Cala la spesa per i farmaci in FVG. Pesa per due terzi il consumo degli over 65
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- Pubblicato Sabato, 23 Febbraio 2013 23:55
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Trieste - Nei primi nove mesi del 2012 la spesa per medicinali in Friuli Venezia Giulia è stata di 171 milioni di euro, in calo dell’8,3% rispetto allo stesso periodo del 2011, in linea con la tendenza nazionale: la spesa complessiva in Italia è passata da 9 mila 285 milioni del settembre 2011 a 8 mila 575 del settembre 2012, con un calo del 7,6%. È quanto emerge dal Rapporto dell’Osservatorio del Ministero della Salute e dall’Aifa, pubblicato il 5 febbraio.
La spesa pro capite per i farmaci in Italia è di 142,6 euro. Il Friuli Venezia Giulia, con 129,8 euro a testa, si colloca poco al di sopra del dato medio del Nord (127,4) .
Le Regioni più virtuose sono Bolzano con il 97,3 euro pro capite, Trento (112,9), Emilia Romagna (115,3), Toscana (115,8) e Veneto (124,5). La nostra Regione si colloca nella fascia mediana senza introduzione di ticket.
L’andamento dei consumi delle dosi giornaliere si mantiene sostanzialmente stabile da un anno all’altro. Infatti nei primi nove mesi del 2012 la loro quantità è circa la stessa del 2011: 965,2 dosi ogni mille abitanti, così differenziate: 901,6 al Nord Italia, 1005 al Centro e 1031,3 al Sud e nelle Isole. In Friuli Venezia Giulia ne sono state assunte giornalmente 938,7 ogni mille residenti (erano 932 nel 2011), poco meno di una a testa.
Pari dosi e calo dei costi indicano che i consumi sono difficilmente comprimibili e che il contenimento della spesa pubblica deriva soprattutto dalla riduzione dei prezzi. La popolazione con oltre 65 anni assorbe il 60% della spesa; quella fino a 14 anni meno del tre per cento.
La richiesta di un ultra 75enne è tredici volte superiore a quella dei giovani tra 25 e 34 anni. Le cinque categorie di farmaci più prescritte riguardano il sistema cardiovascolare, l’apparato gastrointestinale, i curativi del sangue, del sistema nervoso centrale (antidepressivi) e dell’apparato respiratorio. Su 129,8 euro spesi mediamente da ogni cittadino del Friuli Venezia Giulia nei primi nove mesi dello scorso anno, 46,7 sono stati assorbiti da prodotti del primo gruppo, 21,5 del secondo, 17,6 del terzo, 10,5 del quarto e 6,6 del quinto.
La nostra Regione detiene il triste record dell’uso di medicinali contro i tumori: a parte Lombardia e Sardegna, il FVG è ai vertici nazionali con 4 euro a testa, contro la media nazionale di 3,2.
Ospedale in Comina, 150 milioni di euro dalla Regione. Ma si prepara un referendum
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- Pubblicato Mercoledì, 20 Febbraio 2013 09:39
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Pordenone - La Regione ha destinato risorse per 150 milioni di euro per la nuova sede dell'Ospedale di Pordenone in Comina. L'autorizzazione alla sottoscrizione dell'Accordo di programma sarà valutata dalla Giunta regionale. Lo ha affermato il 19 febbraio l'Assessore alla programmazione Sandra Savino, che proporrà la relativa delibera.
La sottoscrizione dell'Accordo di programma - afferma la nota dell'assessore - rappresenta il termine di un percorso iniziato nel 2010, che punta a realizzare una struttura per la città di Pordenone e l'intero territorio nell'area pordenonese.
"L'Accordo - precisa Savino - non si limita a tale opera ma, inquadrandola nel territorio, prevede anche tutta la viabilità del suo intorno per garantirne la sostenibilità, oltre a programmare le opere di urbanizzazione necessarie a garantirne la funzionalità".
Comune e Provincia, con il sostegno dell'Ato Occidentale, garantiranno il finanziamento delle infrastrutture viarie e di urbanizzazione primaria. Una volta concluso l'iter di autorizzazione da parte degli altri partecipanti all'accordo, si arriverà alla firma dell'atto, che potrà ritenersi perfezionato per la parte urbanistica solo dopo la ratifica, da parte del Consiglio comunale, della firma del Sindaco di Pordenone.
Nel frattempo, il "Comitato per la salute pubblica bene comune" di Pordenone giovedì 21 febbraio inizia il percorso di richiesta di Referendum consultivo sul tema dell’Ospedale cittadino: per il deposito del quesito occorrono almeno 40 firme autenticate di cittadine e elettori residenti nel Comune. La domanda da sottoporre al voto popolare è “Volete che l’Ospedale di Pordenone rimanga sul sito attuale di via Montereale?”
