Cultura
Fiera dell’Editoria “Bobi Bazlen” alla sua settima edizione
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Sabato, 14 Febbraio 2015 19:17
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
Trieste – Iniziata oggi, sabato 14 febbraio, la Fiera dell’Editoria”Bobi Bazlen” con un programma inteso, si concluderà domani domenica 15 febbraio.
Tutto sembra congiurare contro chi voglia pubblicare libri di carta: digitalizzazioni, fusioni, irrigidimento della rete distributiva, diminuzione delle librerie tradizionali, senza considerare i bassi indici di lettura e l'analfabetismo di ritorno che in Italia è un problema stabile. Eppure l'editoria di progetto resiste e anzi a ben vedere sempre più sono a rischio chi si è cullato su mode, infatuazioni, slanci o scommesse, in una parola: chi non ha una linea, chi è senza progetto a prescindere dalla dimensione e dal fatturato.
Ciò significa che l'editore è ancora una guida utile per la piccola patria dei lettori, una zattera di salvataggio nel mare del conformismo. Dare la parola ad alcune di queste voci che passano abitualmente in seconda fila nelle fiere-baraonde consuete equivale a dare voce a chi guarda al futuro, a ciò che manca e alla comunità che viene.
Per questo la Fiera dell'editoria di progetto Bobi Bazlen mette al centro la figura dell'editore anche in un momento di dilagante autorialità e mediaticità del singolo, lo fa da alcuni anni, perché crede che i progetti, anche e proprio perché complessi, siano l'unica via per uscire da una stasi politica, economica e culturale che sta profondamente mutando il Paese.
Per questa ragione gli ideatori, Giovanni Damiani, Manuel Orazi e Luca Visentini, si ostinano a credere che abbia molto senso che un dibattito del genere si faccia a Trieste, in un luogo degno e nobile come l'Antico Caffè San Marco, nel centenario dell'anniversario dell'entrata in guerra italiana, per gettare luce sulle piccole patrie editoriali che ancora fanno del nostro paese un'entità plurale e indomitamente anticonformista.
Non a caso il Friuli Venezia Giulia è la regione con il più alto tasso di lettura e di librerie che ci sono in Italia oggi e certo non sarà ozioso parlare di questo con le rinate olivettiane Edizioni di Comunità con Beniamino de Liguori Carino che presenta questo coraggioso e bellissimo progetto. Con un editore come il trentino Roberto Keller, che porterà alla Bazlen una serie di libri dedicati alla prima guerra mondiale, con Nottetempo, per cui Andrea Gessner, uno dei soci fondatori, illustrerà al pubblico il recente volume Draghi di Riccardo Corsi; con Mimesis, con le sue collane filosofiche e Luca Tadio poi gli sloveni di Apokalipsa, editori di Lubiana specializzati in filosofia e poesia, da anni attenti a creare un dialogo con l'editoria italiana attraverso la Fiera.
I sempre presenti editori de La Giuntina, specializzati in opere ebraiche, Quodlibet, che presenta il libro di D'Ercole su Cucchi con Daniele Capra, Gaffi che anticiperà al pubblico i primi volumi delle edizioni Italo Svevo che ha fortemente voluto rilanciare, e con Matteo Codignola di Adelphi che riceverà il premio per la traduzione nella città di Bobi Bazlen. E ancora si potrà discutere con librai come Simone Volpato con il suo progetto Libreria antiquaria Drogheria 28 e giornalisti del calibro di Francesco Merlo, che presenterà il suo romanzo Stanza 707 edito da Bompiani.
Scriveva uno dei migliori intellettuali dell'antifascismo italiano, Gaetano Salvemini, che occorre marciare separati ma colpire uniti all'occorrenza: l'editoria di progetto non dev'essere da meno nella sua opera di resistenza all'omologazione e a Trieste trova il suo naturale luogo d'incontro e di battaglia squisitamente culturale.
Non è un caso che questa piccola e raffinata fiera, di cui la parte più colta dell'editoria italiana è innamorata, sia intitolata a Roberto Bazlen, una figura leggendaria e allo stesso tempo quasi evanescente e troppo poco conosciuta dell’editoria italiana.
La Fiera Bazlen da anni fa proprio il motto “piccolo è bello” e procede in direzione ostinata e contraria a tutte le grandi manifestazioni dedicate alle letteratura e ai libri. Lungi dal costringere il visitatore a interminabili tour de force tra stand e banchetti in anonimi capannoni, la Fiera Bazlen propone brevi incontri con editori e autori, letture pubbliche e piccole opere da assaporare lentamente, seduti al tavolo del caffè storico, mescolandosi con gli altri avventori del San Marco, crogiolo di popoli e di culture, in cui ancora oggi la letteratura è il linguaggio parlato dai luoghi e dalle preesistenze storiche di cui qui si trova traccia.
Si possono incontrare direttamente autori ed editori, discutere con loro di progetti e idee, bighellonare tra i libri, un dibattito e una presentazione, stringere amicizie inaspettate.
Anche quest’anno la rassegna è organizzata dalle associazioni culturali Palacinka e La Brocca Rotta in collaborazione con il Comune di Trieste e con il contributo dellaProvincia di Trieste e della Camera di Commercio.
