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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

Tra un mese "Pordenonelegge". A "Parole in scena" uno speciale su Pier Paolo Pasolini

Tra un mese

Pordenone - Non va in vacanza la macchina di Pordenonelegge: fervono i preparativi per l'ormai tradizionale appuntamento settembrino con la letteratura. Ecco alcune anticipazioni su “Parole in scena”, uno dei percorsi più seguiti della Festa del Libro con gli Autori.

Dal 16 al 20 settembre “Parole in scena” esplora i linguaggi fra spettacolo e letteratura con importanti protagonisti: Francesco Piccolo presenterà al pubblico di Pordenonelegge un "reading" tratto dal suo ultimo libro "Momenti trascurabili di infelicità" che è stato per diverse settimane nella classifica dei libri più venduti (sabato 19 settembre, Convento di San Francesco ore 21.30).

Francesco Bianconi, anima dei Baustelle, darà vita, accompagnato da Ettore Bianconi e Sebastiano de Gennaro, a una performance di musica e parole legata alla recente opera “La resurrezione della carne” (Mondadori): una storia – parafrasi sospesa fra Bene e Male, alla ricerca di una nuova consapevolezza di sé (giovedì 17 settembre, Chiostro Biblioteca ore 21.30).

“La spiritualità di Pasolini è ancora oggi devastante: un messaggio di grande contenuto morale”, afferma  Alice, una delle voci e personalità più affascinanti della scena autoriale. Alice omaggerà il grande poeta casarsese venerdì 18 settembre (Convento di San Francesco, ore 21.30) con uno spettacolo di letture e canzoni che la vedrà protagonista insieme al chitarrista Marco Guarnerio.

Aldo Cazzullo racconterà in modo inedito la Resistenza italiana: portandoci a guardarla non come la prerogativa di una fazione, ma come il patrimonio della nazione. Letture a cura di Alessandra Marc (domenica 20 settembre, Spazio ITASincontra ore 19).  

Torneranno Natalino Balasso e Massimo Cirri per "carnediromanzo", il "rave" letterario dove tutto può succedere (sabato 19 settembre, Palaprovincia ore 22) mentre il musicista Mario Brunello, a suggello della 16ª edizione di pordenonelegge, descriverà musicalmente il silenzio (domenica 20 settembre, Convento di San Francesco ore 19.30).

Il pianista Ramin Bahrami manderà un messaggio sull’importanza della musica nell’esistenza di ciascuno di noi, presentando al festival in anteprima assoluta “Nonno Bach” - Bompiani (domenica 20 settembre, Convento di san Francesco ore 22.30).  

“Quello che le donne non dicono”: Valeria Palumbo, Bruna Braidotti e Alessandra Di Pietro presenteranno racconti di donne pervenuti da tutta Italia selezionati in tre diversi concorsi (giovedì 17 settembre, Ridotto del Teatro Verdi ore 21).

Con “La ballata delle acciughe” Dario Vergassola accompagnerà il pubblico, in dialogo con Gian Paolo Polesini, in una provincia malinconica e spassosa: il bar Pavone nella periferia di La Spezia, i cui frequentatori "nulla hanno da invidiare al bar di Guerre Stellari" e creano un microcosmo dove si riflettono tutti i pregi e i difetti dell'umanità (sabato 19 settembre, Teatro Verdi ore 16).

Il filo che unisce un padre e un figlio sofferente di una grave malattia sarà il tema dell’incontro con Roberto Vecchioni: un viaggio in cui si rincorrono i grandi gesti e le tenere paure di poeti e poetesse dell'unico tempo possibile, quello tra il mito e l'invenzione (venerdì 18 settembre, Teatro Verdi ore 18.30).

Percorso clou di “Parole in scena” è quello dedicato all’intreccio fra letteratura e cinema, in collaborazione con Cinemazero. Roberto Chiesi e Luciano De Giusti presenteranno in anteprima nazionale il nuovo libro dedicato al primo film di Pier Paolo Pasolini, “Il laboratorio di Accattone” (mercoledì 16 settembre, Palazzo Montereale Mantica ore 17).

Salvatore Silvano Nigro e Silvia Moretti racconteranno il film mai realizzato da Luchino Visconti, i “Promessi sposi”, che rimase solo un cantiere letterario per il grande regista (domenica 20 settembre, Palazzo Montereale Mantica ore 12).

