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Mar12032024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Al Miela una stagione ricca di proposte di ogni genere con un occhio di riguardo all’attualità

Al Miela una stagione ricca di proposte di ogni genere con un occhio di riguardo all’attualità

Trieste - Si sa il Teatro Miela non è un teatro stabile, come dimostrano i primo 25 anni di attività traguardati nel 2015. Le stagioni del Miela non sono fatte di solo teatro ma sono sempre state caratterizzate da una pluralità di proposte culturali e di spettacolo che negli anni hanno toccato tutti i linguaggi artistici, dal cinema alla prosa, dalla musica colta alla multimedialità, dalla musica etnica alle arti figurative, fino alla danza ed al cabaret. Una varietà di proposte culturali che ha espresso equilibri imprevedibili determinando quella sorta di instabilità che caratterizza appunto il Miela.  L’instabile ha espresso assai raramente cartelloni stagionali, preferendo proporne di mensili stando però sempre attento all'attualità.

A Capodanno la seconda parte. Il programma 2017 sarà caratterizzato da un accentuato impegno sul linguaggio teatrale con produzioni nuove, giovani e insolite,  e sarà confermato l'intreccio con il linguaggio cinematografico e con straordinarie proposte musicali e performance multimediali; molta attenzione  sarà fatta alla promozione di spazi d’incontro e laboratori formativi, per le scuole e per un pubblico che non si limita alla fruizione degli spettacoli ma che vuole approfondire le proposte culturali.

Due nuove coproduzioni nel 2017: “L'Orlando Furioso” con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e “Qua e Là'” in collaborazione con il Teatro Stabile Sloveno. 

Già leggendo il programma di questa prima parte della stagione si ha la conferma della vocazione del il Teatro Miela di teatro insolito, impertinente e provocatorio.

In calendario si intrecciano eventi molto diversificati che vanno dall’omaggio al mitico Jack London, all’intrigante tema della moda declinato da quattro film davvero speciali.  Si tratta di un programma costruito su collaborazioni nuove altre consolidate come   quella con S/paesati sul tema delle migrazioni.

Va ricordata  anche la collaborazione con Casa del Cinema ed in particolare, in questa fase della stagione, con la Cappella Underground per l'edizione 2016 del Trieste Science+Fiction Festival,  dopo aver recentemente ospitato I Milleocchi Festival.

Un edizione speciale della rassegna in occasione dei 150 di Satie è dedicata al nostro ex presidente Fabio Amodeo, recentemente scomparso e per concludere il mese di dicembre una serata speciale "Un Natale Dada " per i cento anni del Dadaismo.

Oltre gli eventi inseriti nel programma a cura di Bonawentura, sono numerose le altre attività che trovano ospitalità e collaborazione nel Teatro Miela su iniziativa di tanti qualificati soggetti istituzionali e culturali del territorio.

Non essendo in presenza di un programma svelato per l'intera stagione, non si prevedono abbonamenti stagionali a parte alcuni pacchetti per gli spettacoli teatrali di questa prima fase.  I costi dei biglietti in linea con la politica del teatro saranno contenuti anche per questa stagione. Ora la scelta resta nelle mani del pubblico, di fronte ad un’offerta culturale intelligente e multidisciplinare, che nel panorama regionale non trova facili paragoni.

Ecco che c’è il MIELA ON/OFF: la prosa curiosa del giovedì, con spettacoli, reading, cabaret e altro ancora per sondare i temi più attuali e scottanti della modernità attraverso la rilettura di classici senza tempo o percorrendo gli intriganti percorsi della sperimentazione, del nuovo teatro e del cabaret. Compagnie instabili di solidissimo talento, giovani autori, pièce e monologhi magari nati in un garage o in teatri di periferia ma giunti al grande pubblico per la loro forza dirompente. Insomma, quest’anno al Miela gusterete tutti i sapori di una prosa curiosa per un pubblico curioso.  Un esempio fra tutti in questo inizio stagione, gli eventi dedicati a Jack London, a Samuel Beckett e al centenario del movimento Dada. Il tutto tra dramma e comicità, tra farsa e tragedia, tra classico e moderno. On e Off, appunto. Non si fanno distinzioni. È il Miela.

