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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

“Il viaggio della signorina Vila” inaugura la 24^ edizione del Trieste Film Festival

“ Il viaggio della signorina Vila” inaugura la 24^ edizione del Trieste Film Festival

Trieste – Non fa segreto Fabrizio Grosoli,  - che da quest’anno affianca nella direzione del Trieste Film Festival  Annamaria Percavassi  -  sottolineando le difficoltà oggettive del momento e l’incertezza per il futuro del mondo della cultura penalizzata dalla crisi politica ed economica in atto, come forse nessun altro dei settori sostenuti dalle pubbliche istituzioni, ma si ritiene soddisfatto, pur non essendo cambiata la gravità della situazione, di poter considerare positivo il bilancio con cui viene presentato al pubblico anche quest’anno il Festival, dopo un 2012 pieno di suspense.

A far decollare il festival nella sua serata inaugurale sarà  l’evento speciale “Il viaggio della signorina Vila” di Elisabetta Sgarbi, nella Sala Tripcovich di Largo Santos - che da quest’anno si affianca al Teatro Miela come sede delle proiezioni - alle ore 20. Non mancheranno nell’introdurre Il film i direttori del festival, Annamaria Percavassi e Fabrizio Grosoli, insieme alla  regista.

Il viaggio della signorina Vila, della durata 60’, è girato interamente a Trieste, è sceneggiato dalla regista insieme a Eugenio Lio, con le musiche di Franco Battiato: una storia d’amore tra un uomo e una donna di un altro tempo caduti nella Trieste di oggi. Al termine della proiezione interverranno fra gli altri alcuni dei volti  noti  del film, come Claudio Magris, Susanna Tamaro, Boris Pahor, Giorgio Pressburger, Pino Roveredo, Giuseppe Dell’Acqua, Lučka Počkaj, che del film è voce narrante insieme a Toni Servillo, Sara Gruden e Vittorio Sgarbi.

Alle ore 22, sempre alla Sala Tripcovich, l’evento speciale della nuova sezione Sorprese di genere “Vaje v Objemu Tango Abrazos”  di Metod Pevec , che vinse lo scorso anno la sezione documentari del festival con il suo acclamato Aleksandrinke , in anteprima nazionale. Una storia che attraverso la danza analizza i rapporti personali: due coppie apparentemente serene scoprono lati inediti quando decidono di dedicarsi al tango, che comporta l’esplorazione della cultura latina del “toccarsi”  e la regola base del tango, il cambio di partner. “Difficilmente riesco a fare un film senza una scena di danza. Questa volta la storia va a ritmo di tango, ma il mio non è un film sulla danza …è un film sui rapporti fra persone” (M. Pevec)


Sorprese di genere, che si affianca alle sezioni competitive,  è la sezione che da questa edizione intende allargare lo sguardo verso nuove tendenze "popolari" all'interno della produzione cinematografica dell'Europa Centrale e Orientale.  La sezione offrirà la visione di  film di fantascienza lituani, thriller serbi, commedie sentimentali slovene e così via, che rappresentano la conferma che in quelle aree geografiche lavorano produttori e cineasti in grado di inserirsi con consapevolezza in quel circuito internazionale globale che non guarda alle singole nazionalità, ma semplicemente alle idee di nuovi talenti ovunque essi si trovino.

Oltre il filo per non dimenticare

Oltre il filo per non  dimenticare

Gemona  – Vogliamo segnalare questo evento, legato alla proiezione di questo documentario “Oltre il filo” del regista e produttore friulanoDorino Minigutti, che sarà a Gemona martedì 22 gennaio per accompagnare la proiezione del documentario (2011) al Cinema Teatro Sociale alle 21. Proposta della  Cineteca del Friuli nell’ambito del Circuito Cinema.

Oltre il filoriapreuna pagina dimenticata della storia della seconda guerra mondiale, l’attività in Italia – tra il 1942 e l’8 settembre del ’43 – dei campi di concentramento, alcuni dei quali destinati a raccogliere quasi esclusivamente deportati di origine slovena e croata provenienti dalle zone occupate dall’esercito italiano. In migliaia vi morirono di stenti e di fame, e molti fra coloro che riuscirono a tornare a casa non trovarono che macerie.

