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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Viva protesta dei sindacati per il mancato coinvolgimento nella vicenda Ideal Standard

Viva protesta dei sindacati per il mancato coinvolgimento nella vicenda Ideal Standard

Pordenone - Viva protesta delle Rappresentanze sindacali unitarie della Ideal Standard per i recenti sviluppi della vicenda dello stabilimento di Orcenico.

Lo scorso 1° aprile Unindustria Pordenone aveva partecipato ad un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, a cui erano presenti il presidente Michelangelo Agrusti, il direttore Paolo Candotti, il senatore Lodovico Sonego (Pd), il viceministro Claudio De Vincenti ed il direttore generale del ministero Giampiero Castano.

''L'incontro - aveva comunicato Unindustria - è servito a fare il punto della situazione attuale e prefigurare gli scenari possibili per trovare una soluzione capace di dare un futuro allo stabilimento di Orcenico anche dopo il termine della cassa in deroga''.

L’intervento del Ministero era stato richiesto da Unindustria all’indomani del ritiro dell’imprenditore Stefano Boccalon, amministratore delegato della Glass di Oderzo, che guidava una cordata di investitori che avevano manifestato interesse all’acquisizione dello stabilimento.

Boccalon, in una recente intervista rilasciata ad una rivista specializzata di settore ha affermato che i costi dell’investimento non sarebbero stati adeguatamente compensati dai guadagni attesi: “Per essere redditizio, lo stabilimento, tenuto conte della sua ampiezza e dei suoi oneri fissi, richiede un volume a regime di almeno 500 mila pezzi, ma a oggi ne vengono prodotti circa 300 mila” aveva detto Boccalon.

“Nonostante le misure e gli strumenti proposti dalla regione Friuli Venezia Giulia - si legge ancora nell’intervista - la riduzione dei costi energetici (i più alti in Europa) e le ipotesi di diminuzione di quelli del lavoro, non hanno permesso comunque di raggiungere i prezzi in acquisto dei soci della cordata, che hanno ritenuto poco conveniente marchiare i propri prodotti con il marchio made in Italy a fronte di investimenti consistenti e di oneri maggiori difficilmente ammortizzabili negli anni”.

L’intervista si conclude con una nota polemica proprio nei confronti del sindacato:  “Quello che più dispiace, è che c’era la volontà di creare una case history di riferimento ma, ancora una volta, l’Italia ha dato dimostrazione di avere atteggiamenti eccessivamente individualistici e campanilistici; a questo si sono aggiunti i sindacati che hanno la tendenza a demonizzare le imprese piuttosto che collaborare per trovare insieme soluzioni”.

Ed ecco la replica delle Rappresentanze sindacali, giunta il 2 aprile con un comunicato: “Restiamo sconcertati e profondamente delusi nell’apprendere, attraverso organi di stampa, di manovre che avvengono sottotraccia senza il coinvolgimento dei lavoratori e all’oscuro di tutti”.

“Ci chiediamo come mai - scrivono i sindacati - nell’incontro svoltosi ieri 1 aprile presso il Mi.S.E., alla presenza del viceministro De Vincenti, a discutere del futuro di Ideal standard, ci fosse unicamente unindustria di Pordenone e l’onorevole Sonego”.

“Risulta a noi ancor più grave dover constatare che al Mi.S.E., come sostengono le Segreterie Nazionali informate dal Dott. Castano, è previsto per giovedi un incontro richiesto da Unindustria di Pordenone con la Lega delle Cooperative, per discutere di cosa? Di quale progetto? Di quale assetto societario?”

“Senza nulla togliere all’autorevolezza dei soggetti, ci chiediamo come mai le Organizzazioni Sindacali e la regione Friuli Venezia Giulia non siano state invitate ai tavoli. Per i lavoratori, la Regione ed il Sindacato restano il punto di riferimento e nel caso di specie, la Regione F.V.G. resta l’unica  cabina di regia che sulla vertenza Ideal Standard ha titolo a rappresentare tutti e riteniamo che nessuno possa sostituirsi ad essa”.

“Con queste operazioni - prosegue il comunicato delle RSU - le cui modalità non sono da noi condivise, si rischia di vanificare il lungo lavoro svolto dai lavoratori nel creare una coesione di tutti i soggetti espressione del territorio. Chiediamo quindi a tutti un più alto senso di responsabilità nei confronti dei lavoratori perché si esca da queste logiche individualistiche e di basso provincialismo in quanto lesive degli interessi delle 450 famiglie dei lavoratori”.

“Ideal Standard non è e non può essere la prerogativa per la costituzione di palcoscenici dove avventurieri di giornata mettono in scena operazioni mediatiche come nel caso della fantomatica cordata Boccalon”.

Così concludono i sindacati: “A Unindustria diciamo di uscire da questa logica omertosa e di mettere sul tavolo in modo chiaro e trasparente eventuali  e concrete soluzioni senza alimentare false aspettative o altrimenti taccia!”

“Non ci arroghiamo il diritto di insegnare nulla a nessuno, ma un ipotesi seria va discussa e costruita con il coinvolgimento ed il contributo di tutti, a cominciare dai lavoratori e non calata dall’alto, sapendo che dopo il bluff Boccalon non faremo più sconti a nessuno!”

