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Aggressività e realtà virtuale. Presentato il servizio psicoanalitico in Friuli Venezia Giulia
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- Categoria: Salute
- Pubblicato Domenica, 06 Aprile 2014 19:44
- Scritto da Roberto Calogiuri
Trieste – Quale genitore o educatore non vorrebbe sapere cosa passa per la mente di un ragazzo quando è immerso nella realtà virtuale di un videogioco. E se l’aggressività contenuta in un bambino o in un adolescente debba necessariamente diventare violenza.
Questo è stato il tema del primo di tre incontri organizzati dalla Società Psicoanalitica Italiana - allo scopo di presentare il “Servizio Clinico di Consultazione Psicoanalitica in Friuli Venezia Giulia” - introdotto dal dott. Paolo Fonda, membro didatta della SPI e direttore dell’Istituto Psicoanalitico dell’Europa dell’Est.
Obiettivo della “Psiche al caffè” (questo il titolo del ciclo ospitato dal Caffè San Marco di Trieste) è, secondo Fonda, quello di affrontare e studiare i riflessi nella mente umana di una connessione telematica sempre più globalizzata, veloce ed economica assieme ai rapporti con la realtà virtuale.
E quindi, ieri 5 aprile, la prima discussione ha avuto per titolo “Call of Duty. Videogiochi e confusione delle lingue: fra violenza e aggressività” in cui si è dibattuto su come nei videogiochi possa cambiare il modo di esprimere e manifestare l’aggressività, quali siano i ruoli e i compiti degli adulti e in che modo questi possano comprendere le nuove esigenze dei ragazzi.
Prendendo spunto da uno tra i video giochi più diffusi e noti per la quantità di aggressività e violenza di carattere bellico, la dott.ssa Ambra Cusin ha introdotto l’idea di una serie di colloqui informali e distesi, di quelli che si possono svolgere bevendo un caffè, in cui il pubblico possa essere coinvolto in una chiacchierata animata dagli esperti e vi possa partecipare con la propria quota di dubbi o di esperienza.
Quindi ha portato il suo contributo seguendo questa direzione, distinguendo violenza e aggressività, sottolineando come l’aggressività non sia una spinta irreprimibile e come abbia una funzione specifica nella natura umana.
Considerato come spesso essa derivi da una confusione tra “concreto”e “virtuale”, Cusin ha proposto un modello di comportamento che bandisca la violenza come de-umanizzante, e sappia includere l’aggressività come una controparte umanizzante purché controllata dagli strumenti pedagogici adeguati e dalla giusta attenzione al mondo dei giovani.
La visione di alcune scene dei “Monty Python” hanno offerto l'opportunità alla dott.ssa Cristina Bertogna per sottolineare come nel sistema dei rapporti tra mondo reale e mondo virtuale si determini una dinamica simile al linguaggio e allo svolgimento di una seduta psicoanalitica.
Infatti, le analogie sono numerose: a esempio l'interattività e il coinvolgimento emotivo fra paziente e analista, la narrazione in tempo reale di quanto il paziente vive e la possibilità che ha, attraverso l'esperienza analitica, di costruire una storia diversa da quella sintomatica. E poi l'esistenza di un insieme di regole che definiscono l'interazione fra i due. La narrazione risulta particolarmente significativa in quanto attraverso il racconto diamo un senso alla nostra esperienza emotiva.
Dopo i due interventi, com’era auspicato, il pubblico ha risposto agli stimoli suggeriti e ha colto l’opportunità per prolungare la discussione con domande e osservazioni.
Il programma di “La Psiche al caffè” prevede ancora due incontri che si terranno al Caffè San Marco in Via Battisti, 18 a Trieste:
Sabato 12 aprile, ore 17.00: “Vediamo insieme una seduta di psicoterapia…”in cui sarà proiettato un breve filmato su una seduta della serie “In treatment” che sarà commentata dagli psicoanalisti e dal pubblico presente.
Sabato 10 maggio. Ore 20.30: “Riflessioni psicoanalitiche e l’arte di Kounellis”, Artisti e psicoanalisti, con i loro linguaggi specifici, interpretano alcuni aspetti dell’essere umano.
