Tra musical ed operetta un'antologia delle arie più amate, per pianoforte e voci
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- Categoria: Teatro
- Pubblicato Martedì, 09 Ottobre 2012 16:07
- Scritto da Tiziana Melloni
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Trieste - Un misterioso e simpatico personaggio torna dopo oltre mezzo secolo ad incarnare la figura dell’attore brillante tipica dell’Operetta: è un protagonista dell’epoca avventurosa delle grandi compagnie d’operetta, “tornato” per riordinare i ricordi di un’epoca e di un genere dei primi decenni del Novecento.
Nel rileggere le pagine del suo libro virtuale affiorano i ricordi di una “età dell’oro” della leggerezza, le incantevoli memorie musicali dell’Operetta francese, viennese, italiana, che hanno fatto sognare mezzo mondo dalla fine dell’Ottocento alla seconda guerra.
Lo spettacolo “Operetta, eterno amore”, firmato da Gianni Gori e Alessandro Gilleri, prima produzione della neo-nata società di produzione Golden Show, presentato a Trieste il 9 ottobre, è uno spettacolo unico nel suo del genere, in assoluto la prima commedia d’operetta mai realizzata. Questo scrigno di gioielli ancora scintillanti della "piccola lirica", rivivrà sulle musiche preziose di Offenbach, Lehár, Kálmán, Abraham, Stolz, Lombardo, Ranzato, Pietri, Costa.
A ricomporre in scena questi successi intramontabili un cast straordinario formato dal grande artista napoletano Gennaro Cannavacciuolo - erede della scuola partenopea di Eduardo e di Pupella, attore e cantante raffinato e popolarissimo per la sua frequentazione del teatro, dell’operetta e del musical - la soprano Daniela Mazzucato, fuoriclasse di straordinaria versatilità, l’elegante e prestigioso tenore Max René Cosotti, il noto cantante e attore Andrea Binetti e il pianista Marco Scolastra.
La produzione debutta al Teatro Orazio Bobbio di Trieste, in anteprima nazionale, mercoledì 31 ottobre, per poi affrontare, tra la fine del 2012 e il 2013, un tour che toccherà i principali teatri italiani. Già definite rappresentazioni a Milano, Bologna, Roma, Mantova, Padova, San Remo, Catania, Palermo, Mestre, Tortona e Cuneo.
Dai primi capolavori di Offenbach (che beffeggiano l’aristocrazia e la società del Secondo Impero) alla sensualità dell’operetta viennese, all’operetta italiana con i suoi paradisi esotici e maliziosi in cui già scintillano i lustrini della gloriosa Rivista, l’Operetta rappresenta, tra Ottocento e Novecento, un panorama della cultura europea della leggerezza: un mondo che le guerre mondiali sembrerebbero aver sconvolto e che invece è rimasto all’orizzonte come un’illusione emozionante e delicata. E ai margini del grande teatro drammatico e musicale, sopravvive con la sua grazia popolare come un autentico fenomeno culturale.
L’operetta è teatro totale in cui all’interprete si richiede il massimo di eclettismo scenico e vocale (tra parola, canto, danza) oltre alla classe ed alla simpatia.
“Operetta, eterno amore” rigenera le pagine più godibili (talune eccelse ed immortali) dell’operetta francese, danubiana, italiana; dal punto di vista scenografico, una serie di proiezioni accompagneranno i circa trenta interventi musicali e lo renderanno visivamente godibile e moderno: alla “lirica leggera” si dà una dimensione teatrale attuale e dinamica.
