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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

Ritorna "Il presepe di sabbia" appuntamento fra i più attesi del Friuli Venezia Giulia

Ritorna

Lignano Sabbiadoro (Ud) - Appuntamento atteso quello del presepe di sabbia capace di attirare decine di migliaia di persone ogni anno, molte delle quali provenienti anche da fuori regione e dalle vicine Austria, Slovenia e Croazia, torna il grande Presepe di Sabbia di Lignano Sabbiadoro, giunto alla 13° edizione, attrazione centrale del calendario di appuntamenti natalizi del centro balneare friulano.

La maestosa opera in sabbia sarà inaugurata, il giorno 8 dicembre, per chiudersi il 29 gennaio, nella tensostruttura collocata di fronte alla Terrazza a Mare. A pochi giorni dall’importante apertura vengono svelati i primi dettagli dell’opera che quest’anno ricorderà il dramma del terremoto del 1976 e celebrerà i riti e le tradizioni della civiltà friulana.

A differenza della passata edizione, che vedeva un’impostazione teatrale e classica, l’opera di quest’anno, realizzata con straordinaria abilità dagli artisti dell’Accademia della Sabbia guidati da Antonio Molin, si caratterizza in una passeggiata di circa 80 metri attraverso diversi blocchi scultorei, altorilievi la cui verticalità tende a far perdere l’orientamento al visitatore, che verrà rapito dalle varie scene rappresentate. Diversi i riferimenti alla tragedia del terremoto del 1976, nel 40° anno da quel tragico accadimento.

Si parte dalla riproduzione della celebre opera di Franco Maschio, dal titolo “Dal profont a ti sberli Signor (“dal profondo, Signore, ti grido in faccia il mio dolore”) collocata nel duomo di Venzone, procedendo poi con una parete sulla quale è incisa la frase “ll Friûl al ringrazie e nol dismentee”, un muro crepato attraverso cui si scorge un altro riferimento, la scultura gigante della moneta che venne coniata per il terremoto.

Fra gli omaggi anche quello alla ricostruzione e alla solidarietà con il blocco realizzato in tecnica fotografica in cui si vedono gli alpini intenti al lavoro, e quello al carattere del popolo friulano che trova il suo simbolo nella mastodontica statua di San Cristoforo del Duomo di Gemona.

Fra le tante scene dedicate alle tradizioni e alla vita della civiltà friulana con i suoi luoghi di lavoro e i suoi prodotti tipici, ecco stagliarsi la grande natività, quest’anno di tipo classico, completa di tutti gli elementi e i simboli della tradizione del presepe italiano.

Diverse anche le scene religiose come l’Annunciazione, l’arrivo dei Magi, la fuga dall’Egitto. Di particolare bellezza la riproduzione dell’Adorazione dei Magi, opera che decora un lato dell’ara di Ratchis, attualmente conservata nel Museo Cristiano di Cividale, rarissima testimonianza dell’arte longobarda.

Non mancheranno anche quest’anno l’Albero di Yule e l’Albero dei Desideri, dove i visitatori appenderanno biglietti e conchiglie colorate in segno di buon auspicio. Il tema del terremoto del 1976 non poteva lasciare indifferenti in merito ai recenti eventi sismici che hanno colpito il centro Italia, ecco perché, dal 30 dicembre al 2 gennaio, la comunità di Lignano ospiterà 100 persone provenienti da Amatrice e dalle zone coinvolte dal sisma di agosto, un’iniziativa che dimostra la vicinanza fra le due comunità, proprio come successe 40 anni fa, quando Lignano mise a disposizione case e alberghi agli sfollati friulani.

Tutte le informazioni e gli orari del presepe di sabbia su www.presepelignano.it, www.presepedisabbia.it e sulla pagina Facebook: Associazione Dome Aghe e Savalon d’Aur. 

Organizzato dall’Associazione Dome Aghe e Savalon d’Aur, con il sostegno della Città di Lignano, in collaborazione con Pro Loco Lignano, Lignano in Fiore Onlus, Lignano Sabbiadoro Gestioni e con il fondamentale contributo delle associazioni lignanesi.

 

 

Il Festival Maravee Ludo: il gioco in arte teatro e danza oggi a San Daniele del Friuli

Il Festival Maravee Ludo: il gioco in arte teatro e danza oggi a San Daniele del Friuli

San Daniele del Friuli (Ud)  - Dopo il grande successo di pubblico e media al Castello di Susans di Majano, il Festival Maravee Ludo approda, oggi venerdì 2 dicembre alle ore 18.30, nella Sala Consiliare della Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli grazie alla collaborazione con il Comune.