Sarà Ivan Cotroneo il testimonial delle premiazioni di Scrivere di Cinema Premio Alberto Farassino 2015, il concorso nazionale di critica cinematografica rivolto ai giovani. Cotroneo premierà i vincitori scelti dalla giuria composta da Viola Farassino, Mario Gervasini, Nicola Lagioia e Adriano De Grandis (sabato 19 settembre, ore 11.30, Convento di San Francesco).

Pordenonelegge 2015 festeggerà i vent’anni del programma radiofonico "Hollywood Party", con l’incontro che vedrà protagonista Steve Della Casa per la classifica dei 100 film italiani che hanno segnato in modo indelebile l'ultimo secolo (venerdì 18 settembre, Palazzo Badini ore 12).

 

Ci saranno anche Dario Zonta ed Enrico Magrelli: nelle serate di giovedì 17 e venerdì 18 settembre Hollywood Party trasmetterà eccezionalmente da Pordenone, con la collaborazione della sede regionale Rai Friuli Venezia Giulia.  

Spazio anche alla graphic novel con Zerocalcare, uno degli autori più amati di questi ultimi anni, che racconterà una storia dai tratti autobiografici: tra il rassicurante torpore dell'innocenza giovanile e l'incapacità di sfuggire al controllo sempre più opprimente della società (sabato 19 settembre, Biblioteca ore 19.30).

www.pordenonelegge.it

"L'anno della fame", nelle storie della Percoto il microcosmo del Friuli ottocentesco

Udine – Trovare libri di Caterina Percoto, scrittrice friulana di primo piano nella seconda metà dell'Ottocento, nelle librerie udinesi è un'impresa ardua: poche, infatti, se non una soltanto addirittura vende le opere della nobildonna natia di Manzano, nonché simbolo dell'irredentismo italiano in regione e che morì proprio nel capoluogo.
 
Per leggere le sue pagine, quindi, è necessario “scavare” tra gli scaffali di qualche biblioteca, nella speranza di trovare copie risalenti spesso a  diversi decenni fa. Ecco allora che emerge un libricino di 180 pagine, nessuna copertina scenica come vogliono oggi le case editrici, ma soltanto una vignetta in carboncino e il titolo abbastanza esplicito: “L'anno della fame”.
 
Edito da Einaudi nel 1945, ma scritto quasi un secolo prima, nel 1850, questo raccoglie quattro racconti ambientati nel Friuli dell'epoca, un luogo lacerato dai contrasti tra la miseria dei contadini e lo sfarzo della nobiltà. Due veri e propri gruppi di personaggi distinti tra le pagine, come scrive il curatore della raccolta, Alberto Spaini, nella prefazione. Ma a volte riescono a entrare in contatto, grazie alla misericordia di giovani fanciulle, votate alla carità.
 
Sicuramente, i suoi racconti non brillano nel finale per plausibilità. Ciò nonostante, la sofferenza che anticipa il spesso felice epilogo è estremamente cruda, realistica, che tocca nel profondo e fa sentire l'eco dei crampi per la fame, patiti dai miserabili nei villaggi che poi diventeranno i paesi della provincia udinese e goriziana.
 
Tra tutte le opere raccolte, quella più significava è “La coltrice nuziale”, vero e proprio manifesto dell'irredentismo italiano della Percoto contro l'Austria. Mescolando verismo e romanzo storico, infatti, l'autrice riportò le tragiche conseguenze della Prima guerra d'indipendenza del Regno Sabaudo contro l'Impero mitteleuropeo in Friuli: i “fatti di Jalmicco” furono la disfatta più netta dei “ribelli italiani”, come lei stessa li definisce nel racconto, con interi villaggi bruciati e saccheggiati dalle truppe austriache.
 
Fu da questo periodo che la Percoto si schierò politicamente, e il personaggio di Cati, ragazza aristocratica di Gorizia, rispecchia questa sua presa di coscienza: già avversa alla guerra per carattere, le notizie degli orribili massacri perpetrati dall'Impero agli irredentisti le faranno capire da che parte stare.
 
Con una certa propaganda, a dire il vero, che appare normale in un periodo di così forti problemi politici: la scrittrice ritrae il conflitto devastante soprattutto per gli italiani, ancora di più perché compiuto da “fratelli”, mentre le mutilazioni riportate da chi vive sotto l'Austria-Ungheria appaiono come punizioni per aver accettato la leva.
 
L'italiano è quello di oltre cento anni fa, incrinato in complessità che oggi non esistono più, ma il messaggio colpisce comunque il lettore senza troppa fatica. Ed è un richiamo alla misericordia, al rispetto di sé, degli altri e della terra natale: valori che oggi abbiamo dimenticato, forse mai appreso completamente, ma che andrebbero risvegliati, a cento anni dagli orrori in cui sfoceranno le vicende narrate dalla Percoto.

