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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Giunta Illy condannata a risarcire 700mila euro per immobili regionali venduti a prezzi troppo bassi

Giunta Illy condannata a risarcire 700mila euro per immobili regionali venduti a prezzi troppo bassi

Trieste - L'ex giunta regionale che fu presieduta dal governatore Riccardo Illy tra il 2003 ed il 2008 è stata condannata al pagamento di un danno erariale pari a 700mila euro.

Si tratta, oltre al presidente Illy, degli ex assessori Gianfranco Moretton, Augusto Antonucci, Ezio Beltrame, Enrico Bertossi, Roberto Cosolini, Franco Iacop, Enzo Marsilio, Gianni Pecol Cominotto, Ludovico Sonego. Ciascuno di loro dovrà rispondere per 70mila euro.

La sentenza, resa nota solo l'11 aprile, è stata emessa a gennaio dalla prima sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, dopo che, nel 2012, in primo grado, l'accusa mossa dalla Procura regionale era stata respinta per insufficienza di prove per la colpa grave.

L'allora giunta, secondo l'accusa, con due delibere, una del 2004 ed una del 2007, vendette degli immobili di proprietà regionale ad un prezzo inferiore alla soglia minima stabilita da una legge del 1971.

In particolare, l’ex centrale Ersa di San Vito al Tagliamento fu venduta a 184mila euro invece che 351.900 (soglia minima prevista dalla legge). L’immobile alla prima asta era partito dalla cifra di 690mila euro.

Nel 2007 fu venduto l’ex ospedale civile di Palmanova. Il prezzo d’asta iniziale fu di 3,3 milioni di euro. L'immobile fu poi venduto a 890 mila con trattativa privata. Secondo la legge la soglia minima in questo caso avrebbe dovuto essere di 1 milione 683 mila euro.

Il danno erariale complessivo calcolato dalla Corte dei Conti è stato ridotto da 960mila a 700mila euro “tenuto conto della circostanza obiettiva dei vantaggi economici comunque conseguiti dalla Regione a seguito della vendita degli immobili, nonché della flessibilità dei valori di mercato in diminuzione”.

Non è stato reso noto se gli accusati hanno intenzione di ricorrere in Appello.

Spese pazze del Consiglio regionale: contestato all'ex presidente Ballaman danno erariale di 16.799 euro

Spese pazze del Consiglio regionale: contestato all'ex presidente Ballaman danno erariale di 16.799

Trieste - Il procuratore della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia, Maurizio Zappatori, il 10 aprile ha notificato all'ex esponente della Lega Nord Edouard Ballaman la citazione a giudizio davanti alla sezione giurisdizionale per danno erariale per la somma di 16.799 euro.

All'ex presidente del Consiglio regionale vengono contestate spese improprie, ovvero di aver avuto rimborsi pubblici per acquisti non riconducibili al suo impegno istituzionale.

La citazione spiega che "le spese effettuate da Ballaman risultano chiaramente non ammissibili poiché si riferiscono a numerosissime consumazioni presso bar, gelaterie, posti di ristorazione, ristoranti, acquisti in supermercati di alimentari, in negozi di vini, liquori, dolci, fiori, e penne".

"Tutte le spese - si legge nella citazione - sono supportate soltanto da scontrini o ricevute fiscali senza l'indicazione delle circostanze e dei motivi che le rendevano necessarie, nonché delle generalità e della qualifica dei soggetti esterni per cui le stesse erano effettuate. Ballaman si limita nelle sue deduzioni a riportare accanto alle spese dichiarazioni generiche ed uguali fra loro".

Riforma servizio sanitario regionale: 5 Stelle "Giunta tiri fuori i dati su tempi d'attesa"

Fvg - «Come si fa a mettere mano a una riforma della sanità regionale se la giunta Serracchiani non riesce nemmeno a presentare i dati del 2012 sul contenimento dei tempi di attesa per la fruizione delle prestazioni sanitarie?».

Cresce la preoccupazione del consigliere del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai in merito al concetto di puntualità dell’esecutivo.

«L’efficacia di una norma è legata anche alla sua forza di attuazione - precisa Ussai -. Anche se possiamo capire che la preparazione della riforma sanitaria impegni gravemente la giunta, la legge regionale 7 del 2009 parla chiaro: entro il mese di febbraio di ciascun anno la giunta deve presentare alla Commissione consiliare competente una relazione che documenti lo stato di attuazione della legge stessa, illustrando i risultati ottenuti in termini di contenimento dei tempi di attesa per la fruizione delle prestazioni sanitarie. Come affermato questa mattina dall’assessore Panontin, il termine previsto per febbraio sarebbe però troppo stretto. Ci piacerebbe sapere a quale febbraio si riferisce l’assessore. 14 mesi ci sembrano oggettivamente troppi. Anche perché - aggiunge il portavoce M5S - questa relazione oggi risulta essere ancor più urgente in un momento di razionalizzazione e di riorganizzazione dei servizi sanitari».

«Quando viene tolta un’ambulanza a Gemona, si riduce l’orario della radiologia a Sacile o si chiude un centro prelievi a Trieste, i consiglieri regionali devono essere messi nelle condizioni di poter valutare se queste scelte rappresentino o no un taglio dei servizi essenziali per i cittadini della nostra regione. Non è accettabile apprendere, invece, i dati e le decisioni della giunta dai giornali! - attacca Ussai -. Sono passati ormai tre mesi da quando in Commissione Sanità, dopo la presentazione delle linee di gestione 2014, abbiamo chiesto con forza alla giunta di condividere maggiormente i dati riguardanti il Servizio sanitario regionale. Le forze presenti in Consiglio devono poter discutere del ruolo dei piccoli ospedali, del riordino della rete dell’emergenza e dei punti nascita e del modello di integrazione tra ospedale e territorio. Solo partendo da dati certi possiamo iniziare a ragionare in modo serio sulla riforma del Servizio sanitario regionale».

«Non possiamo più rimandare questa discussione per opportunità politica e perché le elezioni sono alle porte. È ora di cominciare da subito, con coraggio a spiegare ai cittadini i dati e le conseguenti decisioni politiche da operare, anche a rischio di facili strumentalizzazioni di parte -  sottolinea il consigliere M5S -. Ci auguriamo quindi che alla prossima riunione della Commissione Sanità, rinviata dalla presidente Serracchiani per impegni istituzionali al 17 aprile, non si parli solo dei massimi sistemi - conclude - ma si entri finalmente nel merito delle scelte che questa giunta intende operare».

 

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