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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Premiata la qualità del progetto artistico del Teatro la Contrada

Premiata la qualità del progetto artistico del Teatro la Contrada

Trieste - Sono usciti oggi, martedì 28 luglio, in tarda mattinata i risultati delle assegnazioni del Fondo Unico per lo Spettacolo per le Imprese di produzione.

Nonostante una contrazione, per altro attesa,  dovuta alla ricollocazione della Contrada fra le Imprese di produzione Teatrale – contro la quale rimane in atto un ricorso al TAR del Lazio – lo Stabile privato triestino rientra nel primo sottoinsieme delle compagnie teatrali, con un punteggio sulla qualità artistica molto alto. Il progetto artistico della Contrada - secondo solo a quello del Teatro degli Incamminati - è stato valutato con 28 punti su 30.

Il contributo ministeriale per il 2015 sarà così di 332.672,00€. La penalizzazione economica che si viene a creare, vissuta anche dagli Enti locali come un ulteriore impoverimento dell’offerta culturale triestina – tradizionalmente più ricca di tante altre città –, sarà azzerata da un contributo straordinario. Le Amministrazioni locali, che fin dall’inizio hanno sostenuto la Contrada riconoscendone il ruolo e la funzione svolti sul territorio da quarant’anni, hanno infatti previsto di colmare la differenza, grazie in particolare all’intervento decisivo dell’Assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti.

In ogni caso, prima ancora di conoscere i risultati del MiBACT, La Contrada aveva confermato interamente il progetto artistico in corso, portando al debutto due nuove produzioni, Zoran e il cane di porcellana, coprodotto con il Dramma Italiano di Fiume, e Cancun, che debutterà in agosto al Festival di Borgio Verezzi, e completando la programmazione della Stagione 2015/16 del Teatro Bobbio, che contrariamente a qualche voce allarmistica, non è mai stata in pericolo.

Il cartellone 2015/16, ancora più ricco degli anni precedenti, sarà presentato al pubblico martedì 1° settembre.

 

Mittelfest chiude con "Scandalo" di Schnitzler: eterno dilemma tra l'essere e l'apparire

Mittelfest chiude con

Cividale del Friuli (Ud) - Dopo un'edizione con grandissimi protagonisti da tutta Europa, domenica 26 luglio la 25a edizione del Mittelfest ha chiuso i battenti. Ultima "perla" del festival è stata l'anteprima nazionale dell'opera teatrale di Arthur Schnitzler, "Scandalo", finora mai portata in scena in Italia, diretta da Franco Però e coprodotta dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Il sipario si è alzato un quarto d'ora dopo le 18, per la gioia del pubblico che attendeva con trepidazione l'inizio della serata. Ed ecco una scenografia che lascia a bocca aperta, finemente costruita da Antonio Fiorentino e che rappresenta una stanza di un casa dell'alta borghesia viennese di fine Ottocento, epoca proprio in cui la storia è ambientata.

Sul palco, l'allegria giovanile e spensierata di due ragazze convive con i discorsi sulla vita di due signore, madri di famiglia in modo opposto: Betty, moglie del padrone di casa, si rifugia nella tranquillità della quotidianità; l'altra, Emma (Stefania Rocca) insegue le passioni senza fermarsi alle apparenze, guardando oltre il quadro su cui si ferma l'amica.

L'atmosfera si interrompe bruscamente quando Hugo, il figlio di Betty, cadendo da cavallo si ritrova morente nel proprio letto. Nell'agitazione generale, le sue parole svelano alla propria famiglia un segreto che cela da 5 anni: ha un'amante e un figlio. E la supplica di accoglierli in casa, una volta che morirà, nello sconcerto generale dapprima per la scoperta, poi per la richiesta assolutamente... scandalosa.

Quando però la serenità sembra tornare nella casa, una nuova disgrazia ripiomba sui suoi abitanti, finendo per dividere definitivamente i destini di due "mondi" opposti, ritratti cinicamente e con arguzia dal drammaturgo austriaco. Arrivando, così, a svelare l'ipocrisia e la meschinità che dilagava negli ambienti dell'alta borghesia di oltre cento anni fa e, ancora più amaramente, che regna ancora oggi in molte famiglie.

