A Latisana l’assemblea regionale dei donatori di sangue dell’Avis. Il tema è “fare cultura in Avis, una scelta di testa o di cuore?”
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- Categoria: Salute
- Pubblicato Venerdì, 15 Aprile 2016 10:12
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - Il teatro Odeon di Latisana (Ud) ospiterà sabato 16 aprile alle 9.30 la 45ª assemblea regionale dell’Avis del Friuli Venezia Giulia.
Il tema dei lavori è “Fare Avis è cultura” e pone l’associazione di fronte a un importante quesito: “Una scelta di testa o di cuore?”: infatti, quella che si riunirà sarà l’ultima assemblea regionale prima dei rinnovi delle cariche associative del prossimo anno ed è giunto il momento che il sodalizio si interroghi su cosa e quanto i propri associati e i dirigenti possono dare per l’ulteriore crescita dell’Avis, a tutti i livelli.
L’organizzazione dei lavori prevede un’importante novità: l’assemblea di sabato si svolgerà lungo tutto l’arco della giornata. La mattina ci saranno i lavori collettivi con la relazione della presidente e l’approvazione dei bilanci mentre nel pomeriggio i partecipanti si divideranno in gruppi per affrontare la discussione in tre tavoli tecnici: la chiamata del donatore, Avis e i giovani e Fare e essere Avis per evolvere consapevolmente.
Proprio la donazione a chiamata ha rappresentato per Avis un’importante rivoluzione. La sperimentazione è partita il primo gennaio nella provincia di Pordenone, ma l’obiettivo è di estendere il servizio in tutta l’area regionale.
L’iniziativa si chiama Pronto Avis: i donatori si recano al centro trasfusionale soltanto dopo aver preso l’appuntamento che viene fissato o in seguito alla chiamata del donatore stesso o dopo apposita chiamata effettuata da alcuni volontari i quali contattano i donatori per invitarli a effettuare una trasfusione.
“Pronto Avis – ha dichiarato la presidente Pivetta - per il momento è attivo sul territorio pordenonese, ma l’auspicio è che presto la chiamata si concretizzi in tutto il territorio regionale, per rispondere non solo alle reali esigenze dei trasfusionali, ma anche a quanto stabilito dalla convenzione con la regione in cui è chiaramente detto che la chiamata è demandata alle associazioni.
Con la chiamata – ha aggiunto - non è svilito il concetto di volontario, ma si rende il volontario più professionale, gli fa comprendere che una donazione programmata ha ancora più “valore” perché realmente serve.”̀.
Ma non è l’unica novità dell’Avis regionale: nel 2015 è stato attivato il servizio civile con quattro volontari, Ilenia Boer, Barbara Busato, Beatrice Giachin e Giacomo Spagnol che stanno lavorando per l’associazione.
“Durante questa esperienza – affermano - abbiamo potuto inserirci attivamente in Avis, inoltre è stata una concreta opportunità associativa che ci auguriamo possa continuare a lungo anche dopo il termine del servizio a settembre 2016”.
L’Avis regionale si è dimostrata attiva anche nei settori di scuola, sport e giovani, elementi determinanti per la crescita della cultura della donazione fin dalle giovani generazioni.