“Alla Regione i lavoratori chiedono urgentemente di riprendere in mano il bandolo della matassa e quindi restiamo in attesa di essere convocati come da richiesta già formalizzata per ragionare sulle possibili prospettive di mantenimento del sito di Orcenico”.

Da parte sua il senatore Sonego ha espresso "Grande preoccupazione” in merito al futuro dell'Ideal Standard dopo che, "svanita l'ipotesi Boccalon, ci sono tutte le condizioni perché il primo maggio 450 lavoratori e le loro famiglie siano su una strada perché finisce la cassa in deroga e, in assenza di ipotesi imprenditoriali che possano sostituire Boccalon, non ci sono le premesse per rinnovare la cassa in deroga".

Per questo, Sonego ha chiesto che la Regione convochi "subito il tavolo territoriale per Ideal standard. Quel tavolo, da tempo inattivo, è stato la vera chiave dei risultati utili conseguiti dalla scorsa primavera ad oggi. Su quel tavolo chiunque avrà  proposte per aiutare i lavoratori di Ideal Standard e le loro famiglie le tirerà fuori". Dal canto suo, l' esponente Pd ha annunciato che sosterrà "le proposte migliori e più attendibili".

Il sindacato tuttavia dichiara che “È finito il tempo degli applausi e delle passerelle pre-elettorali, e giunto il tempo di assumersi le responsabilità e gli impegni solenni assunti nelle assemblee alla presenza di 450 lavoratori”.

Ideal Standard, i lavoratori chiedono un incontro urgente all'azienda sulla sorte dello stabilimento

Ideal Standard, i lavoratori chiedono un incontro urgente all'azienda sulla sorte dello stabilimento

Orcenico di Zoppola - Le Rappresentanze sindacali unitarie della Ideal Standard il 26 marzo scorso hanno chiesto un incontro urgente con i vertici dell'azienda per capire le motivazioni del prospettato distacco energetico del reparto wellness dallo stabilimento ceramico.

Pare infatti che siano stati chiesti dei nuovi contratti e dei nuovi allacciamenti per quel che riguarda il gas e l’energia elettrica, nonché pare ci sia in progettazione l’allestimento di un nuovo ingresso allo stabilimento ad uso esclusivo del reparto in questione.

I lavoratori si chiedono cosa significhi tutto ciò: l’azienda persegue forse l’obbiettivo di eliminare la ceramica e mantenere solo le vasche acriliche?

Dopo il ritiro del potenziale acquirente che aveva inoltrato una manifestazione d’interesse (per i costi del lavoro eccessivamente alti, a suo dire) i rappresentanti dei lavoratori stanno lavorando affinché nell’arco di breve tempo si possa avere un’altra manifestazione d’interesse che comporterebbe la proroga di altri tre mesi della cassa integrazione in deroga, che attualmente è in scadenza il 30 aprile.

In mancanza di tutto ciò lo scenario che si prospetterebbe con il primo di maggio (Festa dei lavoratori), sarebbe quello della mobilità per tutti i 409 lavoratori della ceramica.

"Appare evidente - concludono le RSU - che la nostra attenzione e la nostra determinazione a non mollare rimangono intatte ed nella peggiore delle ipotesi venderemo cara la pelle!"

La presidente Serracchiani a colloquio col ministro dell'Economia: il FVG "non ha fatture nel cassetto"

La presidente Serracchiani a colloquio col ministro dell'Economia: il FVG

Roma - Si è svolto il 27 marzo un importante incontro tra la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani ed il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. La presidente era accompagnata dall'assessore alle Finanze Francesco Peroni. Ne riferisce una nota della Giunta regionale.

Patto di stabilità interno, rapporti finanziari tra Stato e Regione, incluso il protocollo Tremonti-Tondo, e terza corsia dell'autostrada A4: questi gli argomenti affrontati nel colloquio.

La presidente ha espresso l'urgenza per il Friuli Venezia Giulia di avviare l'iter per una definizione costruttiva ed efficace del negoziato sul patto di stabilità 2014, in modo da dare quanto prima certezza sulla capacità di spesa agli enti locali e alla stessa Regione, la quale - ha sottolineato la presidente - "non ha fatture nel cassetto", ma si è dotata, negli ultimi mesi, di una mappatura completa delle opere pubbliche, con il dettaglio del relativo stato di avanzamento.

Anche in considerazione dei cospicui tagli subiti dal bilancio regionale negli ultimi quattro anni, è stato perciò chiesto al ministero di iniziare il prima possibile il confronto per la definizione dei rapporti finanziari.

Al ministro Padoan è stata confermata la richiesta di riavviare un confronto per la ridefinizione del protocollo Tremonti-Tondo, dal momento che, è stato spiegato, le misure progressivamente adottate dallo Stato per la stabilizzazione finanziaria hanno profondamente incrementato il contributo della Regione al risanamento della finanza pubblica.

Nell'ambito della scrittura di un nuovo Patto, da parte della Regione è stato ipotizzato che si possano trattare pure gli ambiti oggetto della normativa di attuazione dello Statuto di autonomia.

In merito alla terza corsia dell'autostrada A4, la presidente ha sottolineato l'importanza che siano erogati i fondi stanziati per il 2014 e per il 2015, chiedendo al contempo di attivare una procedura accelerata, in vista della definizione del piano economico e finanziario, su cui sono già stati avviati incontri informali con il ministero delle Infrastrutture e Trasporti.

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