L’Incerto: un gruppo teatrale friulano, l'anteprima del libro in uscita ai Colonos

L’Incerto: un gruppo teatrale friulano”, l'anteprima del libro ai Colonos

“L’Incerto: un gruppo teatrale friulano”, nuovo libro pubblicato da BEE, Bottega Errante Edizioni, racconta la storia, gli aneddoti e le curiosità del’amatissimo Teatro Incerto, attualmente composto da Fabiano Fantini, Claudio Moretti e Elvio Scruzzi. Il libro, a cura di Mauro Daltin e Alessandro Venier, verrà presentato in anteprima ai “Colonos” di Villacaccia di Lestizza, all’interno della rassegna “Avostanis”, l’11 agosto alle ore 21:00. Dalle origini a Gradisca di Sedegliano, dal Friuli di Mezzo ai registi che li hanno formati, dalla nascita dei loro grandi successi al Friuli che è cambiato insieme a loro: una riflessione a tutto campo su questa terra e sul mondo del teatro, sulla cultura e sull’amicizia.

Fabiano Fantini, Claudio Moretti e Elvio Scruzzi per la prima volta si raccontano senza peli sulla lingua e ne esce la storia di un pezzo fondamentale della cultura friulana. Il libro, scritto con uno stile fresco e ironico, fatto di storie brevi con cui si riflette e si sorride, è un’opera collettiva con incursioni e interventi di Luca D’Agostino, Gigi Dall’Aglio, Elio De Capitani, Claudio De Maglio, Fabiana Dallavalle, Angela Felice, Rita Maffei, Paolo Medeossi, Stefano Montello, Gianfranco Napolitano, Paolo Patui, Federico Rossi, Silvana Schiavi Fachin, Massimo Somaglino, Luigina Tusini, Flavia Valoppi, Gianluca Valoppi, Glauco Venier. Il libro prevede anche una sezione fotografica e una cronologia completa ed è un progetto editoriale che ha avuto il sostegno del P.I.C. Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli e del Comune di Sedegliano e la collaborazione del CSS – Teatro stabile di innovazione del FVG, ente che ha prodotto e produce gran parte dei loro spettacoli.

Il Teatro Incerto nasce nel 1982 e alle origini era un gruppo numeroso e composito. Fra i loro spettacoli ricordiamo Le scarpe prendono piede (400 repliche); Four; Laris; Dentri; I mosaiciscj; Maratona di New York; Muradôrs; Garage 77; Don Chisciotte; Predis. Non si possono dimenticare i video, i libri, le letture sceniche, le pubblicità, le trasmissioni radiofoniche e televisive diventati pezzi della cultura friulana. Un libro che narra questa straordinaria cavalcata di successi e spettacoli, ma che vuole anche approfondire le loro singole storie, l’uso della lingua friulana, il loro modo di raccontare il mondo, il rapporto con il pubblico, i modelli a cui si sono ispirati… In questi anni si vedono un sacco di documentari sui Genesis o sugli Who. Sono tutti gruppi in cui le persone sono rimaste fedeli a se stesse, magari con migrazioni importanti, percorsi interni e personali. Anche il Teatro Incerto è come i Genesis. Il segreto del loro successo e della longevità va ricercato nei caratteri. Moretti è un uomo che mi ricorda Antonio Catania, per l’ironia mordace distruttiva. Poi anche Fantini non scherza. Scruzzi lo conosco meno ma posso solo immaginare... Li prendo in giro ovviamente, però la cosa divertente di tutto questo è che nella diversità e nell’attrito vengono fuori le cose più interessanti. Nei gruppi mediamente medi, con caratteri simili, escono cose meno interessanti. Spero che continuino a lanciare sfide, a se stessi e ad altri. Il teatro è pieno di morti che camminano. Attori e registi vagano con la testa girata indietro, incapaci di guardarsi per quello che sono adesso e per provare a reinventarsi. In molte occasioni la cosa bella del Teatro Incerto è stata mutare forma, trovare idee e Teatro Incerto è un bellissimo nome. È un nome magico. Hanno inventato la precarietà, anche se “Teatro Precario” sarebbe riduttivo, Teatro Incerto è più filosofico. Il Teatro Incerto è una delle compagnie, per assurdo, con cui ho avuto più rapporti nel corso degli anni. La nostra è una storia personale. Sono una strana realtà che mette insieme caratteri diversi di persone e diventa un qualcosa che muta forma nel tempo con una propria originalità. (Elio De Capitani)

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