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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

Pier Paolo Pasolini: prossima la retrospettiva in Estonia

Pier Paolo Pasolini: prossima la retrospettiva in Estonia

C’è aria di fibrillazione italiana a Tallinn, in Estonia, dove tra il 3 e il 13 ottobre prossimi si terrà una straordinaria retrospettiva a tutto campo sulla figura e sull’arte di Pier Paolo Pasolini, cineasta, poeta, scrittore, polemista. “La decisione di dedicare un focus speciale a questo grande maestro del ‘900, dopo quello precedente incentrato su Godard – racconta Tiina Savi, direttore artistico del Cinema Sõprusdi Tallinn, ideatore del progetto - risale già al marzo di quest’anno. E con un entusiasmo tale che, quando ci siamo riuniti per la scelta di un nuovo artista , il nostro brainstorming  su Pasolini è durato meno di un respiro”. Del resto, che l’interesse pasoliniano, anche nel più profondo nord dell’Europa baltica, sia forte e condiviso è testimoniato dall’autorevole parterre dei partner istituzionali che sono raccolti subito intorno all’iniziativa, fornendo sostegni e patrocini: in primis, il Ministero estone per la Cultura e poi la Commissione Interparlamentare Estone per le Relazioni Estonia-Italia e l’Ambasciata d’Italia in Estonia, con il diretto coinvolgimento dell’ambasciatore Marco Clemente.

Tra gli aderenti e patrocinatori vi è anche il Centro Studi Pasolini di Casarsa, sollecitato già questa estate a progettare e organizzare in sinergia una sezione speciale, mirata a far conoscere la stagione friulana del giovane Pasolini, aspetto poco noto e in Estonia quasi esotico. Tramite e artefice dei rapporti Friuli-Tallinn è stato l’italiano Paolo Girol (tra l’altro, nativo di San Michele al Tagliamento), esperto di sound design, che dal 2008 insegna all’Università e all’Accademia di Musica di Tallinn e fa parte dello staff del Sõprus impegnato nella indagine pasoliniana, insieme a Tiina, all’artista Neeme Külm e a Dénes Farkas, nome di spicco della cultura baltica, dato che è il curatore del Padiglione Estone all’ultima Biennale di Venezia.

Con il suo settoriale angolo visuale, il contributo del Centro casarsase si articolerà dunque in un ventaglio di  specifiche proposte collaterali, che in particolare vedranno l’esposizione dell’opera grafica ispirata al Pasolini friulano dell’artista pordenonese Isabella Ceciliot, la presentazione della musica di Giovanna Marini  composta per il dramma I Turcs tal Friúl (a cura dell’editore Nota di Udine) e,  martedì 8 ottobre,  la relazione di Angela Felice sull’esperienza poetica dell’autore de La meglio gioventù.

Il cuore della manifestazione batterà comunque attorno alla visione di dieci esempi della cinematografia pasoliniana che, in collaborazione tra il Cinema Sõpruseil Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale di Roma, in doppia proiezione e con l’introduzione di vari studiosi locali (tra questi, il finlandese Jarmo Valkola e il critico Tristan Priimägi), documenteranno l’originalità tematica e l’evoluzione stilistica del cinema pasoliniano, da Accattone al capolinea di Salò. Tra le pellicole (in programma anche Mamma Roma,Teorema, Uccellacci e uccellini, Medea, Il Vangelo secondo Matteo, l’intera Trilogia della vita), particolare indagine sarà riservata al Fiore delle Mille e una notte, sul quale Gabriel Dettre, pluripremiato regista ungherese, terrà un seminario dal titolo “Pasolini e lo Yemen”. E soprattutto, presso la prestigiosa “Architecture and Design Gallery”, sarà inaugurata il 7 ottobre (durata fino al 13 ottobre) l’esposizione delle meravigliose foto provenienti dal Fondo del maestro Roberto Villa, che, invitato speciale del festival e presente lui pure alla vernice, si intratterrà sul linguaggio filmico di Pasolini, oltre che sul set yemenita e iraniano del Fiore di cui per tre mesi, nel 1973, fu testimone, ricavandone un eccezionale reportage di scatti. Da non dimenticare infine le due iniziative che saranno ospitate presso la medesima Galleria durante i giorni dell’esposizione: la proiezione in loop del docu-film di Giuseppe Bertolucci Pasolini Prossimo Nostro (2006) e la performance attoriale, ideata dal regista estone Marko Raat come originale sincronia live di mezz’ora tra le immagini del film Teorema e il testo dell’omonimo libro, secondo lo spirito della contaminazione interartistica che impronta l’intera manifestazione.

