"La mia patria è il mondo intero" di Elisabetta Pozzetto, venti donne che stanno cambiando il mondo
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Martedì, 19 Maggio 2015 07:54
- Scritto da Timothy Dissegna
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Udine - Quando un giornalista vuole raccontare una storia, il modo più fedele che esista è quello delle interviste. È uno degli aspetti più diretti del giornalismo, ma anche uno dei più dei difficili da gestire: bisogna creare un legame tra intervistato e intervistatore, senza gettare semplicemente una domanda sul foglio e aspettare che l'altro risponda.
Per questo un libro interamente impostato sul racconto diretto dei suoi protagonisti può lasciare qualche dubbio a proposito. Ma "La mia patria è il mondo intero" (Forum, 2013) di Elisabetta Pozzetto* non si perde in descrizioni pindaliche e autoreferenziali, ma va dritto nel cuore delle cose, grazie anche a un filo conduttore netto dall'inizio alla fine: l'essere donna oggi.
Detto così, potrebbe sembrare benissimo l'ennesimo elogio femminile al gentil sesso, da sempre ignorato dall'arroganza maschile, dalla vita privata alla carriera lavorativa. Invece la giornalista friulana ha voluto seguire un percorso preciso e fedele a sé stesso, andando a cercare venti nomi, ritratti dagli scatti di Ulderica da Pozzo e Luca Laureati, che sono partiti dal Friuli Venezia Giulia e sono diventate personalità internazionali all'estero ma spesso ignorate in Italia, come tristemente accade a tante nostre eccellenze.
Il discorso si inverte solo in un caso, il primo riportato nel libro: quello di Deborah Serracchiani, Presidente della Regione e friulana acquisita. Partendo da Roma per seguire il futuro marito a Udine, in pochi anni è diventata uno dei protagonisti politici centrali oggi in Italia, amata e contestata, grazie alla sua vittoria alle ultime elezioni regionali e alla recente nomina a vicesegretario del Partito Democratico con Matteo Renzi.
Ma, come abbiamo già detto, lei è l'eccezione. Le altre diciannove, infatti, hanno fatto il percorso opposto, arrivando a ricoprire incarichi e a ricevere riconoscimenti importantissimi in tutto il mondo. Come Rosi Braidotti, che a 15 se ne andò da Latisana con i genitori per l'Australia e oggi è una delle filosofe più celebri a livello internazionale; o Federica Manzon, che da Pordenone è passata a Milano, con un contratto da editor niente di meno che alla Mondadori e un Premio Campiello nel proprio palmarès letterario.
Ma c'è anche chi si tiene lontano dalla ribalta, come la poetessa Ida Vallerugo, di Meduno, che vive a contatto con la natura e i suoi versi, cedendosi poche volte al pubblico dei salotti letterati. E chi si è impegnata attivamente nella Resistenza, ricevendo la medaglia d'oro al valore militare, come Paola Del Din: testimone storica del tragico capitolo di Porzûs, da osovana non perdona ancora il crimine dei garibaldini.
La Pozzetto è stata capace di raccontare figure femminili importanti senza cadere in celebrazionismi, cercando di presentare un ritratto sincero anche nelle contraddizioni che caratterizzano alcuni nomi intervistati. Tra le pagine non si sente solo la voce di queste donne, ma anche gli echi di altrettanti Friuli Venezia Giulia: da Pordenone a Trieste, dagli anni del terremoto al secondo dopoguerra, è chiarissimo il richiamo a una terra che non si è mai arresa. Un modello che oggi, più che mai, deve tornare a rivivere.
*Elisabetta Pozzetto, giornalista, è caposervizio presso l'ufficio stampa della Regione Friuli Venezia Giulia. Ha già scritto un libro sulla condizione femminile, "Donne di profilo" (Forum, 2005), e sarà ospite, mercoledì 20 alle 20.30 nella sala polivalente della biblioteca di Chiopris (Ud), per presentare al pubblico il suo ultimo reportage d'interviste.