Il sempre presente PUPKIN KABARETT  la finestra sul disagio,  a commentare periodicamente, quindicinalmente e sempre di lunedì, le vicende pubbliche e private dell’Italia di oggi, a deliziare gli appassionati del Pupkin e a far lamentare pesantemente il resto del pubblico pagante. Che ne sarà del referendum e dei referenzi? Per Trieste è meglio puntare su città della scienza, città della fantascienza o città dell’incoscienza? Il grillismo è finito o solo in pausa pranzo? Anche Salvini tornerà a fare il comico nei teatri? Al Pupkin l’entrata in sala è facoltativa ma l’uscita sempre obbligatoria. Ampio parcheggio sul palco per gente che non sa fare niente di utile nella vita. Primo appuntamento di stagione lunedì 7 novembre.

Non manca MIELA MUSIC-LIVE concerti trasversali per tutti i gusti.Sempre alla ricerca di novità stuzzicanti, oppure di realtà consolidate del panorama musicale, si sono oramai definite negli anni le linee guida delle nostre scelte con l intenzione  di coinvolgere maggiormente  un pubblico trasversale che parta dai  giovani  con attenzione anche a  un pubblico più maturo, a cui piace la musica di qualità, la musica che arriva dal mondo nelle più varie influenze, nelle più apprezzate tipologie musicali.

Questa trasversalità si manifesta già in partenza con i primi due concerti dove troviamo la musica latino/America dell' Orkesta Mendoza  direttamente da Tucson e i Tre Allegri Ragazzi Morti  in occasione dell' apertura del  Festival  Trieste Scienze + Fiction  in collaborazione con La Cappella Underground, per un pubblico  più giovane. Non mancherà la programmazione legata all'elettronica e alle forme e alle tendenze più innovative della musica.

Nella nuova sezione " Sound And Vision" proporremo serate di contaminazione tra musica ed immagine ed anche qua troveremo dei giovani artisti emergenti della scena elettronica italiana come Cosmo ed i Niagara , e i Tuxedomoon , una delle serate più attese, che hanno rappresentato negli anni '80 una delle vette della musica post punk/new wave americana e di tutto l'underground mondiale.

E non mancherà una particolare attenzione a promuovere degli artisti non necessariamente famosi ma che il pubblico merita di conoscere come Rikarda Parasol, un'artista la cui stupenda produzione musicale ed autoriale  a cui spetta tutta la nostra attenzione.  E nemmeno mancherà la musica world e delle incursioni nel jazz ma questo succederà nella seconda parte della stagione, quella che svilupperemo da gennaio 2017.

S/PAESATI, eventi sul tema delle migrazioni 2016 - edizione XVII , quest’anno propone una riflessione sul tema dell'accoglienza e l'uguaglianza nella diversità con spettacoli, film incontri per continuare ad essere quello spazio dialogico in cui conoscersi  superando paure e pregiudizi. L'associazione Spaesati con Bonawentura, il Teatro Stabile Sloveno, ICS e Alliance Française offrono uno spazio di riflessione per comprendere il mondo in cui viviamo e le sfide che affrontiamo. In questa edizione ospita e cooproduce con tante altre realtà, fra le quali Bonawentura e associazioni lo spettacolo Social Comedy - Intrigo a via Doganelli di Maurizio Zacchigna con la regia di Marko Sosic perché pensa che bisogna parlare della realtà complessa dell'accoglienza e di chi si dedica ogni giorno a fare in modo che i richiedenti asilo abbiano la migliore assistenza e una vita dignitosa nel loro nuovo paese, integrandosi il più rapidamente possibile. Spaesati aprirà la sua edizione con una collaborazione con la rassegna Donne Inquiete di Beth Vermeer con una performance multimediale di Juraj Kojs, comporsitore e perfomer slovacco che narrerà del suo paese in E- Slovakia fra musica, immagini, movimento e voce. Il giorno seguente invece ospiteremo due documentari delle più interessanti giornaliste francesi Manon Loiseau e Cécile Allegra che hanno ricevuto l'importante riconoscimento del Prix Londres. Altri importanti appuntamenti avranno luogo a novembre e dicembre con spettacoli e preformance di Monika Bulaj e Marcela Serli - che saranno raccontati  in un'ulteriore conferenza in cui tutto il ricco programma di Spaesati verrà illustrato.

