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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Una regione in dismissione: caserme, poligoni ed un castello. Si cercano fondi per il documentario

Una regione in dismissione: caserme, poligoni ed un castello. Si cercano fondi per il documentario

Pordenone - Pier Paolo Pasolini descriveva il Friuli Venezia Giulia come un paese di temporali e primule; oggi si potrebbe definire “un paese di primule e caserme” vista l’estensione e la qualità della dismissione militare del Friuli Venezia Giulia, che lo rende un fenomeno unico in Europa.

Come più unica che rara l'occasione - il bando è stato pubblicato sul sito del Demanio una decina di giorni fa - di comprare un intero castello: quello di Gradisca d'Isonzo.

Sempre sul sito del demanio, sono ben 15 le pagine dedicate ai beni all'asta in regione, la maggior parte dei quali relativi a pertinenze di tipo militare.

Se Stato ed Enti locali si attendono interessanti entrate di liquidità per le vendite, c'è pure da dire che gli immobili ed i terreni in cessione versano, nella maggior parte dei casi, in un grave stato di degrado.

Ecco cosa si legge nel sito del Demanio a proposito del Castello di Gradisca (Go), che viene ceduto ad offerta libera: "Castello della Repubblica Veneta di fine 400 di notevole pregio storico artistico composto da 6 edifici e cintato da strutture in pietra. L'immobile si trova nel centro storico della cittadina e versa in stato di abbandono".

Gli esperti del Demanio si mantengono molto cauti sulle reali possibilità di elevati introiti dalle vendite.

"La ragione di una valutazione così bassa - scrive "Il Ghirlandaio" notiziario specializzato in real estate, arte ed architettura - è tutta nella necessità di fare investimenti molto imponenti per poter adattare i beni alle nuove destinazioni. Investimenti per decine di milioni di euro su ogni immobile. Le nuove destinazioni, peraltro, per poter essere autorizzate avranno bisogno di superare la solita, estenuante corsa a ostacoli burocratico-procedurale che rende queste procedure incerte e costose".

"I futuri proprietari privati di questi “gioielli” - si legge ancora nel magazine - dovranno insomma dapprima sborsare i soldi necessari per acquistarli, poi altri per progettarne il reimpiego, poi attendere e finanziarie l’incerto e lungo iter per le autorizzazioni, infine eseguire le ristrutturazioni e solo alla fine di questo lunghissimo processo potranno sperare di mettere a reddito i loro soldi. Ecco perché in concreto non è facile trovare soggetti disponibili".

Intanto nella nostra regione è in corso una interessante ricerca documentaristica sulle caserme dismesse, a cura di Cinemazero, Tucker Film e ARPA LaREA, dal titolo "Un paese di primule e caserme", uno studio lungo e approfondito, scomodo per alcuni, e perciò difficile da finanziare.

Per concluderlo Cinemazero, Tucker Film e ARPA LaREA hanno predisposto una raccolta collettiva di fondi al sito http://it.ulule.com/primule-e-caserme/, dove chi vuole può sostenere il progetto e prenotare le ricompense predisposte, nonché diventare a tutti gli effetti sostenitore del film, sostegno che verrà attestato poi nei titoli di coda.

È possibile fare una donazione fino al 14 aprile 2014 e permettere così di portare alla luce questa storia recente e dimenticata.

“Abbiamo voluto raccontare il problema dell'abbandono militare tramite singole storie – dicono gli autori Diego Clericuzio e Riccardo Costantini – raccontando i singoli personaggi, uomini e donne che hanno vissuto e vivono la dismissione delle caserme in modo differente, personale, a seconda della loro passione, professione, storia, militare o civile che sia. Il pensiero di fondo è stato che "ogni mondo contiene infiniti mondi, e il crollo di uno di questi, porta con sé la sparizione degli altri". Abbandonate non rimangono solo le caserme dismesse, ma anche le storie delle persone che hanno vissuto l'area più militarizzata d'Europa”.

Al sito www.primulecaserme.it si possono leggere i documenti raccolti, vedere alcune immagini e il promo del lavoro e i possibili scenari di riconversione, entrando nel cuore di una situazione che oggi assume i tratti dell’incredibile. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e con l’instaurarsi della Guerra Fredda, la regione infatti venne completamente militarizzata, con lo schieramento sui confini più del 50% dell’Esercito Italiano.

Con la caduta del muro di Berlino nel 1989, la situazione geopolitica dell’area cambia in pochi anni, l’Italia sceglie di abrogare la leva obbligatoria e nel 2004 cadono anche i confini a Est, con la Repubblica di Slovenia diventata indipendente nel 1991.

L’Esercito smobilita, circa 400 siti vengono svuotati, 102 km quadrati abbandonati, il tutto con tale rapidità da modificare sostanzialmente il paesaggio e creare un caso unico al mondo per vastità, tipologia e storia. “Un paese di primule e caserme” raccoglie i dati di questa trasformazione incompleta e le testimonianze di chi ha vissuto nelle caserme e di chi si è visto cambiare la vita in tempi rapidissimi a causa della scomparsa di decine di migliaia di persone, soldati che per decenni hanno fatto da pilastro per le economie di interi paesi.

(Foto di Fabrizio Giraldi)

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