"Ballata di uomini e cani" di Paolini: un tributo a Jack London.
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- Pubblicato Sabato, 05 Aprile 2014 19:44
- Scritto da Cristina Degrassi
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Trieste - E' un tributo a Jack London il lavoro di Marco Paolini in scena al Politeama Rossetti di Trieste dal 2 al 6 aprile. “Ballata di uomini e cani” concentra l'attenzione su tre racconti, presi dalla vastissima produzione letteraria dello scrittore statunitense conosciuto soprattutto per “Il richiamo della foresta” e “Zanna Bianca”: Macchia, Bastardo e Preparare un fuoco.
Nel rapporto viscerale che si instaura tra il cane ed il suo proprietario in un ambiente ostico come quello del Klondike durante gli anni della corsa all'oro, Paolini trova il filo conduttore per raccontare emozioni intense, a tratti ironiche a tratti violente ed esacerbate da condizioni climatiche di gelo estremo.
In “Macchia”, la narrazione più ironica delle tre, si racconta di un cane bello, simpatico e furbo che ha la peculiarità di “sentire” come gli uomini e quindi si sottomette con difficoltà estrema ai suoi doveri di cane da slitta e da lavoro. I suoi proprietari tentano di sbarazzarsene in tutti i modi, vendendolo un numero infinito di volte ma se lo ritrovano alle calcagna continuamente nonostante gli stratagemmi utilizzati per liberarsene.
“Bastardo”, invece, è un cane brutto, legato al suo padrone Black Leclère, da un sentimento di odio e paura reciproco, il rapporto simbiotico che si crea tra i due protagonisti del racconto di London, induce alla riflessione sui legami emotivi più viscerali che spesso risultano in superfice utilitaristici ma nascondono una dipendenza reciproca così profonda da legare i destini. Ed in questo racconto porta alla morte per impiccagione di Leclère nella quale il cane ha la sua parte, che in questo modo si vendica delle tante violenze subite, ma che poi a sua volta muore come ultimo desiderio del suo padrone.
Ma è soprattutto nel terzo racconto narrato “Preparare un fuoco” - il pezzo più importante, su cui si basa il secondo tempo dello spettacolo - che Paolini riesce ad esprimere l'intensità di rapporto tra il cane e l'essere umano. Si tratta di un racconto secco, a tratti quasi cattivo in cui il destino di un uomo è legato a doppia mandata a quello del suo cane sempre nell'ambiente inospitale dello Jukon (Canada) durante la corsa all'oro di fine ottocento.
Il protagonista del racconto parte con il suo cane ignorando i consigli di non percorrere una strada più breve ma più rischiosa, ed attraverso una serie di errori che appaiono sul momento insignificanti, si trova a dover fare i conti con l'impossibilità di accendere un fuoco che potrebbe salvare la vita ad entrambi. Un uomo che parte da solo, con l'unica compagnia del suo cane, come molti all'epoca della grande corsa all'oro, in cerca di fortuna, che però pur tentando il tutto per tutto e pensando addirittura di uccidere il suo compagno di viaggio pur di immergere le mani nelle sue viscere per scaldarsi e quindi sopravvivere, non riesce nel suo intento e si arrende alla morte.
Il cane probabilmente si salva, il racconto originale di London non lo svela, ma lo fa Paolini che alla fine delle due ore di spettacolo afferma di aver potuto raccontare queste storie in quanto è sempre stato il cane e non l'uomo protagonista.
Oltre ai racconti, nello spettacolo sono inserite due ballate con musiche originali composte ed eseguite da Lorenzo Monguzzi (chitarra e voce) con Angelo Baselli (clarinetto) e Gianluca Casadei (fisarmonica).
Debutta “Orlando Paladino” al teatro Verdi di Gorizia.
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- Pubblicato Venerdì, 04 Aprile 2014 11:04
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Gorizia - Ha scelto Gorizia per la sua anteprima, prima di volare in Austria, lo spettacolo in musica “Orlando Paladino”, in calendario sabato 5 aprile alle 20 al Teatro Verdi di Gorizia, grazie al Forum Culturale Alpe Adria, di cui fa parte il Piccolo Festival FVG.
La partecipazione del Piccolo Festival al progetto consente di assistere in anteprima e a ingresso libero all' “Orlando Paladino”, che andrà poi in scena lunedì 7 aprile nella Sala Alban Berg di Ossiach. Orlando Paladino, opera in tre atti di Joseph Haydn, narra delle gesta di Orlando e del suo amore non corrisposto per Angelica e si basa su un episodio del capolavoro di Ludovico Ariosto, l’Orlando furioso. Rappresentata per la prima volta all'Eszterháza, in Ungheria, il 6 dicembre 1782, fu l'opera più conosciuta di Haydn quando il compositore era in vita. Il libretto di Nunziato Porta, adattato da un precedente libretto di Carlo Francesco Badini e messo in musica da Pietro Guglielmi nel 1771, mescola elementi buffi e seri della vicenda della pazzia di Orlando, per cui l'opera viene definita un dramma eroicomico.
In quest’opera Haydn, oltre a rivelarsi fine parodista, come il genere eroicomico impone, perviene a una “composizione dei contrari” che sembra anticipare di un secolo e mezzo la definizione crociana di Ariosto «poeta dell’armonia», capace di far sfumare un sentimento nell’altro crogiolandosi nel ritmo incessantemente variato della vicenda umana.
Dopo l’enorme successo nel precedente progetto europeo con l’esecuzione dell’opera di Haydn “Armida”, è stato deciso di proseguire dedicando EOS (European Opera Sound) a un’esecuzione integrale delle opere del compositore austriaco.
