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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Morte del pensionato Mirko Sacher: la difesa delle due ragazze imputate chiede due perizie

Morte del pensionato Mirko Sacher: la difesa delle due ragazze imputate chiede due perizie

Udine - Udienza preliminare davanti al gup Angela Gianelli e al pm Chiara De Grassi al Tribunale dei minori di Trieste, il 6 novembre, per le due minorenni imputate per l'omicidio del pensionato Mirko Sacher. L'uomo, un ex ferroviere di 67 anni, fu ucciso alla periferia di Udine il 7 aprile 2013.

L'imputazione è di omicidio volontario aggravato, oltre che di aver rubato l'auto dell'uomo, con cui le due ragazzine intrapresero una breve fuga, pur essendo sprovviste di patente. In base ai risultati dell'autopsia Sacher fu strangolato.

L'udienza odierna sarà di carattere tecnico, ha detto il capo della Procura dei minori di Trieste, Dario Gromann, in quanto i legali della ragazze hanno fatto richieste di rito abbreviato condizionato all'esperimento di due perizie.

La prima perizia riguarda la causa di morte del signor Mirko Sacher, che per la difesa perì per cause neurologiche; l'altra ha a che vedere con l'imputabilità delle due ragazze, quindicenni all'epoca dei fatti, ma ritenute non mature rispetto all'età anagafica.

"Verrà assegnato l'incarico ai periti con un termine per il deposito dei risultati - afferma Gromann - Quindi c'è da attendersi un rinvio di almeno 3-4 mesi".

Bimbo di 5 anni lasciato solo in casa di notte dalla madre. Soccorso dai vicini

Bimbo di 5 anni lasciato solo in casa di notte dalla madre. Soccorso dai vicini

Udine - Una donna è stata denunciata a piede libero dai carabinieri con l’accusa di aver lasciato solo a casa a Pasian di Prato suo figlio di cinque anni. Sotto accusa anche il convivente della donna.

Si tratta di due cittadini di origine domenicana, una donna di 22 anni, M.M.C.D. e il suo convivente 25enne C.D.M.V.

La segnalazione è arrivata alla centrale operativa del Comando provinciale dell’Arma, che ha dato comunicazione dell'episodio nella tarda mattinata del 3 novembre.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile che hanno appurato che il piccolo si sarebbe rivolto ai suoi vicini essendosi trovato inaspettatamente solo in casa.

Gli accertamenti sono in corso, ma i militari ipotizzano che la madre del minore potrebbe averlo lasciato solo nella loro abitazione per andare in giro per locali con il suo convivente. Diversa la versione che sarebbe stata fornita dai due adulti. Per la donna e il suo compagno è scattata la denuncia a piede libero all’autorità giudiziaria.

In seguito all'episodio il bambino è stato tolto alla madre ed affidato a una struttura protetta.

Accertate dopo 7 anni le responsabilità dell'incidente in cui perse la vita Omar Gentili: 3 condanne

Accertate dopo 7 anni le responsabilità dell'incidente in cui perse la vita Omar Gentili: 3 condanne

Udine - Il giudice del tribunale di Udine Emanuele Lazzaro ha condannato il 29 ottobre a 4 mesi di reclusione, pena sospesa: Tullio Bratta, ex presidente del Consorzio per lo sviluppo industriale della Zona Aussa Corno; Enrico Di Val, capo reparto di Udine di Rfi; Guido Porta, amministratore delegato di Serfer, servizi ferroviari, la società che eseguiva le attività di movimentazione dei carri merci da San Giorgio alla sede della Palini&Bertoli.

Erano imputati per l'incidente nel quale morì, la sera del 15 marzo 2006, Omar Gentili, di 20 anni.

Quella sera, intorno alle 23.30, il ragazzo, giunto all'incrocio della strada provinciale 80 con i binari che conducono alla Palini&Bertoli, finì con l'Alfa Romeo del padre contro uno dei carri del convoglio ferroviario che aveva occupato l'intera sede stradale.

Il giudice ha condannato i tre, in solido con i responsabili civili Consorzio, Rfi e Serfer, al risarcimento dei danni cagionati alle parti civili, concedendo una provvisionale di 90 mila euro ciascuno ai genitori della vittima e 39 mila alla nonna. Assolto un quarto imputato.

I parenti di Omar Gentili, attraverso il loro legale, avevano fatto ricorso in appello contro la sentenza resa dal giudice Faleschini che assolveva i due operatori a bordo del convoglio ferroviario. Anche la successiva sentenza era stata impugnata avanti alla Corte di Cassazione.

Nel 2011 l'inchiesta era stata riaperta, con le richieste di rinvio a giudizio per omicidio colposo formulate dal pm Claudia Danelon nei confronti degli allora vertici del Consorzio Aussa Corno, di Rfi e Serfer.

Il magistrato imputava loro, a vario titolo, l’aver consentito l’utilizzazione del sito senza la predisposizione del registro caratteristico che avrebbe previsto il divieto di circolazione notturna, senza la corretta segnaletica e in difetto di illuminazione del tratto.

I parenti di Omar Gentili, per testimoniare la loro vicenda giudiziaria, hanno pubblicato da tempo un sito web, giustiziaperomar.it, che raccoglie articoli e testimonianze

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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