Cultura
Trieste - Al Posto delle Fragole al Parco di San Giovanni di Trieste si "mangeranno" anche i libri
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Martedì, 12 Maggio 2015 15:19
- Scritto da ilfriuliveneziagiulia
Luoghi in cui le persone possono riappropriarsi di spazi cittadini, situazioni di convivialità e allo stesso tempo di cultura, dove succede che anche i libri si possono "mangiare". Sono questi gli elementi alla base di una nuova sinergia cittadina che si avvia domani, a 37 anni dall'approvazione della Legge 180 (13 maggio 1978) e che vede protagonisti da una parte La Collina, storica cooperativa sociale d’inserimento lavorativo presente da oltre 25 anni nel mercato del terziario avanzato con sede nel Parco di San Giovanni, e dall'altra la Collana 180 - Archivio critico della salute mentale, edita dalle Edizioni alphabeta Verlag di Merano.
E' da questa nuova collaborazione che gli avventori del Posto delle Fragole sito al centro del comprensorio di San Giovanni, potranno da domani trovare a fianco del comune menù dei piatti del giorno anche un menù di libri, che possono essere sfogliati, letti, assaggiati in attesa delle prime settimane di giugno quando verrà aperto l'angolo vendite.
"La Collina vuole essere impresa al servizio anche della cultura. Lo sviluppo d’impresa della cooperativa è stato profondamente segnato dallo stretto legame con questi luoghi che sono stati quelli della rivoluzione di Basaglia. Ecco perchè ci è sembrato naturale mettere a disposizione e valorizzare i 13 titoli della Collana 180. In futuro, perchè no, il menù potrebbe ampliarsi - ha dichiarato Fabio Inzerillo, Presidente di La Collina -. A questa iniziativa si affiancheranno anche presentazioni di libri, incontri con gli autori".
Toccheranno storie molto legate a Trieste le due novità della Collana 180 in uscita a giugno Dopo venuti a Trieste. Storie di esuli giuliano-dalmati attraverso un manicomio di confine 1945-1970 di Gloria Nemec e l'atteso L'Istituzione inventata. Almanacco Trieste 1971-2010 di Franco Rotelli che dispiega quel che un vasto gruppo di persone ha fatto e tentato di fare, lavorando a Trieste dapprima con Franco Basaglia e poi per altri trent’anni dopo la sua morte. Quasi un Diario di lavoro di un gruppo che è stato comunque insieme per 40 anni.
“Pagine di Sabbia”:il nuovo libro di Edoardo Triscoli, dove avventura e mistero si intrecciano
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- Pubblicato Domenica, 10 Maggio 2015 09:55
Trieste – Esce a giorni, il nuovo libro di Edoardo Triscoli, “Pagine di sabbia. Trieste, il deserto e le biblioteche rivelate”, che verrà presentato giovedì 14 maggio, con inizio alle ore 17.30 alla Libreria Lovat di Trieste.
Ritornano i librai di Bibliopolis, già libro di successo dello stesso autore, la celebre libreria sopra Trieste, vanto degli abitanti di Montecodice, il paesino carsico sorto intorno alla grande certosa. Questa volta l’avventura li porterà nell’infuocato Sahara alla ricerca delle leggendarie biblioteche del deserto della Mauritania, dove incontreranno predoni e vecchi saggi, scorpioni e Tuareg che li affiancheranno nella difficile sopravvivenza nel più grande deserto del pianeta. Ma anche il loro ritorno a casa non li metterà al riparo da pericoli e insidie: sette segrete e sicari senza scrupoli ostacoleranno la ricerca della favolosa Camera di Marafante, la vagheggiata chimera di ogni libraio antiquario. Ancora una volta il libro spalanca le ermetiche e misteriose porte dei libri antichi, rivelando follie e sacrifici, nefandezze e nobili intenti in un mondo chiuso ma estremamente vitale come quello dell’antiquariato librario.
Edoardo Triscoli, classe 1956, triestino, è un libraio praticante dal 15 maggio 1975 e non risulta ancora che stia cercando di smettere. Ha esordito nella narrativa con BIBLIOPOLIS. TRIESTE, CITTA' DEI LIBRI PERDUTI, primo volume della trilogia omonima.
Grande successo per “Il Grande fuoco. 4 agosto 1972: L’attentato all’oleodotto di Trieste” alla Lovat
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Mercoledì, 29 Aprile 2015 17:42
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
Trieste – Un altro grande successo per la casa editrice Mgs Press, che ieri, martedì 28 aprile, ha presentato la sua ultima pubblicazione alla libreria Lovat, presa d’assalto da una folla attenta e curiosa per seguire la presentazione del libro “Il Grande fuoco. 4 agosto 1972: L’attentato all’oleodotto di Trieste” di Giuliano Sadar. Erano presenti i giornalisti Fabio Amodeo e Ranieri Ponis, il Procuratore capo presso il Tribunale di Trieste Carlo Mastelloni, il magistrato Rosario Priore e, naturalmente, l’autore.
“Una notte d’agosto. Quattro boati. Serbatoi da 90.000 tonnellate di greggio che saltano in aria. Un ‘fungo atomico’ nero sormontato da un candido cappello di anidride solforosa pronta a riversare una pioggia di acido sulla città. Ma in quei giorni non piovette e non soffiò la bora. Una fortuna sfacciata che impedì la reazione a catena da un serbatoio all’altro, come speravano i sabotatori.”
I triestini non più giovani ancora oggi ricordano, 43 anni dopo, con un misto di inquietudine e timore. Ma pochissimi conoscono la vera storia. Perché l’apocalisse sfiorata al deposito costiero della SIOT, piana di San Dorligo presso Trieste, ore 3 circa del 4 agosto 1972, è stata dimenticata. Messa da parte come uno scherzo della Storia. E invece di Storia ne è passata tanta in quei giorni a Trieste.
Fu il primo attentato palestinese in Italia, lo portò a termine Settembre Nero, che solo un mese dopo seminò la morte alle Olimpiadi di Monaco. Ma fu anche un attentato di cui non si sono mai saputi con precisione mandanti, fiancheggiatori e neppure tutti gli esecutori. Perché dalla Francia, dove si erano rifugiati, non arrivò uno straccio di aiuto.
Trieste fu la prima di una serie di azioni che poi costrinsero il governo italiano a stringere un accordo segreto con i movimenti palestinesi, il cosiddetto Lodo Moro, punto di svolta delle vicende italiane di fine Novecento, ma di cui ancora oggi si fa una dannata fatica a parlare. E in pieno Lodo Moro si celebrarono, in assoluta sordina, i due processi sull'attentato alla SIOT, conclusisi con una sentenza-barzelletta. Una vicenda che Giuliano Sadar ha dipanato partendo dai documenti dell’epoca, dalle testimonianze, dalle sentenze, dalle carte scovate nell'Archivio storico del Senato che custodisce gli atti integrali delle commissioni Stragi, Moro e Mitrokhin. Ne è uscito fuori un racconto avvincente, in cui una storia solo apparentemente minore incrocia le piste nascoste che ancora oggi impediscono all’Italia di definirsi un paese normale.
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