La musica è affidata alla Purpur Orchestra, composta da giovani musicisti provenienti da tutto il mondo e preparati da alcuni dei migliori docenti in circolazione, tra cui membri dei Filarmonici di Vienna, Berlino e del Teatro alla Scala, che sarà per l’occasione diretta da Michael Fendre, padre del progetto e direttore artistico. Il cast vocale è stato scelto con selezioni internazionali di giovani cantanti lirici tenutesi a Vienna, Berlino, Parigi, Ljubljana, Londra e Modena.
Il progetto Purpur - A European Opera Sound, è la chiara dimostrazione di come la cooperazione di vasto respiro consenta di proporre spettacoli musicali di alta qualità a costi contenutissimi, questo anche grazie alla pronta risposta della Regione Fvg che lo ha subito supportato.
«Questa modalità di produzione di spettacoli lirici – spiega il direttore artistico del Piccolo Festival Fvg Gabriele Ribis – può diventare una preziosa risorsa per molti teatri regionali per cui sarebbe altrimenti difficile se non impossibile affrontare i costi di produzione. L’augurio è che l’esperimento di Gorizia possa incentivare una collaborazione più strutturata e continuativa con le realtà teatrali regionali».
L’iniziativa è parte del progetto Purpur - A European Opera Sound, avviato ufficialmente lo scorso primo maggio e al quale si è aggregato anche il Piccolo Festival Fvg, costituendo il Forum Culturale Alpe-Adria insieme al Festival Kvarner (Croazia), il Festival Seviqc Brežice (Slovenia) e Ad libitum Konzertwerkstatt (Austria), capofila dell'iniziativa assieme all’Associazione Orchestra Sinfonica "Guido d'Arezzo”.
LINKS utili: www.purpur.eu; www.adlibitum.at www.festivalkvarner.com; www.neo-opera.eu; www.seviqc-brezice.si; www.piccolofestival.org;
Lutto nel teatro regionale: è morto a Gorizia il regista Francesco Macedonio fondatore della "Contrada"
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- Pubblicato Martedì, 01 Aprile 2014 14:59
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Gorizia - Mondo del teatro regionale in lutto per la scomparsa del regista Francesco Macedonio, fondatore del Teatro Popolare "La Contrada" di Trieste.
Macedonio è mancato la mattina del 1° aprile, in seguito ad una malattia che lo ha consumato in brevissimo tempo. Il noto regista e autore teatrale, nonché Direttore artistico del Teatro "La Contrada" fin dalla sua fondazione, aveva ottantasette anni.
Regista e autore teatrale, Francesco Macedonio nacque il 19 febbraio 1927 a Idria (oggi nella Repubblica Slovena), presso Gorizia, da una famiglia di musicisti.
L’interesse per il teatro emerse assai presto, anche attraverso gli spettacoli cinematografici e teatrali che egli, ancora ragazzino, ebbe occasione di vedere a Gorizia.
Dopo la fine della II guerra mondiale, fondò a Gorizia una compagnia teatrale per la quale svolse mansioni di regista, mentre lavorava come maestro di scuola elementare.
Nel 1967 la grande occasione: il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia gli chiese di mettere in scena un testo di Vittorio Franceschi, Gorizia 1916, interpretato dallo stesso Franceschi.
Dopo le prime esperienze a Trieste, Macedonio divenne il regista stabile del Teatro del Friuli-Venezia Giulia, dirigendo la compagnia dei “dodici”, gli attori che per numerosi anni costituirono il gruppo di riferimento fisso per gli allestimenti di produzione.
Fra gli spettacoli allestiti, "Sior Todero brontolon" con Corrado Gaipa, "Il mio Carso", "Avvenimento nella città di Goga" con Gabriele Lavia, "Casa di bambola", "L’idealista" con Corrado Pani, "Vecchio mondo" con Lina Volonghi, "I rusteghi", oltre alla trilogia in dialetto triestino di Carpinteri e Faraguna "Le Maldobrie", "Noi delle vecchie province" e "L’Austria era un paese ordinato" interpretata, fra gli altri, da Lino Savorani: uno dei successi più grandi nella storia teatrale triestina recente.
Nel 1976, assieme agli attori Orazio Bobbio, Ariella Reggio e Lidia Braico, Macedonio fondò il Teatro Popolare La Contrada, del quale è stato direttore artistico per 38 anni. In tale veste ha messo in scena decine e decine di spettacoli, spaziando dal teatro in dialetto triestino a quello in lingua italiana, dal repertorio brillante a quello drammatico, oltre a numerose regie per il teatro per ragazzi.
Autore di testi teatrali e adattamenti di racconti e romanzi, prediligeva la cultura e gli scrittori triestini, di cui era attento conoscitore.
Tra i numerosi allestimenti, vanno ricordati "El mulo Carleto e El serpente de l’Olimpia" di Roberto Damiani ispirati alla figura e alle opere di Angelo Cecchelin; "L’Americano di San Giacomo", "Un nido di memorie", "L’ultimo carneval" e "I ragazzi di Trieste" di Tullio Kezich; "Classe di ferro" di Aldo Nicolaj; "Due paia di calze di seta di Vienna" di Carpinteri e Faraguna, ripreso per cinque edizione dal 1986 al 2013; "Ballando con Cecilia" e "Capriole in salita" di Pino Roveredo; "Ecco un uomo libero!" di Tom Stoppard, nonché una nuova edizione de "I rusteghi".
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