Una commedia amara durata oltre due ore, durante le quali umorismo e tristezza si sono intrecciati, scissi, immersi l'uno nell'altro per poi respingersi come calamite dalla polarità opposta. Un dualismo che ha trovato un grande interprete in Franco Castellano, che per la prima volta dagli anni '90 torna nel "suo" Friuli per recitare, nei panni nel padrone di casa, il professor Losatti: risate amare e sincere si alternano, lasciando, però, nello spettatore sempre qualcosa di acre.

La storia scritta da Schnitzler nell'allora 1898 riesce sicuramente a trasmettere un messaggio a dir poco universale: l'arrivo di Toni Weber, l'amata di Hugo, insieme al suo piccolo provoca un vero e proprio terremoto all'interno della normalità borghese, causando l'emarginazione della famiglia dalla cosiddetta società "perbene". L'accoglienza iniziale diventa così sospetto per l'estraneo, tanto nell'Austria asburgica quanto nel presente che ben conosciamo.

Tanto di cappello al drammaturgo, anche se le vicende si stagliano sulla splendida scenografia come un bel film in costume, senza riuscire a coinvolgere più di tanto il pubblico.

La Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia recita in modo impeccabile, le due "stelle" (Rocca e Castellano) imprimono pathos con prestazioni convincenti, ma la trasposizione da ieri a oggi si perde nelle pieghe della traduzione, forse fin troppo letterale, dell'opera.

Il merito è quello di aver trovato i personaggi-chiave giusti per lo spettacolo: Emma è lo spirito ribelle per antonomasia, che ignora i cliché sociali per seguire la cosa giusta da fare; il professor Losatti è, invece, colui che asseconda il gusto degli altri per non essere escluso, a scopo di calpestare ogni sentimento per non rischiare l'emarginazione: tanto lontani ma tanto simili al tempo stesso, destinati alla fine a porre fine allo "scandalo" in cui sono immersi.

Chiuso il sipario, l'amaro non rimane solo sulle labbra ma invade completamente il pubblico: io cosa avrei fatto? viene da chiedersi, mentre il fiume degli applausi scorre. Avrei avuto il coraggio di guardare nell'acqua limpida dell'onestà, o avrei accettato anch'io la tranquillità dello stagno torbido di tutti? Una risposta tarda ad arrivare, mentre barconi di migliaia di nuovi estranei arrivano, "minacciando" le nostre sicurezze. Costruite su castelli di carta, pronti a bruciare alla minima scintilla.

“Joyce intimo spogliato in piazza”: in scena al Sartorio

“Joyce intimo spogliato in piazza”: in scena al Sartorio

Trieste – Oggi, lunedì 27 luglio alle ore 21 al Museo Sartorio, nella splendida cornice del giardino dell’elegante villa ottocentesca, nell’ambito della rassegna Trieste Estate 2015,  la  nuova produzione originale del gruppo del Pupkin Kabarett  porterà in scena un reading musicale ispirato all'opuscolo Joyce intimo spogliato in piazza di Alessandro Francini Bruni.

Scritto da Stefano Dongetti con la collaborazione di Renzo S. Crivelli da un’idea di Erik Schneider. Con Laura Bussani, Stefano Dongetti e Alessandro Mizzi e, la  musica live di Riccardo Morpurgo e Franco Trisciuzzi e le sonorizzazioni: Nazareno Bassi

La mappa sarà “Joyce intimo spogliato in piazza” di Alessandro Francini Bruni e a condurre il viaggio ci penseranno quelli del Pupkin Kabarett che dopo “Italo Svevo and Friends Blues Jazz Explosion”, si cimentano in un altro scatenato e irriverente spettacolo sui mostri sacri della letteratura triestina e mondiale di inizio secolo.

Il reading musicale andrà alla scoperta di vizi, passioni e virtù, splendori e miserie di uno dei più grandi geni del ‘900 durante il suo lungo soggiorno a Trieste e non solo. Il lato più intimo e personale di James Joyce, la vita e le opere fuse in un ritratto spregiudicato e molto, molto pop.

Ingresso libero, posti limitati.

Foto Max Rossetti.

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