L'Arlecchino errante va con "La fanciulla del cielo - il cigno"
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- Categoria: Teatro
- Pubblicato Sabato, 08 Settembre 2012 10:31
- Scritto da Daniela Silvestri
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PORDENONE - L'edizione 2012 del festival "L'Arlecchino errante" è dedicata alle diversità culturali intese come valori da conservare, e in questo ambito sono state organizzati alcvuni eventi dedicati all'arte e cultura siberiane. Giovedì 6 settembre, al Teatro Concordia di Pordenone è andato in scena lo spettacolo "La fanciulla del cielo - il cigno", ispirato a una favola buriata. I Buriati sono la più importante minoranza etnica della Siberia, discendenti dai nomadi mongoli insediatisi sulle sponde del lago Baykal. L'incontro viene introdotto dal regista Viktor Tokarev, che consegna alcuni omaggi all'assessore Elio De Anna. Prima dell'inizio dello spettacolo, Viktor esegue un rituale, "benedice" il palco e le quinte con l'acqua del Baykal, che conserva in una bottiglietta, spiegando che ad ogni replica, l'acqua rimanente viene versata in uno specchio d'acqua, quindi c'è acqua del baykal nel mar Caspio, nel Baltico, nell'Oceano Pacifico, e ora, anche nell' Adriatico. Le luci si spengono e una melodia intensa e vibrante, eseguita completamente con strumenti tipici russi ci avvolge e ci porta nella magia della fiaba. Su una scena composta da alcuni pannelli scuri a simboleggiare delle montagne, appare il "Vecchio Bianco" che ci racconta di un cacciatore, che vedendo 3 donne, che in realtà erano cigni, che facevano il bagno nude in un lago, rubò a una di loro il mantello di piume, così che non potesse più volare via.
I due si sposarono e vissero felici con 11 figli, finchè un giorno il ricchissimo ma perfido Abakhai-Khan, si invaghì di lei e la rinchiuse in una prigione, costringendo il marito a compiti impossibili per farlo morire, ma egli, aiutato dalla moglie superò le 3 difficilissime prove. Allora il Khan, per disfarsi di lui, ordinò ai suoi servitori di ucciderlo. L'uomo, vedendosi braccato restituì alla moglie il suo piumaggio, in modo che potesse volare via attraverso il fumaiolo della yurta. Il malvagio Khan morì, stroncato da un incantesimo di un magico bastone d'oro. La leggenda dice che la donna-cigno tornò a volare sopra la yurta per vedere i figli, e si sporcò le zampette di fuliggine, per questo i cigni del Baykal hanno le zampette macchiate di nero.
La recita si chiude con una danza collettiva e gli attori che mostrano i loro veri volti, e si scopre che il perfido Khan era impersonato da un'attrice.
Spettacolo emozionante, costruito in modo inusuale, una scenografia semplice e lineare, un'illuminazione essenziale sulle quali spiccano i tradizionali costumi, a colori vivaci e ricchi di decorazioni simboliche, maschere che ricordano quelle usate dai monaci tibetani nelle loro danze. Pur essendo quasi per metà recitato e cantato in lingua russa e buriata, grazie alla sapiente traduzione delle vicende salienti da una voce fuori scena e da qualche sporadica interpretazione in italiano del Vecchio saggio, la storia è facilmente comprensibile e ci regala anche qualche momento di ilarità. Il risultato è un intreccio tra tradizione antica e un allestimento coreografico e regia moderni. Un elogio anche alla musicista Svetlana Gomboeva che seduta a margine del palco, in costume tradizionale, ha accompagnato la rappresentazione con il suono di un caratteristico strumento a due corde.
Una serata veramente ricca di emozioni che il pubblico ha dimostrato di gradire con interminabili applausi.
Daniela Silvestri
Udine:Al via la quinta edizione del Premio Teatrale "Giovani realtà del teatro"
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- Categoria: Teatro
- Pubblicato Mercoledì, 05 Settembre 2012 12:58
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Si rinnova l’appuntamento con il Premio Nazionale “Giovani Realtà del Teatro” giunto alla quinta edizione, in questi giorni si stanno completando le selezioni dei progetti arrivati da tutta Italia. Il Premio nasce per attori danzatori drammaturghi compagnie under 35 che presentano progetti di opere teatrali originali, sia come testi che come messa in scena e si confrontano per ottenere le borse di studio il cui obiettivo è di promuovere la realizzazione del progetto: azioni concrete per favore il sostegno della creatività e dell’arte prodotta da giovani emergenti. Oggi si può affermare che Udine e la regione sono diventati un punto di riferimento per il teatro italiano under 35, vale a dire che il futuro di quello che si vedrà sui palcoscenici italiani.
