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Al CRO di Aviano più di 3 milioni dal 5x1000. Al secondo posto tra enti pubblici di ricerca sanitaria
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- Pubblicato Martedì, 19 Aprile 2016 10:27
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Pordenone - Il CRO-IRCCS di Aviano ha incrementato la propria quota di 5 per mille confermandosi secondo istituto pubblico in Italia (dopo l'Istituto Giannina Gaslini di Genova) nella graduatoria sulla quota di Irpef che ogni contribuente ha facoltà di destinare a Istituti o Enti che svolgono attività di ricerca – in questo caso sanitaria - o ad Associazioni no-profit.
Lo ha reso noto l’Agenzia delle Entrate che ha pubblicato l’elenco 2014 dei soggetti aventi diritto. Una posizione di tale rilievo è stata raggiunta grazie alle 71.457 scelte effettuate in sede di dichiarazione dei redditi per un controvalore pari a 1 milione 698 mila euro cui si aggiunge 1 milione 365 mila euro di quota proporzionale imputabile a scelte generiche. Nel 2013 le scelte erano state 70.634 per complessivi 2.4 milioni di euro.
L'elenco si può consultare a questo link: http://www1.agenziaentrate.it/elenchi%205x1000%202014/Elenco%20completo%20dei%20beneficiari.pdf
Paolo De Paoli, Direttore Scientifico dell’Istituto, sottolineando con forza il fatto che il CRO è sempre più seguito nonostante la competizione si sia fatta molto impegnativa anche per l’elevato livello dei competitor, ha voluto condividere con i collaboratori "i ringraziamenti, sinceri e forti, a coloro i quali, e non soltanto in questa occasione specifica ma anche in quelle precedenti, hanno riposto in noi la loro fiducia riconoscendo la validità dei programmi di ricerca, decine di progetti estremamente importanti e in larga misura gestiti da giovani provenienti sia dall’Italia sia dall’estero. In questo modo – ha detto ancora De Paoli – mettiamo virtuosamente in rete esperienze, dati e informazioni medico-scientifiche che innalzano costantemente il grado di comprensione della malattia e le soluzioni per la sua cura".
Considerazioni cui si è associato Mario Tubertini, Direttore generale del CRO che ha ringraziato quanti continuano a dimostrare la loro vicinanza all’Istituto e quanti si sono aggiunti in questo cammino. Tubertini ha inoltre spiegato che «i fondi del 5 per mille ci consentono investimenti sempre più mirati, performanti, dedicati. Ecco perché la partecipazione dei cittadini è essenziale, si tratta di contributi per noi fondamentali».
"Le risorse del 5x1000 – spiega Paolo De Paoli, Direttore Scientifico dell’Istituto – sono state utilizzate in più ambiti: il programma Intramural Research, il finanziamento di oltre un centinaio tra borse di studio e contratti di ricerca di diversi livelli e durata a favore di giovani ricercatori, ricerche innovative, technology transfer e stage all’estero. Massima attenzione è stata inoltre dedicata, come di consueto, alla sfera informativa a beneficio dei pazienti. È stato infine possibile acquisire apparecchiature di nuova conce¬zione ad alto impatto tecnologico – conclude il DS del CRO – per ottenere da un lato diagnosi precise e precoci e, dall’altro, ricerche innovative e d’avanguardia".
Per devolvere il 5 per 1000 al CRO, occorre inserire nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi denominato «Finanziamento della ricerca sanitaria» il codice fiscale dell’Istituto: 00623340932 e firmare.
Il direttore dell'Azienda Sanitaria 5 Paolo Bordon passa alla guida dell'omologa struttura a Trento
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- Pubblicato Lunedì, 18 Aprile 2016 17:13
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Pordenone - Paolo Bordon, fino ad oggi direttore dell'Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 Friuli Occidentale di Pordenone, è il nuovo direttore dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento. Lo ha nominato lunedì 18 aprile, su proposta dell’assessore Luca Zeni, la Giunta della Provincia autonoma.
"È stato fatto un lavoro di valutazione molto approfondito - ha chiarito il presidente Ugo Rossi. La commissione ha sentito, uno a uno, i dieci migliori professionisti che avevano superato la prima selezione".