Un Pasolini, dunque, perlustrato nella cornice del suo tempo, dove fu protagonista poliedrico e originale, ma anche valorizzato per la sua permanente attualità, che evidentemente mobilita ondate di adesione anche nelle geografie del mondo più inaspettate. Non per nulla il periodico “Sirp”, il più autorevole settimanale culturale estone, e la rivista di cinema “La strada” dedicheranno dei supplementi speciali di approfondimento sul  geniale e amato artista italiano. Vi compariranno, tra vari contributi, un intervento di Angela Felice sul periodo friulano del giovane Pasolini e un articolo sulla Trilogia della vita scritto dal più acclamato regista estone, Veiko Õunpuu (vincitore nel 2007 del Premio Orizzonti al Festival del Cinema di Venezia), insieme all’inedita traduzione in estone di alcune poesie pasoliniane e del noto scritto “corsaro” del 1974 Il romanzo delle stragi, rispettivamentea cura della poetessa Maarja Kangro e della politologa Oudekki Loone.  Ma è solo un primo passo, assicurano gli organizzatori di Tallinn, che già pensano ad iniziative e a contatti internazionali ancora più ramificati e più vasti da consolidare in vista del 2015, nel 40.mo anniversario della morte di Pasolini.

 

Al via la 22° edizione di Castelli Aperti: sabato 5 e domenica 6 ottobre apertura delle storiche dimore

Al via la 22° edizione di Castelli Aperti: sabato 5 e domenica 6 ottobre apertura delle storiche dim

Non sono mai stati così tanti in un’unica edizione: il 22° appuntamento con Castelli Aperti fa segnare un nuovo record con ben 18 residenze storiche che aprono le proprie porte nell’edizione autunnale grazie all’attività del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia.

 

Sabato 5 e domenica 6 ottobre ci sarà quindi l’imbarazzo della scelta per i sempre più numerosi appassionati della manifestazione con una novità in più: il Castello Formentini di San Floriano in provincia di Gorizia apre per la prima volta al pubblico.

 

Ecco i 18 protagonisti che coinvolgono tutte le quattro province della Regione: a Trieste il Castello di Muggia, a Gorizia il Palazzo Lantieri, il Castello di Spessa di Capriva e il nuovo arrivato il Castello di San Floriano, nel pordenonese saranno Palazzo Panigai-Ovio di Pravisdomini, il Castello di Cordovado, Castelcosa (a Cosa di San Giorgio della Richinvelda) e il Palazzo D’Attimis Maniago (Maniago), mentre in provincia di Udine Casaforte La Brunelde (Fagagna), Palazzo Steffaneo Roncato (Crauglio di S. Vito al Torre), il Castello di Arcano, il Castello di Villafredda (Loneriacco di Tarcento), il Castello di Villalta (Villalta di Fagagna), Rocca Bernarda (Ipplis di Premariacco), il Castello di Cassacco, Palazzo Romano (Case di Manzano), il Castello di Prampero (Magnano in Riviera) e il Castello di Susans (Majano).

