La pazzia di ogni giorno raccontata nell'ultimo libro di Deborah Levy a Pordenonelegge
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Giovedì, 18 Settembre 2014 15:17
- Scritto da Timothy Dissegna
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Pordenone - Un viaggio lungo tre anni, tra prestigiosi premi e comparse nei più importanti festival culturali europei. Arriva così finalmente anche in Italia, pubblicato per Garzanti e nelle librerie proprio in questi giorni, "Nuotando verso casa" di Deborah Levy, scrittrice inglese di origini sudafricane. Il titolo deriva da una poesia scritta dalla protagonista che contiene una minaccia...
Presentato ieri pomeriggio in conferenza stampa a Pordenonelegge (oggi alle 17 al convento di San Francesco per il pubblico), l'autrice ha raccontato l'avvincente trama che si nasconde tra le pagine del libro, uscito in patria nel 2011 e finalista al Booker Prize. Un romanzo in cui si stessa subito un profondo legame con il cinema, soprattutto italiano come dice lei stessa. I modelli sono Pasolini, Fellini, gli artisti che hanno segnato la sua formazione interiore.
Ci troviamo in Francia, lo stesso luogo dove l'autrice ha trovato l'ispirazione per scrivere. É estate e una famiglia inglese come tante (madre, padre e figlia di 14 anni, la protagonista) sta trascorrendo una vacanza apparentemente normale in una villetta. Tutti al suo interno hanno segreti, tra di loro e con sé stessi, e le giornate ruotano attorno a una piscina sporca, in degrado permanente.
Un giorno ecco arrivare l'imprevvisto, un personaggio maschile che cambierà tutto all'interno di questo microcosmo. Ma la colpa non è sua, il caos c'era già ed era soltanto nascosto dall'ambiente piacevole della villeggiatura, un velo che copre la follia e i grandi problemi interiori degli uomini. Come nel "Grande Gatsby" di J. S. Fitzgerald, lo sfarzo è un palco che nasconde la solitudine.
L'attenzione dei giornalisti in conferenza stampa si é concentrata sull'amore della Levy per il cinema nostrano, di cui lei ama i significati densi e umani che trasmettono. Dal pensiero profondo sugli operai di Pasolini al rapporto uomo-donna di Fellini. Ha detto che ha voluto spostare dei personaggi inglesi per guardarli da distante, come se li inquadrasse con una telecamera, a testimonianza del suo forte legame con il cinema.
Capitolo Scozia, oggi si vota per il referendum per l'indipendenza. "Se fossi scozzese - ha raccontato - sarei a favore, ma sono inglese e mi dispiacerebbe per la sua cultura progressista, la gente e i paesaggi". Sul suo Paese natio poi, il Sudafrica, scherza: da lì se n'è andata a 9 anni e quando c'è tornata qualche tempo fa, per leggere dei brani del suo libro si è stupita per aver perso l'accento del posto.
In un sorriso si conclude l'incontro, mentre la Levy racconta i suoi prossimi progetti: un libro sull'ipocondria ("Ne soffriamo un po' tutti"