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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Udine è la prima tappa della tournée della rassegna "Mondovisioni" sul documentario d'inchiesta

Udine è la prima tappa della tournée della rassegna

Udine - Al "Visionario" si inaugura mercoledì 10 ottobre la rassegna "Mondovisioni". Giunta alla 4a edizione, la seconda che dopo Internazionale a Ferrara andrà in tour attraverso l’Italia, Mondovisioni presenta una nuova selezione di otto documentari, scelti nei migliori festival, intorno ad alcuni dei temi più cari a Internazionale: attualità, diritti umani, informazione e libertà di espressione.

Tratto dominante di questa selezione è il rischio: il rischio che si corre continuando a prendere posizione, informare e sfidare norme e poteri. Rischiano la vita i redattori del settimanale Zeta in Reportero, che in Messico si ostinano a sbattere in prima pagina narcotrafficanti e politici corrotti, come l’ha rischiata Mads Brügger in The Ambassador, la sua nuova controversa inchiesta-performance sul corrotto mondo della diplomazia in Africa.

Rischiano e hanno subito una dura repressione, in un caso che ha anticipato quello delle Pussy Riot, i membri di Voina Art Group, creativi e radicali oppositori di Putin, le cui performance sono al centro di Tomorrow. Come loro rischiano il carcere gli attivisti di Anonymous che in We Are Legion raccontano storia e strategie del movimento rivoluzionario nato on-line e poi sceso in piazza, in nome della libertà in rete.

Rischiano la censura poliziesca i blogger cinesi che grazie a nuove tecnologie e social media sfidano gli organi di informazione ufficiali e il governo, come racconta High Tech, Low Life.

Rischiano gli immigrati in Svizzera, che come svela Vol special possono da un giorno all’altro ritrovarsi in un centro di detenzione, per essere allontanati per sempre dalla loro nuova vita. Di questi tempi non si rischia solo ai margini delle nostre società, ma anche nel cuore di istituzioni come l’Unione Europea, minacciata da un colossale fallimento finanziario e culturale, complici le lobby che pilotano la politica comunitaria, come dimostra The Brussels Business.

Ma rischiamo anche tutti noi, soprattutto di non saperne mai abbastanza del mondo che ci circonda, ad esempio di come uno stato che si dichiara democratico quale Israele possa gestire da decenni un sistema legale grazie al quale mantiene l’occupazione dei territori palestinesi. Lo denuncia The Law in These Parts, che insieme agli altri sette film di Mondovisioni offre l’occasione di scongiurare un rischio maggiore e generale: quello di essere poco o male informati, di rinunciare all’approfondimento e al dissenso, in tempi di ossessivi e più che mai sospetti appelli all’unità e alla coesione ad ogni costo.

Al "Visionario" secondo il seguente calendario:

mercoledì 10 ottobre, alle 19.30, Reportero di Bernardo Ruiz, Usa/Messico 2012, 72 minuti; alle 21, Tomorrow, di Andrey Gryazev, Russia 2012, 100 minuti;

mercoledí 17, We are legion: the story of the Hacktivists di Brian Knappenberger, Stati Uniti 2012, 91 minuti (wearelegionthedocumentary.com); e Vol Spécial, di Fernand Melgar, Svizzera 2011, 100 minuti (volspecial.ch);

mercoledí 24, The law in these parts, di Ra’anan Alexandrovicz, Israele, 2011, 101 minuti (thelawfilm.com); e High Tech, Low Life, di Stephen Maing, Stati Uniti/Cina, 2012, 87 minuti (hightechlowlifefilm.com).

Mercoledí 31, The Ambassador, di Mads Brügger, Danimarca 2011, 97 minuti (theambassador.dk); e The Brussels Business, di Friedrich Moser e Matthieu Lietaert, Belgio/Austria 2012, 85 minuti, (thebrusselsbusiness.eu).

Per informazioni: 0432 299545, www.visionario.info - http://blog.visionario.info/.