La ricerca di Minigutti ricostruisce gli eventi storici, dall’ingresso delle truppe italiane a Lubiana nell’aprile del 1941 alle violenze – incendi, fucilazioni, deportazioni in massa – perpetrate dai soldati nei villaggi occupati, e si concentra in particolare sul campo friulano di Gonars, dove le vittime furono più di 400, di cui 71 bambini sotto l’anno di età. Come gli altri campi di prigionia italiani, quello di Gonars fu smantellato alla fine della guerra e le uniche tracce ancora visibili sono delle latrine di cemento in un campo di mais.

Il documentario è un dolente quanto necessario viaggio nella memoria, realizzato con l'aiuto di disegni e dei temi scolastici scritti al rientro in patria dai bambini sopravvissuti, in cui si avverte tutto l’orrore dell’esperienza infantile dell’internamento. Ai racconti di ieri si affiancano le testimonianze di oggi, con le voci ormai anziane degli ex-bambini superstiti e i ricordi di chi abitava vicino al campo.

La riflessione non si ferma alla seconda guerra mondiale ma –ancora con il supporto dei disegni di bambini bosniaci degli anni ’90 e di bambini del Medio Oriente e del Darfur – si estende ai conflitti che hanno continuato a ignorare anche nel recente passato e nel presente la fragilità e il diritto di tutela dell’infanzia.

Prodotto da Agherose, Immaginaria, Zavod Kinoatelje e Focus-Media, il film è stato cofinanziato dal Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, il Ministero della Cultura sloveno, il Fondo per l’Audiovisivo della Croazia, il Comune di Gonars, le città di Rijeka e Kastav. Hanno inoltre contribuito la sede regionale della RAI e le TV nazionali slovena e croata. Una co-produzione di Italia, Slovenia e Croazia.

 

Al via il 17 gennaio il Trieste Film Festival, appuntamento col cinema dell'Est Europa

Al via il 17 gennaio il Trieste Film Festival, appuntamento col cinema dell'Est Europa

Trieste - Il Trieste Film Festival (17-23 gennaio 2013), il principale appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro-orientale, giunto alla sua ventiquattresima edizione segnala alcune novità: la rassegna, diretta da Annamaria Percavassi – cui si affianca da quest’anno Fabrizio Grosoli - ospiterà le sue proiezioni oltre che al tradizionale Teatro Miela anche alla Sala Tripcovich di Largo Santos, grazie a un accordo tra l’Amministrazione Comunale e la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi – Trieste , che hanno adeguato una sala teatrale anche a uso cinematografico.

Il programma, come di consueto, darà spazio ai tradizionali concorsi internazionali (lungometraggi, cortometraggi, documentari), a eventi speciali, omaggi e incontri (quelli con il pubblico e la stampa si terranno al Caffè Tommaseo).

Ad aprire il festival sarà il 17 gennaio alla Sala Tripcovich "Il viaggio della signorina Vila" di Elisabetta Sgarbi. Sceneggiato dalla regista insieme a Eugenio Lio, con le musiche di Franco Battiato, è una storia d’amore tra un uomo e una donna di un altro tempo caduti nella Trieste di oggi.

È anche la storia d’amore di un intellettuale che si scambia e si specchia con il proprio passato, reale e letterario, e il passato della sua città, Trieste: scelta, dice Sgarbi “per una sorta di fascinazione – quasi un’ossessione – sia per l’elemento culturale che per quello naturale che in questa città coesistono a strettissimo contatto, evitando ogni rappresentazione da cartolina, e cercando invece di raccontare il volto vivo, conteso e sempre in mutazione di questo luogo.”

Ne "Il viaggio della signorina Vila" le voci narranti sono quelle di Toni Servillo e Lučka Počkaj, e appaiono fra gli altri Claudio Magris, Luciana Castellina, Gillo Dorfles, Giorgio Pressburger, Boris Pahor, Pino Roveredo, Susanna Tamaro.

Nucleo centrale del programma rimangono i tre concorsi internazionali che ogni anno fanno il punto sulla produzione più interessante dei paesi di riferimento del festival. E anche quest’anno i premi al Miglior lungometraggio, al Miglior cortometraggio e al Miglior documentario saranno attribuiti dal pubblico.

Programma completo su triestefilmfestival.it

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