Cultura
On Hair: arti visive da Malisano By
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Martedì, 30 Settembre 2014 09:34
Udine - Prosegue il progetto On Hair, nel salone Malisano by di Vicolo Pulesi, 1 a Udine.
Da martedì oggi martedì 30 settembre, per un mese, negli orari di apertura di Malisano by, dal martedì al giovedì dalle 9 alle 17.30, venerdì e sabato dalle 9 alle 18, il fotografo Agostino Mansutti espone le sue opere, seguendo la commistione tra arte e luogo di lavoro.
«Mi affascina il nulla, il dimenticato, lo scontato – spiega Mansutti – che dietro l’obiettivo voglio restituire alla dignità originaria, perché credo che tutto abbia un senso e nasca da una funzione pratica o da un sogno visionario o da una folle idea, che comunque abbia un valore concreto percettibile e un suo vissuto da narrare. Cerco instancabilmente di non fermare lo sguardo e osservare il sottofondo percepito come inutile che, continuamente, ci circonda e che, violentemente, mi affascina».
On Hair– a cura Paolo Toffolutti con Malisano by – continua con le esposizioni fino a dicembre, quando sarà presentato anche un catalogo in forma di calendario in tiratura limitata e dedicato agli artisti e ai clienti dello spazio, che restituirà il tempo degli avvenimenti che nasceranno. Nello spazio Malisano by la mescolanza fra gli artisti con le loro opere, il lavoro e i clienti, fa accadere qualcosa di nuovo che è registrato in tempo reale: l’incrocio dell’arte con il lavoro quotidiano.
Personale di Francesco Demundo allo spazio espositivo Mini Mu a Trieste
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Venerdì, 26 Settembre 2014 09:32
Trieste - Sabato 27 settembre 2014, alle ore 18.45, nello spazio espositivo del Mini Mu, si terrà l’apertura della mostra di Francesco Demundo, presentata da Enzo Santese e con i saluti portati da Hubert Perfler, in veste di Presidente dell’Istituto regionale per ciechi di Trieste “Rittmeyer”. A seguire il brindisi con Girardi Spumanti e con intervento musicale di Samuel Codarin nell’indicibile Intercamalemelont.
Il più grande inciampo della storia dell’arte del Novecento corrisponde all’avventura dada. Nell’entrare in questo flusso di coscienza sperimentale si vede che molte cose prima impensabili al pensiero egemone sono poi diventate possibili. In primis le regole del caos e del gioco che hanno fermato ogni perplessità, ogni dubbio, ogni interrogazione. In questo modo, la testimonianza di Marcel Duchamp che ha saputo spostare l’ago della bilancia dal fare al pensare, ha lasciato tracce profonde che hanno poi sfiorato anche le sponde della pop art (pensiamo agli assemblaggi e ai combine-paintings di Rauschenberg e Johns), mentre oggi, toccano i fantasmagorici teatri della realtà di Demundo. Infatti, è nella tecnica del collage e del ready-made rettificato che hanno trovato humus fertile le radici della sua opera, ovvero in quel fondamento della coscienza in cui la storia diviene soltanto ineluttabile presenza dell’essere, dell’essere qui e ora, senza possibilità di vero giudizio.
D’altra parte, la tecnica del collage, iniziata già in ambito cubista, con bene altre motivazioni, e fin dal suo apparire si è configurata come la tecnica più radicale dell’inizio secolo, pari come portata all’uso della fotocopiatrice nell’ambito della progettazione grafica prima dell’avvento del computer.
È nella tattilità dei materiali impiegati che si constata come in tempi di devastazione delle speranze, di annunci apocalittici e di cronache d’incombente catastrofe, la sua opera rimanga testimonianza e argine della storia. Nel recupero del relitto, dello scarto, e nella casualità di questi incontri, non c’è un vero godimento estetico, ma un muro e un limite da intendere come coscienza divorante di abisso e precipizio. Il messaggio dell’autore non è dentro le cose, è nelle cose, e ambiguamente le occupa e le respinge.
Come scrive Enzo Santese, l’autore “interpreta la ricerca come una continua ricognizione nel passato dove preleva argomenti e motivi per l’innesco di una riflessione critica sulla contemporaneità; per questo ama il profumo delle botteghe da rigattieri e l’aria dei banchetti antiquari. Qui, senza un’idea d’acquisto determinata, può lasciarsi sedurre da presenze le più diverse, capaci di avviare un processo creativo dove intervento pittorico, uso del collage, inserimento di materiali, creano una situazione visiva in cui si installa il senso problematico della vita”.
La serata, è stata realizzata sotto l’egida della Provincia di Trieste e con la collaborazione dell'Associazione Juliet. La mostra proseguirà fino al 30 ottobre, con orario di visita il lun / mer / ven dalle 16.00 alle 18.00.
Spazio Mini Mu all’interno del comprensorio del parco di san Giovanni, via E.Weiss n. 15 a Trieste.
Per ulteriori info: 393 9706657.
Una personale del tutto originale di Sabina Feroci allo Spazio espositivo EContemporary a Trieste
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- Pubblicato Mercoledì, 24 Settembre 2014 07:56
Trieste – La nuova mostra dello Spazio espositivo EContemporary, inaugura sabato 27 settembre alle ore 19, con le poetiche sculture in cartapesta di Sabina Feroci, che dopo i successi ottenuti in Francia, Taiwan e Sud Africa, ritornano a Trieste.
L’artista toscana propone per questa sua mostra triestina una serie di nuove sculture dedicate al tema dell'equilibrio e della sua perdita come segno di una destabilizzazione interiore.
In questa esposizione prevale la figura di una fanciulla in quanto per l’artista è l'immagine della purezza che incontra il mondo: figura che metaforicamente e poeticamente si piega e cade senza un senso del dramma, ma anzi l’artista ripropone l'azione come se lei stessa fosse la sola ad osservare, senza un giudizio, gli eventi negativi cercando la riscossa, la risalita perché è sottinteso che ci sia.
Le sculture in cartapesta di Sabina Feroci prendono spunto e tridimensionalità dalla sua attività di illustratrice e si delineano attraverso volti e figure che nascono da un'attenta osservazione del comportamento e del sentimento umano quasi ad affermare che ogni momento della vita vale la pena di essere fissato con distacco e sottile ironia.
L'artista afferma “la realtà che rappresento è forse un po' romanzata perché ogni mio personaggio è un eroe e questo si avvicina al mondo dell'illustrazione, ma soprattutto della narrazione in generale che non viene mai abbandonata nel mio lavoro”. Per descrivere ancore meglio la tecnica usata l'artista afferma che “la carta è un mezzo romantico. La carta è romantica perché è calda, vellutata; la carta è una conoscenza più profonda ed intima perché la conosci fin dalla più tenera età, la conosci fin dai tempi dello scarabocchio. Usare la carta è diventato più complesso che all’inizio,ma la sensazione di semplicità ed armonia con un materiale amico è sempre presente”
La mostra sarà visitabile sino a sabato 8 novembre allo Spazio espositivo EContemporary
Via Crispi, 28, Trieste.
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