Giornate del cinema muto: la proiezione in Duomo del film "La passion de Jeanne d'Arc"

Giornate del cinema muto: la proiezione in Duomo del film

Pordenone - Alla 31ª edizione delle Giornate del Cinema Muto, in corso a Pordenone fino al 13 ottobre, è arrivato il momento forse più atteso, quello della serata di mercoledì 10 ottobre, alle 20.30, per la proiezione, eccezionalmente nel Duomo di San Marco, in occasione dei seicento anni della nascita di Giovanna d'Arco, del capolavoro di Carl Theodor Dreyer "La passion de Jeanne d'Arc" (1928) con la nuova partitura composta per l'occasione da Touve Ratovondrahety. Protagonista assoluto, perennemente sullo schermo, il volto dolente di Renée Falconetti, la cui interpretazione è annoverata fra le migliori della storia del cinema.

A eseguire la partitura per organo, coro, violoncello solista, trombe e tromboni sono il Coro San Marco, gli ottoni dell'Orchestra San Marco con Giuseppe Barutti (Solisti Veneti) al violoncello, Andrea Tomasi all'organo e la direzione di Roberto Strazzulli.

«Il capolavoro di Dreyer ha già ispirato così tanti musicisti - spiega Touve Ratovondrahety - Io ho dalla mia la fortuna di aver vissuto per otto anni a Orléans, dove il Festival de Jeanne d'Arc è un evento molto amato e magnificamente celebrato ogni anno a maggio. Inoltre, la "Solennité de Jeanne d'Arc" è sempre una straordinaria liturgia annuale anche nella chiesa parigina in cui lavoro adesso: tutto ciò ha determinato l'atmosfera e la scelta del testo, che rappresenta la parte più difficile di questo progetto. Ciò che guida questa composizione è il movimento del film. È un film di movimento, Quando i protagonisti restano immobili, si muove la cinepresa. Quando la cinepresa è statica, sono in movimento i protagonistiŠ».

L'ingresso libero prevedeva, data la limitata disponibilità di posti, il ritiro agli uffici del festival di coupon, che sono andati esauriti in brevissimo tempo.

Per chi fosse arrivato troppo tardi per prendere il coupon o avesse preferito assistere alla prova generale dell'evento svoltasi ieri (martedì), l'alternativa cinematografica di tutto rispetto è la proiezione, alle 20, al Teatro Comunale Giuseppe Verdi, del film di A.W. Sandberg Vor Faelles Ven (Il nostro comune amico). Prodotto dalla danese Nordisk nel 1921 e restaurato dal Danish Film Institute di Copenhagen, il film è presentato alle Giornate nell'ambito dell'ampia rassegna di film muti tratti da Charles Dickens realizzata in occasione del bicentenario della nascita dello scrittore.

La giornata di mercoledì riserva altri importanti appuntamenti. Al Teatro Comunale Giuseppe Verdi, dopo la proiezione di Familientag im Hause Prellstein (Riunione di famiglia in casa Prellstein, DE 1927) di Hans Steinhoff, in programma alle 10.45, con cui si conclude il pluriennale Progetto Steinhoff, alle 12 sarà presentato Moi syn (Mio figlio, URSS 1928) di Yevgenii Cherviakov (i cinque rulli ritrovati, su un totale di sette).

La riscoperta nel Museo del Cine Pablo Ducrós Hicken di Buenos Aires (la stessa fonte del recente ritrovamento del Metropolis integrale) può essere considerata la più importante riapparizione in ambito sovietico della seconda metà del secolo scorso. Moi syn è presentato a Pordenone all'interno dell'omaggio ad Anna Sten, che all'epoca era già una star ma che proprio con questo film s'impose come una delle migliori attrici del cinema sovietico.