L’immancabile SATIE: un omaggio al maestro in ricordo di Fabio Amodeo Quest'anno abbiamo pensato ad  un secondo appuntamento dedicato alla figura di Satie nel suo 150mo compleanno dandogli quello spazio che si merita data la sua importanza nell'aver influenzato la musica (e non solo) del periodo successivo fino ad arrivare ai giorni nostri.  Le prime due serate vedono sul palco due artisti già noti al pubblico del Miela e presenti nelle precedenti edizioni dedicate al compleanno di Erik Satie: Aleksander Rojc e Alessandra Celletti. Il primo (8 novembre) segue il filone tradizionale con un concerto dedicato da Satie al gusto delle composizioni brevi, di dimensioni ridotte, di pochi minuti ma di grande intensità espressiva. Così nel programma di Rojc , intitolato "L'ineffabile", troveremo brani di Frederic Mompou, W.A. Mozart, Lord Bernes intrecciati con pagine di Satie, tra cui le famose Gnossienne.

Il secondo appuntamento (11 novembre) vede al pianoforte la più importante interprete oggi della musica di Satie: Alessandra Celletti che in questo particolare concerto avvicina due geni nati nello stesso anno(1866): Satie in Provenza,  e  Gurdjieff in Armenia, entrambi  interpreti del mistero, dell'esoterismo, delle "sorgenti nascoste" e interessati alla musica come strumento indispensabile di conoscenza, puntando all'essenza del suono con una scrittura scarna e asciutta.

Ci sono però anche delle profonde differenze tra i due: viaggiatore instancabile l'armeno, statico e sedentario il francese. Entrambi subirono il fascino dell ‘Oriente, viaggiando tra culture diverse, religioni e sistemi di pensiero il primo, mentre Satie trovò il suo Oriente direttamente a Parigi, senza spostarsi dal suo piccolo appartamento di due stanze, che lui chiamava "Armadio". Ascolteremo quindi nel concerto "Paesaggi dell'anima" una quindicina di brani brevi di Georges Ivanovic Gurdjieff (filosofo, scrittore, mistico e "maestro di danze"),  mentre di Satie sentiremo, tra gli altri brani, 6 Gnossiennes e Sport et Divertissements.

Il terzo e ultimo appuntamento dedicato al compleanno di Satie ("Come chiunque", 15 novembre) è proposto da un gruppo di giovani che vogliono dedicare al Maestro un autoepitaffio postumo, uno spettacolo multidisciplinare in cui video, musica, danza e parole si intrecciano creando una performance bizzarra e scanzonata nello spirito di Satie e dei suoi "Quaderni di un mammifero": sul palco Cecilia Binello, Gaia Marlino, Fausto Villa e Marina Zaia. 

I tre appuntamenti sono dedicati al ricordo di Fabio Amodeo che fin dall'inizio ci ha accompagnato in questo viaggio attraverso la musica di Satie.

Per la serie Cinema COLLEZIONI AUTUNNO/INVERNO SUPEREROI IN CITTÀ,per tradizione fa sempre parte del programma del Teatro Miela; è anche vero che nel corso del tempo le politiche commerciali, di distribuzione e culturali si sono modificate creando nuovi sistemi di fruizione, nuovo pubblico, i giovani nati in epoca digital e nuove forme di narrazione, serie e mini serie Tv che hanno ridato nuova vitalità alle sceneggiature e agli attori. Abbiamo quindi pensato di continuare a programmare "il cinema" auspicandoci nuovi obbiettivi che saranno avviati già da questo inizio stagione per poi svilupparsi in maniera adeguata servendoci anche dello Streaming che ci permetterà di portare eventi live al Miela. La scelta di presentare al Teatro Miela una rassegna dal titolo "Collezioni Autunno/Inverno" dedicata ai creatori della moda ricade nel creare un rapporto tra discipline artistiche e cinema, tale relazione auspichiamo verrà sviluppata anche in futuro indagando attraverso la visione cinematografica anche altre forme riconosciute di arte: la musica, la fotografia, l'arte, l'architettura, filmate dai registi più affermati. "Supereroi in Città" è un po' una giocosa sfida nel cercare di attrarre al cinema la domenica mattina un pubblico di bambini e ragazzi (le proiezioni si svolgeranno anche nel pomeriggio) con una serie di film dedicati ai Supereroi della Marvel, riscoperti, reinterpretati e rivisti negli ultimi anni dai registi più ambiziosi di effetti speciali e da attori molto popolari. Buona visione. 