Anticipata dal saluto del Sindaco Paolo Menis, la serata presenterà, attraverso brevi e dinamici video e una selezione di fotografie, le opere e gli eventi che hanno animato la prima parte del festival incentrato sul tema del gioco inteso come “piattaforma della vita tesa fra regole e libera espressione”.

Accompagnata dalle parole dell’ideatrice e curatrice del progetto Sabrina Zannier, nel corso della serata scorreranno le immagini della mostra che ha trasfigurato in suggestiva visionarietà i tre piani del maniero e che si è conclusa registrando una folla entusiasta per la serata inaugurale.

Vincente quindi la nuova formula, più energica e frizzante, che a ridosso del tema del gioco ha visto il protagonismo dello spettatore sulla scena contemporanea dell'arte e dello spettacolo, nell'interazione con video, sculture, dipinti, scenografie e performance di danza, teatro e musica. Il tutto dipanato lungo il filo rosso narrativo ed evocativo costruito sulle quattro categorie del gioco individuate dal sociologo Roger Caillois: Mimesi, Azzardo, Vertigine e Competizione. Interpretate dal direttore artistico di Maravee, Sabrina Zannier, che le ha declinate attraverso le opere degli artisti visivi e dei performers, hanno poi visto una suggestiva interpretazione letteraria e attoriale di Fabio Turchini, che accompagnato dal versatile flautista Paolo Pascolo, ha condotto il pubblico lungo le sale della mostra animandole con la lettura scenica dei suoi quattro racconti appositamente scritti per Maravee.

Una scrittura poliedrica, la sua, congegnata per mettere in risalto le tensioni che il “giocare” incorpora, colte nella quotidianità. In diretta relazione con le opere e le atmosfere dell'esposizione, connotate da afflato lirico, sottile ironia e cadenzato divertissement, le narrazioni hanno suggerito la saggezza del sapersi perdere per ritrovarsi, la virtù del mettersi in gioco in un "mondo che va come un fanciullo che gioca a dadi.

Per rivivere l'animata serata inaugurale, l'intero percorso espositivo e i due eventi di preview tenutisi a Lignano e Pordenone, Maravee propone brevi ma esaustivi video sul suo canale Youtube e sulla pagina Fb.

Nell'attesa dei prossimi appuntamenti che da gennaio a marzo 2017 porteranno, ancora in regione, ma anche all'Università di Bologna e al Politecnico di Milano, una suggestiva riflessione sul gioco inteso come metafora della vita tesa fra regole e libera espressione. Come afferma Sabrina Zannier, "il riscontro dell'entusiastico pubblico e, prima ancora, degli artisti che in diversi casi hanno prodotto appositamente nuove opere e spettacoli, uniti agli interessi accademici rivolti al Festival, sono la prova che il format ideato nel 2002 e messo a punto in ben quindici anni di attività porta sempre più l'arte contemporanea sulla scena viva della quotidianità”.

Informazioni: Associazione MaraveeQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.www.progettomaravee.com

facebook.com/Progettomaravee

Typos 2016: parla con noi Sara Stulle

Typos parla con noi  Sara Stulle

Trieste - Alle porte dell’antico borgo di Slivia si trova quella che per la sua particolarità e per la varietà di concrezioni millenarie è considerata da esperti e speleologi una delle cattedrali del Carso triestino: la  Grotta delle Torri di Slivia. Proprio nella sua pancia è stata allestita la mostra “Silent Spaces”, inaugurata da TYPOS, sabato 19 novembre, in ricordo del grafico Marco Stulle, offrendo così  al pubblico la possibilità sia di godere nella visita della grotta, sia della mostra, che racchiude le opere grafiche di Roberto Duse.

A guidarci nella genesi della mostra è qui con noi Sara Stulle, curatrice della mostra, nonché sorella di Marco.

Com’è nata l'idea di collocare  nelle viscere della terra le opere di Duse?
Ho visto parte di questi lavori di Roberto alle pareti della galleria Faganel di Gorizia. Me ne sono innamorata. E ho immediatamente capito che le avrei volute vedere in un luogo speciale. Le avrei volute immerse in un mondo parallelo, in un'atmosfera che desse valore all'ispirazione e al silenzio. Le volevo nella natura. Non ho potuto non pensare alla grotta delle Torri di Slivia, nella quale io e Marco abbiamo ascoltato le gocce d'acqua decine di volte, seduti al buio e in silenzio.

Roberto Duse perché hai voluto proprio lui e le sue opere…ci racconti.

Qualche tempo fa Roberto, che è anche un musicista appassionato, mi ha parlato del valore del silenzio nella musica. Mi ha fatto pensare a quanto sia prezioso e unico quell'attimo di silenzio che c'è quando, in un concerto, le luci si spengono e l'orchestra sta per iniziare a suonare. E' una frazione di secondo, un momento piccolissimo, ma pieno della tensione dell'attesa, un frammento minuscolo di silenzio che contiene tutto quello che sta per succedere.

