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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

La Polizia Postale sgomina una rete di pedofili online. La denuncia partita da una ragazzina di Udine

La Polizia Postale sgomina una rete di pedofili online. La denuncia partita da una ragazzina di Udin

Udine - La Sezione di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Udine nei giorni scorsi ha chiuso un’importante operazione contro una rete di pedofili i quali adescavano online minorenni attraverso i social network e si scambiavano i riferimenti di contatto, con perquisizioni in 27 province su tutto il territorio nazionale.

I particolari dell'operazione sono stati diffusi in una conferenza stampa che si è svolta la mattina del 9 aprile presso gli uffici della Sezione di Polizia Postale di Udine.

L'indagine della Polizia Postale ha permesso di scoprire una rete di insospettabili che adescavano bambine su Messenger, Skype e WhatsApp convincendole a inviare loro filmati e foto a contenuto erotico.

Le indagini degli uomini del Compartimento polizia postale e delle comunicazionie Friuli Venezia Giulia, avviate circa un anno fa, sono partite dalla denuncia dei genitori di una bambina di 12 anni della provincia di Udine che, una volta adescata, era stata indotta ad inviare video ed immagini che la riprendevano in atteggiamenti erotici. La ragazzina aveva avuto oltre duemila contatti con la rete di pedofili, aveva scambiato 2.197 sms e contatti Skype, 133 telefonate e ricevuto sei ricariche telefoniche.

Gli indagati sono uomini di età compresa tra i 29 e i 54 anni, impiegati, liberi professionisti, studenti, operai e pensionati. Due di loro sono ultrasessantacinquennni e quattro recidivi. Avevano costituito una rete di pedofili operativa in tutta Italia e smantellata dalla Polizia postale di Udine nell'ambito dell'operazione denominata "Micione mio".

Le successive indagini hanno permesso di individuare una rete di persone che adescavano le bambine mediante una community di Netlog e, dopo essersi scambiati i riferimenti, intrattenevano rapporti con loro attraverso Messenger, Skype e WhatsApp, acquisendo filmati e foto delle loro conversazioni.

Le perquisizioni, coordinate dal Centro Nazionale per il Contrasto alla pedopornografia on-line di Roma e dalla Sezione polizia postale e delle comunicazioni di Udine, hanno permesso di sequestrare un'ingente quantità di materiale informatico: 22 computer, 46 hard disk, 508 supporti Cd e Dvd, 46 pen drive usb, 50 telefoni cellulari e sim card, 11 memory card e documentazione varia ritenuta utile per il proseguimento delle indagini.

Le attività sono state eseguite nelle province di Pesaro, Udine, Roma, Palermo, Caserta, Vibo Valentia, Brescia, Latina, Cagliari, Avellino, Monza e Brianza, Enna, Milano, Verbania, Lecce, Savona, Lucca, Forlì e Cesena, Genova, Torino, Bari, Verona e Benevento. I denunciati dovranno ora rispondere per reati commessi in danno di minori e, in particolare, di pornografia minorile, tentata e/o consumata violenza sessuale.

Lutto nell'imprenditoria friulana: è morto Fermo Strizzolo, fondatore dell'azienda di bibite gassate

Lutto nell'imprenditoria friulana: è morto Fermo Strizzolo, fondatore dell'azienda di bibite gassate

Udine - È morto il 2 aprile l'imprenditore friulano Fermo Arduino Strizzolo, che dal 1959 al 1977 fu titolare della fabbrica di acque gassate che portava il suo nome e il logo del Castello di Udine.

Nato nel 1927 a Santa Maria la Longa e vissuto anche a Gris di Bicinicco, dove il padre Primo aveva lasciato quattro aziende agricole, dopo un paio d'anni a Talmassons, aveva iniziato a fabbricare, secondo proprie ricette innovative, gassose, aranciate, chinotti, spume e cedrate, a Chiavris prima e a Udine poi.

E proprio a Udine, in viale Palmanova, aveva acquistato il terreno e fatto edificare la fabbrica e i magazzini per la sua produzione e la concessionaria di importanti aziende quali Birra Splugen, Ferrarelle, Pejo, Plose.

I clienti, tra i quali proprietari di esercizi commerciali appena aperti, erano affezionati per la generosità che Fermo Strizzolo dimostrava nel concedere loro microcrediti attraverso pagamenti a lungo termine e firme in banca per la fiducia.

È sempre stato coadiuvato dalla moglie Maria Mestroni, suo braccio destro, nell'impresa familiare. Ai numerosi amici spesso raccontava dei viaggi "premio" all'estero sulle navi Michelangelo ed Eugenio C. grazie agli obiettivi di vendita raggiunti con le ditte Splugen e Ferrarelle, oltre che degli incontri e aneddoti con i loro proprietari Bassetti e Violati.

Persona solare, cercava di tessere buoni rapporti con quanti incontrava nella vita mantenendo sempre uno "spirito friulano" di lavoro onesto, responsabilità, tenacia.

Oltre alla moglie, Maria, lascia i figli Luciana, già funzionario dell'amministrazione provinciale di Udine, il figlio Gianni, fotografo, il genero Alvise, medico chirurgo, e le nipoti Elena Maria Lavinia ed Esmeralda Maria Francesca.

Udinese, 66enne muore mentre scia con il figlio

Chiusaforte (Ud) - Il titolare della gelateria Eden di Gemona Renato Pittini, 66 anni, è morto stamattina, 3 aprile, in seguito a un malore mentre sciava, con il figlio, risalendo la pista del Canin, a Sella Nevea.
 
Poco dopo le 9, Pittini era appena partito dal parcheggio di Sella Nevea con attrezzi da scialpinismo e, con le pelli di foca sotto gli sci, aveva imboccato la pista Turistica che sale fino al rifugio Gilberti.
 
Poco dopo il primo tornante, l’uomo si è accasciato al suolo. Il figlio Lorenzo ha subito allertato i soccorsi e in breve i sanitari del 118, con l’elisoccorso, hanno operato assieme ai tecnici delle piste di Promotur, agli agenti di Polizia del soccorso piste per quasi un’ora, utilizzando il defibrillatore e tentando anche la rianimazione cardiolpolmonare.
 
Sul posto sono anche arrivati gli altri parenti della vittima, molto conosciuta a Gemona non solo per la gelateria, ma anche per la passione dello sci.

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