 

“Genius loci - dov’era… com’era. A quarant’anni dal terremoto” spettacolo benefico a favore dei terremotati

“Genius loci - dov’era… com’era. A quarant’anni dal terremoto” spettacolo benefico a favore dei terr

Trieste - E' stato presentato oggi, venerdì 16 settembre in Municipio, l'appuntamento straordinario di venerdì 2“Genius loci - dov’era… com’era. A quarant’anni dal terremoto” spettacolo benefico a favore dei terremotati 3 settembre, alle ore 20.30, al Politeama Rossetti, dove andrà in scena Genius loci - dov’era… com’era. A quarant’anni dal terremoto, scritto e diretto da Andrea Collavino e interpretato da Omero Antonutti, Riccardo Maranzana e Maria Grazia Plos,e con la Corale “Renato Portelli” di Mariano del Friuli diretta dal M° Fabio Pettarin, accompagnata da Giovanni Davide Leonardi al pianoforte, Alessandro Sluga al violoncello ed Anna Maria Delbianco alle percussioni.

A illustrare l'evento benefico - prodotto dal Teatro Stabile regionale con la collaborazione della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e dell’Associazione dei Comuni terremotati e sindaci della Ricostruzione del Friuli - che viene proposto al Rossetti a un mese dal devastante terremotoche ha colpito il Centro Italia,sono intervenuti l'Assessore comunale con delega ai TeatriSerena Tonel, il presidente del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Sergio Pacor con il direttore Franco Però e gli interpreti Maria Grazia Plos e Riccardo Maranzana.

La rappresentazione, che ricorda il terremoto del 1976 in Friuli, realizzato in collaborazione con il Comune di Trieste è un'importante occasione per manifestare sostegno alle popolazioni colpite dal terremoto dello scorso 24 agosto, a favore delle quali sarà devoluto l’incasso della serata.           

Il terremoto del Friuli, l’Orcolat, alle 21.01 del 6 maggio 1976 cancellò un mondo. Un mondo che stava già trasformandosi a causa del contingente sviluppo economico e industriale: il terremoto è stato un acceleratore di eventi in atto.

È da questa dimensione – fra storia e futuro, fra memoria e metafora – che il Teatro Stabile delFriuli Venezia Giulia ha tratto ispirazione per offrire un contributo in occasione del quarantesimo anniversario del terremoto: un evento spettacolare che abbia valore di testimonianza, di riflessione, ma possa soprattutto rappresentare un’occasione di conoscenza di quei fatti e quei luoghi, per chioggi – troppo giovane – non ne può avere il ricordo. Nasce così Genius loci - dov’era… com’era. A quarant’anni dal terremoto scritto e diretto da Andrea Collavino e interpretato da Omero Antonutti, Riccardo Maranzana e Maria Grazia Plos, con la suggestiva dimensione musicale affidata alla Corale “Renato Portelli” di Mariano del Friuli diretta dal m° Fabio Pettarin.

I biglietti sono in vendita al prezzo unico di 20 euro e si possono acquistare presso la Biglietteria del Politeama Rossetti, il Ticket Point di Corso Italia, l'info point del Centro Commerciale Torri d'Europa e le agenzie del circuito Vivaticket. I biglietti saranno in vendita anche su internet su www.vivaticket.it. Grazie alla collaborazione tecnica della società Best Union non saranno applicate commissioni aggiuntive, in modo da garantire che l'intero ammontare dei biglietti concorra alla beneficenza.