Ecco, per me, i lavori di Roberto, e in particolare questi, sono quel momento di silenzio. Sono come sospesi tra la realtà e la poesia.  Sono linee, musica, note e silenzi “tipografici”, spazi.

Quali le difficoltà tecniche incontrate in un'installazione di questo genere?

Le difficoltà sono state incredibili questa volta! Se lo scorso anno il nostro problema principale era stato trovare il modo di preservare le opere dal calore che le pareti dei container potevano raggiungere durante la giornata – e per alcune opere, come quelle realizzate con colori organici, ci era sembrata già un'impresa – questa volta i problemi si sono moltiplicati.

Innanzitutto in grotta c'è un'umidità che va dal 60 al 90%, quindi tutto quello che ci entra si bagna, i pannelli si inumidiscono o rischiano di piegarsi, le colle non tengono, le pareti scivolano, il terreno in alcune zone è scivoloso come fosse ghiaccio. E certamente non puoi fissare nulla con chiodi e tiranti. Non puoi bucare i muri come faresti in una sala espositiva, devi arrampicati, ma non puoi camminare su stalagmiti, formazioni, vaschette, perché rischi di rovinare concrezioni millenarie.

In sostanza devi montare pannelli che pesano anche oltre i 50 chili, perché hanno dimensioni enormi, in punta di piedi. Per ridurre il peso dei pannelli, sono stati realizzati in alluminio di uno spessore di soli tre millimetri e quindi il rischio è anche che si pieghino nel trasporto e nel montaggio. Anche un solo errore, una scivolata, può far crepare la stampa. Noi, poi, abbiamo preferito fare la maggior parte del lavoro al buio, solo con l'uso delle frontali, per non disturbare la fauna ipogea. E lo abbiamo fatto in silenzio assoluto.

Tutto quello che si poteva montare rumorosamente fuori dalla grotta lo abbiamo fatto all'esterno, poi, in silenzio abbiamo portato tutti i pannelli e i sostegni uno per uno giù per la scalinata, lavorando sempre solo in tre all'interno per evitare rumori che avremmo, altrimenti, fatto entrando in molti.

Questo ti fa intuire quanti piani di scale abbiamo fatto portando i pesi! In grotta anche solo dimenticarsi un cacciavite fuori, significa duecento gradini a salire e altri duecento a riscendere.

Poi le dimensioni. Tutti mi dicevano: “ma non puoi ridurre le dimensioni delle opere per facilitare l'allestimento?”. Ma io sapevo che doveva essere così. L'allestimento per me era chiaro ben prima di vedere i  pannelli stampati! Conosco benissimo quella grotta e ne conosco le dimensioni.

Le Torri che danno il nome alla grotta hanno circa 8 metri di altezza e la “Torre undici” ha circa 10 metri. Il pozzo naturale, che al visitatore sembra un piccolo pozzo, è profondo più di trenta metri. E se io voglio appendere qualcosa lì so che dovrà essere enorme o sparirà. Perciò abbiamo fatto le prove prima di stampare i pannelli definitivi per vedere qual era la misura massima che riusciva ad entrare in grotta senza danneggiare le pareti.

…Chi mi ha aiutato?

Quest'anno è stata una prova durissima e, per così dire, di famiglia. Il ragazzi del direttivo Typos non potevano collaborare. Ma io non intendevo rinunciare. Quindi ho lavorato principalmente con mio padre, mio zio e mio marito. Roberto Duse a darmi sostegno quando avevo dubbi estetici e due meravigliosi grafici – Igor Bevilacqua e Isabel Lloret – che, uno da Palma de Maiorca e l'altra da Madrid, hanno lavorato con me “by night” alla grafica. E sono, per me, come fratelli.

Chi ti sostiene ogni anno nel mettere in piedi questa mostra?

Oltre a Marco, intendi? Il nostro sostegno sono le persone che si tesserano, le piccole donazioni. E gli sponsor privati illuminati. Perché non è solo una questione di denaro, che certamente serve. È che credono in noi e in quello che facciamo. E questo vale già lo sforzo!

Ricordiamo che la mostra è visitabile solo su prenotazione scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., oppure chiamando il numero 3479351502. Domani venerdì 25 novembre, sabato 26 e domenica 27 novembre, il 2, 3 e 4 dicembre. Nel fine settimana di chiusura verrà ospitata la scrittrice Patrizia Rigoni in cui parlerà del silenzio nella poesia, mentre il giorno successivo 3 dicembre si degusteranno i vini pregiati dell’azienda triestina Parovel con una speciale coreografia di chiusura.

 

 

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