliore. La folle accelerazione che stiamo vivendo in realtà ci toglie tempo invece che regalarcelo e il tempo impiegato per leggere è visto come uno spreco.
Ci racconti qualche aneddoto della tua professione di libraio?
Qui di aneddoti te ne potrei raccontare a centinaia, ma te ne segnalo il più noto, talmente emblematico da essere diventato una leggenda metropolitana per ciò che rappresenta.
Libraio: “Per il compleanno potrebbe regalare a suo marito un libro”. Signora: “No, grazie, ne ha già uno”.
Tu sei libraio-scrittore-lettore, tre sostantivi che nel tuo caso stanno insieme...ce ne una che predomina sulle altre?
Io saltabecco tra la mia professione, la scrittura e la lettura, e mi piace pensare che forse la scrittura potrebbe avere una generosa parte nel mio futuro. E al mio futuro ci tengo, è lì che passerò il resto della mia vita.
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