Andrea Collavino ha sviluppato “Genius loci - dov’era… com’era” intrecciando tre importanti linee basate sulla voce: innanzitutto quella musicale del canto, profondamente emozionante, eseguita dalla Corale “Renato Portelli”. Non è semplicemente un accompagnamento dello spettacolo, ma un suo momento portante, capace di interagire con la narrazione e di sostenerla.

C’è poi, naturalmente, la dimensione degli attori e del narratore, che danno voce ad una storia parallela, che nell’ordine della metafora ci racconta di un terremoto avvenuto nell’antichità ai tempi della Guerra di Troia. Essa rifrange sugli eventi del Friuli angosce che gli uomini hanno conosciuto in ogni tempo…

A questa dimensione lontana, lirica eppure così viva, s’intreccia la potente verità delle voci del 1976 – terza linea dello spettacolo – raccolte con grande sensibilità dallo stesso Collavino e da Renato Rinaldi: voci di persone che hanno sofferto sulla propria pelle il terremoto del Friuli, testimonianze dirette di abitanti dei paesi devastati dal sisma, interventi di sismologi dell’OGS-Istituto Nazionale di Ocenografia e Geofisica di Trieste, come Livio Sirovich e Dario Slejko, che per primi lo “misurarono” e ne localizzarono l’epicentro.

E poi le voci concitate dei radioamatori che si rincorrevano nel tentativo di portare più informazioni e aiuto possibile con i loro fondamentali ponti radio, i ricordi di Giuseppe Zamberletti che gestì l’emergenza come Commissario straordinario del Governo, ed i versi di poeti friulani come Ida Vallelugo e Leo Zanier…

«C’è sempre un nesso tra i mondi possibili su questa terra» spiega Andrea Collavino nelle note di regia. «Le storie che raccontiamo forse parlano tutte di una stessa storia, che poi ci riguarda, e che continua ad essere raccontata perché parla dell’avventura umana, della catena di eventi e di azioni che costituiscono il vivere. Uno degli eventi più sconvolgenti e inspiegabili, imprevedibili che esistono è il terremoto, il movimento della terra che per definizione è ferma, anche solo per distinguerla dal mare, che è mosso o calmo, ma sempre in movimento, per esempio» scrive ancora

Andrea Collavino nelle sue note. «Eppure da quando il nostro pianeta esiste esistono i terremoti, e da quando possiamo raccontarli, sono stati oggetto di narrazioni. In occidente, hanno originato miti e Dei per renderli concepibili, per toglierli dall’incertezza sovrannaturale, così da essere familiarizzati.

Poseidone, Dio del mare e scuotitore della terra, scatena un terremoto e le conseguenze sono straordinarie, ferma una guerra che dura da più di dieci anni e che sembrava non dovesse finire mai.

In pochi secondi tutto è cambiato e niente sarà più come prima, perciò non possiamo fare altro che cercare di ricomporre il “com’era” rimettendolo “dov’era”, almeno nella memoria.

Il racconto epico, la fiaba, diventano il modo per parlare di ciò che si può spiegare a livello scientifico, ma che rimane pur sempre misterioso alla percezione umana e animale. I cani ululavano, i grilli smisero di cantare e i serpenti uscivano dai loro rifugi sotterranei. Il soprannaturale sembra essere ciò che riunisce le persone, che le riporta alla ragione. Di fronte alla catastrofe si abbattono delle barriere che sembravano incrollabili.

Nel 1976, in piena guerra fredda, il terremoto del Friuli accende una gara di solidarietà che comprende sia il mondo occidentale sia il blocco comunista. Nonostante la reciproca diffidenza, davanti al bisogno c’è una sospensione della belligeranza, che ne palesa anche l’aspetto superfluo.

Questi parallelismi c’entrano proprio con il tentativo di familiarizzare con la Natura, che a volte sembra nemica, quando invece non è altro che estranea, sconosciuta. E, infatti, la vicenda che raccontiamo ha inizio dalla Grecia omerica, dalla nascita di Poseidone, dalle origini della storia.