"Paolo Bordon – precisa l’assessore Zeni – è quello che ha le caratteristiche migliori per guidare l’Azienda in questo momento, a cui unisce una forte motivazione per un lavoro impegnativo e sfidante. Si apre una nuova fase di rilancio della sanità trentina".
"Il nuovo direttore – ha detto Zeni – possiede una notevole capacità organizzativa, necessaria per questo incarico, vista la complessità della nostra azienda e del nostro territorio".
"Il sistema sanitario trentino è riconosciuto come di elevata qualità a livello nazionale, ed il percorso aperto e rigoroso di selezione che ho affrontato è una conferma dell'approccio serio dell'amministrazione", queste le prime dichiarazioni del nuovo direttore generale.
"Ho scelto il Trentino per l'opportunità di una sfida professionale complessa, ma appassionante: non è la semplice guida di una delle tante aziende sanitarie, ma la possibilità di lavorare su un intero sistema socio-sanitario, grazie all'azienda unica, con una visione d'insieme. Nelle prossime settimane mi confronterò con i tanti attori della sanità trentina, per costruire insieme una squadra consapevole della responsabilità che abbiamo verso i cittadini trentini".
A Latisana l’assemblea regionale dei donatori di sangue dell’Avis. Il tema è “fare cultura in Avis, una scelta di testa o di cuore?”
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- Pubblicato Venerdì, 15 Aprile 2016 10:12
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Udine - Il teatro Odeon di Latisana (Ud) ospiterà sabato 16 aprile alle 9.30 la 45ª assemblea regionale dell’Avis del Friuli Venezia Giulia.
Il tema dei lavori è “Fare Avis è cultura” e pone l’associazione di fronte a un importante quesito: “Una scelta di testa o di cuore?”: infatti, quella che si riunirà sarà l’ultima assemblea regionale prima dei rinnovi delle cariche associative del prossimo anno ed è giunto il momento che il sodalizio si interroghi su cosa e quanto i propri associati e i dirigenti possono dare per l’ulteriore crescita dell’Avis, a tutti i livelli.
L’organizzazione dei lavori prevede un’importante novità: l’assemblea di sabato si svolgerà lungo tutto l’arco della giornata. La mattina ci saranno i lavori collettivi con la relazione della presidente e l’approvazione dei bilanci mentre nel pomeriggio i partecipanti si divideranno in gruppi per affrontare la discussione in tre tavoli tecnici: la chiamata del donatore, Avis e i giovani e Fare e essere Avis per evolvere consapevolmente.
Proprio la donazione a chiamata ha rappresentato per Avis un’importante rivoluzione. La sperimentazione è partita il primo gennaio nella provincia di Pordenone, ma l’obiettivo è di estendere il servizio in tutta l’area regionale.
L’iniziativa si chiama Pronto Avis: i donatori si recano al centro trasfusionale soltanto dopo aver preso l’appuntamento che viene fissato o in seguito alla chiamata del donatore stesso o dopo apposita chiamata effettuata da alcuni volontari i quali contattano i donatori per invitarli a effettuare una trasfusione.
“Pronto Avis – ha dichiarato la presidente Pivetta - per il momento è attivo sul territorio pordenonese, ma l’auspicio è che presto la chiamata si concretizzi in tutto il territorio regionale, per rispondere non solo alle reali esigenze dei trasfusionali, ma anche a quanto stabilito dalla convenzione con la regione in cui è chiaramente detto che la chiamata è demandata alle associazioni.
Con la chiamata – ha aggiunto - non è svilito il concetto di volontario, ma si rende il volontario più professionale, gli fa comprendere che una donazione programmata ha ancora più “valore” perché realmente serve.”̀.
Ma non è l’unica novità dell’Avis regionale: nel 2015 è stato attivato il servizio civile con quattro volontari, Ilenia Boer, Barbara Busato, Beatrice Giachin e Giacomo Spagnol che stanno lavorando per l’associazione.
“Durante questa esperienza – affermano - abbiamo potuto inserirci attivamente in Avis, inoltre è stata una concreta opportunità associativa che ci auguriamo possa continuare a lungo anche dopo il termine del servizio a settembre 2016”.
L’Avis regionale si è dimostrata attiva anche nei settori di scuola, sport e giovani, elementi determinanti per la crescita della cultura della donazione fin dalle giovani generazioni.
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