Il Castello Formentini arricchisce quindi il numero di residenze in provincia di Gorizia: costruito nel XII secolo come parte di un più ampio sistema difensivo imperiale e gravemente danneggiato durante la prima guerra mondiale, il castello è stato perfettamente ristrutturato, adibito a sede museale, location per eventi e sede dell'Associazione di studi Medioevali "Ippolito Formentini". E sarà il proprietario in persona a fare da eccellente guida all’interno delle stanze e del parco del maniero.

 

Grazie al rinnovato accordo con Confartigianato Udine, anche in questa edizione autunnale all’interno delle residenze si potranno incontrare maestri artigiani al lavoro ed ammirare le loro creazioni: dal restauro di mobili antichi alla ceramica artistica, dalla legatoria all’oreficeria, dall’antica arte del mosaico ai tessuti a telaio.

Ogni proprietario può decidere in base al proprio gusto e alle caratteristiche della propria residenza cosa offrire ai visitatori: ecco allora che alcuni propongono esposizioni d’arte, concerti, spettacoli e speciali degustazioni di prodotti e vini locali. In più, sono proprio i proprietari a trasformarsi in guide d’eccezione facendo in prima persona da Cicerone nelle stanze e nei giardini, raccontando storie, aneddoti e curiosità di quei luoghi senza tempo.

Le visite partono all’inizio di ogni ora; alcuni castelli saranno visitabili solo domenica, altri sia sabato pomeriggio che domenica con il seguente orario: domenica mattina alle 10, 11, 12, sabato e domenica pomeriggio alle 14, 15, 16, 17 e 18.

 

Banville a Pordenonelegge: il ricordo è il tema del mio ultimo romanzo

Banville a Pordenonelegge: il ricordo è il tema del mio ultimo romanzo

Con Banville viene subito in mente la grande tradizione irlandese: Beckett, Joyce, Yeats. Anche se l'autore confessa di essersi mosso nel solco tracciato da Henry James, soprattutto. Nell'ultimo romanzo presentato a Pordenonelegge: "Una educazione amorosa" ( Guanda), il tema del ricordo e' principale. "Ma la memoria  e il ricordo non esistono, chiarisce l'autore irlandese, vincitore del Brooker Prize, noi non ricordiamo, il passato lo immaginiamo. La domanda che  mi sono fatto molte volte e' quando il passato diventa passato? Per usare le parole di Freud e' più importante quello che scegliamo di dimenticare di quello che invece rammentiamo, forse tornare al passato e' anche un modo per fuggire dal dolore". Ci sono poi personaggi che si muovono di vita propria, inuna "Educazione amorosa", ad esempio, ritornano alcuni protagonisti di romanzi precedenti "Eclipse" e "Invenzione del Passato". Per Alexander Cleave l'attore anziano, che sta affrontando il dolore più grande per un uomo, la morte suicida della figlia, mi sono accorto di avere ancora delle cose da dire cosi come della figlia Casey e per Mrs Grey, ( la donna di cui e' innamorato Alexander), potrebbe sembrare perverso, aggiunge ironicamente Banville, mi sono ispirato a mia madre. Se i libri di Benjamin Black” (è l’alter ego che usa quando scrive noir)”cominciano con un’atmosfera, una sensazione di tempo e di luogo, "un libro di Banville", spiega l'autore stesso "comincia nella mia testa con una sorta di tensione, che poi decifro, attribuendole dei personaggi e una trama. "Soprattutto quello che vorrei ricreare nei miei romanzi e' la densita' e il peso della poesia che e' l'unico tipo di arte che prendi o lasci, chiarisce Banville. La prosa voglio che sia muscolare. Della scrittura di Benjamin sono molto orgoglioso, Black e' un artigiano. Lo stile che uso e' il più disadorno e distaccato, che riesca ad ottenere. Come Banville invece sono innamorato dell’aggettivo. Per quanto riguarda l'ambientazione, i personaggi e lo sfondo sono in larga misura generati dal linguaggio. Banville, chiude sorridendo lo scrittore, e' l'artista."

Fabiana Dallavalle

 

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