Possiamo forse ritrovare in quella storia ancora lati sorprendenti, che parlano al presente con limpida chiarezza e ci danno il senso di questo narrare… Cantami, o Diva, del Pelìde Achille l'ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco generose travolse alme d’eroi…»

           

 

Simone Cristicchi e la Mitteleuropa orchestra hanno eseguito nel duomo di Gemona “Orcolat ’76"

Simone Cristicchi e la Mitteleuropa orchestra hanno eseguito nel duomo di Gemona “Orcolat ’76

Gemona del Friuli (Ud) - Si è svolto giovedì 15 settembre alle18.15, presso il Duomo di Santa Maria Assunta a Gemona del Friuli, lo spettacolo "Orcolat '76", con Simone Cristicchi e Francesca Gallo, assieme al Coro del Friuli Venezia Giulia preparato dal Maestro Cristiano Dell’Oste e alla Mitteleuropa Orchestra diretta da Valter Sivilotti e alla voce recitante di Maia Monzani.

Dopo esattamente quarant’anni da quel 15 settembre 1976 che vide il Friuli raso al suolo dal mostro, dall’orco che muove i terremoti (l’Orcolat, appunto), la Provincia di Udine e la Città di Gemona, con il lavoro di Folkest e Canzoni di Confine, hanno chiesto ad un occhio esterno di raccontare quel dolore.

Un appuntamento, pensato e scritto oltre sei mesi fa, che acquisisce un significato particolare in questi giorni che nuovamente hanno visto tremare la terra.

Perché “Dove è stato, il terremoto ritorna, e dove non è mai stato, viene”, scriveva Plinio il vecchio. Le tragiche notizie di questi giorni hanno riportato alla luce memorie sopite e ferite ancora aperte, seppur a distanza di tanti anni, cicatrici che non andrannomai via.

“In quei momenti – scrivono Simone Cristicchi e Simona Orlando – puoi vedere i vitigni ascendere in paradiso e ricadere all’inferno. L’Orcolat è ancora vivo, una creatura veloce e famelica che ti rincorre e vuole a tutti i costi raggiungerti.”

Perché proprio all’artista romano, al quale di affiancherà sul palco alla voce e alla fisarmonica Francesca Gallo, si sono affidati la Provincia di Udine e la Città di Gemona (che ricordiamo essere gemellata con la Città di Foligno in seguito al terremto del 1997) per questo racconto dei fatti di quell’anno; tragici, sì, ma presupposto di una rinascita che ebbe del miracoloso e pose all’attenzione dell’Italia quello che venne chiamato il “modello Friuli”, come è stato ricordato anche in questi giorni.

Un lavoro attento e documentato che ripercorre quei giorni, tra realtà, sogno e speranza per il futuro, in una sorta di ponte ideale con i giorni nostri, particolarmente attuale, visto quanto accaduto in Centro Italia la scorsa settimana.

Alla prima ha assistito la presidente della Regione Debora Serracchiani, che aveva già apprezzato l'attenzione che Simone Cristicchi in questi anni, anche con lo spettacolo Magazzino 18, sta dimostrando per la nostra regione.

La governatrice ha rivolto dal palcoscenico il suo grazie “all'associazione dei Comuni del terremoto e della ricostruzione, ai tanti sindaci che hanno collaborato, ai volontari della protezione civile, a tutti coloro che in occasione dei 40 anni dal terremoto hanno voluto ritrovare quel senso di comunità che ha permesso l'opera di ricostruzione”.

Oltre alla Provincia di Udine e al Comune di Gemona, che hanno promosso l’evento, realizzato grazie all’attiva e qualificata collaborazione di Folkest e Canzoni di Confine che hanno messo il loro alto profilo professionale al servizio di questo progetto, sono molte le realtà artistiche friulane coinvolte: dal coro del Friuli Venezia Giulia, preparato dal Maestro Cristiano Dell’Oste, alla Mitteleuropa Orchestra, diretti dal Maestro Valter Sivilotti, a Maia Monzani, fino agli autori di una serie di brani che saranno ripresi per l’occasione, come Dario Zampa, Giorgio Ferigo, Ennio Zampa. Le musiche sono state composte da Valter Sivilotti, con testi inediti dello steso Simone Cristicchi e del gemonese Renato Stroili.

L’ingresso era gratuito, le libere offerte sono state devolute alle popolazioni del Centro Italia colpite dal sisma.

 

 

 

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