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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

“Un pittore di nome Leonor” di Corrado Premuda: un libro da gustare

“Un pittore di nome Leonor” di Corrado Premuda: un libro da gustare

Trieste - E’ raccontata ed illustrata come una favola, la vita di Leonor Fini, nel libro di Corrado Premuda.

Lo scrittore triestino dopo aver dato alle stampe nel 2014 “Murmur” che conteneva molte favole della Fini da lui tradotte dal francese, si cimenta nuovamente con la vita della poliedrica artista.

Ed effettivamente la vita di Leonor Fini (1907-1996) ha tutte le caratteristiche per essere narrata come una favola colma di avventure.

“Un pittore di nome Leonor”, questo è il titolo del libro, inizia con l’arrivo della piccola Eleonora (in arte successivamente Leonor) a Trieste. Sono i nonni, i signori Braun, coniugi della buona borghesia triestina dei primi novecento, a darle il benvenuto nel porto di Trieste.

Leonor arriva, infatti, in nave, con la madre Malvina Braun, ed il padre Erminio Fini, e nelle prime pagine del libro si intuisce subito il colpo di fulmine per il gatto Cioci che vive nella casa della nonna, un amore per i felini che sarà determinante anche nella futura produzione artistica della pittrice triestina.

Il padre di Leonor è un focoso faccendiere, che rende infelice la moglie ed è inviso ai suoceri. Presto riparte per Buenos Aires, lasciando moglie e figlia a casa Braun per una lunga vacanza.

In realtà si tratta solo di una facciata il matrimonio di Malvina ed Erminio è già finito, Malvina Braun e Leonor rimarranno a Trieste.

Leonor inizia a vivere a casa dei nonni e dà presto i segni della sua prima vocazione artistica che è quella della pittura. Passa un anno ed il padre rientra a Trieste nel tentativo di riprendere con se la figlia, ma si  trova davanti ad un diniego della famiglia e tenta addirittura di rapirla senza riuscirvi, obbligando Leonor e sua madre a riparare a Pola pur di evitare di essere separate.

Successivamente rientrano a Trieste, ci saranno ad attendere Leonor, i tempi di guerra ed anche la scuola.

Leonor non è precisamente una studentessa modello. E’ allergica alla disciplina ed alle regole, tanto che a diciassette anni viene rimandata in tutte le materie e viene spedita in Carnia in casa di una vecchia zia con tutti i suoi libri. La vacanza non dà i suoi frutti, Leonor conosce dei giovani ufficiali con cui fa amicizia senza studiare molto. Al suo rientro la colpisce un’irite traumatica per cui deve  rimanere bendata per tre mesi e questo per sua fortuna la esonera dagli esami scolastici.

Mentre la famiglia la vorrebbe a studiare giurisprudenza per poi lavorare nello studio dello zio, Leonor è risoluta ed autorevole nel scegliere la sua strada che è quella della pittura. E nel percorrerla frequenta Gillo Dorfles, Bobi Bazlen, Linuccia, figlia del poeta Umberto Saba, Felicita Frai e molti altri artisti della Trieste mitteleuropea di quei tempi.

La strada artistica di Leonor la porterà prima a Milano e poi a Parigi dove si affermerà come pittrice dedicandosi anche all’incisione e alla scenografia nonché alla moda con la creazione di costumi per il cinema ed il teatro ed infine alla scrittura.

Leonor Fini ha saputo costruirsi una lunga e fortunata carriera, è stata una donna che ha saputo e voluto vivere una vita fuori dalle convenzioni del suo tempo aiutata da un inconsapevole coraggio e dal suo fascino da diva.

Premuda in questo libro ne tratteggia il carattere in modo delicato e disimpegnato molto piacevole da leggere, raccontando molti aneddoti riguardanti la vita privata di un artista che permettono di conoscere ed assaporare l’humus emotivo da cui prese corpo la vita artistica della famosa artista triestina.      

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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