• Home
  • Attualità
  • Cronaca
  • Spettacoli
  • Cultura
  • Benessere
  • Magazine
  • Video
  • EN_blog

Mar11262024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

“House of cards” di Michael Dobbs a Pordenonelegge

Pordenone - Ieri sera, 18 settembre, si è tenuta la presentazione del secondo libro di “House of Cards - Scacco al re” con Michael DObbs, al Pala Provincia in Largo San Giorgio. 
 
Michael Dobbs autore di “House of Cards è stato membro del “Circle of Staff” di Margharet thacher: ” ero molto giovane - dice Michael - e non sapevo a cosa andavo incontro, ma quella sera mi incotrai con i miei amici al pub per festeggiare la notizia.” 
 
“Alla fine della mia carriera politica e dopo essere stato fatto a brandelli da Margaret Thatcher ,- racconta Michael- ero in vacanza a Malta con mia moglie. Lei sfidandomi, mi invitò a scrivere ul libro sulla politica.” “ Mi sono messo in parte alla piscina con una bottiglia di vino, un block e una penna, e passai li tutto il pomeriggio.
Dopo un paio di ore mi resi conto che quello che avevo scritto sul erano due lettere “F.U.” che corrisponde a “fuck you” da cui poi ho ispirato il nome del protagonista, Francis Urquhart”. Infatti, il protagonista, F.U,  nel secondo capitolo della saga, raggiunge l’apice del potere politico. “La poltica - dice Dobbs - ti permette di fare tutto ma ad un prezzo”.
 
A tale proposito entriamo in merito alla questione politica dell’indipendenza della Scozia: “Sarebbe una tragedia! - dice Dobbs- credo che se la Scozia diventasse indipendente, bisognerà mettersi in gioco per sistemare le cose. Si dovrà creare un dialogo attuando una politica creativa; c’è bisogno di persone creative che sappiano comunicare, gestire la politica mantenedo i valori comuni”.
 
Oltre il discreto successo del libro House of Cards è anche una serie televisiva in onda su Sky atlantics. Dobbs annuncia che domenica sarà a concludere la produzione della terza serie e che sarà altrettanto entusiasmante come le precedenti.
 

La pazzia di ogni giorno raccontata nell'ultimo libro di Deborah Levy a Pordenonelegge

La pazzia di ogni giorno raccontata nell'ultimo libro di Deborah Levy a Pordenonelegge

Pordenone - Un viaggio lungo tre anni, tra prestigiosi premi e comparse nei più importanti festival culturali europei. Arriva così finalmente anche in Italia, pubblicato per Garzanti e nelle librerie proprio in questi giorni, "Nuotando verso casa" di Deborah Levy, scrittrice inglese di origini sudafricane. Il titolo deriva da una poesia scritta dalla protagonista che contiene una minaccia...

Presentato ieri pomeriggio in conferenza stampa a Pordenonelegge (oggi alle 17 al convento di San Francesco per il pubblico), l'autrice ha raccontato l'avvincente trama che si nasconde tra le pagine del libro, uscito in patria nel 2011 e finalista al Booker Prize. Un romanzo in cui si stessa subito un profondo legame con il cinema, soprattutto italiano come dice lei stessa. I modelli sono Pasolini, Fellini, gli artisti che hanno segnato la sua formazione interiore.

Ci troviamo in Francia, lo stesso luogo dove l'autrice ha trovato l'ispirazione per scrivere. É estate e una famiglia inglese come tante (madre, padre e figlia di 14 anni, la protagonista) sta trascorrendo una vacanza apparentemente normale in una villetta. Tutti al suo interno hanno segreti, tra di loro e con sé stessi, e le giornate ruotano attorno a una piscina sporca, in degrado permanente. 

Un giorno ecco arrivare l'imprevvisto, un personaggio maschile che cambierà tutto all'interno di questo microcosmo. Ma la colpa non è sua, il caos c'era già ed era soltanto nascosto dall'ambiente piacevole della villeggiatura, un velo che copre la follia e i grandi problemi interiori degli uomini. Come nel "Grande Gatsby" di J. S. Fitzgerald, lo sfarzo è un palco che nasconde la solitudine.

L'attenzione dei giornalisti in conferenza stampa si é concentrata sull'amore della Levy per il cinema nostrano, di cui lei ama i significati densi e umani che trasmettono. Dal pensiero profondo sugli operai di Pasolini al rapporto uomo-donna di Fellini. Ha detto che ha voluto spostare dei personaggi inglesi per guardarli da distante, come se li inquadrasse con una telecamera, a testimonianza del suo forte legame con il cinema.

Capitolo Scozia, oggi si vota per il referendum per l'indipendenza. "Se fossi scozzese - ha raccontato - sarei a favore, ma sono inglese e mi dispiacerebbe per la sua cultura progressista, la gente e i paesaggi". Sul suo Paese natio poi, il Sudafrica, scherza: da lì se n'è andata a 9 anni e quando c'è tornata qualche tempo fa, per leggere dei brani del suo libro si è stupita per aver perso l'accento del posto.

In un sorriso si conclude l'incontro, mentre la Levy racconta i suoi prossimi progetti: un libro sull'ipocondria ("Ne soffriamo un po' tutti") dal forte senso umoristico e uno di poesia in cui dialogano un contabile e una donna angelo. Si chiamano rispettivamente "Latte caldo"  e "Discorso amoroso tra i sobborghi dell'inferno". Sperando che tornerà a Pordenone per presentare anche loro.

Per una pedagogia del Morire: un percorso tra scuola, hospice e comunità

Pordenone - “Per una pedagogia del morire: un percorso tra scuola, hospice e comunità” si è tenuto oggi, 18 settembre, in occasione del festival di Pordenonelegge, al Palazzo della Provincia, l’incontro con  Antonio Loperfido e Annalisa Castiglione, Marta Cerruti Quara, Alessia Meggiorini, Lavinia Minotti, Alejandra Torres Pintos, Giulia Scavazza. Coordinato da Massimo De Bortoli.
 
“La ricchezza - dice Antonio Loperfido - del punto di vista sulla vita che reca con sé il morente dovrebbe diventare un patrimonio della comunità”. Da qui nasce l’idea di non voler confinare l’esperienza della morte all’interno delle mura dell’ospedale e dell’hospice. 
 
Successivamente è nato il libro “Tienimi per mano”, curato da Antonio Loperfido, che contiene le riflessioni, le testimonianze e le scritture di questo percorso sul discorso dell’accompagnamento al morire.Una tematica non comune, o meglio, chi ha accettato la sfida di provare a rendere pubblico quelle che sono le sensazioni, non solo, della persona che stiamo vedendo morire ma della stessa persona morente.
 
Il risultato di questo laboratorio autobiografico riporta riflessioni profonde e introspettive che fanno luce sulla morte ed i suoi limiti. In oltre due anni si sono realizzati incontri seminariali pubblici, percorsi di riflessione con gli studenti del Liceo Le Filandiere e con gli operatori e i volontari dell’hospice di San Vito al Tagliamento. Questo laboratorio di scrittura è  in collaborazione con Associazione “Il Gabbiano Amici dell’Hospice”, Isis Le Filandiere di San Vito al Tagliamento, Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari.

Sottocategorie

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

Pubblicità

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Privacy e cookies

Privacy policy e cookies

Questo sito è impostato per consentire l'utilizzo di tutti i cookie al fine di garantire una migliore navigazione. Se si continua a navigare si acconsente automaticamente all'utilizzo. Per comprendere altro sui cookie e scoprire come cancellarli clicca qui.

Accetto i cookie da questo sito.