Ospite d’onore l’attore Giuseppe Battiston che accompagnerà con la sua presenza questa edizione nelle giornate dell’8 e 9 settembre 2012 presso l’ex Oratorio del Cristo a Udine (largo Ospedale vecchio). Si comincia sabato 8 settembre alle ore 14.30 con la presentazione lavori e poi il concorso, quindi alle 18.00 il progetto Mistero Buffo e alle 20.45 presentazione del progetto vincitore del Premio 2011, “Gli Ebrei sono matti”. Domenica 9 settembre avvio lavori alle 11.00, dalle 17.30 “Mistero Buffo” e alle 20.00 la cerimonia di premiazione. L’ingresso al Premio è libero.
Anche nel mondo del teatro si oscilla tra le due polarità del Bianco e Nero, da una parte la pagina bianca del testo cartacea o virtuale, dall’altro lo spazio nero e misterioso del palcoscenico: qui dall’incontro tra gli opposti si innesca la “Scintilla della Creatività”. Ai partecipanti è stato chiesto di riflettere sulle tematiche della contrapposizione e dell’antitesi - Bene e Male, Individuo e Società, Vecchio e Nuovo, Vita e Morte – e saranno poi le giurie e il pubblico a valutare i risultati.
La quinta edizione del premio si presenta con una formula innovativa (è in tempo di crisi che nascono le migliori idee…) infatti prenderà l’avvio un Festival di Scuole di Teatro che ha come centro propulsore il progetto “Mistero Buffo e altre storie” di Dario Fo & Franca Rame condiviso con la Scuola Paolo Grassi di Milano: anche qui il tema della contrapposizione è dominante, da una parte il comico e dall’altra il potere, infine come sintesi il testo dove i due temi inconciliabili si incontrano-scontrano facendo scaturire una risata che non è mai fine a se stessa, ma è il primo passo verso la riflessione. Il progetto Mistero Buffo, inoltre dimostra che è possibile far incontrare in maniera collaborante due entità che in Italia sembrano appartenere a mondi opposti, il lavoro e la formazione, poiché si dimostra che la scuola può fornire spunti per la crisi dell’occupazione, attivando un nuovo modello formativo.
Sono tante le speranze che accompagnano la trasferta a Udine dei gruppi selezionati, perché le occasioni di far vedere le proprie produzioni sono sempre importanti e vanno valutate con attenzione dato che le aspettative sono tante. Un fattore interessante è chei progetti premiati nelle varie edizione delPremio Nazionale Giovani Realtà del Teatro sono diventati produzioni teatrali a tutti gli effetti e hanno ottenuto notevoli riconoscimenti, segno tangibile che l'attività che il Premio ha messo in moto non si esaurisce nella “due giorni teatrale”, ma prosegue anche nei mesi successivi incoraggiando i partecipanti a continuare a sviluppare il progetto presentato, approfondendolo e avanzando nel lavoro per poterlo così presentare nelle stagioni teatrali e ad altri concorsi nazionali ed internazionali. Le borse di studio assegnate hanno quindi innescato un processo virtuoso che testimonia come nella cultura si possa fare impresa, dimostrando come degli investimenti mirati possano diventare un volano prezioso sempre nel segno della creatività e della qualità.
Sono sei i riconoscimenti in palio nel 2012: il premio della Giuria artistica di 3.000 euro, il premio della giuria giornalisti, il premio Bianco&Nero, un premio al miglior monologo, un premio-segnalazione da parte del pubblico, un altro dalla giuria docenti della Pepe uno dagli allievi della scuola.
La manifestazione promossa dalla scuola di recitazione cittadina si avvale dellapartecipazione delle istituzioni che ne fiancheggiano l’attività a cominciare dall’Associazione Bianco&Nero che è partner fondamentale, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il sostegno della Fondazione Crup, la collaborazione con il Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” e Nordesteuropa e il patrocinio del Comune di Udine. La partecipazione del Teatro Club e del CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia completa il quadro delle sinergie nel campo dello spettacolo che la città mette in campo.Bianco&Nero si avvale inoltre della sponsorizzazione diProvincia di Udine – Terra dei Patriarchi, Camera di Commercio di Udine e Pilosio.
Per informazioni è possibile contattare la segreteria dell’Accademia udinese allo 0432504340 o via mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., oppure consultare il sito www.nicopepe.it.
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