Il programma del primo pomeriggio (a partire dalle 14.30) è dedicato al cinema delle origini, che quest'anno trova ampissimo spazio nel programma delle Giornate. In attesa di assistere, giovedì sera, al grande spettacolo del Phono-Cinéma-Théâtre, realizzato nel 1900 per l'Esposizione Universale di Parigi, si vedranno altri tesori prodotti agli albori della settima arte, fra cui due Méliès riscoperti da Cinémathèque française e Museo del Cinema di Torino, e la sesta selezione di titoli che l'Australian National Film & Sound Archive porta a Pordenone dalla preziosa Corrick Collection.

Dal repertorio filmico della nota famiglia d'intrattenitori, splendide fantasie colorate come La Peine du Talion (1906), che ha ispirato il poster del festival, e film "dal vero" fra cui Excursions en Italie, un Pathé del 1904 con immagini d'epoca di Genova, Napoli, Roma e Venezia.

A Scienzartambiente il testamento umano e culturale di Roberto Rossellini

A Scienzartambiente il testamento umano e culturale di Roberto Rossellini

Pordenone - Il "testamento umano e culturale" del regista Roberto Rossellini, grande intellettuale dell'Italia del Secondo dopoguerra e padre del Neorealismo, inedito e contenuto in una lettera al figlio Renzo, viene pubblicamente letto da quest’ultimo per la prima volta a Pordenone nel corso della XVI edizione di Scienzartambiente - per un mondo di pace, primo festival nella regione Friuli Venezia Giulia dedicato alla divulgazione e comunicazione scientifica, in programma dal 17 al 21 ottobre con il titolo  "Finestre sul futuro", promossso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Pordenone e da Science Centre Immaginario Scientifico.

L’appuntamento è per il 20 ottobre alle 21 nel Convento di san Francesco, nell’ambito degli incontri serali “Una pagina che cambia la vita” di cui sono protagonisti quattro intellettuali italiani di grande prestigio: Stefano Moriggi (storico e filosofo della scienza nonché autore televisivo del programma “E se domani” su RaiTre con Alex Zanardi) introdurrà gli ospiti chiamati a leggere la pagina che più ha inciso nella loro formazione, testi d’autore che “apriranno finestre sul futuro” in sintonia con il tema scelto quest'anno.

Il 17 ottobre Paolo Ferri svela l’intrinseco rapporto tra democrazia ed educazione nel pensiero del filosofo americano John Dewey; il 18 Laura Boella guida il pubblico tra le pagine di Hannah Arendt “L’umanità in tempi bui”, il 19 Nuccio Ordine si sofferma sull’ardita tolleranza di Giovanni Boccaccio e, infine, il 20 ottobre Renzo Rossellini, attraverso la lettera inedita del padre Roberto, legge questo testamento culturale di un grande regista, convinto che solo “imparando a leggere” si potrà aprire una finestra sul futuro.

C'è dunque grande attesa per scoprire cosa scrisse Rossellini al figlio, che afferma: “Dal 1977, anno della morte di mio padre, il mio sforzo è stato quello di far capire la portata culturale della poetica dei suoi film, attenta più ai contenuti etici e morali che estetici, in anticipo sui tempi per essere davvero compresa. Per farlo, mi sto occupando da allora dei suoi archivi, nei quali ci sono 16 mila pagine di scritti".

Tra di essi anche la lettera, oggetto dell'incontro di Scienzartambiente. "Si tratta - ha aggiunto Rossellini - dell'ultima che mio padre mi ha scritto: in essa sottolinea ancora una volta come la sua opera, sia cinematografica che per la televisione, abbia un grande valore didattico e tenda a essere utile per un’umanità attenta alla qualità del suo futuro. Purtroppo in Italia cinema e televisione nel frattempo si sono involgariti: mio padre, se fosse ancora vivo, fuggirebbe lontano".

Nell'incontro al Convento di San Francesco verà dato spazio anche ai ricordi friulani del regista, che fu amico, come il padre, di Pier Paolo Pasolini.

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