Poi il quesito con le firme verrà depositato ufficialmente e il Comune avrà circa 20 giorni per dichiararlo valido e preparare i moduli per la raccolta vera e propria delle 1500 firme autenticate di persone residenti a Pordenone da raccogliere in tre mesi.
"Chiediamo a tutti i cittadini di Pordenone - scrive il Comitato in una nota - di recarsi, con documento d’identità, giovedì 21 febbraio dalle 8,30 alle 17,30, in Municipio, al piano terra presso la sede dell’Urp, e chiedere di firmare per il quesito referendario che verrà in seguito depositato, dando avvio formale alle scadenze successive previste dall’apposito Regolamento comunale".
I promotori del referendum rivolgono ai cittadini "un caloroso invito a recarsi in tanti a firmare, perché sul tema dell’Ospedale ma anche della salute pubblica, con spese previste di diverse centinaia di milioni di euro (con interessi altissimi da pagare a "privati"), rischi di nuova cementificazione e speculazione edilizia sul territorio, nonché impoverimento dei servizi territoriali e di base, siano i cittadini a potersi esprimere: per il bene comune ed esclusivo di tutta la comunità chiediamo con lo strumento previsto dallo Statuto Comunale di far esprimere tutti. Chi ha paura di questo strumento di democrazia?"
Da parte sua il vicepresidente della Regione Luca Ciriani ribadisce che "il nuovo ospedale ce lo chiedono tanto i cittadini quanto i medici, e soprattutto perché l’intera provincia di Pordenone si merita una struttura all’avanguardia".
"Sono anni che lavoriamo a questo obiettivo - scrive Ciriani - dovendo fare i conti con infinite difficoltà burocratiche e ritardi del governo nazionale, e siamo riusciti a stanziare ben 150 milioni di euro dal bilancio regionale per quest’opera, di fatto lo stanziamento in sanità più grande nella storia della provincia di Pordenone. Il project financing inoltre andrà a coprire i costi rimanenti di un ospedale d’eccellenza, completamente nuovo e pronto all’uso, delegando ai privati gli stessi identici servizi non sanitari che curano già adesso al Santa Maria degli Angeli".
Cooperazione tra Trieste e la Cina per i servizi di salute mentale
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- Pubblicato Martedì, 19 Febbraio 2013 23:19
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Trieste - Una qualificata delegazione di dirigenti e operatori cinesi, del distretto di Nanguam, città di Changchun, provincia dello Jilin, impegnati nel campo della salute mentale, sono stati ricevuti questa mattina (martedì 19 febbraio) nel salotto azzurro del palazzo municipale di Trieste, dal vicesindaco Fabiana Martini, che ha portato loro il saluto della città.
Guidata dalla psichiatra e responsabile della “ConFBasaglia” Giovanna Del Giudice e dal coordinatore del progetto Alessandro Lorato, la delegazione era composta da Zaho Fuyu (vice director Health Department of Changchun), San Hong (vice president Psychiatric Hospital Changchun), Wang Ke (vice director Centre health control district Nanguan, department Changchun), Wang Xianhua (director Disease Control Office, health department Changchun), Zhai Lu (vice director health department district Nanguan), Bai Wei (director of Villa Rosa residential Open Unit) e dai rappresentanti di “Solidarietà e Servizio” e “AIFO”, le due Ong che partecipano al progetto.
Portando agli ospiti il saluto del sindaco, il vicesindaco ha evidenziato le principali caratteristiche culturali e storiche della città di Trieste, soffermandosi nello specifico sull’opera di Franco Basaglia, che ha portato alla chiusura dei manicomi, con una riforma che ha messo al centro la persona e la sua dignità.
Le principali caratteristiche dell’importante progetto europeo "Community based psychiatry" (che ha l'obiettivo nel triennio 2011-2014 di promuovere l'integrazione della salute mentale nella rete dei servizi sanitari di attenzione primaria in tre distretti della Cina, oltre a Nanguan anche a Haidian, città di Pechino, e a Tongling, città di Tonling, provincia dell’Anhui) sono state illustrate da Giovanna del Giudice e Alessandro Lorato.
Gli stages formativi si terranno alla “ConFBasaglia” e al Dipartimento di Salute Mentale di Trieste, dove la delegazione degli operatori cinesi potrà verificare il processo di deistituzionalizzazione avvenuto in Italia e approfondire gli aspetti della riforma psichiatrica e dell’assetto dei servizi della salute mentale.
Gli ospiti visiteranno il comprensorio di San Giovanni e i Servizi ad esso collegati, l’Azienda Sanitaria, qualche gruppo appartamento, il SAR, le realtà cooperative nate dall’esperienza basagliana e, naturalmente, i siti cittadini di maggior interesse storico e turistico.
Finanziato dall’Unione europea, il progetto – ha spiegato ancora Lorato - punta a formare operatori, familiari e utenti, favorendo l’apertura di centri residenziali aperti sul territorio. E già a maggio sarà aperto un primo centro residenziale in Cina, il primo fuori da Pechino.
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