Per maggiori informazioni: http://fierabazlen.wordpress.com/
Affondamento del Galilea, il racconto della tragedia al Museo della Grande Guerra di Ragogna
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- Pubblicato Sabato, 14 Febbraio 2015 14:12
- Scritto da Timothy Dissegna
Ragogna (Ud) - L'Italia è un gigantesco libro, ricco di tantissime storie. Alcune però sono capitoli tragici che tendiamo a rimuovere, vuoi per cecità o vuoi per voltare pagina e andare oltre. Comunque sia, la Storia va ricordata e a Ragogna lo sanno bene, coinvolgendo spesso scrittori e storici per riportare alla memoria eventi non sempre felici, ma che è importante conoscere.
Per questo sabato 21 febbraio, alle 18.30, presso il Museo della Grande Guerra, sarà presentato il libro di Paolo Montina "La tragedia alpina del 'Galilea' - 28, 29 Marzo 1942", edito da Aviani & Aviani editori, alla presenza dell'autore, l'editore Giovanni Aviani Fulvio, l'esperto storico Marco Pascoli e il Sindaco di Ragogna Alma Concil. La serata è organizzata dal "Gruppo Storico Friuli Collinare".
Un'opera che ripercorre l'affondamento del Piroscafo Galilea ad opera di un sommergibile alleato, mentre l'imbarcazione faceva rotta dalle coste della Grecia a quelle italiane.
Un lutto che riguarda da vicino il Friuli, poiché sul Galilea erano a bordo gli alpini del Battaglione "Gemona", composto in gran parte da friulani appunto, oltre ad altri soldati del Regno. Di ritorno da una delle prime, nefaste campagne belliche nella Seconda Guerra Mondiale del fascismo, vi morirono circa un migliaio di nostri militari insieme a prigionieri di guerra greci. Un evento che si perde nell'infamia quale fu la strategia militare di Mussolini.
Ad unire il Galilea e il Comune collinare è, inoltre, la presenza di una Zona Sacra sul Monte di Ragogna, dove il corpo degli Alpini organizza annualmente una commemorazione in suo ricordo. La serata sarà così occasione, oltre a conoscere l'opera di Montina, per un dibattito tra presenti e relatori sul fatto e i vari scenari che apre. L'ingresso è libero.
Presentato alla Libreria Friuli il saggio di Gian Paolo Polesini “On demand. La tv da leggere (quando ti pare)”
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- Pubblicato Lunedì, 09 Febbraio 2015 20:57
- Scritto da Gabriele Franco
Udine - Inquilina irrinunciabile di (quasi) ogni famiglia italiana, la tv da guardare è un must, parassita benevolo delle nostre serate. Eppure c’è anche la tv da leggere, meno nota, di sicuro più preziosa. E allora è Gian Paolo Polesini a proporci la sua personale tv da leggere.
“On demand. La tv da leggere (quando ti pare)”, edito da Volpato, è il terzo sforzo letterario del giornalista e critico cinematografico del Messaggero Veneto, una guida a misura di telespettatore presentata al pubblico sabato 7 febbraio in una Libreria Friuli davvero zeppa, in compagnia dell’amico e direttore del Messaggero Veneto Tommaso Cerno.
Non facile definire il “marchese” Polesini, personalità affabilmente poliedrica, professionista stimato in un campo che non accetta compromessi né sconti di pena. Ci prova proprio Cerno, lui che lo conosce bene.
“Esistono tanti tipi di critica televisiva. C’è il critico rosicone, quello che vorrebbe starci lui in tv. C’è il critico saccente, quello che anche se un programma è seguito non va bene perché difforme da certi canoni inviolabili. Polesini non è questo: lui racconta la tv dal punto di vista di chi la guarda sapendo che non potrebbe farne a meno”.
Ed è proprio il direttore del quotidiano friulano a imbastire il tavolo con un tema assai delicato, servendo un’analisi completa (e ahinoi fin troppo veritiera) del rapporto piccolo schermo – politica, sudditanza dell’uno nei confronti dell’altra, rottura di un equilibrio ormai perito, passaggio da una televisione che prima insegnava ad imparare e che dagli anni 80 insegna a disimparare.
Fenomenologia televisiva assai disarmante, ma solo se si è in grado di prenderne coscienza. “Oggi - illumina Polesini - il piccolo schermo è un luogo fantastico che noi abitiamo. Certo lo usiamo per distrarci, ma spesso perdiamo di vista ciò che succede dall’altra parte e che ci condiziona.
Il critico televisivo dovrebbe trovare un punto di vista originale, curioso, proprio perché attraverso la tv scopriamo noi stessi; dovrebbe insegnare alla gente a saper leggere la televisione: una volta che la si sa leggere non ci si fa più del male”.
“On demand” è l’estrema sintesi e contestualmente punto di arrivo e di partenza di un intento lungo una carriera, una summa dei migliori articoli raccolti per essere letti “quando ti pare”. Una guida si diceva poco sopra. Una guida tv perenne, breviario sempreverde, chiave di lettura di programmi, réclame e talk show, storia di un Italia che cambia nella e con la televisione.
Un libro che diventa accessorio letterario da avere sempre a portata di mano, collocabile preferibilmente a lato del telecomando (con grande disappunto del comodino), espressione ai massimi termini del gusto per il paradosso e della tendenza dissacratrice del pianeta Polesini.
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