Informazioni: 333 1512713
(In apertura un'immagine di "Call of Duty")
Sanità regionale: videointervista al direttore del Santa Maria degli Angeli di Pordenone Paolo Bordon
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- Pubblicato Sabato, 29 Marzo 2014 21:27
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Pordenone - Il primo polo sanitario integrato che risponderà a pieno alle linee della riforma sanitaria regionale sarà quello pordenonese. Secondo tale programma, la Giunta regionale, nonostante la riduzione delle risorse a disposizione per la Sanità, pari a circa 90 milioni di euro nel 2014, punta a garantire equità di trattamenti ed incremento continuo della qualità e dell'organizzazione.
L'Azienda ospedaliera Santa Maria degli Angeli di Pordenone è guidata dal direttore generale dr. Paolo Bordon, a cui abbiamo rivolto alcune domande sulle prospettive dell'ospedale e sul nuovo complesso, i cui lavori dovrebbero partire all'inizio del 2015.
Nella nostra videointervista, Bordon affronta il tema del nuovo ospedale ed anche quelli della ristrutturazione degli attuali edifici, dell'ospedale di Sacile, del ricambio generazionale nei reparti e del finanziamento della sanità.
(Videointervista di Paola Dalle Molle. Riprese video di Renato Bianchini. Tutti i diritti riservati)
Sanità regionale, dal prossimo anno a Palmanova la centrale unica 118 per le emergenze
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- Pubblicato Domenica, 23 Marzo 2014 18:11
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Trieste - Dall'autunno del 2015 cambierà la gestione della rete dell'emergenza in Regione. Lo ha deciso il 21 marzo scorso la Giunta regionale, su proposta dell'assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, istituendo la Centrale operativa 118 unica.
Sarà collocata a Jalmicco di Palmanova, nell'edificio già sede della Protezione civile regionale, con la quale potranno essere realizzate importanti sinergie, e il suo effettivo avvio avverrà presumibilmente a partire dalla seconda metà del prossimo anno.
L'Amministrazione regionale, nell'ambito della riforma della sanità regionale, ha superato il modello delle quattro centrali operative, una per ogni provincia, per sviluppare un sistema che porterà a procedure comuni, a migliorare le dotazioni logistiche ed accrescere l'integrazione tra le attività del 118 e il modello "hub and spoke".
"A distanza di vent'anni circa dall'avvio dell'organizzazione in quattro centrali è maturata una nuova cultura del sistema di emergenza - ha spiegato l'assessore Telesca - che porterà ora ad avviare un nuovo processo organizzativo in grado di far superare le disomogeneità finora riscontrate e dare così pari opportunità di accesso ai servizi per tutto il territorio regionale: ciò non può che avvenire con la realizzazione di una regia unica regionale identificata nella Centrale operativa 118 che diventerà per diversi aspetti il braccio operativo della Regione".
La nuova centrale unica comporterà, in particolare, un'unica modalità di allertamento dei soccorsi; la distribuzione dei mezzi sotto un'unica regia, un unico piano per la loro sostituzione e attrezzaggio; stesse procedure operative e di sicurezza e percorsi diagnostico terapeutici per quelle patologie tempo-dipendenti attuati e monitorati sotto un'unica gestione.
Si avrà inoltre un interlocutore unico con la Protezione civile in caso di maxi emergenze e catastrofi e anche per i rapporti istituzionali interregionali, statali e transfrontalieri; la facilitazione nel passaggio al numero unico europeo per le emergenze (112).
Questo è uno dei processi verso l'omogeneità di servizi ed equità di trattamento per tutti i cittadini della Regione. "Accanto ai vantaggi sanitari e di assistenza, in tema di qualità e sicurezza, non sono ininfluenti anche le conseguenze in termini di risparmio finanziario legato alle economie di scala che questo sistema unico consente di fare", commenta Telesca.
Con la nuova organizzazione, infatti, il risparmio sui costi del personale adibito alla funzione di centrale è quantificabile in circa 1.100.000 euro all'anno (dai 2.900.000 attuali a 1.800.000).
Superare le quattro centrali permette inoltre di risparmiare 800.000 euro di strumentazioni, oltre ad altri 200.000 euro all'anno di costi di manutenzione delle tecnologie, utenze e servizi necessari al funzionamento delle sedi.
Il personale da destinare alla Centrale sarà individuato mediante l'utilizzo della mobilità previo confronto con le organizzazioni sindacali di riferimento.
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